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Messaggi del 03/12/2017

 
 

Cineforum 2017/2018 | 5 dicembre 2017

Foto di cineforumborgo

PATERSON

Regia: Jim Jarmusch
Sceneggiatura
: Jim Jarmusch
Fotografia
: Frederick Elmes
Musiche
: Jim Jarmusch, Carter Logan, Sqürl
Montaggio
: Affonso Gonçalves
Scenografia
: Mark Friedberg
Costumi
: Catherine George
Interpreti
: Adam Driver (Paterson), Golshifteh Farahani (Laura), Frank Harts (Luis), Rizwan Manji (Donny), William Jackson Harper (Everett), Trevor Parham (Sam), Brian McCarthy (Jimmy), Troy T. Parham (Dave), Chasten Harmon (Marie), Kara Hayward, Sterling Jerins
Produzione
: Joshua Astrachan, Carter Logan per Amazon Studios/K5 Film
Distribuzione
: Cinema di Valerio De Paolis
Durata
: 115'
Origine
: U.S.A., 2016
Data uscita
: 22 dicembre 2016
Poesie di Ron Padgett

New Jersey, USA. Paterson lavora come autista di autobus nella città di Paterson, di cui condivide il nome. Ogni giorno, Paterson segue una semplice routine: conduce l'autobus lungo il percorso osservando la città che si riflette nel parabrezza e ascoltando frammenti di conversazione che circolano intorno a lui; scrive poesie nel suo notebook; porta fuori il cane Marvin; si ferma in un bar dove beve sempre la stessa birra; torna a casa da sua moglie, Laura. Il mondo di Laura, invece, è in continua evoluzione, con nuovi stimoli e nuovi sogni ogni giorno. Paterson e sua moglie si amano e si sostengono a vicenda: lui per le ritrovate ambizioni di Laura; lei per il dono per la poesia del marito. E insieme affrontano i trionfi e le sconfitte della loro vita quotidiana
Paterson” è una di quella scommesse che sembrano fare a pugni con la natura del cinema: ritmo, movimento, azione, emozioni aggressive. E ne è autore un campione del rinnovamento e della creatività indipendente degli anni Ottanta del cinema americano, a partire da titoli come “Stranger than paradise” e “Daunbailò” che segnò l’incontro con il genio di Roberto Benigni: Jim Jarmusch.
Nella piccola città di Paterson un giovane uomo di nome Paterson conduce una vita regolare e ripetitiva. Esce di casa ogni giorno per raggiungere in pochi passi il deposito degli autobus e iniziare la sua giornata di lavoro da autista pubblico, dedicando le pause e ogni momento disponibile per comporre piccole delicate poesie sul suo inseparabile taccuino, e per fare alla fine del suo turno ritorno a casa dall’amata moglie Laura che nutre un’incondizionata fede in lui e nel suo talento poetico e a sua volta si dedica con passione al proprio gusto per lo stravagante accostamento di colori, che si tratti di un abito per sé, di una tenda o di altri elementi di arredamento. O perfino di quello che, sempre con lo stesso entusiasmo, cucina.
La sfida, la scommessa, davvero azzardata, sta proprio in questo flusso costante e apparentemente monotono di piccoli o minuscoli gesti. Paterson che ogni mattina si sveglia per primo e accarezza e bacia la moglie prima di alzarsi e prepararsi. Paterson che esce di casa e ogni giorno raddrizza la cassetta della posta inspiegabilmente sbilenca (scopriremo che si tratta di un dispetto del capriccioso canetto della coppia). Paterson che ogni sera dopo cena fa la stessa identica passeggiatina fermandosi nello stesso bar a bere la stessa birra. E risulta coerente, non una civetteria fuori dal tempo e dal mondo, che Paterson non possieda un telefono né che faccia uso di qualsiasi altra tecnologia. La sua vita si divide tra le ore al volante del suo bus (ogni mattina lo stesso saluto con il collega controllore immigrato indiano che ripete le medesime ma anche spiritose e autoironiche lamentele sui molteplici oneri familiari), le fantasie poetiche, le affettuosità con la bella moglie perfettamente allineata a lui, le passeggiate e gli incontri cordiali con i concittadini.
Un universo irreale? Una favola di semplicità non plausibile? Una favola probabilmente sì. Ma densa di vita e di sentimenti forti. Sentimenti di ribellione alla velocità imposta, al conformismo dell’allineamento forzato agli stessi pseudovalori, al consumo senza guardarsi dentro. Per creare questo piccolo mondo di bellezza e di verità il regista si affida a due giovani interpreti di provenienza molto distante l’una dall’altra. Paterson è Adam Driver, inconsueto già solo nell’aspetto. Obiettivamente non bello, alto e dinoccolato e un po’ goffo come possiamo aver immaginato l’Holden Caulfield di Salinger. Driver ha alternato il mainstream della popolare serie televisiva “Girls” e dell’episodio VII di “Star Wars” uscito l’anno passato a impegni autoriali di altro profilo come il bellissimo “A proposito di Davis” dei Coen e l’ottimo quanto inquietante “Hungry Hearts” del nostro Saverio Costanzo accanto ad Alba Rohrwacher. Laura è l’attrice iraniana, peraltro bella come il sole, Golshifteh Farahani che abbiamo conosciuta in “About Elly” di Asghar Farhadi e ritrovata in “Pollo alle prugne” di Marjane Satrapi. Degno finale dolceamaro.
Paolo D’Agostini, La Repubblica

