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La scomparsa di Eleanor Rigby: Loro

Post n°13161 pubblicato il 08 Maggio 2016 da Ladridicinema
 

Locandina La scomparsa di Eleanor Rigby: Loro

Eleanor Rigby è stata chiamata così da un ragazzo e una ragazza che si erano incontrati davanti ad un locale dove avrebbero dovuto suonare i Beatles, e forse nel nome scelto per lei, una volta che quel ragazzo e quella ragazza sono diventati una coppia sposata, c'era un'intuizione profonda riguardo al destino della propria figlia. Perchè Eleanor, quando noi spettatori facciamo la sua conoscenza, è una trentenne che ha scelto la solitudine, scomparendo dalla vita del marito Conor e rimanendo virtualmente alla finestra a contemplare tutta la gente sola come lei. 
Dietro la sua scomparsa c'è una tragedia insopportabile, davanti, apparentemente, il nulla. Dal canto suo Conor non si rassegna alla sparizione della moglie, e cerca in ogni modo di rimettersi in contatto con lei. Ma anche lui non sa affrontare la tragedia che ha segnato la loro storia. E se lei è diventata dura, lui si è rammollito, come sintetizzerà la stessa Eleanor. 
Eleanor Rigby, opera prima di Ned Benson che firma anche la sceneggiatura, racconta una crisi di coppia che coincide con una crisi esistenziale. Eleanor si iscrive ad un corso universitario il cui tema è l'identità e torna a casa dai suoi per cercare il bandolo della propria matassa. Anche Conor deve confrontarsi con il padre, ristoratore di successo al contrario del figlio, il cui localino è prossimo alla chiusura. Saranno proprio gli incontri all'interno di questo piccolo cerchio protettivo, che comprende anche il cuoco di Conor e l'insegnante di Eleanor, a far intravvedere ai due un orizzonte possibile.
Purtroppo quello che dovrebbe essere un indie film appare fin dal cast stellare un prodotto cinematografico fortemente commerciale e la narrazione risente di una mancanza tangibile di genuinità. I dialoghi sono artefatti e non offrono margini di spontaneità, le frasi solo apparentemente profonde si sprecano, e soprattutto il dolore autentico che dovrebbe sottendere tutta la storia non riesce a fare breccia attraverso una confezione tanto artificiosa. Basta fare un confronto mentale con Blue Valentine, per citare un esempio recente, per accorgersi della profonda differenza nella capacità di raccontare la sofferenza all'interno di una coppia in modo credibile e sincero, e di lasciare agli attori lo spazio per improvvisare aggiungendo veridicità alla storia.
Inoltre il personaggio di Eleanor, che dovrebbe sostenere l'intero impianto narrativo, risulta narcisista e indisponente, interamente concentrato su se stesso e più lamentoso che dolente. Per contro il personaggio di Conor è poco sviluppato, come se l'egocentrismo di Eleanor avesse fagocitato anche il tempo di scena del suo partner cinematografico. "Mi sembra di vivere un tremendo clichè sul disastro", dice Eleanor, e pare un'involontaria illuminazione del regista, che però sceglie di ignorare la sua intuizione e prosegue imperterrito a costruire un prodotto cinematografico solo apparentemente indipendente e invece assai allineato alle esigenze del marketing hollywoodiano.

 
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