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Messaggi del 21/02/2015

 

Winds of Winter, quando esce il nuovo libro di Martin? Ipotesi 2015 e 2016 da librinews.it

Post n°12195 pubblicato il 21 Febbraio 2015 da Ladridicinema
 

Quando esce The Winds of Winter? Il nuovo romanzo di George Martin nonostante tutto potrebbe uscire quest'anno

quando esce nuovo libro martin winds of winterPer il nuovo libro di Martin, The Winds of Winter, la data di uscita non è stata ancora comunicata. Per il prossimo capitolo de Le cronache del ghiaccio e del fuoco la release date dovrebbe avvenire nel 2015 o nel 2016, le ultime news al riguardo vertono su due fronti: chi in seguito alle dichiarazioni di Jane Johnson della HarperCollins ritiene che l’uscità avrà luogo solo il prossimo anno, e chi invece invita alla calma, poiché ancora è più che possibile che il libro venga ultimato e lanciato nel corso di quest’anno. Quando esce il nuovo libro di Martin, quindi?

Le ipotesi sull’uscita di The Winds of Winter, nuovo libro di George R.R. Martin e prossimo capitolo delle sue straordinarie Cronache del ghiaccio e del fuoco, sono principalmente due, come anticipato. Jane Johnson ha gelato gli appassionati di tutto il mondo dichiarando al The Guardian che non è programmata un’uscita di The Winds of Winter nel corso del 2015. Questo ovviamente lascia intendere che la release date non sia delle più vicine, ma attenzione a non tirare le somme troppo rapidamente: tali dichiarazioni, infatti, non escludono che il prossimo libro di Martin possa comunque uscire nel corso di quest’anno. Mentre dall’autore da diverse settimane non giungono ulteriori novità (le dichiarazioni di Martin, a ogni modo, sono sempre da prendere con le pinze, per utilizzare un eufemismo) c’è anche chi ricorda giustamente come per A Dance with dragons (l’ultimo volume edito che in Italia è stato diviso nei libri I guerrieri del ghiaccio, I fuochi di Valyria e La danza dei draghi) nel mese di gennaio del 2011, con ogni probabilità la casa editrice non avesse ancora in programma la pubblicazione per quell’anno, poi in realtà avvenuta.

La data di uscita di The Winds of Winter potrebbe essere fissata nel 2015 come nel 2016. Le dichiarazioni di George Martin sulla pubblicazione di questo libro sono note e chiarissime:uscirà quando sarà pronto e non prima. Col passare del tempo Martin si è chiuso sempre più in questo genere di arricciamento difensivo anche per difendersi dall’enorme pressione correlata all’attesa ormai stratosferica per ogni suo nuovo libro, niente di particolarmente eclatante, pertanto, se la HarperCollins ancora non ha programmato l’uscita. Va inoltre ricordato che l’editor Anne Groell si sta “portando avanti col lavoro” editando parti del romanzo in corso di scrittura, e che ha dichiarato di poter finire il processo di editing probabilmente in una settimana o poco più quando avrà finito di ricevere il materiale da Martin. In sostanza, potrebbe passare veramente poco tra la conclusione del nuovo romanzo de Le cronache del ghiaccio e del fuoco da parte di Martin e la sua pubblicazione.Impossibile dire al momento quando esce The Winds of Winter, se nel 2015 o 2016, ma ci sentiamo di rincuorare in parte gli appassionati: non vi sono certezze, ma al di là di quanto si possa leggere sul web una pubblicazione prima della fine di quest’anno è ancora possibile.

