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Messaggi del 14/10/2014

 

in Italia in testa il film-concerto degli One Direction

Post n°11807 pubblicato il 14 Ottobre 2014 da Ladridicinema
 

Box Office Italia
Rivoluzione nella top ten italiana, con ben quattro nuove entrate nei primi cinque posti. In testa, per un soffio e a conferma dell'incredibile momento che stanno vivendo, arrivano gli One Direction con il film-concerto Where We Are, unica pellicola capace di superare il milione di euro d'incasso. Al fotofinish The Equalizer supera Maze Runner nella lotta per il secondo posto: entrambi i film finiscono sul podio con circa 900mila euro. Perde la vetta, ma arriva a ben 6.2 milioni di euro, Lucy di Besson, mentre appena sufficiente è l'incasso di Tutto molto bello, unica new entry italiana in classifica. Già in netto calo, a riprova di un pessimo inizio di stagione per il cinema nostrano,Fratelli Unici, settimi e davanti a I due volti di Gennaio, che parte male con meno di 400mila euro. Sorpresa in negativo per Amore, Cucina e Curry che non riesce nemmeno ad entrare nella top ten: curioso, in un paese che vive per la cucina e che premia qualsiasi trasmissione ad essa collegata. La prossima settimana arrivano Il giovane favolosoTutto può cambiareJoeLa moglie del cuoco e lo storico Capitan Harlock - L'Arcadia della mia giovinezza

Box Office Usa
Tante novità nella top ten americana, anche se in testa resiste bene Gone Girl di Fincher, che incassa altri 26.8 milioni e arriva ad un interessante totale di 78 milioni in appena 10 giorni. Tra le new entry la spunta un po' a sorpresa Dracula Untold, che incassa 23.4 milioni (l'intero incasso americano di I, Frankenstein, per dare un'idea), più che sufficienti per staccare Alexander and the Terrible, Horrible, No Good, Very Bad Day che si ferma a 19.1. Fuori dal podio Annabelle, che perde oltre il 50% degli incassi rispetto alla prima settimana (comunissimo tra gli horror, anzi, gli è andata anche meglio rispetto ad altri esponenti del genere) e si ferma a 16.3 e 62 in totale (per la gioia dei produttori, visto che è costato 10 volte meno...). Al quinto posto c'è The Judge, deludente con 13.3 milioni, mentre al sesto scende The Equalizer. Sorprende al settimo posto il drama/thriller Addicted che con meno di 1000 sale a disposizione riesce ad entrare nella top ten con una media di ben 8000 dollari per sala. Fuori dalla top ten, dopo una lunga permanenza, I Guardiani della Galassia, sempre in testa al boxoffice annuale americano. La prossima settimana arrivano The Best of MeThe Book of Life e Fury

 
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Celluloide

Post n°11806 pubblicato il 14 Ottobre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Carlo Lizzani ripensa per noi "Roma Città Aperta " del grande Roberto Rossellini

Post n°11805 pubblicato il 14 Ottobre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: STORIA

 
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Il sindaco Marino: «Al Teatro dell’Opera vincerà il merito non il diktat di pochi» da il tempo

Post n°11804 pubblicato il 14 Ottobre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news

