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Messaggi del 02/11/2014

 

Sin City - Una donna per cui uccidere

Post n°11858 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 

Dopo quasi dieci anni di attesa finalmente arriva nelle sale il tanto atteso seguito di Sin City.

Quando nel 2005 uscì Sin City, un critico Usa scrisse «è un film come nessun altro». Mai infatti al cinema, che pur attinge regolarmente al repertorio dei fumetti, si era tentata l’operazione estrema di trasferire tale e quale sullo schermo una graphic novel.

Il potere è sempre nella mani del senatore Roark (Powers Boothe), ricchissimo e pronto a far torturare e a uccidere chiunque osi sfidarlo. Ma Johnny (Joseph Gordon-Levitt) lo sfida comunque al tavolo da gioco, vincendo tutto. Ma prima che riesca a buttare l’ultimo dollaro in champagne, paga il suo dazio alla mortifera città del peccato. Così come Nancy Callahan (Jessica Alba), ex-spirito celeste di Sin City che si consuma lentamente nello strip club del senatore, volteggiando come una marionetta e vendendosi al miglior offerente. I fantasmi del passato la perseguitano fino a renderla folle, mentre i demoni interiori le divorano l’ultima briciola di umanità rimasta. La morte ha vinto anche su di lei.

La morte è dunque, oltre che lo scopo finale è l'unica realtà soprattutto nella città del peccato di Basin city.

Come nel primo vengono mantenuti inalterati tutti i parametri che avevano reso il suo predecessore una perla del cinema del nuovo millennio, anche se pur mantenendo la qualità estetica, del ritmo del primo, del carattere noir e volendo anche dell'originalità dei dialoghi non resta molto; sarà anche perchè nel frattempo ci sono stati i due 300 di mezzo, ispirati alle tecniche viste nel primo Sin City e che hanno rivoluzionato il cinema inventando uno stile. Come il primo Sin City, anche questo è un mix di episodi tratti dalla graphic novel di Miller, ma questa volta non è rispettato il tempo cronologico, per chiara scelta del regista; tentando di risolvere alcune questioni lasciate aperte nel primo film. Questa storia è ambientata infatti, tranne nell'ultimo episodio prima di "Un’abbuffata di morte".

Il primo episodio, "Una donna per cui uccidere", come appena detto; avviene anni prima di "Un'abbuffata di morte" con Dwight che lotta con i suoi demoni interiori fino a quando non ritorna Ava Lord che gli chiede aiuto per sfuggire dalle grinfie del violento marito. Ma in realtà le intenzioni di Ava saranno altre. Il secondo episodio, dal titolo "Solo un altro sabato sera", è la sera in cui John Hartigan incontra Nancy in "Quel bastardo giallo", Marv riprende conoscenza sulla statale circordato da giovani morti ma non ricorda come ci è arrivato. Il terzo episodio, dal titolo "Quella lunga, brutta notte", parla di Jonhnny, un presuntuoso giocatore d'azzardo che prova a fregare il senatore Roark al tavolo da gioco. Infine l'ultimo episodio, "La grossa sconfitta", avviene dopo il suicidio di John Hartigan, e la storia si incentra su Nancy Callahan che vuole uccidere il senatore. 

Come detto la fedeltà alla graphic novel originale è veramente rigorosa anche se non nei personaggi e tra gli elementi narrativi in gioco dove non c’è dialogo. Ogni personaggio assolve il proprio ruolo in modo solitario.

Togliendo gli stereotipi presenti sia nel film sia nella graphic novel, il film è pienamente riuscito grazie alla forza dei personaggi, da Eva Green assolutamente perfetta, come come Brolin e Rourke. Ancora una volta c'è la grande capacità di Rodriguez di riuscire a coinvolgere il pubblico grazie agli eventi e alla sua componente action, anche se nettamente inferiore al primo episodio e in alcuni tratti forse un pò noioso.

VOTO: 4-/5

Sin City - Una donna per cui uccidere
(Sin City: A Dame To Kill For)

I registi Robert Rodriguez e Frank Miller tornano a collaborare per portare il graphic novel Sin City sul grande schermo con Sin City: Una Donna Per Cui Uccidere. Tessendo insieme due delle classiche storie di Miller con nuovi racconti, i cittadini più incalliti della città si scontrano con alcuni degli abitanti più famigerati.
“Una Donna Per Cui Uccidere”: Anni prima di “Un’abbuffata di morte”, Dwight McCarthy (Josh Brolin) lotta con i suoi demoni interiori e cerca di mantenere il controllo fino a quando non ritorna il suo primo amore, Ava Lord, che gli chiede aiuto per sfuggire alle grinfie del suo violento marito, il milionario Damien Lord (Marton Csokas) e della sua enorme guardia del corpo Manute (Dennis Haysbert). Tuttavia, un innamorato Dwight scoprirà presto che levere intenzioni di Ava sono più sinistre di quanto sembrino.