 
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I DUE NEMICI

Post n°12194 pubblicato il 21 Febbraio 2015 da Ladridicinema
 

 

di Marco Cherubini

Regia: Guy Hamilton Produzione, anno: Italia, 1961 Genere: Commedia Durata: 104′ Cast: Alberto Sordi, David Niven, Amedeo Nazzari, David Opatoshu, Aldo Giuffr&eacute 

Abissinia, 1941. Un reparto di soldati italiani deve vedersela con l’avanzata degli inglesi in terra d’Africa. E quando l’ottimo Maggiore italiano (il glorioso Amedeo Nazzari) muore in una schermaglia con il nemico, il compito di portare in salvo la truppa ricade tutto sulle spalle del Capitano Blasi (l’ineffabile Alberto Sordi)… Sordi mette qui ancora una volta in scena molti tratti tipici dei suoi personaggi; il film &egrave una commedia gradevole, ma non leggera. L’Albertone nazionale &egrave stavolta non un “borghese”, ma un “militare piccolo piccolo”, che tira avanti con la guerra come pu&ograve, con tanta voglia di tornarsene alla sua casetta, alle sue partite domenicali allo stadio, in seno alla sua famigliola. Ma in questa avventura &egrave molto pi&ugrave cocciuto che codardo, incollerito pi&ugrave che mai con il suo alter-ego britannico, il flemmatico Maggiore Richardson (David Niven), fino a far diventare la guerra, per entrambi, un fatto personale.Essendo una produzione italiana, con regista inglese, I due nemici presenta vizi e virt&ugrave di entrambi gli schieramenti, con equilibrio, facendo competere anche gli attori, Sordi e David Niven, in gara ciascuno con la propria, peculiare, “vis comica”.Insomma, i due protagonisti si odiano tanto che, inevitabilmente, diventeranno amici, finendo per scoprirsi molto pi&ugrave simili l’uno all’altro di quanto si potrebbe pensare…Il film, un inno alla pace ed alla amicizia tra le persone al di l&agrave delle differenze tra i popoli, ed una denuncia, pur nell’alveo della commedia all’italiana, dell’assurdit&agrave di ogni guerra, fu accolto fra le polemiche al suo esordio da una certa parte della critica: venne infatti tacciato di fornire una presunta visione buffonesca, poco militare e poco marziale dell’impegno dell’esercito italiano in quel periodo peraltro buio della nostra storia, ritraendo i fatti in modo gravemente lesivo della dignit&agrave dei nostri soldati di ieri e di oggi. E beh, che volete fare, ci vuole pazienza…

 
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Monsters University

Post n°12193 pubblicato il 21 Febbraio 2015 da Ladridicinema
 

 
Locandina Monsters University

Michael Wazowski ha sempre saputo che sarebbe diventato uno spaventatore e per questo, fin da quando era un piccolo mostro, ha coltivato con costanza il sogno di iscriversi alla Facoltà di Spavento della Monsters University. Peccato che, proprio quando il suo desiderio sta per realizzarsi, l'incontro con il prepotente James P. Sullivan, compagno di studi, rischia di mandare a monte i suoi piani. Non solo i due vengono cacciati dal corso, nonostante l'impegno profuso da Mike sui libri di testo, ma sono persino costretti a fare squadra: solo vincendo le Spaventiadi e la sfida ingaggiata con l'orrido rettore Tritamarmo, infatti, potranno sperare di essere riammessi e di diventare ciò che sentono di essere. 
L'uscita di Monsters & Co. aveva rappresentato (e continua a rappresentare) una tale vetta nel panorama del cinema d'animazione e della stessa Pixar che era impensabile poter fare di meglio. Eppure, John Lasseter e i suoi sono riusciti nell'impresa intelligente di restituirci il piacere della compagnia di Mike e Sully senza metterli in competizione con loro stessi. Si cambia tempo, optando per il prequel, si rinnovano i personaggi (e alcune new entries sono notevoli), ma soprattutto cambia radicalmente il registro: dal filosofico e tenero incontro/scontro tra il mondo dei mostri e quello dei bambini, attraverso la porta del destino, a quello goliardico e avventuroso del college movie tinto di fantasy, di buon umorismo e di una goccia di retorica (la porta, infatti, non è più la soglia della conoscenza con l'Altro, ma l'elemento di un proverbio per cui, quando si chiude un'opportunità, se ne apre un'altra). 
Se l'originale è il ritratto di una strana coppia, il prequel, che narra come ci si è arrivati, è più classicamente la storia di Mike, piccolo grande eroe, costretto a fare i conti con il proprio handicap (è un mostro che non fa paura) ma anche con la forza contagiosa che gli viene in soccorso dalla determinazione e dalla passione che la carriera di potenziale spaventatore ispira in lui. Un oggetto magico -il cappellino donatogli in età scolare da un impiegato alla Monsters Inc.- scatena letteralmente l'avventura, mentre le prove che l'eroe dovrà superare si confondono e sovrappongono con le prove delle Spaventiadi, ingegnosamente architettate da un duo di sceneggiatori in gran forma (gli stessi del primo capitolo, Gerson e Baird). 
Il passaggio dalla regia a sei mani dei creatori di Toy Story alla direzione unica di Dan Scanlon (Cars) si sente, ma non penalizza oltremodo un film pieno di divertimento, che ha il suo fiore all'occhiello nell'ambientazione, mai così fantasiosa e accurata.