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I sindacati gli hanno dichiarato guerra, ma il sindaco non arretra di un passo: «Abbiamo seguito tutte le vie della democrazia, abbiamo chiesto ai sindacati di fare un referendum, e a stragrande maggioranza hanno accettato il nuovo piano industriale: per 15-18 persone dobbiamo chiudere un teatro?», si è chiesto Marino, intervistato da Maria Latella a SkyTg24, in merito ai 182 licenziamenti tra orchestra e coro del Teatro dell'Opera di Roma, decisi il 2 ottobre dal Cda dell'ente, da lui presieduto e in riferimento ai lavoratori che non hanno accettato il Piano industriale. Il primo cittadino di Roma ha poi aggiunto: «Dobbiamo andare avanti e scegliere orchestrali e coristi sulla base del merito». E questo è il cardine della decisione presa di comune accordo con il sovrintendente Carlo Fuortes: il merito, non la certezza del posto nella buca dell’orchestra. Una presa d’atto certamente coraggiosa, che però, come hanno sottolinato gli stessi Marino e Fuortes all’indomani delle lettere di risoluzione del contratto inviate a musicisti e coristi, non significa voler mandare a casa nessuno. Anzi, con un aumento del 20 per cento di produttività, i compensi rimarrebbero dello stesso livello. L’ottimizzazione del costo del lavoro, resasi improcrastinabile per il gravissimo buco finanziario del Costanzi, permetterà allo storico e prestigioso Teatro romano, atteso dalla prima del "Rigoletto" il 21 di questo mese, di non chiudere i battenti. «Negli ultimi anni tra il 2008 e il 2013 Roma ha dato un contributo di 107 milioni di euro al Teatro dell'Opera, e sono stati creati debiti per 29 milioni», ha spiegato il sindaco. «Io ho voluto dialogare con il Governo, che offre a tutti i teatri lirici in crisi, la possibilità di accesso a una legge in merito», ha detto ancora Marino, ricordando poi gli scioperi di quest'estate a Caracalla, voluti dai sindacati Slc-Cgil e Fials Cisal.

Certo è che i sindacati, reduci da un’assemblea unitaria e da un sit-in, non intendono mollare la presa: intendono impugnare i licenziamenti ed aprire un tavolo di confronto. Ma la strada sembra ormai tracciata, e non sono ammessi ripensamenti.

Intanto, il Teatro dell’Opera, venerdì sera si è trasformato nella location d’eccezione per un mega evento organizzato dalla maison francese Hermes. Il famoso marchio di moda ha voluto festeggiare il lancio del nuovo portale dedicato alla seta (www.lamaisondescarrés.com) con uno sfavillante «Ballo di seta». Tra foulard di seta in tutte le salse e mascherine-invito in stile veneziano. Per una sera il Teatro è tornato a splendere.

Paolo Musiello

 
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Dal 19 novembre Smaug è Extended! da coming soon

Post n°11803 pubblicato il 14 Ottobre 2014 da Ladridicinema
 

06 ottobre 2014
Poster

 

Dopo i mezzi annunci di agosto, sappiamo ora con certezza che l'Extended Edition di Lo Hobbit: La desolazione di Smaug sarà disponibile dal 19 novembre in Blu-ray (3 dischi),Blu-ray 3D (2 dischi per la versione 3D, più i 3 contenuti nell'edizione 2D) e dvd (5 dischi).
Ci sono da segnalare 25 minuti in più di scene inedite, nove ore (!) di contenuti extra e audio in 7.1 per le versioni Blu-ray.

Questa reincarnazione, imperdibile per i fan della Terra di Mezzo, serve da chiaro apripista all'arrivo in sala di Lo Hobbit: La battaglia delle Cinque Armate, il 17 dicembre di quest'anno.
Ricordiamo che ovviamente anche il primo film, Un viaggio inaspettato, è disponibile in edizione "liscia" ed estesa. Avete tempo per una maratona.


  

 
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Che succede al Teatro dell’Opera di Roma da il post

Post n°11802 pubblicato il 14 Ottobre 2014 da Ladridicinema
 

Come si è arrivati al licenziamento collettivo di orchestra e coro, che dovranno diventare un servizio esterno all'istituzione

Il Teatro dell’Opera
Il Teatro dell’Opera di Roma è il teatro che a Roma è dedicato all’opera lirica e al balletto: il suo primo nome fu Teatro Costanzi, da quello del suo costruttore e primo gestore, Domenico Costanzi, un imprenditore di origine umbra che si occupava principalmente della costruzione di alberghi. Nel 1874, dopo aver comprato una serie di terreni tra la stazione ferroviaria (allora in costruzione) e via del Corso, Costanzi fece costruire prima l’Hotel Quirinale (su via Nazionale) e poi il teatro collegato all’albergo attraverso un passaggio sotterraneo.