“Solo un altro sabato sera”: La sera in cui John Hartigan incontra Nancy in “Quel bastardo giallo”, Marv (Mickey Rourke) riprende conoscenza mentre è sulla statale che domina i Projects, circondato da giovani morti e incapace di ricordare come ci è arrivato. 

“Quella lunga, brutta notte” (storia originale) Johnny (Joseph Gordon-Levitt), un presuntuoso giocatore d’azzardo, trucca una missione per sconfiggere al suo stesso gioco il cittadino più malvagio di Sin City. Sfortunatamente se la prende con l’uomo sbagliato e gli eventi prendono una piega peggiore. La sua missione viene in qualche modo deviata quando incontra una giovane stripper di nome Marcy (Julia Garner). 

“La grossa sconfitta” (storia originale) Ambientata dopo il suicidio di John Hartigan (Bruce Willis) alla fine di “Quel bastardo giallo”, la storia si concentra su una più temprata Nancy Callahan (Jessica Alba) che cerca di superare la sua morte mentre pianifica l’omicidio del Senatore Roark (Powers Boothe).

 

 
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Frasi e aforismi di Pasolini da pierpaolopasolini.it

Post n°11857 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

CitazioniFrasi e aforismi di Pasolini.Ritratto di Pasolini

« I problemi non si risolvono, si vivono. »

« La passione non ottiene mai il perdono. »

« I beni superflui rendono superflua la vita. »

« Una religione cattiva è sempre una religione. »

« I diritti civili sono in sostanza i diritti degli altri. »

« Bisogna essere molto forti per amare la solitudine. »

« La verità non sta in un solo sogno ma in molti sogni. »

« Solo l'amare, solo il conoscere conta, non l'aver amato, non l'aver conosciuto. »

« Chi si scandalizza è sempre banale: ma, aggiungo, è anche sempre male informato. »

« La morte non è nel non potere più comunicare, ma nel non potere più essere compresi. »

« Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia. »

« Nel quartiere borghese c'è la pace di cui ognuno dentro si contenta, anche vilmente, e di cui vorrebbe piena di ogni sera l'esistenza. »

« Non è affatto vero che io non credo nel progresso, io credo nel progresso. Non credo nello sviluppo. E nella fattispecie in questo sviluppo. Ed è questo sviluppo che da alla mia natura gaia una svolta tremendamente triste, quasi tragica. »

« Nulla è più anarchico del potere, il potere fa praticamente ciò che vuole. E ciò che il potere vuole è completamente arbitrario o dettato da sua necessità di carattere economica, che sfugge alle logiche razionali. Io detesto soprattutto il potere di oggi. »

« Amo ferocemente, disperatamente la vita. E credo che questa ferocia, questa disperazione mi porteranno alla fine. Amo il sole, l'erba, la gioventù. L'amore per la vita è divenuto per me un vizio più micidiale della cocaina. Io divoro la mia esistenza con un appetito insaziabile. Come finirà tutto ciò? Lo ignoro. »

« La serietà è la qualità di coloro che non ne hanno altre: è uno dei canoni di condotta, anzi, il primo canone, della piccola borghesia! Come ci si può vantare della propria serietà? Seri bisogna esserlo, non dirlo, e magari neanche sembrarlo! Seri o si è o non si è: quando la serietà viene enunciata diventa ricatto e terrorismo! »

« Negli insegnamento che ti impartirò io ti sospingerò a tutte le sconsacrazioni possibili, alla mancanza di ogni rispetto per ogni sentimento istitutivo. Tuttavia il fondo del mio insegnamento consisterà nel convincerti a non temere la sacralità e i sentimenti, di cui il laicismo consumistico ha privato gli uomini trasformandoli in brutti e stupidi automi adoratori di feticci. »

« Che cos'è che ha trasformato i proletari e i sottoproletari italiani, sostanzialmente, in piccolo borghesi, divorati, per di più, dall'ansia economica di esserlo? Che cos'è che ha trasformato le "masse" dei giovani in "masse" di criminaloidi? L'ho detto e ripetuto ormai decine di volte: una "seconda" rivoluzione industriale che in realtà in Italia è la "prima": il consumismo che ha distrutto cinicamente un mondo "reale", trasformandolo in una totale irrealtà, dove non c'è più scelta possibile tra male e bene. Donde l'ambiguità che caratterizza i criminali: e la loro ferocia, prodotta dall'assoluta mancanza di ogni tradizionale conflitto interiore. Non c'è stata in loro scelta tra male e bene: ma una scelta tuttavia c'è stata: la scelta dell'impietrimento, della mancanza di ogni pietà. »

 
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Siamo tutti in pericolo / intervista di Furio Colombo a Pier Paolo Pasolini