 
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Apes revolution

Post n°12192 pubblicato il 21 Febbraio 2015 da Ladridicinema
 

 
Locandina Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie

Sono passati dieci anni da quando delle scimmie rese più evolute da un virus confezionato dagli uomini sono evase e hanno combattuto gli esseri umani sul ponte di San Francisco. In questo periodo la razza umana è stata quasi annichilita da quello stesso virus che si è rivelato per loro letale, è rimasta in vita solo una piccola percentuale di persone naturalmente immuni. Dall'altra parte le scimmie, sempre capitanate da Cesare, si sono ritirate nella foresta, hanno creato una loro città, vivono in pace, cacciano e procreano nella convinzione che ormai gli uomini non esistano più. L'incontro tra le due razze (gli uomini devono avere accesso ad una diga vicino al villaggio delle scimmie per poter riottenere l'elettricità) porterà ad una spaccatura tra chi vuole la guerra e chi invece pensa si possa vivere in pace.
È affascinante come Apes revolution attraversi diversi generi cinematografici, partendo con titoli di testa tipici da cinema della pandemia (molto forte negli anni 2000, oggi lentamente scomparso), per deviare su suggestioni postapocalittiche con le città divorate dalla vegetazione come già abbiamo visto solo nell'ultimo anno in Transcendence e Divergent (anche se l'impressione è che l'archetipo visivo rimanga sempre il videogioco Last of us) e finire nel puro cinema di guerra, con l'azione che si mescola alle tattiche e le difficoltà nel mantenere il fronte interno. Tutto con il passo spedito e appassionato del cinema di grande respiro abile tanto nei primi piani quanto nelle panoramiche.
Questa volta al timone c'è Matt Reeves e la differenza si sente. Pur rimanendo dalle parti di una narrazione molto semplice e diretta, in cui tutto quel che c'è da sapere passa per i dialoghi o è chiaramente messo in scena, l'avventura della scimmia Cesare e del suo rapporto difficile sia con gli umani che con i suoi simili è raccontata con l'abilità necessaria a rendere la parabola una storia appassionante. Non è certo intenzione di Apes revolution innovare lo storytelling ma la maniera in cui interpreta questo preciso mix di generi guardando sempre il suo protagonista in faccia, partendo e tornando da lui e dai suoi occhi (come nell'apertura e chiusura del film), sembra l'unica possibile per fare di un film simile un'opera coinvolgente.
A partire da un inizio molto forte in cui le scimmie cacciano e nel quale con un solo grande salto vengono stabiliti i termini affettivi tra personaggi (cosa siamo disposti a fare gli uni per gli altri e con quale atteggiamento), Reeves mette in chiaro non solo la volontà di dare uguale spazio a uomini e scimmie ma soprattutto di trattare quest'ultime con la complessità che solitamente è riservata agli uomini. Così il film ha due poli d'attrazione e repulsione (in ognuna delle due fazioni ci sono buoni e cattivi) e senza dirlo mai afferma anche più che nel precedente (e anche più di Avatar che molto si era sforzato in questo senso) l'indistinguibilità tra falso e vero. Accostando moltissimo reale e digitale, mettendoli a confronto e in parallelo ne sfuma i confini.
Cesare è una scimmia creata al computer, non c'è nulla di vero se non i suoi movimenti sia corporali che facciali, tutti "catturati" attraverso i sensori del motion capture dal corpo e dal volto di Andy Serkis, attore maestro di questa tecnica. Quel che Cesare vive tra i suoi simili, la lotta che conduce per la pace, è speculare a quella che i protagonisti umani conducono tra i propri simili. Non ci sono scimmie e uomini ma pacifisti e guerrafondai, esseri spaventati che vogliono vendicarsi o azzerare il nemico ed esseri che cercano di vivere in armonia, Cesare come il buon Malcolm, la scimmia che odia gli umani Koba come il guerrafondaio interpretato da Gary Oldman. Un parallelo evidente che non è in nessun modo messo in difficoltà dal fatto che le scimmie sono esseri inesistenti, anzi che si esalta nei dettagli con i quali gli attori-scimmia fondono movimenti animali con altri più evoluti e umani, ragione e istinto, avvicinamento al passaggio evolutivo successivo e mantenimento di una radice bestiale. Un vero gioiello di minuzia recitativa.
Altro segno della volontà di dare alle scimmie la complessità necessaria a renderle protagoniste, rendendole qualcosa di più di una versione aggiornata del ruolo occupato dagli indiani nativi americani nei western revisionisti (vittime dell'uomo bianco, retti e immacolati, dotati di valori solidi e cristallini, ma mai realmente protagonisti solo specchi di purezza utili a mostrare il loro contrario, la brutalità di chi li combatte), è il fatto che gli incrollabili principi sbandierati dalle migliori scimmie non siano seguiti fino alla fine nemmeno da loro, fallibili e complessi come noi, come le espressioni che sono in grado di fare.