Inizialmente il teatro non ebbe molto successo e il figlio di Costanzi (che aveva preso il posto del padre alla sua morte) ne cedette la gestione amministrativa, nel 1907, all’impresario Walter Mocchi. Nel 1926 il Comune di Roma acquistò e assunse la gestione del teatro che divenne “Teatro Reale dell’Opera”. In quegli anni fu completato e ampliato. Fu inaugurato per una seconda volta il 27 febbraio del 1928 e con l’avvento della Repubblica prese il nome attuale: “Teatro dell’Opera”. Nel 1958 fu di nuovo ristrutturato. Nel novembre del 2000 è stata costituita una Fondazione di cui sono soci fondatori lo Stato, il Comune di Roma e la Regione Lazio.

La situazione economica
I debiti del Teatro, negli ultimi tre anni, sono stati calcolati dal nuovo consiglio d’amministrazione intorno ai 25 milioni di euro. Solo nel 2013 il deficit ha superato i 12 milioni, come risulta dall’ultimo bilancio. La crisi del Teatro (di questo come di molti altri in Italia) si era aggravata con la diminuzione e i tagli degli stanziamenti per il Fondo unico per lo spettacolo, il meccanismo attraverso il quale il governo italiano fornisce sostegno finanziario a enti, istituzioni, associazioni, organismi e imprese del cinema, della musica, della danza e appunto del teatro: tra il 2008 e il 2013 il Teatro dell’Opera avevagià affrontato tagli al personale per 10 milioni di euro (circa 150 dipendenti). Nell’agosto del 2013 era stata approvata la cosiddetta legge “Valore cultura” (legge 112/2013) promossa dall’allora ministro dei Beni e delle Attività culturali Massimo Bray: stabiliva, per le Fondazioni lirico-sinfoniche in stato di crisi, l’accesso a un fondo di 75 milioni di euro a certe condizioni:

- presentare entro 90 giorni un piano industriale di risanamento;
- ridurre fino al 50 per cento del personale tecnico amministrativo;
- interrompere i contratti integrativi.

Il Teatro dell’Opera di Roma (430 dipendenti in totale) aveva dunque presentato il suo piano di ristrutturazione aziendale che prevedeva il tagli di una cinquantina di dipendenti e maggiore flessibilità di orari e di prestazioni: questo avrebbe sbloccato oltre 20 milioni di euro di fondi governativi. L’alternativa, prevista sempre dalla legge Bray, era quella di una liquidazione amministrativa coatta.

Il piano proposto dal soprintendente Carlo Fuortes era stato accettato dalla maggioranza dei dipendenti (iscritti a Cisl e Uil), ma non dai lavoratori e dalle lavoratrici delle due sigle minoritarie,Cgil e Fials Cisal che sono però la maggioranza nell’orchestra e che rappresentano il 25 per cento dei lavoratori. Il piano di salvataggio era dunque rimasto sospeso: senza le firme di tutti il piano non poteva essere presentato e accettato da Palazzo Chigi (il lavoro in teatro è a prestazione collettiva).

Si era anche raggiunto un accordo sindacale a livello nazionale per indire un referendum che si è svolto il 19 settembre: la Fials non aveva partecipato e la Cgil del teatro, contravvenendo agli accordi fatti in precedenza, lo ha boicottato. E tutto questo tra scioperi, spettacoli sospesi, proteste e divisioni interne tra dipendenti sempre più aspre.

Il sovrintendente Fuortes, Ignazio Marino e Dario Franceschini
La decisione del licenziamento è stata «una scelta molto dura e sofferta» ha commentato il sovrintendente Carlo Fuortes spiegando però che l’alternativa sarebbe stata la chiusura. Il sindaco di Roma Ignazio Marino (PD) ha precisato che alla base della decisione c’è una motivazione economica: «Alla vigilia di Natale del 2013 è stato deliberato l’inizio del risanamento da quel disavanzo disastroso che avevamo trovato al momento del mio insediamento. Poi purtroppo una serie di situazioni hanno determinato una perdita di biglietteria, una fuga degli sponsor che vogliamo invece attrarre. Il doloroso e recente messaggio del maestro Muti ha determinato una frenata degli abbonamenti e una fuga degli sponsor. Ci troviamo con un risanamento avviato ma con differenza di entrate di 4,2 milioni di euro per l’anno prossimo». E il ministro della Cultura Dario Franceschini ha detto: « È un passaggio doloroso ma necessario per salvare l’Opera di Roma e ripartire».

