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The big wedding

Post n°12629 pubblicato il 28 Settembre 2015 da Ladridicinema
 

Locandina Big Wedding

Alejandro è innamorato di Missy e sta per sposarla. Figlio adottivo di Don e Ellie Griffin, separati da vent'anni, non sa come dire alla madre biologica e profondamente cattolica che suo padre (con)vive con un'altra donna e sua madre è un'ebrea-buddista, che pratica il sesso tantrico e vanta un orgasmo di nove minuti. Ma i suoi problemi non finiscono qui e nemmeno la sua famiglia che comprende un fratello medico di trent'anni deciso finalmente a perdere la verginità e una sorella sull'orlo di una crisi matrimoniale. Missy, da par suo, non è messa meglio, il padre ha problemi col fisco e la madre col proprio corpo che 'restaura' a suon di dollari. Nonostante tutto, nonostante tutti e nonostante un prete dogmatico col vizio della bottiglia, Alejandro e Missy arriveranno al giorno delle nozze, che coi fiori d'arancio riserva sorprese, rivelazioni, chiarimenti e scioglimenti felici. 
Riunire in un film Robert De Niro, Susan Sarandon e Diane Keaton è probabilmente il solo merito della comedy of remarriage di Justin Zackham, sceneggiatore, realizzatore e produttore di Big Wedding. Remake del film francese Mon frère se marie, la commedia di Zackham sembra piuttosto la versione stonata diMamma Mia, senza musica e danza naturalmente. Amanda Seyfried recita di nuovo il ruolo della fidanzata bionda e sensibile alle prese con un tourbillon di confessioni e sentimenti, conciliati davanti all'altare. Strutturato sull'equivoco, la finzione sostenuta dai genitori dello sposo a uso della madre biologica, Big Wedding accumula situazioni ovvie e 'celebra' uno e due matrimoni, muovendosi grevemente tra conflitti, deviazioni e riconsacrazioni. 
D'altra parte il matrimonio, come la commedia romantica, è un terreno di scontro, una mascherata dell'identità che sfrutta ogni ricaduta umoristica. Senza fare schermo a qualche tristezza e giocando la carta del sesso disinibito in famiglia, Big Weddinginfila direzioni note e finisce in un precipizio di smorfie, incidenti e sipari farseschi, che abbattano gli attori più giovani e mortificano i veterani. Abbonato al ruolo di seduttore azzimato, De Niro impersona ancora una volta il marito bolso e mascalzone, civettuole e intraprendenti sono invece le consorti legittime, o meno, di Susan Sarandon e Diane Keaton, trincerata nel suo immancabile tailleur pantalone, nella verve impudente e nella ribadita indipendenza economica. Più a suo agio Susan Sarandon interpreta il personaggio che rilancia e scioglie i dubbi amorosi, aggirando comicamente gli ostacoli della menzogna a cui è costretta per amore di un figlio acquisito e la sconsideratezza di un compagno mai impalmato. Intorno a loro schiamazza una compagnia di 'piccoli' attori da cui scampiamo la brillante Katherine Heigl, architrave solida e mai ingombrante di una costruzione corale, capace di dare rilievo a pensieri e azioni del suo personaggio. 
Justin Zackham prova a scuotere il wedding movie e il perbenismo borghese con la comicità grossolana e attraverso personaggi (e situazioni) 'trasgressive'. Ma il politicamente scorretto finisce per essere un marchio da esibire piuttosto che una reale provocazione, concludendo con l'immancabile redenzione degli infedeli e il paradosso della felicità perfetta. A ciascuno è dato riconoscere il proprio compagno o la propria compagna, trattenere accanto a se gli oggetti della propria affezione e trovare il proprio posto nel mondo, o almeno nel giardino dei Griffin, non meno incantato di un bosco fiabesco.

 
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