 
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Un piccione seduto sul ramo riflette sull'esistenza

Post n°12191 pubblicato il 21 Febbraio 2015 da Ladridicinema
 

Titolo originale: En duva satt på en gren och funderade på tillvaron

Poster
Come una coppia di Don Chisciotte e Sancho Panza dei nostri tempi, Sam e Jonathan, due venditori ambulanti di travestimenti e articoli per feste, ci accompagnano in un caleidoscopico viaggio attraverso il destino umano. È un percorso che svela la bellezza di singoli momenti, la meschinità di altri, l’ironia e la tragedia nascosti dentro di noi, la grandezza della vita, ma anche l'assoluta fragilità dell'umanità. Il film racconta una serie di storie quotidiane e fuori dal comune in una prospettiva aerea, come raccontate da un uccello che riflette sulla condizione umana. Il piccione è sorpreso dagli uomini, e cerca di dare un senso e capire le loro attività, le follie, l’orgoglio e l'agitazione.
  • FOTOGRAFIAGergely PálosIstván Borbás
  • PRODUZIONE: Roy Andersson Filmproduktion AB, 4 1/2 Film, Nordisk Film- & TV-Fond
  • DISTRIBUZIONE: Lucky Red
  • PAESE: Svezia
  • DURATA101 Min
NOTE:

Vincitore del Leone d'Oro come miglior film al Festival di Venezia 2014.