Post n°11856 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

da http://www.girodivite.it/Siamo-tutti-in-pericolo-intervista.html


"Siamo tutti in pericolo". Intervista a Pier Paolo Pasolini, L’Unità 1 novembre 1975
mercoledì 11 maggio 2005, di Redazione Antenati - 43401 letture

 

Questo che pubblichiamo è il testo dell’intervista di Furio Colombo a Pier Paolo Pasolini pubblicato sull’inserto "Tuttolibri" del quotidiano "La Stampa" l’8 novembre del 1975 Questa intervista ha avuto luogo sabato 1° novembre, fra le 4 e le 6 del pomeriggio, poche ore prima che Pasolini venisse assassinato. Voglio precisare che il titolo dell’incontro che appare in questa pagina è suo, non mio. Infatti alla fine della conversazione che spesso, come in passato, ci ha trovati con persuasioni e punti di vista diversi, gli ho chiesto se voleva dare un titolo alla sua intervista. Ci ha pensato un po’, ha detto che non aveva importanza, ha cambiato discorso, poi qualcosa ci ha riportati sull’argomento di fondo che appare continuamente nelle risposte che seguono. "Ecco il seme, il senso di tutto - ha detto - Tu non sai neanche chi adesso sta pensando di ucciderti. Metti questo titolo, se vuoi: "Perché siamo tutti in pericolo"".

Pasolini, tu hai dato nei tuoi articoli e nei tuoi scritti, molte versioni di ciò che detesti. Hai aperto una lotta, da solo, contro tante cose, istituzioni, persuasioni, persone, poteri. Per rendere meno complicato il discorso io dirò "la situazione", e tu sai che intendo parlare della scena contro cui, in generale ti batti. Ora ti faccio questa obiezione. La "situazione" con tutti i mali che tu dici, contiene tutto ciò che ti consente di essere Pasolini. Voglio dire: tuo è il merito e il talento. Ma gli strumenti? Gli strumenti sono della "situazione". Editoria, cinema, organizzazione, persino gli oggetti. Mettiamo che il tuo sia un pensiero magico. Fai un gesto e tutto scompare. Tutto ciò che detesti. E tu? Tu non resteresti solo e senza mezzi? Intendo mezzi espressivi, intendo...

Sì, ho capito. Ma io non solo lo tento, quel pensiero magico, ma ci credo. Non in senso medianico. Ma perché so che battendo sempre sullo stesso chiodo può persino crollare una casa. In piccolo un buon esempio ce lo danno i radicali, quattro gatti che arrivano a smuovere la coscienza di un Paese (e tu sai che non sono sempre d’accordo con loro, ma proprio adesso sto per partire, per andare al loro congresso). In grande l’esempio ce lo dà la storia. Il rifiuto è sempre stato un gesto essenziale. I santi, gli eremiti, ma anche gli intellettuali. I pochi che hanno fatto la storia sono quelli che hanno detto di no, mica i cortigiani e gli assistenti dei cardinali. Il rifiuto per funzionare deve essere grande, non piccolo, totale, non su questo o quel punto, "assurdo" non di buon senso. Eichmann, caro mio, aveva una quantità di buon senso. Che cosa gli è mancato? Gli è mancato di dire no su, in cima, al principio, quando quel che faceva era solo ordinaria amministrazione, burocrazia. Magari avrà anche detto agli amici, a me quell’Himmler non mi piace mica tanto. Avrà mormorato, come si mormora nelle case editrici, nei giornali, nel sottogoverno e alla televisione. Oppure si sarà anche ribellato perché questo o quel treno si fermava, una volta al giorno per i bisogni e il pane e acqua dei deportati quando sarebbero state più funzionali o più economiche due fermate. Ma non ha mai inceppato la macchina. Allora i discorsi sono tre. Qual è, come tu dici, "la situazione", e perché si dovrebbe fermarla o distruggerla. E in che modo. (...)

Che cos’è il potere, secondo te, dove è, dove sta, come lo stani?

Il potere è un sistema di educazione che ci divide in soggiogati e soggiogatori. Ma attento. Uno stesso sistema educativo che ci forma tutti, dalle cosiddette classi dirigenti, giù fino ai poveri. Ecco perché tutti vogliono le stesse cose e si comportano nello stesso modo. Se ho tra le mani un consiglio di amministrazione o una manovra di Borsa uso quella. Altrimenti una spranga. E quando uso una spranga faccio la mia violenza per ottenere ciò che voglio. Perché lo voglio? Perché mi hanno detto che è una virtù volerlo. Io esercito il mio diritto-virtù. Sono assassino e sono buono.

Ti hanno accusato di non distinguere politicamente e ideologicamente, di avere perso il segno della differenza profonda che deve pur esserci fra fascisti e non fascisti, per esempio fra i giovani.