Il sindacato
Marco Piazzai, segretario del sindacato Fials-Cisal del teatro, primo trombone dell’orchestra, ha invece detto che si tratta di un licenziamento ingiustificato e discriminatorio: «Che ci fanno oltre 280 tecnici e amministrativi al Teatro dell’Opera di Roma? In tutto ci sono circa 470 assunti a tempo indeterminato e solo 180 formano l’orchestra e il coro. Parliamo di famiglie di persone che guadagnano 1800-1900 euro al mese per il coro e in media 2000-2100 euro per gli orchestrali, circa 90 a tempo indeterminato».

E Paolo Terrinoni, segretario generale della Fistel Cisl di Roma e del Lazio, il sindacato che ha promosso il referendum tra i lavoratori che ha dato parere positivo al piano industriale proposto dal sovrintendente Carlo Fuortes, ha detto: «Ora l’unica strada per i lavoratori sembra essere quella di riunirsi in cooperative, di fatto smembrando l’orchestra e il coro, e permettendo al Teatro di scegliersi i lavoratori. Non si possono esternalizzare i servizi».

Nel frattempo, la Corte dei Conti ha aperto un’inchiesta sul Teatro dell’Opera di Roma sulle presunte spese eccessive della della precedente gestione, ovvero quella affidata al predecessore, di Fuortes, il sovrintendente Catello De Martino.

 
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Teatro dell'Opera di Roma licenzia coro e orchestra. Franceschini: "Passaggio doloroso ma necessario" da ansa

Post n°11801 pubblicato il 14 Ottobre 2014 da Ladridicinema
 

Cda decide esternalizzazione di orchestra e coro. Fuortes: 'Deciso per non chiudere'

Orchestra e coro licenziati ed esternalizzati. Dopo mesi di agonia, di dissidi interni sul piano di rientro, dopo gli scioperi e la traumatica uscita di scena del maestro Riccardo Muti, è questa la decisione presa dal Cda dell'Opera di Roma per far "rinascere" il teatro. "Una scelta molto dura e sofferta", per dirla con le parole del sovrintendente Carlo Fuortes che però tiene a precisare: l'alternativa era la chiusura. Il sindaco di Roma Ignazio Marino spiega che si tratta di "un percorso mai eseguito prima nel nostro Paese".

E il ministro Dario Franceschini si schiera dalla stessa parte: "E' un passaggio doloroso ma necessario per salvare l'Opera di Roma e ripartire". La riunione del Cda arriva a pochi giorni dal vertice tra i soci fondatori dell'Opera - Mibact, Regione Lazio e Comune di Roma - che aveva dato mandato al consiglio di amministrazione di "trovare le soluzioni più adeguate per una rinascita del teatro e a risolvere, alla radice, i problemi di fondo". "Non dimentichiamo che la situazione era diventata talmente insostenibile da costringere pochi giorni fa il Maestro Muti ad andarsene platealmente", sottolinea Franceschini. Ma ad annunciare la linea dura, in una conferenza stampa in Campidoglio, al termine della riunione del cda, è il sindaco Marino: "Alla vigilia di Natale del 2013 è stato deliberato l'inizio del risanamento da quel disavanzo disastroso che avevamo trovato al momento del mio insediamento - ricorda -. Poi purtroppo una serie di situazioni hanno determinato una perdita di biglietteria, una fuga degli sponsor che vogliamo invece attrarre. Il doloroso e recente messaggio del maestro Muti ha determinato una frenata degli abbonamenti e una fuga degli sponsor. Ci troviamo con un risanamento avviato ma con differenza di entrate di 4,2 milioni di euro per l'anno prossimo. In una decisione così drammatica questo procedimento coinvolgerà 182 unità di personale su 460, non riguarda gli altri 278". Da questa operazione, stando alle stime di Fuortes, si otterranno 3,4 milioni di risparmi.