 
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Il segreto del suo volto

Post n°12190 pubblicato il 21 Febbraio 2015 da Ladridicinema
 

Titolo originale: Phoenix

Poster

Giugno 1945. Ferita, con il volto sfigurato, sopravvissuta ad Auschwitz, Nelly torna a Berlino. Guarita a malapena dall'intervento chirurgico al volto, la donna cerca il marito Johnny, l'amore della sua vita. Quando casualmente Nelly ritrova Johnny, lui non la riconosce. L'intervento l'ha resa quasi irriconoscibile. Eppure notando in lei una vaga somiglianza con la moglie, le chiede di assumerne l'identità, sperando così di mettere le mani sull'eredità della famiglia di lei. Nelly accetta. Vuole capire se Johnny l'ama ancora o se l'ha tradita, come sostiene la sua amica. Nelly rivuole la sua vita.

  • FOTOGRAFIAHans Fromm
  • MUSICHEStefan Will
  • PRODUZIONE: Schramm Film Koerner & Weber
  • DISTRIBUZIONE: BIM
  • PAESE: Germania
  • DURATA98 Min

 
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Mortdecai

Post n°12189 pubblicato il 21 Febbraio 2015 da Ladridicinema
 

Poster

Gestire un branco di russi inferociti, i servizi segreti inglesi, una moglie dalle gambe chilometriche ed un terrorista internazionale non sarà cosa facile. Ma Charlie Mortdecai ci riuscirà. In giro per il mondo, armato solo del suo fascino e della sua bellezza, Charlie intraprenderà una corsa contro il tempo per riuscire a recuperare un dipinto rubato, che si dice contenga il codice per accedere ad un conto bancario in cui era stato depositato l'oro dei Nazisti. Diretto da David Koepp, Mortdecai vede protagonista Johnny Depp nel ruolo brillante e carismatico di un ricco mercante d’arte, il Signor Charlie Mortdecai. Innamorato della sua incantevole moglie, interpretata da Gwyneth Paltrow, ma anche del lusso più sfrenato, del brandy e dei suoi baffi, Charlie Mortdecai non si fermerà davanti a nulla pur di ottenere quello che vuole.

  • FOTOGRAFIAFlorian Hoffmeister
  • MONTAGGIOJill Savitt
  • PRODUZIONE: Infinitum Nihil, Mad Chance Productions, OddLot Entertainment
  • DISTRIBUZIONE: Adler Entertainment
  • PAESE: USA
  • DURATA106 Min
SOGGETTO:

Mortdecai si ispira al libro "Don’t point that thing at me" di Kyril Bonfiglioli, primo volume di una trilogia pubblicata da Edizioni Piemme, in uscita in Italia dal 10 febbraio 2015 con il titolo Mortdecai.

 
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Noi e la Giulia

Post n°12188 pubblicato il 21 Febbraio 2015 da Ladridicinema
 

Poster

Diego (Luca Argentero), Fausto (Edoardo Leo) e Claudio (Stefano Fresi) sono tre quarantenni insoddisfatti e in fuga dalla città e dalle proprie vite, che da perfetti sconosciuti si ritrovano uniti nell'impresa di aprire un agriturismo. A loro si unirà Sergio (Claudio Amendola), un cinquantenne invasato e fuori tempo massimo, ed Elisa (Anna Foglietta), una giovane donna incinta decisamente fuori di testa. Ad ostacolare il loro sogno arriverà Vito (Carlo Buccirosso), un curioso camorrista venuto a chiedere il pizzo alla guida di una vecchia Giulia 1300. Questa minaccia li costringerà a ribellarsi ad un sopruso in maniera rocambolesca e lo faranno dando vita a un'avventura imprevista, sconclusionata e tragicomica, a una resistenza disperata ...quella che tutti noi vorremmo fare se ne avessimo il coraggio.

  • FOTOGRAFIAAlessandro Pesci
  • MONTAGGIOPatrizio Marone
  • PRODUZIONE: Warner Bros. Entertainment Italia e Italian International Film
  • DISTRIBUZIONE: Warner Bros. Italia
  • PAESE: Italia
  • DURATA115 Min
SOGGETTO:

Tratto dal romanzo di successo Giulia 1300 e altri miracoli di Fabio Bartolomei.

 
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