(……) La calma vita quotidiana del Paterson conducente, fatta di lavoro, dialoghi un po’ surreali con la moglie (Golshifteh Farahani) sempre alla ricerca di nuove sfide (vendere dolcetti alla fiera, imparare la chitarra) e passeggiate serali col bulldog Marvin comprensive di sosta al bar, oltre che di spazi per scrivere le sue poesie, è raccontata da Jarmusch con altrettanta metodicità. Se non ci fossero i nomi in sovrimpressione - lunedì, martedì, mercoledì… - ogni giorno della settimana sarebbe uguale all’altro, metodico e ripetitivo. Cambiano solo le poesie di Paterson (in realtà del poeta Ron Padgett) che lo spettatore legge scritte sullo schermo, cambiano i dialoghi dei passeggeri dell’autobus (uno riguarda anche l’anarchico italiano Gaetano Bresci, vissuto pure lui a Paterson), cambiano ma nemmeno troppo gli incontri serali del bar e naturalmente i dialoghi con la moglie ma non cambia il senso di questo ritratto in levare, lieve e ironico, che rivendica con bella determinazione il suo statuto anti-epico e anti-spettacolare. Paterson uomo sembra uguale a Paterson città, rassicurante in una metodicità che ogni tanto viene incrinata da qualche inaspettata irruzione del caso - il guasto che blocca l’autobus, l’incontro con un turista-poeta giapponese, il quaderno con le poesie fatto a brandelli dal bulldog lasciato solo in casa - ma che non riesce mai a mettere davvero in discussione un tempo e una vita destinati a ripetersi all’infinito. E che rimandano allo spettatore il senso della fragilità delle cose (e dell’esistenza) e di come il cinema riesca miracolosamente a catturarle.
Paolo Mereghetti, Corriere della Sera

JIM JARMUSCH
Filmografia:
Vacation (1980), Stranger Than Paradise - Più strano del Paradiso (1984), Daunbailò (1986), Mystery Train - Martedì notte a Memphis (1989), Taxisti di notte (1991), Coffee and Cigarettes III (1993), Dead Man (1995), Year of the Horse. L'anno del cavallo (1997), Ghost Dog - Il codice del samurai (1999), Ten Minutes Older: The Trumpet (ep.)
(2002), Coffee & Cigarettes (2003), Broken Flowers (2005), The Limits of Control (2009), Solo gli amanti sopravvivono (2013), Gimme danger (2016), Paterson (2016)

 

Martedì 12 dicembre 2017:
AMORE E INGANNI
di Whit Stillman, con Kate Beckinsale, Xavier Samuel, Morfydd Clark, Emma Greenwell, Tom Bennett
 

 

 
 
 
 
 

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Un blog di: cineforumborgo
Data di creazione: 29/09/2007
 

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