"Se si organizza tutto nel migliore dei modi dal 1 gennaio il teatro dell'Opera potrebbe aver nuova orchestra e coro - annuncia - che potrebbero essere anche costituiti dai vecchi musicisti, però con una forma contrattuale del tutto diversa: non sarebbero più dipendenti ma sarebbero loro a formare un'orchestra o un coro indipendente". Il modello guarda ad esperienze europee "come la London Symphony Orchestra o i Berliner Philharmoniker". Ma le reazioni all'annuncio non tardano ad arrivare: Orchestrali, coristi e sindacati sono sul piede di guerra. E c'è chi invoca il rispetto dell'art 18. "Siamo pronti a intraprendere tutte le iniziative, possibilmente unitarie con gli altri sindacati, per respingere questa decisione scellerata", afferma il segretario generale della Slc-Cgil di Roma e Lazio, Alberto Manzini.

"E' un licenziamento ingiustificato e discriminatorio, c'è un progetto di smantellamento del Teatro dell'Opera - sostiene il primo trombone Marco Piazzai (Fials Cisal) -. E forse Muti l'aveva capito e per questo se n'è andato. Ma siamo pronti a impugnare la decisione". Resta il dubbio se questa decisione potrà o meno essere in qualche modo un apripista. "Non so cosa faranno gli altri sovrintendenti - dice Fuortes -. Noi eravamo in una situazione molto particolare", ma "sono assolutamente convinto che sia un modello sviluppo che darà grandi risultati". A suo parere "le orchestre dei teatri lirici debbano essere considerate l'eccellenza della musica in Italia, formate da artisti, non da impiegati. Qui non dobbiamo pensare all'articolo 18, questa è tutt'altra cosa".

 
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Tornatore a Primo piano sull'autore da cinecittà news

Post n°11800 pubblicato il 14 Ottobre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news

ssr08/10/2014
Giuseppe Tornatore. Cinema, passione, sogno così s’intitola la 33° edizione di Primo Piano sull’Autore che si terrà, come di consueto, ad Assisi dall’1 al 6 dicembre.
La rassegna, diretta da Franco Mariotti e promossa dall’associazione culturale Amarcord in collaborazione con il Comune di Assisi, dedica ogni edizione alla rilettura integrale dell'opera di un protagonista che ha segnato la cultura italiana ed internazionale.

Il programma di Primo Piano sull’Autore prevede la proiezione, al cinema Metastasio di Assisi, di tutti i film del regista siciliano Premio Oscar e la tradizionale tre giorni di studi (il  4, 5 e 6 dicembre) con il cineasta, che incontrerà gli studenti dell’Università per Stranieri di Perugia (4 dicembre) e quelli delle scuole superiori del comprensorio di Assisi (5 dicembre).
Il 5 dicembre, Tornatore incontrerà il pubblico al cinema Zenit di Perugia, dopo la proiezione di un suo film.
Lo stesso Tornatore sarà il protagonista del convegno del 6 dicembre ad Assisi con storici e critici del cinema e con attori, attrici, produttori e sceneggiatori che hanno collaborato con lui.

Anche quest’anno Primo Piano sull’Autore ospiterà la consueta sezione collaterale 'Dove va il cinema italiano? Oltre la commedia, le nuove proposte', che analizza i nuovi generi del nostro cinema, con proiezioni di film di recente produzione, in contemporanea con l’uscita in sala ma anche vere anteprime sul territorio assisano.
La Rassegna si chiuderà infine la sera di sabato 6 dicembre con la consegna della Targa onorifica di Assi

 
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Firenze in festival (10) dal 29 ottobre al 14 dicembre

Post n°11799 pubblicato il 14 Ottobre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: eventi, news

ssr03/10/2014
L’8° edizione della rassegna 50 Giorni di Cinema Internazionale a Firenze che raggruppa 10 festival internazionali (29 ottobre-14 dicembre, cinema Odeon) verrà aperta da due film del Festival dei PopoliExamen d'Etat, del congolese Dieudo Hamadi, uscito quest'anno, eMoi, un noir, del 1959, del grande documentarista Jean Rouch. Due film che parlano dei sogni e delle speranze dei giovani africani, in apertura della mega rassegna dedicata quest'anno al tema del Futuro. 