Per questo ti parlavo dell’orario ferroviario dell’anno prima. Hai mai visto quelle marionette che fanno tanto riderei bambini perché hanno il corpo voltato da una parte e la testa dalla parte opposta? Mi pare che Totò riuscisse in un trucco del genere. Ecco io vedo così la bella truppa di intellettuali, sociologi, esperti e giornalisti delle intenzioni più nobili, le cose succedono qui e la testa guarda di là. Non dico che non c’è il fascismo. Dico: smettete di parlarmi del mare mentre siamo in montagna. Questo è un paesaggio diverso. Qui c’è la voglia di uccidere. E questa voglia ci lega come fratelli sinistri di un fallimento sinistro di un intero sistema sociale. Piacerebbe anche a me se tutto si risolvesse nell’isolare la pecora nera. Le vedo anch’io le pecore nere. Ne vedo tante. Le vedo tutte. Ecco il guaio, ho già detto a Moravia: con la vita che faccio io pago un prezzo... È come uno che scende all’inferno. Ma quando torno - se torno - ho visto altre cose, più cose. Non dico che dovete credermi. Dico che dovete sempre cambiare discorso per non affrontare la verità.

E qual è la verità?

Mi dispiace avere usato questa parola. Volevo dire "evidenza". Fammi rimettere le cose in ordine. Prima tragedia: una educazione comune, obbligatoria e sbagliata che ci spinge tutti dentro l’arena dell’avere tutto a tutti i costi. In questa arena siamo spinti come una strana e cupa armata in cui qualcuno ha i cannoni e qualcuno ha le spranghe. Allora una prima divisione, classica, è "stare con i deboli". Ma io dico che, in un certo senso tutti sono i deboli, perché tutti sono vittime. E tutti sono i colpevoli, perché tutti sono pronti al gioco del massacro. Pur di avere. L’educazione ricevuta è stata: avere, possedere, distruggere.

Allora fammi tornare alla domanda iniziale. Tu, magicamente abolisci tutto. Ma tu vivi di libri, e hai bisogno di intelligenze che leggono. Dunque, consumatori educati del prodotto intellettuale. Tu fai del cinema e hai bisogno non solo di grandi platee disponibili (infatti hai in genere molto successo popolare, cioè sei "consumato" avidamente dal tuo pubblico) ma anche di una grande macchina tecnica, organizzativa, industriale, che sta in mezzo. Se togli tutto questo, con una specie di magico monachesimo di tipo paleo-cattolico e neo- cinese, che cosa ti resta?

A me resta tutto, cioè me stesso, essere vivo, essere al mondo, vedere, lavorare, capire. Ci sono cento modi di raccontare le storie, di ascoltare le lingue, di riprodurre i dialetti, di fare il teatro dei burattini. Agli altri resta molto di più. Possono tenermi testa, colti come me o ignoranti come me. Il mondo diventa grande, tutto diventa nostro e non dobbiamo usare né la Borsa, né il consiglio di amministrazione, né la spranga, per depredarci. Vedi, nel mondo che molti di noi sognavano (ripeto: leggere l’orario ferroviario dell’anno prima, ma in questo caso diciamo pure di tanti anni prima) c’era il padrone turpe con il cilindro e i dollari che gli colavano dalle tasche e la vedova emaciata che chiedeva giustizia con i suoi pargoli. Il bel mondo di Brecht, insomma.

Come dire che hai nostalgia di quel mondo.

No! Ho nostalgia della gente povera e vera che si batteva per abbattere quel padrone senza diventare quel padrone. Poiché erano esclusi da tutto nessuno li aveva colonizzati. Io ho paura di questi negri in rivolta, uguali al padrone, altrettanti predoni, che vogliono tutto a qualunque costo. Questa cupa ostinazione alla violenza totale non lascia più vedere "di che segno sei". Chiunque sia portato in fin di vita all’ospedale ha più interesse - se ha ancora un soffio di vita - in quel che gli diranno i dottori sulla sua possibilità di vivere che in quel che gli diranno i poliziotti sulla meccanica del delitto. Bada bene che io non facio né un processo alle intenzioni né mi interessa ormai la catena causa effetto, prima loro, prima lui, o chi è il capo-colpevole. Mi sembra che abbiamo definito quella che tu chiami la "situazione". È come quando in una città piove e si sono ingorgati i tombini. l’acqua sale, è un’acqua innocente, acqua piovana, non ha né la furia del mare né la cattiveria delle correnti di un fiume. Però, per una ragione qualsiasi non scende ma sale. È la stessa acqua piovana di tante poesiole infantili e delle musichette del "cantando sotto la pioggia". Ma sale e ti annega. Se siamo a questo punto io dico: non perdiamo tutto il tempo a mettere una etichetta qui e una là. Vediamo dove si sgorga questa maledetta vasca, prima che restiamo tutti annegati.

E tu, per questo, vorresti tutti pastorelli senza scuola dell’obbligo, ignoranti e felici.

