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"Io sono il cinematografo": faccia a faccia Francesco Rosi e Giuseppe Tornatore

Post n°12068 pubblicato il 10 Gennaio 2015 da Ladridicinema
 

Pubblicato: 28/11/2012 13:40 CET Aggiornato: 04/06/2013 19:09 CEST
TORNATORE

Giuseppe Tornatore ha passato molti pomeriggi negli ultimi anni nella casa romana di Francesco Rosi, con il grande maestro novantenne. Ore e ore di conversazioni sul cinema e sulla vita, che poi per i due registi sono un po' si sovrappongono, essendo il cinema non solo il loro mestiere, ma la passione che ha dato senso alla vita di entrambi. 
Il faccia a faccia tra il è diventato un libro-intervista: Io lo chiamo cinematografo , pubblicato dalla Mondadori.

"Il cinema, allora, era una grande famiglia, è vero. C'era un rapporto di comprensione, anche di affetto. Poi ci sentivamo tutti parte di una grande avventura, far rivivere sullo schermo la vita. Il nostro è un mestiere particolare. Se lo fai con passione non te ne puoi liberare. Ti rimane dentro, non c'è niente da fare", racconta Rosi, classe 1922.

E' in famiglia, nella Napoli degli anni Trenta, "legata a doppio filo con il suo mare", che tutto comincia: il padre Sebastiano, appassionato di cinematografo, lo riprende con la sua Pathè Baby a passo ridotto e gli scatta magnifici fotoritratti, ispirandosi anche a Jackie Coogan, il celebre protagonista del Monello di Charlie Chaplin.
Poi ci sono zio Pasqualino, "capoclaque " nei teatri di rivista, e zia Margherita, che oltre a somigliare a Ginger Rogers, lo accompagna ogni giovedì al cinema, dove il piccolo Francesco scopre la magia dei primi film muti.

Nel dopoguerra Rosi si trasferisce a Roma. Allievo e aiuto regista di Luchino Visconti, esordisce dietro la macchina da presa nel 1958 con La sfida, ma è con capolavori come Salvatore GiulianoLe mani sulla città, Il caso Mattei e Lucky Luciano che conquista un posto di assoluto rilievo nel panorama del cinema internazionale.

Rosi ha lavorato accanto ai migliori talenti espressi dalla cultura italiana dell'ultimo mezzo secolo: intellettuali, critici, giornalisti come Ennio Flaiano, Sergio Amidei, Raffaele La Capria, registi come Rossellini e Fellini, attori del calibro di Gian Maria Volontè e Sophia Loren.

Il libro svela anche informazioni e aneddoti che riguardano i film di Rosi, la sua straordinaria carriera di regista, e anche la vita intima e privata, trascorsa accanto alla moglie Giancarla (da poco scomparsa) e alla figlia Carolina, oggi attrice soprattutto teatrale.

 
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