Dal 30 ottobre al 2 novembre apre France Odeon, che dedica un particolare omaggio ad Alain Resnais, con la proiezione del suo ultimo film, Aimer, boire et chanter, con immagini inedite introdotte dalle protagoniste Sabine Azéma e Caroline Silhol. 
Si prosegue dal 3 al 5 novembre con il Festival del film Etnomusicale e l'anteprima del biopic sulla grande cantante di fado Amalia Rodrigues.
Dal 6 all'11 novembre protagonista il Festival Internazionale di Cinema e Donne che ospita a Firenze Micheline Lanctôt, vincitrice a Venezia nell'84 con Sonatine. Il Festival sarà inaugurato dalla sezione Guerriere del genere, dedicato alle registe svedesi anni ’70 portatrici del “linguaggio dell’insubordinazione”.

Lo Schermo dell'Arte Film Festival (12-16 novembre), unico in Italia dedicato al rapporto tra arte contemporanea e cinema, tra gli ospiti internazionali porta Alain Fleischer, che presenta la Naissance d'un musée, racconto dell'apertura nel 2012 del nuovo museo Louvre-Lens nella regione del Pas-de-Calais in Francia.
Al Balkan Florence Express (17-20 novembre), da segnalare il film I ponti di Serajevo, film collettivo firmato anche da Jean Luc Godard, presentato a Cannes quest'anno. Ospite del Balkan Jasmila Zbanic, vincitrice a Berlino nel 2006 con Il segreto di Esma, esponente della Nouvelle Vague balcanica, che presenta il suo ultimo film For those who can tell no tales

Al Florence Queer Festival (21-27 novembre), incentrato sul cinema a tematica LGBTI, ospite Eytan Fox, regista di Yossi and Jagger, che presenta a Firenze il suo ultimo successo: Cupcakes.
Il Festival dei Popoli, dopo la grande festa d'apertura, è in cartellone alla 50 Giorni dal 28 novembre al 5 dicembre, con una bella retrospettiva sul documentarista olandese pluripremiato Jos de Putter e tanti documentari da ogni parte del mondo.
Il River to River Florence Indian Film Festival (6-12 dicembre) propone quest'anno i registi indiani della generazione 2.0: attesa a Firenze l'anteprima di Diary of an overly Reactive Middle Aged Teenager di Prashant Sehgal, un webcam diary di Saski, aspirante attrice a Mumbai.
Dopo i film finlandesi dedicati a tutta la famiglia de La Finestra sul Nord (13 e 14 dicembre), chiude la 50 Giorni, il 14 dicembre sera, il Premio N.I.C.E. Città di Firenze, attribuito al film più votato dal pubblico americano del Festival Nice, che da oltre trent'anni promuove i nuovi registi italiani nel mondo.

Sulla piattaforma MymoviesLive! per 50 giorni, ogni giorno, un film visibile gratuitamente online nella sala virtuale 50 Giorni (www.mymovies.it).
Grazie all'accordo con Trenitalia, sconti sui biglietti di viaggio, su Frecce e treni regionali, per chi acquista i biglietti della 50 Giorni (info: www.50giornidicinema.com).