Detta così sarebbe una stupidaggine. Ma la cosiddetta scuola dell’obbligo fabbrica per forza gladiatori disperati. La massa si fa più grande, come la disperazione, come la rabbia. Mettiamo che io abbia lanciato una boutade (eppure non credo) Ditemi voi una altra cosa. S’intende che rimpiango la rivoluzione pura e diretta della gente oppressa che ha il solo scopo di fari libera e padrona di se stessa. S’intende che mi immagino che possa ancora venire un momento così nella storia italiana e in quella del mondo. Il meglio di quello che penso potrà anche ispirarmi una delle mie prossime poesie. Ma non quello che so e quello che vedo. Voglio dire fuori dai denti: io scendo all’inferno e so cose che non disturbano la pace di altri. Ma state attenti. L’inferno sta salendo da voi. È vero che sogna la sua uniforme e la sua giustificazione (qualche volta). Ma è anche vero che la sua voglia, il suo bisogno di dare la sprangata, di aggredire, di uccidere, è forte ed è generale. Non resterà per tanto tempo l’esperienza privata e rischiosa di chi ha, come dire, toccato "la vita violenta". Non vi illudete. E voi siete, con la scuola, la televisione, la pacatezza dei vostri giornali, voi siete i grandi conservatori di questo ordine orrendo basato sull’idea di possedere e sull’idea di distruggere. Beati voi che siete tutti contenti quando potete mettere su un delitto la sua bella etichetta. A me questa sembra un’altra, delle tante operazioni della cultura di massa. Non potendo impedire che accadano certe cose, si trova pace fabbricando scaffali.

Ma abolire deve per forza dire creare, se non sei un distruttore anche tu. I libri per esempio, che fine fanno? Non voglio fare la parte di chi si angoscia più per la cultura che per la gente. Ma questa gente salvata, nella tua visione di un mondo diverso, non può essere più primitiva (questa è un’accusa frequente che ti viene rivolta) e se non vogliamo usare la repressione "più avanzata"...

Che mi fa rabbrividire.

Se non vogliamo usare frasi fatte, una indicazione ci deve pur essere. Per esempio, nella fantascienza, come nel nazismo, si bruciano sempre i libri come gesto iniziale di sterminio. Chiuse le scuole, chiusa la televisione, come animi il tuo presepio?

Credo di essermi già spiegato con Moravia. Chiudere, nel mio linguaggio, vuol dire cambiare. Cambiare però in modo tanto drastico e disperato quanto drastica e disperata è la situazione. Quello che impedisce un vero dibattito con Moravia ma soprattutto con Firpo, per esempio, è che sembriamo persone che non vedono la stessa scena, che non conoscono la stessa gente, che non ascoltavano le stesse voci. Per voi una cosa accade quando è cronaca, bella, fatta, impaginata, tagliata e intitolata. Ma cosa c’è sotto? Qui manca il chirurgo che ha il coraggio di esaminare il tessuto e di dire: signori, questo è cancro, non è un fatterello benigno. Cos’è il cancro? È una cosa che cambia tutte le cellule, che le fa crescere tutte in modo pazzesco, fuori da qualsiasi logica precedente. È un nostalgico il malato che sogna la salute che aveva prima, anche se prima era uno stupido e un disgraziato? Prima del cancro, dico. Ecco prima di tutto bisognerà fare non solo quale sforzo per avere la stessa immagine. Io ascolto i politici con le loro formulette, tutti i politici e divento pazzo. Non sanno di che Paese stanno parlando, sono lontani come la Luna. E i letterati. E i sociologi. E gli esperti di tutti i generi.

Perché pensi che per te certe cose siano talmente più chiare?

Non vorrei parlare più di me,forse ho detto fin troppo. Lo sanno tutti che io le mie esperienze le pago di persona. Ma ci sono anche i miei libri e i miei film. Forse sono io che sbaglio. Ma io continuo a dire che siamo tutti in pericolo.

Pasolini, se tu vedi la vita così - non so se accetti questa domanda - come pensi di evitare il pericolo e il rischio?

È diventato tardi, Pasolini non ha acceso la luce e diventa difficile prendere appunti. Rivediamo insieme i miei. Poi lui mi chiede di lasciargli le domande. "Ci sono punti che mi sembrano un po’ troppo assoluti. Fammi pensare, fammeli rivedere. E poi dammi il tempo di trovare una conclusione. Ho una cosa in mente per rispondere alla tua domanda. Per me è più facile scrivere che parlare. Ti lascio le note che aggiungo per domani mattina". Il giorno dopo, domenica, il corpo senza vita di Pier Paolo Pasolini era all’obitorio della polizia di Roma

Fonte: Archivio L’UnitàMateriali resistenti

 
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PIER PAOLO di EDUARDO DE FILIPPO

