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Basta che funzioni

Post n°12631 pubblicato il 28 Settembre 2015 da Ladridicinema
 

Partire, stare per un po' lontano da casa è giusto. Ed è altrettanto piacevole il sapore del ritorno, proprio laddove siamo nati e cresciuti. Ma a volte è necessario anche tornare, per ritrovare se stessi. E così, dopo quattro anni nel Vecchio Continente, diviso tra la cupa e delittuosa Londra e la solare e (si fa per dire) focosa Barcellona, Woody Allen torna (momentaneamente) nella sua amata New York. Torna a casa. E con la sua 44° prova dietro la macchina da presa torna a convincere e, sostenuto da un ottimo cast, a divertire. 


Basato su una sceneggiatura scritta dallo stesso Allen nel lontano 1970 per l'attore comico ebreo Zero Mostele, e non priva (come sempre) di qualche spunto autobiografico, "Whatever Works" racconta la storia di Boris, uno scienziato sessantenne, che deluso dalla vita tenta il suicido, ma fallisce. Decide così di abbandonare gli agi della vita borghese e si trasferisce nel quartiere di Chinatown, in un vecchio e trasandato appartamento, passando le giornate ad insegnare scacchi ai bambini (spesso insultandoli) e fare lunghe chiacchierate polemiche ed esistenziali con vecchi amici. Incontrerà per caso una giovanissima ragazza venuta dal Sud (Melodie St. Anne Celestine), scappata di casa e decisa a trovare lavoro a New York.

A raccontarci tutta la vicenda è lo stesso protagonista, che sin dall'inizio, a volte anche in modo sfacciato (non senza un conseguente stupore dei suoi co-protagonisti), si rivolge verso il pubblico, rendendolo privato confidente dei suoi dubbi e dei suoi pensieri. Una frequente interruzione della finzione scenica, che mancava da qualche tempo e che sembra prendere quasi la forma di ammonimento, se non addirittura di testamento artistico. 

Ancora una volta Allen dirige, ma affida lo schermo al suo ennesimo (e riuscito) alter-ego, tale Larry David, classe 1947, da noi pressoché sconosciuto ma amato in patria per le serie tv "Seinfeld" (come autore) e "Curb your Enthusiasm" (come autore ed interprete). Boris è sarcastico, dissacrante, cinico, misantropo e, da buon ipocondriaco, vittima di frequenti attacchi di panico. Boris, ancora una volta, è Woody. E sembra provenire direttamente dal classico repertorio alleniano. Ed a conti fatti in questa nuova commedia c'è poco di nuovo sotto il sole. Film parlatissimo, dove vengono frullati, in un fitto mix di dialoghi, battute e lunghi monologhi, temi e situazioni care al regista newyorkese, "Whatever Works" è soprattutto un film d'interni, caldi e dai colori pastosi, dove tutto è al servizio delle parole, siano queste lunghi monologhi di sfogo del disilluso protagonista (sull'amore, sul caso e la fortuna, sulle donne, sulla società), oppure frizzanti scambi di battute (alcuni dei momenti migliori del film) tra Boris ed i genitori di Melodie. 

Ed il perfetto contraltare all'attempato Boris è proprio uno dei personaggi femminili alleniani migliori degli ultimi anni (assieme all'Amanda di "Anything Else"). Interpretato con convinzione e dolcezza dalla bella Evan Rachel Wood, Melodie, giovane che viene dal Mississipi, solare ed un pò sempliciotta, ricorda molto l'ingenua prostituta Mira Sorvino, protagonista assoluta de "La dea dell'amore". Così, l'arrivo del tutto casuale nella vita di Boris di questa imprevedibile meteora offre ad Allen lo spunto di partenza per parlare a ruota libera. Non facciamoci illusioni: in una vita dominata dal caso e dal caos ("L'universo si esaurisce. Perché noi non dovremmo?"), anche dall'amore (che come ogni cosa non è infinito) possiamo solo aspettarci che, almeno, funzioni (basta quello, in fondo). La transitorietà dei rapporti (assolutamente folli nelle loro dinamica imprevedibilità). E ancora: i genitori venuti dalla campagna (tra cui una splendida Patricia Clarkson), invadenti ed un po' bigotti, che scoprono la loro vera ed inaspettata natura solo nella stimolante New York (fatto sottolineato con non poco cinismo ed ironia).

Da un abitudinario come il buon vecchio Woody, a 73 anni e dopo una carriera come la sua, non possiamo aspettarci cambiamenti epocali. Ma di sicuro "Whatever Works" ha un sapore fresco, diverte e passa dolcemente sotto pelle. E noi possiamo accontentarci di questo, dovremmo averlo imparato oramai. Basta che funzioni. Whatever Works.

 
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