 
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Meravigliosi Taviani

Post n°11798 pubblicato il 14 Ottobre 2014 da Ladridicinema
 

Valentina Neri09/10/2014
MANTOVA - E’ stato il filone storico in costume a tenere banco a Mantova. Il cartellone degli Incontri del cinema d’essai ha infatti offerto al pubblico di operatori l’anteprima di Goltzius and the Pelican Company di Peter Greenaway, storia di un incisore del ‘500, e la presentazione del promo di Maraviglioso Boccaccio il nuovo film dei fratelli Taviani liberamente ispirato a cinque novelle del poeta toscano. Nelle immagini prive di dialoghi ma accompagnate da un sottofondo musicale, si scorgono alcuni dei volti più famosi del cinema italiano, quelli di Kim Rossi Stuart, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Paola Cortellesi, Carolina Crescentini, Flavio Parenti, Vittoria Puccini, Michele Riondino, Jasmine Trinca, Josafat Vagni, Eugenia Costantini, Rosabell Laurenti Sellers e Lello Arena. Un cast nutritissimo chiamato a impersonare 10 giovani, 7 donne e 3 uomini, che lasciano la Firenze appestata del 1300 e si rifugiano in una villa, dove a turno s'intratterranno narrandosi delle storie. A parlare del film agli esercenti è arrivata la coppia di interpreti Trinca-Scamarcio e uno dei registi, Paolo Taviani, stavolta senza il fratello Vittorio costretto a casa da una piccola indisposizione. “Non mi piace parlare dei film che non sono ancora finiti e questo è attualmente in moviola – ha detto il cineasta, parco di informazioni, come da tradizione – Quando stai montando sei sempre in balia di stati d’animo altalenanti: un giorno va benissimo, un altro tutto il contrario”. 

Nelle intenzioni Maraviglioso Boccaccio è un modo per gli autori, anche realizzatori della sceneggiatura, di parlare della peste, intesa come “epidemia di disillusione". "E' una sfida ai colori cupi della peste – ieri come oggi la peste, in varie forme, è dappertutto – contrapporre i colori trasparenti dell’amore, dell’impegno, della fantasia. Poi c’è il caso, come sempre, ma questo renderà più appassionante il nostro racconto”. Un’idea nata anni fa, rimasta nel cassetto in attesa che i tempi fossero maturi. “Questo gruppo di giovani si rifugia in una casa in campagna e diventa una comunità con le proprie regole, cercando così di opporsi alla disperazione – ha precisato Taviani - E’ un’opera che parla soprattutto di passione amorosa”. 

Motore del film è la comunità autogestita che oppone la forza dell’amore a tutto il resto: corruzione, morte, il sesso utilizzato solo come strumento per arrivare a qualcosa. Il racconto, insomma, di una rinascita che obbliga a rimettere se stessi e la natura al centro per provare a ripartire, a costruire un futuro nuovo.  Una grossa metafora che dietro all’ambientazione e all’epidemia parla in realtà della nostra epoca e delle sue disillusioni. 

Girato la scorsa primavera in Toscana, Maraviglioso Boccaccio è prodotto da Cinemaundici e Stemal con Rai Cinema, in coproduzione con Bis Films (Francia), con il sostegno del MiBACT e il contributo di Eurimages.

 
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Delitto di Novi Ligure, 13 anni dopo un film

Post n°11797 pubblicato il 14 Ottobre 2014 da Ladridicinema
 

ssr03/10/2014
E’ un tragico fatto di cronaca del 2001, l’assassinio a colpi di coltello della madre e del fratellino  da parte della 16enne Erika e del fidanzato 17enne Omar, che in un primo tempo incolperanno due extracomunitari, ad aver ispirato Cristian Scardigno che ha diretto Amoreodio, liberamente ispirato ai fatti di Novi Ligure. 
Protagonisti del film sono la giovane Katia, apatica e frustrata, che trascorre le giornate in compagnia del suo ragazzo, Andrea. Quando non è con lui, incontra di nascosto altri ragazzi, guarda video proibiti su internet e litiga continuamente con i propri genitori. La monotonia del piccolo paese in cui vive, la trascina in un vortice di immoralità e trasgressione che, insieme ad Andrea, la porterà ad un tragico epilogo.

“Ho cominciato a pensare ad Amoreodio verso la fine del 2009, lo spunto era un fatto di cronaca nera poi abbandonato per rivolgere le mie attenzioni sugli adolescenti e le loro inquietudini. Nascono così Katia (Francesca Ferrazzo) e Andrea (Michele Degirolamo), coppia di ragazzi incapaci di interagire con l’esterno che li circonda - spiega Scardigno - Estranei al guscio familiare, decidono di vivere ai margini e innalzano un muro che esaspera la loro solitudine e li confina in una terra di nessuno. Ci troviamo di fronte ad una storia di assenze e di mancanze. Sono assenti gli adulti e gli affetti, sono aridi i sentimenti e mancano i rapporti sani e di confronto”.

