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Cineforum 2017/2018 | 12 dicembre 2017

Foto di cineforumborgo

AMORE E INGANNI

Titolo originale: Love & Friendship
Regia: Whit Stillman
Soggetto: dal romanzo di Jane Austen
Sceneggiatura: Whit Stillman
Fotografia: Richard Van Oosterhout
Musiche: Benjamin Esdraffo, Mark Suozzo (musiche addizionali)
Montaggio: Sophie Corra
Scenografia: Anna Rackard
Costumi: Eimer Ni Mhaoldomhnaig
Effetti: Filmmore
Interpreti: Kate Beckinsale (Lady Susan Vernon), Xavier Samuel (sig. Reginald DeCourcy), Morfydd Clark (Miss Frederica Vernon), Emma Greenwell (sig.ra Catherine Vernon), Tom Bennett (Sir James Martin), James Fleet (Sir Reginald DeCourcy), Jemma Redgrave (Lady DeCourcy), Justin Edwards (sig. Charles Vernon), Jenn Murray (Lady Lucy Manwaring), Stephen Fry (sig. Johnson), Chloë Sevigny (sig.ra Alicia Johnson), Lochlainn O'Mearain (Lord Manwaring)
Produzione: Whit Stillman, Katie Holly, Lauranne Bourrachot per Westerly Films/Blinder Films/Chic Films in co-produzione con Revolver Amsterdam/Arte France Cinéma
Distribuzione: Academy Two
Durata: 90'
Origine: Irlanda, Francia, Olanda, Gran Bretagna, 2016
Data uscita: 1 dicembre 2016

