CINEFORUM BORGOI film, i personaggi e i commenti della stagione 2019/2020 |
Messaggi di Novembre 2017
Post n°344 pubblicato il 13 Novembre 2017 da cineforumborgo
ELVIS & NIXON
Regia: Liza Johnson
21 dicembre 1970. Elvis Presley, il re del rock'n'roll, entra nella stanza ovale della Casa Bianca per un incontro segreto con l'uomo più potente al mondo: il presidente Nixon. Il colloquio riservato era stato chiesto da Presley con una lettera di sei pagine che iniziava così: "Caro Signor Presidente, innanzitutto vorrei presentarmi, sono Elvis Presley, l'ammiro, ho molto rispetto per la sua carica e vorrei diventare un agente del governo sotto copertura!". Questa è l'assurda storia vera, mai raccontata prima, dell'incredibile incontro tra Elvis e Nixon destinato ad entrare per sempre nella storia.
Quella di Richard Nixon ed Elvis Presley che si stringono la mano in un angolo dello Studio ovale è l’immagine più richiesta tra le migliaia conservate dagli archivi nazionali U.S.A.: l’uomo più potente del mondo e quello più popolare, il presidente e il re, l’ultraconservatore e il sex symbol avevano - suggerisce il film - più cose in comune di quel che ci si aspetterebbe, e di quanto loro stessi sospettassero. La data è il 1970, Nixon è stato eletto da poco, Elvis sta in quel punto precario tra la vetta e il declino. Presley si presenta di punto in bianco a Washington offrendosi di andare sotto copertura nella guerra alla droga come improbabile agente FBI, lo staff di Nixon si lecca i baffi all’idea di conquistare, con una sola foto, il prezioso (e alienato) voto giovanile. La vicenda, messa in scena con solida competenza da produzione tv di lusso, si muove nell’interstizio tra cronaca e dietro le quinte, corrispondendo allo scollamento tra spettacolo (del rock’n’roll come della politica) e verità: in fondo la Casa bianca, come nota ghignando Elvis, non è poi troppo diversa dalla pacchiana Graceland (la sua magione di Memphis). E ha più che mai senso che a interpretare due figure tanto iconiche siano due attori straordinari che, fisicamente, nulla hanno a che fare con i personaggi reali. Li incarnano meravigliosamente, cercando (di nuovo) l’equilibrio tra maschera e autenticità, dimostrando che la vita è un’opera buffa più spesso di quanto si creda.
LIZA JOHNSON
Martedì 21 novembre 2017: |
Post n°343 pubblicato il 06 Novembre 2017 da cineforumborgo
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Post n°342 pubblicato il 06 Novembre 2017 da cineforumborgo
UN PADRE, UNA FIGLIA
Regia: Cristian Mungiu
Romeo Aldea, un medico che vive in una piccola città di montagna in Transilvania, ha cresciuto la figlia Eliza con l'idea che al compimento del diciottesimo anno di età lascerà la Romania per andare a studiare all'estero. Il suo progetto sta per giungere a compimento: Eliza ha ottenuto una borsa di studio per frequentare una facoltà di psicologia in Gran Bretagna. Le resta solo da superare l'esame di maturità, una mera formalità per una studentessa modello come lei. Ma il giorno prima degli esami scritti, Eliza subisce un'aggressione che mette a rischio la sua partenza. Adesso Romeo è costretto a prendere una decisione. Ci sono diversi modi per risolvere il problema, ma nessuno di questi contempla l'applicazione di quei principi che, in quanto padre, ha insegnato a sua figlia.
Un padre cinquantenne e medico, Romeo. Una figlia diciottenne e studentessa modello, Eliza. Un sogno che appartiene all’uomo ma riguarda la ragazza: andare a studiare all’estero per garantirsi un futuro migliore di quello offerto dalla moderna Romania, a quasi trent’anni dalla Rivoluzione del 1989. Un fatto sconvolgente: Eliza assalita e ferita alla vigilia degli esami finali del liceo. Come il mattone che frantuma un vetro nella prima scena del film, il fatto distrugge ogni certezza. La promozione a pieni voti di Eliza, condizione necessaria per la borsa di studio in Inghilterra, da scontata diventa dubbia, e Romeo entra in un meccanismo di favori e piccole corruzioni pur di ottenere ciò che desidera. Nel disfacimento del mondo dell’uomo, Cristian Mungiu, già vincitore di Cannes 2007 con “4 mesi, 3 settimane, 2 giorni”, traccia la radiografia di un sistema di valori comune - la famiglia, la giustizia, l’utopia dei figli in grado di migliorare la vita dei genitori - cancellato dallo scontro con la realtà. Tutti guardano tutti, in “Un padre una figlia”; tutti si osservano attraverso vetri, finestrini e specchi. Ciò che nessuno vede, però, è il riflesso di sé stesso negli altri, il coinvolgimento anche inconsapevole nel fallimento di una Nazione. Una tragedia silenziosa che non ha risparmiato la generazione dei padri e delle madri, e che potrebbe intaccare anche quella dei figli e delle figlie.
CRISTIAN MUNGIU
Martedì 14 novembre 2017:
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Inviato da: PaceyIV
il 25/02/2020 alle 13:33
Inviato da: Recreation
il 08/02/2018 alle 13:37
Inviato da: minarossi82
il 11/11/2016 alle 18:03
Inviato da: generazioneottanta
il 16/07/2016 alle 19:27
Inviato da: generazioneottanta
il 20/03/2016 alle 10:30