Post n°11855 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

PIER PAOLO

di EDUARDO DE FILIPPO

Non li toccate
quei diciotto sassi
che fanno aiuola
con a capo issata
la «spalliera» di Cristo.
I fiori,
sì,
quando saranno secchi,
quelli toglieteli,
ma la «spalliera»,
povera e sovrana,
e quei diciotto irregolari sassi,
messi a difesa
di una voce altissima,
non li togliete più
Penserà il vento
a levigarli,
per addolcirne
gli angoli pungenti;
penserà il sole
a renderli cocenti,
arroventati
come il suo pensiero;
cadrà la pioggia
e li farà lucenti,
come la luce
delle sue parole;
penserà la «spalliera»
a darci ancora
la fede e la speranza
in Cristo povero.
[1975]

 
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Uccisione di Pier Paolo Pasolini da romaitalialab.it

Post n°11854 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

Pier Paolo Pasolini fu ucciso brutalmente nella notte tra l’1 e il 2 novembre del 1975. Il suo corpo venne ritrovato da una donna sulla spiaggia dell’idroscalo di Ostia, alle 6:30 del mattino.

pasoliniQualche ora più tardi il diciassettenne Giuseppe Pelosi venne fermato mentre guidava contromano l’auto di Pasolini, un’Alfa Romeo Giulia GT. In quell’occasione Pelosi confessò di aver ucciso lo scrittore, spiegando di essersi difeso alle avancessessuali da parte del poeta.

Nella ricostruzione dei giudici, in seguito ad una lite, i due scesero dalla macchina. Pelosi colpì con un bastone Pasolini fino a ridurlo in fin di vita. Lo scrittore, infatti, sarebbe stato ancora in vita quando il giovane salì in macchina e lo travolse diverse volte fino a causarne la morte. Pelosi fu condannato a nove anni e sette mesi per omicidio volontario in concorso con ignoti. Condanna che verrà in seguito confermata dalla Corte di Cassazione che, tuttavia, escluderà l’eventualità di una partecipazione da parte di altre persone all’omicidio.

La sentenza, tuttavia, non chiuse il caso che, anzi, negli anni si è alimentato con ricostruzioni e congetture alternative. È in particolare sulla presenza di ignoti che si è infittito il mistero sulla morte di Pasolini. Molti amici e intellettuali del poeta sostengono una teoria alternativa, adducendo all’assassinio ragioni diverse da quelle date dai giudici.

Secondo lo scrittore Enzo Siciliano, ad esempio, ci sarebbero alcune falle nel racconto di Pelosi, come quella che riguarda l’”arma” utilizzata. Siciliano sostiene che il bastone di legno (in realtà una tavoletta) non sarebbe potuta essere in grado di provocare le profonde ferite che aveva sul corpo Pasolini, essendo questa deteriorata e marcita a causa dell’umidità.

Dubbia è anche la dinamica dello scontro: è stato fatto notare come con il suo gracile fisico, Giuseppe Pelosi non abbia potuto sopraffare quello ben saldo di Pasolini, che aveva praticato sport fin da ragazzo a livelli anche agonistici. A due settimane dalla morte, la scrittrice Oriana Fallaci pubblicò un articolo nel quale avanza l’ipotesi della premeditazione e del concorso di almeno altre due persone.

Non totalmente chiaro resta il movente dell’omicidio. L’ipotesi più accreditata è quella che collega Pasolini alla “lotta di potere” nel settore petrolchimico, che vedeva come protagonisti Enrico Mattei eEugenio Cefis, rispettivamente fondatore dell’Eni e suo successore alla presidenza. Nel suo romanzo-inchiesta “Petrolio”, rimasto incompiuto e pubblicato postumo nel 1992, Pasolini ipotizza infatti un probabile coinvolgimento di Cefis nell’incidente aereo che causò la morte di Mattei.

A riaccendere il focolaio della teoria del complotto sono arrivate nel maggio del 2005 le dichiarazioni fatte proprio da Giuseppe Pelosi nel corso di un’intervista alla trasmissione Rai “Ombre sul giallo”. In occasione dei 30 anni dall’assassinio, Pelosi ribalta tutto e si dichiara innocente. Indica invece come esecutori dell’omicidio altre tre persone, tra cui due giovani “con l’accento siciliano o calabrese”, che gli inquirenti hanno identificato nei fratelli Franco e Giuseppe Borsellino, due criminali romani, vicini all’Msi, morti di Aids negli anni Novanta.

Scettici sulla ricostruzione alternativa sono Ferdinando Camon, scrittore a cui Pasolini aveva scritto la prefazione dei suoi primi libri, e Guido Santato, uno dei maggiori studiosi delle opere di Pasolini e fondatore della rivista “Studi Pasoliniani”. Lo scrittore avrebbe più volte sfiorato la morte e, secondo Santato, quella del complotto sarebbe una teoria creata per custodire un’immagine mitica dello scrittore e per porlo al di sopra di ogni giudizio.

“Pasolini ci ha resi quasi orfani”, dichiarò Fabrizio De Andrè in un’intervista. Lo scrittore è stato infatti un padre generoso e ha lasciato a disposizione di tutti una ricca eredità, un patrimonio infinito tra poesie, film, traduzioni e saggi.

