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Cineforum 2017/2018 | 14 novembre 2017

Foto di cineforumborgo

ELVIS & NIXON

Regia: Liza Johnson
Sceneggiatura
: Joey Sagal, Hanala Sagal, Cary Elwes
Fotografia
: Terry Stacey
Musiche
: Ed Shearmur
Montaggio
: Sabine Hoffman, Michael Taylor (IV)
Scenografia
: Mara LePere-Schloop
Costumi
: Peggy Schnitzer (Peggy A. Schnitzer)
Interpreti
: Michael Shannon (Elvis Presley), Kevin Spacey (Richard Nixon), Alex Pettyfer (Jerry Schilling), Johnny Knoxville (Sonny), Colin Hanks (Egil Krogh), Evan Peters (Dwight Chapin), Sky Ferreira (Charlotte), Tracy Letts (John Finlator), Tate Donovan (H.R. Haldeman), Ashley Benson (Margaret), Dylan Penn (Diane), Ritchie Montgomery (Grady), Danny McCarthy (agente Duncan), Ian Hoch (Donald), Jeff Caperton (agente Collins), Kamal Angelo Bolden (Mack), Michael D. Anglin (agente Moroder), Anthony Marble (Pete), Joey Sagal (Joe King), Gus Rhodes (Ollie Atkins), Geraldine Singer (Rose Mary Woods), Ahna O'Reilly (Mary Anne Peterson)
Produzione
: Cary Elwes, Cassian Elwes, Holly Wiersma per Amazon Studios
Distribuzione
: Videa
Durata
: 86'
Origine
: U.S.A., 2016
Data uscita: 22 settembre 2016

21 dicembre 1970. Elvis Presley, il re del rock'n'roll, entra nella stanza ovale della Casa Bianca per un incontro segreto con l'uomo più potente al mondo: il presidente Nixon. Il colloquio riservato era stato chiesto da Presley con una lettera di sei pagine che iniziava così: "Caro Signor Presidente, innanzitutto vorrei presentarmi, sono Elvis Presley, l'ammiro, ho molto rispetto per la sua carica e vorrei diventare un agente del governo sotto copertura!". Questa è l'assurda storia vera, mai raccontata prima, dell'incredibile incontro tra Elvis e Nixon destinato ad entrare per sempre nella storia.
Nella sua splendida reggia laggiù a Graceland, Il Re è molto preoccupato. La sua America, il suo regno, sta andando in rovina, tra figli dei fiori, rivoltosi e comunisti, tutti dietro a quel cialtrone di John Lennon e ai suoi deliri anti-americani. E’ arrivato il momento di scendere dal trono e tornare sul campo, con un nuovo incarico (vice-sceriffo di Shelby County non basta) per salvare la Nazione. C’è solo una persona che può capire le sue preoccupazioni e aiutarlo in questa missione segreta: il Pezzo Grosso, il Presidente. E’ pressoché questa la situazione che spinse, nel 1970, Elvis Presley, il re del rock, a insistere per essere ricevuto dal presidente degli Stati Uniti Richard Nixon. Non sono stati mai resi noti i dettagli dell’incontro ma la fotografia della loro stretta di mano è uno dei documenti più richiesti all’Archivio di Stato. Era questione di tempo che qualcuno rendesse in fiction quest’assurdo ‘scontro tra titani’, e Liza Johnson, dopo anni di progetti annunciati e false partenze (qualche tempo fa il film doveva essere interpretato da Danny Huston ed Eric Bana), ha raggiunto l’obiettivo.
Nonostante il proclama “il film più rock dell’anno” (e non avere, per mere questioni legali, neanche un pezzo di Elvis in soundtrack…) Johnson realizza una pellicola garbata che si accomoda tranquillamente in un contesto cinematografico/politico solido, ben radicato nel gusto del pubblico generalista. Negli ultimi anni, infatti, la Casa Bianca e, in particolare, lo Studio Ovale sono usciti dalla vaga e incerta dimensione del retroscena giornalistico o della riservatezza istituzionale per farsi definitivamente palcoscenico narrativo. Da Rob Reiner che ricostruisce al dettaglio l’ufficio di POTUS ne “Il presidente - Una storia d’amore”, fino al profilo Twitter dello stesso Obama, passando alle serie tv “West Wing”, “House of Cards” e “Scandal”, la White House è entrata nell’immaginario comune, alla stregua di un appartamento newyorkese di una qualsiasi sit-com Fox.  Anche il personaggio di Nixon, dopo l’umanizzazione estrema fatta da Frank Langella per Ron Howard, è una maschera, ormai, rassicurante. La scelta di Kevin Spacey, poi, ne è una chiara conseguenza logica. Rinato dietro la ferocia di Frank Underwood, (con “Elvis & Nixon” diventa spiazzante il paragone, fatto in un episodio di “House of Cards”, di Underwood come ‘Nixon democratico’), Spacey si cimenta, divertendosi, in una lunga serie di tic e smorfie. Il suo Tricky Dick non cade mai nella caricatura, anche se l’ostentata interpretazione ne sfiora spesso i confini, ma si delinea come un buffo e sgradevole omino, più preoccupato dal giudizio delle figlie che dalle opportunità di scelte politiche.
Elvis & Nixon”, dunque, si mantiene in una divertente ma inoffensiva dimensione di commedia gradevole con leggere aspirazioni da satira politica (l’accentuato grottesco). L’intuizione geniale (o la fortuna sfacciata) della regista, però, è il ritrovarsi per le mani un Elvis cinematografico incredibile. Michael Shannon, attore sempre più impegnato in una carriera dagli esiti imprevedibili, pur essendo lontano anni luce da qualsiasi somiglianza fisica con Presley, dona la sua nevrosi, il suo latente isterismo e il suo ghigno a Elvis, infondendogli una folle vena malsana che ben riassume il suo delirio di potenza da (consapevole) mito vivente. E’ straniante vedere le donne innamorate e i fan accaniti sciogliersi sotto il poco rassicurante e spigoloso carisma di Shannon (peccato essersi persi la vertigine di sentirlo cantare). Pur partendo da un approccio ben lontano dall’ordinario metodo Actors Studio, l’attore di Chicago riesce a centrare perfettamente il personaggio, nel pieno del suo declino egocentrico e autodistruttivo. Shannon, abituato alla sofferenza della pura disperazione, pur dando sfogo alla sua stramba vena comica, trasforma la sua ‘imitazione’ del Re in un viaggio lucido e disarmante nella psiche di un uomo perso, irrimediabilmente, nel suo immaginifico personaggio.
Luca Marchetti, Sentieri Selvaggi