Inghilterra, fine XVIII secolo. L'affascinante giovane vedova Lady Susan Vernon si reca in vacanza a Churcill per scoprire gli ultimi pettegolezzi che circolano nella buona società. Il suo soggiorno a Churcill potrebbe rivelarsi molto utile per assicurare un buon partito a sé e uno alla sua giovane figlia, Frederica in età da marito. Ma la situazione si complica. Le sue maniere seducenti attirano l'attenzione del ricchissimo pretendente alla mano di sua figlia Sir James Martin, con il suo comportamento nei confronti di Mr Manwaring rende gelosa e infelice la moglie e con le attenzioni dedicate a Reginald DeCourcy, priva la sorella di Mr Manwaring, un'amabile fanciulla, del suo innamorato. (…….) Lady Vernon sarà costretta, complice la sua più cara amica e confidente Alicia, a cambiare strategia.
Tanto è apparentemente casuale e blasé il suo sguardo, quanto più è acuto e affilato: Whit Stillman guarda al mondo forse dall’alto, ma mai con una prospettiva morale. Il plongée è la maniera migliore che ha per immergersi dentro intrecci e caratteri: perché da lassù in cima trova le fenditure minime dentro le quali infilarsi per sezionare con curiosità sia umanistica sia scientifica i mondi che racconta. Una volta tuffatosi, poi, si acquatta con nonchalance negli angoli che gli forniscono le migliori prospettive, quelle più utili al suo racconto, in qualche modo egli stesso spettatore delle dinamiche e dei dialoghi che scrive e mette in scena.
Amore e inganni”, in questo senso, è un perfetto esempio di questa dinamica d’osservazione scientifica, neutrale, tanto rilassata da permettere un perfetto assorbimento: col suo racconto di messe in scena sociali, con lo spirito squisitamente teatrale che l’autore ha voluto dare a tutto l’impianto, in omaggio a quel tanto di Oscar Wilde che era connaturato al romanzo epistolare e giovanile di Jane Austen da cui è partito.
Austen-Wilde-Stillman, e ritorno. Difficile, quasi impossibile, stare lì col bilancino e il misurino per vedere il quanto e il come dei tre autori: anzi, no, forse non difficile, ma sicuramente inutile. Perché quello di “Amore e inganni” è un racconto la cui modernità si esprime nell’essere attuale in ogni tempo, ieri come oggi, e la cui universalità non merita il distinguo dell’attribuzione un po’ pedante. Certo, nel film c’è molto più Stillman di quanto la radice letteraria avrebbe portato a pensare, e la firma dell’autore è ben riconoscibile, ma è lui il primo a volersi mettere quasi da parte, perché è nella coralità dei personaggi, delle voci, degli sguardi e degli autori che la narrazione trova le sue spinte propulsive maggiori.
Da quello, e dalla capacità che ha Stillman di raccontare le raffinate perfidie di alcuni personaggi e le sorprendenti ottusità di altri (con tutto quello che ci passa in mezzo) con la leggerezza soave di chi non ha bisogno mai di sottolineare nulla e con la serenità quasi ascetica di chi non sente la necessità di esprimere giudizi morali di alcun tipo.
Dei tanti personaggi che affollano il plot di “Amore e inganni”, allora, oltre alla Lady Susan di Kate Beckinsale, così astuta e senza scrupoli da risultate irresistibile, e così determinata nei suoi obiettivi da potersi permettere anche inaspettati barlumi di umanità e debolezza nel finale, è senza dubbio il personaggio di Sir James Martin, interpretato da un bravissimo Tony Bennett. Alieno, scollato, inetto e inadeguato, oltre che deliziosamente cretino, Sir James è l’altro estremo dello spettro rispetto a Lady Susan, il negativo grazie al quale tutto ha senso e il positivo è visibile, non a caso destinato all’unione proprio con quell’opposto col quale pareva davvero inconciliabile. È il vero enzima capace di generare le reazioni grazie alla quale la storia e i personaggi sono in grado di progredire. Soprattutto, nella sua totale inconsapevolezza (di convenzioni e regole sociali, culturale e scenica) è in qualche modo non solo l’attore ideale, per Stillman, ma anche lo spettatore.
Con le sue gaffes, le sue uscite stralunate e fuori da qualsiasi modo e mondo (come quando, facendoli rotolare nel piatto, dichiara candidamente di non aver mai visto né mangiato prima dei piselli; o quando parla dei 12 Comandamenti; o quando, ancora, si complimenta con un autore per saper scrivere sia poesia sia versi), il personaggio di Bennett - quintessenza della naïveté - è in grado di scardinare un sistema ipocrita e formalista, e soprattutto di gridare (involontariamente e indirettamente) che il Re è nudo. Che Lady Susan, con tutte le sue complesse e comunque riuscite macchinazioni, è quella che è agli occhi di tutti, anche se tutti fan finta di non sapere.
Quella che è, senza giudizi di merito, appunto. Perché Sir James non è capace, tanto che finirà per sposarla; e perché per Stillman non sono neanche ipotizzabili. Perché, che osservi dall’alto o si acquatti nell’angolo, a lui interessano le traiettorie e i dialoghi, il meccanismo e i suoi funzionamenti. A lui interessano, prima di tutto, il divertimento, la battuta, la sfumatura. Tutte quelle cose che fanno di “Amore e inganni” un piccolo ma irresistibile divertissement.
Federico Gironi, Cineforum

Sceneggiando un giovanile racconto epistolare di Jane Austin, il raffinato regista (...) Whit Stillman continua il suo esame antropologico su società borghesi in dirittura d'arrivo. E bussa nei salotti upper class inglesi dell'adorata scrittrice, fra moine e sospiri. (...) l'autore fa dell'eleganza verbale la ragion stessa di un racconto dove nessuno sta zitto un attimo, ed è un piacere perché verità e menzogne sono serviti in gran confezione. (...) un lavoro registico che conta su attori e costumi di classe (...).
Maurizio Porro, Corriere della Sera

WHIT STILLMAN
Filmografia:
Metropolitan (1989), Barcelona (1994), The last days of disco (1998), Damsels in Distress -  Ragazze allo sbando (2011), Amore e inganni (2016)

Martedì 19 dicembre 2017:
LION - LA STRADA VERSO CASA di Garth Davis, con Dev Patel, Nicole Kidman, Rooney Mara, David Wenham, Sunny Pawar, Abhishek Bharate
 

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 29/09/2007
 

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