Il regista non ricerca le cause, non mostra il principio del malessere e non è condizionato dalla spettacolarizzazione o dalla morbosità. “E’ una storia pessimista che comincia in medias res, nel bel mezzo della discesa emotiva agli inferi di Katia, che all’inferno c’è già”.
Per Michele Digirolamo "è positivo che il film sia stato scelto anche per essere proiettato nelle scuole perché può rappresentare uno spiraglio, un campanello d'allarme su quelle difficoltà a comunicare che ci sono spesso nelle famiglie". Per Francesca Ferrazzo i mondi virtuali molto frequentati dai ragazzi oggi, infatti, "spesso hanno l'effetto di ingrandire una solitudine che si trascina, perché è molto più semplice scriversi piuttosto che parlarsi".
Il film, presentato al Festival di Annecy 2013 dove – Premio per la Miglior Attrice (Francesca Ferrazzo), esce in sala il 9 ottobre distribuito da Underdog Film e nel cast figurano anche Chiara Petruzzelli, Raffaele Buranelli, Lorenzo Mangiapelo, Piergiuseppe Francione, Gianluca Cammisa e Lorenzo Robino.

 
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In sala il 16 ottobre Fango e Gloria, per i cento anni della Grande Guerra

Post n°11796 pubblicato il 14 Ottobre 2014 da Ladridicinema
 

Ang01/10/2014
Esce in sala giovedì 16 ottobre Fango e Gloria, il film diLeonardo Tiberi realizzato in occasione del Centenario della Prima Guerra Mondiale, sotto l’Alto patronato della Presidenza della Repubblica, inserito nel programma nazionale delle commemorazioni del Centenario della prima guerra mondiale della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Comitato storico scientifico per gli anniversari di interesse nazionale, e con il Patrocinio del Ministero della Difesa.   

Il film, che celebra i 90 anni dell’Archivio Storico Luce, narra le vicende dei milioni di giovani coinvolti in quel tragico evento, utilizzando come simbolo proprio colui che sarà prescelto per rappresentare l’enorme schiera dei caduti anonimi: il Milite Ignoto. In particolare è la storia di Mario, dei suoi amici e della sua fidanzata. Ragazzi qualunque della piccola borghesia di provincia, entusiasti e pieni di progetti per un futuro che a molti di loro verrà negato. “Fango e Gloria”, oltre a contenere una parte di fiction si avvale di materiali di repertorio dell’Archivio Storico Luce, sottoposti a procedimenti di colorazione e di sonorizzazione per renderne la fruizione ancora più suggestiva e inedita. La Grande Guerra, atroce e assurda, la prima globale, una feroce tempesta d'acciaio che ha devastato l'Europa e che solo in Italia ha spezzato seicentocinquantamila vite e ferito un milione di soldati. La prima guerra di macchine, di uomini e di industrie combattuta da tutti, interventisti e pacifisti, da socialisti e nazionalisti, da analfabeti e grandi intellettuali.   “

Tiberi  la racconta con uno stile narrativo particolare e inedito. Il film infatti è costruito con fiction e filmati di repertorio che interagiscono continuamente tra loro al punto che il repertorio non rappresenta più, com’è prassi, solo e unicamente il passato, il dato di fatto, la fredda ed inoppugnabile testimonianza dell’accaduto, ma entra ed esce dalla ricostruzione di fantasia sostanziandola del pathos della realtà e imprimendole il marchio della verosimiglianza.

Nel cast Eugenio Franceschini, Valentina Corti, Domenico Fortunato, Francesco Martino. Una produzione Baires in associazione con Istituto Luce-Cinecittà, la Regione del Veneto, e in associazione con il Gruppo Banco Desio una distribuzione Istituto Luce - Cinecittà.

 
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