Quella di Richard Nixon ed Elvis Presley che si stringono la mano in un angolo dello Studio ovale è l’immagine più richiesta tra le migliaia conservate dagli archivi nazionali U.S.A.: l’uomo più potente del mondo e quello più popolare, il presidente e il re, l’ultraconservatore e il sex symbol avevano - suggerisce il film - più cose in comune di quel che ci si aspetterebbe, e di quanto loro stessi sospettassero. La data è il 1970, Nixon è stato eletto da poco, Elvis sta in quel punto precario tra la vetta e il declino. Presley si presenta di punto in bianco a Washington offrendosi di andare sotto copertura nella guerra alla droga come improbabile agente FBI, lo staff di Nixon si lecca i baffi all’idea di conquistare, con una sola foto, il prezioso (e alienato) voto giovanile. La vicenda, messa in scena con solida competenza da produzione tv di lusso, si muove nell’interstizio tra cronaca e dietro le quinte, corrispondendo allo scollamento tra spettacolo (del rock’n’roll come della politica) e verità: in fondo la Casa bianca, come nota ghignando Elvis, non è poi troppo diversa dalla pacchiana Graceland (la sua magione di Memphis). E ha più che mai senso che a interpretare due figure tanto iconiche siano due attori straordinari che, fisicamente, nulla hanno a che fare con i personaggi reali. Li incarnano meravigliosamente, cercando (di nuovo) l’equilibrio tra maschera e autenticità, dimostrando che la vita è un’opera buffa più spesso di quanto si creda.
Alice Cucchetti, Film Tv

LIZA JOHNSON
Filmografia:
Return (2011), Elvis & Nixon (2016)

Martedì 21 novembre 2017:
FRANTZ di François Ozon, con Pierre Niney, Paula Beer, Ernst Stötzner, Marie Gruber, Yohann von Bülow

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 29/09/2007
 

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