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A casa tutti bene

Post n°14304 pubblicato il 21 Febbraio 2018 da Ladridicinema
 

L'ultimo film di Muccino, parla ancora una volta della famiglia, o meglio delle ipocrisie e delle contraddizioni che si nascondono dietro le famiglie "perfette". Perchè la famiglia è il luogo da cui fuggi e da cui in qualche modo ritorni. Se in "Baciami Ancora" il rapporto familiare sembrava forzato, in quest'ultimo film "A Casa Tutti Bene", questo rapporto dovuto alla riunione per le nozze d'oro dei gienitori, ha un risultato diverso. Sicuramente, come sempre, non verrà apprezzato dalla critica (qui si rimanda a molte battute di Padri e figlie sui critici), ma certamente dallo spettatore, grazie alla bravura dei suoi interpreti. 

Ed è proprio il cast di attori a salvare un film che altrimenti andrebbe alla deriva come i suoi protagonisti.

A dispetto del titolo, chiaramente di "bene" c'è veramente poco, in quanto tutti i personaggi stanno male per qualcosa. Tutti personaggi influenzati dalla sindrome di Peter Pan, senza pensare alle conseguenze di questi gesti e comportamenti sui figli. La loro immaturità è l'elemento fondante del film. Non abbiamo rispetto ad altri film di Muccino, la famiglia ricompattata, anzi. Non per niente l'unica famiglia che si rafforza da questa esperienza è quella tra i personaggi interpretata da Claudia Gerini e Massimo Ghini, perchè probabilmente sono gli unici che veramente hanno veri problemi, legati alla malattia di lui. Gli altri rapporti sono forzati e immaturi.

Anche se l'isola non avrà nome, il film è stato girato a Ischia, perché «serviva un'isola così: piena di angoli suggestivi e logisticamente pratica», spiega Muccino, che aggiunge che lì è nata la madre e quindi c'è un rapporto personale con questo luogo.

Muccino non da alibi e non da colpe, gioca molto sui dettagli, sugli sguardi e sui ricordi ed è lì che il film fa sentire la sua forza in un film mucciniano per eccellenza che rivela sin dall'inizio il suo campo d'indagine e affida questa dichiarazione d'intenti alla frase d'apertura recitata dalla voce fuori campo di Accorsi: "Dicono che la famiglia sia il nostro punto di partenza, poi di fuga e alla fine diventi quello di ritorno"

 
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