In occasione dei 39 anni dalla sua morte, all’Auditorium Parco della Musica, una mostra che raccoglie decine di fotografie scattate dal fotografo Domenico Notarangelo, durante le riprese del film “Il Vangelo secondo Matteo”. All’idroscalo di Ostia, per tutto il mese di novembre, è possibile ammirare la raccolta di fumetti tratti da “Intervista a Pasolini”, opera di Davide Toffolo.

 
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Controcampo: puntata su (e con) Pier Paolo Pasolini

Post n°11853 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

 
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Intervista a Pasolini e Totò sul set del film "Uccellacci e uccellini"

Post n°11852 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

 
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Controcampo: puntata su (e con) Pier Paolo Pasolini

Post n°11851 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

 
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Pasolini e l'omologazione del nuovo fascismo

Post n°11850 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

 
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Eduardo de Filippo parla della morte di PierPaolo Pasolini

Post n°11849 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

 
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Confusi e felici

Post n°11848 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Dracula Untold

Post n°11847 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Confusi e felici

Post n°11846 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 

Poster

Anche gli psicanalisti possono cadere in depressione! Lo sa bene Marcello (Claudio Bisio), psicanalista cialtrone e cinico, che un giorno decide di chiudersi in casa e mollare tutto. Questo gesto "estremo" non viene accolto bene da Silvia (Anna Foglietta), segretaria di Marcello, che decide di radunare i suoi pazienti per cercare, tutti insieme, di farlo uscire dalla crisi. Un'idea bellissima se non fosse che, ad aiutare Silvia, ci saranno uno spacciatore affetto da attacchi di panico, Nazareno (Marco Giallini), un quarantenne mammome cronico, Pasquale (Massimiliano Bruno), una ninfomane decisamente invadente, Vitaliana (Paola Minaccioni), una coppia in crisi sessuale, Enrico e Betta (Pietro Sermonti e Caterina Guzzanti) e Michelangelo, telecronista in crisi per il tradimento della moglie. Strampalati ma affettuosi e divertenti, i pazienti di Marcello cercheranno in ogni modo di tirargli su il morale riuscendo a farlo aprire alla vita per diventare una persona migliore.

  • PRODUZIONE: Fulvio e Federica Lucisano per Italian International Film con Rai Cinema
  • DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
  • PAESE: Italia
  • DURATA105 Min

 
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Dracula Untold

Post n°11845 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 

Poster

Il giovane principe Vlad guida la carica per respingere i tentativi dell'impero Ottomano di utilizzare la Romania come un punto d'appoggio per conquistare il resto d'Europa. In un momento di disperazione, Vlad sale su una montagna dove risiede un oscuro potere magico con la speranza di trovare qualcosa che tenga a bada le orde turche. Quel potere lo aiuta a sconfiggere i turchi, ma questo avviene pagando il prezzo della sua trasformazione in una creatura della notte.

  • FOTOGRAFIAJohn Schwartzman
  • MONTAGGIORichard Pearson
  • PRODUZIONE: Michael De Luca Productions
  • DISTRIBUZIONE: Universal Pictures
  • PAESE: USA
  • DURATA92 Min
  • FORMATO: 2De 3D

 
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Game of Thrones 5: Tutti i nuovi personaggi della prossima stagione da melty.it

Post n°11844 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 

L'inizio di Game of Thrones 5 è ancora parecchio lontano ma la serie continua ad essere girata nei set sparsi nel mondo con numerose novità e tanti nuovi personaggi. Ecco una lista delle principali new entry.Tanti nuovi personaggi in GoT 5

Come di consueto la nuova stagione di Game of Thrones porterà con se tante novità enumerosi personaggi nuovi di zecca che si andranno ad aggiungere al già numeroso castdella serie tv. Game of Thrones 5 porterà con se tantissimi personaggi nuovi che andranno ad allargare ulteriormente la lista dei personaggi importanti. Questa nuova stagione si concentrerà principalmente suDorne e numerosi componenti della casa Martell, quella del principe Oberyn tanto amato dai fan durante la quarta stagione, la cui scomparsa aprirà un mondo di personaggi pronti a proseguire quella che dovrebbe essere una lotta senza tempo contro gli odiatissimi Lannister. Non sappiamo ancora bene quali saranno i ruoli dei personaggi e come si muoveranno dello scacchiere voluto dagli autori che, a quanto pare, si distaccheranno sempre più da quanto scritto nei romanzi per abbracciare una nuova direzione delle vicende che permetterà alla serie di raggiungere una conclusione prima che Martin arrivi alla scrittura degli ultimi romanzi delle Cronache del Ghiaccio e del fuoco. Delle Serpi delle Sabbie vi abbiamo già parlato e del loro importante ruolo come figlie di Oberyn. Vediamo ora nello specifico quali saranno le nuove presenze nel cast di Game of Thrones 5.

 

Alexander Siddig interpreterà il ruolo di Doran Martell, il principe di Dorne nonché fratello dello stesso Oberyn; Toby Sebastian sarà invece il figlio di Doran, Trystane Martell; come già vi avevamo anticipato le Serpi delle Sabbie saranno tre, Obara Sand, Nymeria Sand e Tyene Sand e saranno interpretate rispettivamente da Keisha Castle-Hughes, Jessica Henwick e Rosabell Laurenti SellersDeobia Oparei interpreterà il ruolo di Areo Hotah, il capitano della guardia di Dorne. Fuori dai confini della nuova città e più vicino ad Approdo del Re acquisirà via via sempre più importanza l'aspetto religioso della vicenda, centrale nelle vicende di Martin e ancora poco trattato nella serie tv. Jonathan Pryce interpreterà The High Sparrow, il leader degli Sparrows, un gruppo religioso formatosi durante la guerra e che andrà ad inserirsi in maniera subdola nelle vicende dei Lannister. Il gruppo fa parte del “Culto dei sette dei”, nel quale sarà centrale anche la figura di Septa Unella, interpretata da Hannah Waddingham. La donna sarà colei che accoglierà le preghiere di Cersei e Margaery quando gli scandali travolgeranno le due donne. Yezzan, interpretato da Enzo Clienti sarà un nobile commerciante e schiavista della città di Yunkai. Malko sarà invece un personaggio ad oggi avvolto nel mistero e non presente nei libri di Martin e sarà interpretato da Adewale Akinnuoye-Agbaje, tra i protagonisti della serie televisiva di culto Lost. Il recasting tipico della serie colpirà invece il personallo di Myrcella Baratheon, la figlia di Cersei che sarà ora interpretata da Nell Tiger Free. Le altre novità vedranno i personaggi di Missandei e Daario aggiungersi al cast regolare della stagione e l'addio di Kristian Nairm e del suo Hodor. Troppe novità tutte insieme? Non preoccupatevi, ci sarà tutto il tempo per assimilarle. Game of Thrones 5 arriverà solo il prossimo anno.

 
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George Martin in libreria con la storia completa dei Sette Regni da coming soon

Post n°11843 pubblicato il 02 Novembre 2014 da Ladridicinema
 

28 ottobre 2014

Poster

 

Sono mesi di relativa calma dal versante George R.R. Martin. L’estate è passata senza troppe novità sul nuovo romanzo della serie delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Il “nostro” è andato in giro per qualche convention, ma per lo più è stato lasciato tranquillo a scrivere... o almeno questo è quello che i fan sperano. Oggi però arriva una novità da non perdere: in contemporanea con gli Stati Uniti esce in libreria Il Mondo del Ghiaccio e del Fuoco, un volume zeppo di illustrazioni sulla storia completa dei Sette Regni.

La storia mai raccontata del mondo del ghiaccio e del fuoco. Se il passato è il prologo, allora l’opera primaria di George R.R. Martin – la più innovativa e formidabile saga fantasy del nostro tempo – necessita di una introduzione ugualmente formidabile. E alla fine, eccola: Il Mondo del Ghiaccio e del Fuoco.

Questo volume, riccamente illustrato da oltre centosettanta tavole originali a colori, è la storia completa dei Sette Regni, incentrata sulla vivida ricostruzione delle epiche battaglie, delle brutali rivalità e delle temerarie ribellioni che hanno condotto agli eventi narrati ne «Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco» e nella serie HBO «Game of Thrones».

In una collaborazione durata interi anni, George R.R. Martin ha coniugato il proprio lavoro con quello di Elio M. Garcia Jr. e Linda Antonssen, forse le uniche due persone che di questo mondo fantastico hanno una conoscenza approfondita quanto quella del suo stesso eccezionale creatore. Racchiuse in questo testo si sovrappongono conoscenze accumulate, speculazioni accademiche e leggende popolari tramandate da maestri e septon, negromanti e canta storie.

È una cronaca che si dipana dal Tempo dell’Alba all’Età degli Eroi, dalla venuta dei primi uomini all’arrivo di Aegon il Conquistatore, dall’ascesa di Aegonstesso al Trono di Spade fino alla Ribellione di Robert e alla susseguente caduta di Aerys II Targaryen, il Re Folle, l’evento che ha messo in movimento le lotte «di oggi» tra Stark, Lannister, Baratheon e Targaryen.

Fondamentale opera di sostegno per l’intero, ipnotico universo concepito da George R.R. Martin, Il Mondo del Ghiaccio e del Fuoco è la prova provata che la penna è davvero più poderosa di una tempesta di spade.

Il mondo del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin, traduzione di Sergio Altieri, Alba Mantovani, Denise Silvestri, Giusi Valent, Mondadori, pagine 334, euro 25

 

 

 


 
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