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Messaggi del 25/01/2017

 

The founder

Post n°13588 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da Ladridicinema
 

Ray Kroc, venditore di frullatori si imbatte nei fratelli Mac e Dick McDonald che hanno avviato a San Bernardino nel Sud della California una hamburgeria con un metodo rivoluzionario. Kroc comprende subito che si tratta di un metodo innovativo di preparazione, cottura e vendita al minuto e tenta prima di convincere i fratelli ad aprire ad un franchising e poi molto altro... fino a creare l'impero che oggi conosciamo.

The founder è il sogno americano, ovvero di come l'ingegno possa portare a qualsiasi cosa, dove tutto è possibile, a discapito anche di qualsiasi etica e morale. The founder è di conseguenza la storia di Ray Kroc, interpretato da un magnifico Micheal Keaton, e di come creò un impero e seppe truffare e sottrarre da squalo autentico un'idea geniale ai due ingenui fratelli McDonald.

Perchè si Crok ha avuto la genialità di comprendere come il "metodo mcdonald" nella preparazione degli hamburger e la qualità delle materie prime avesse tutte le carte in regola per imporsi; ma allo stesso tempo per far fuori gli scomodi fratelli che non volevano toccare tra l'altro la qualità delle materie prime, usò un escamotage sulle proprietà immobiliari.

Un film sul capitalismo moderno in cui qualità e dipendenti vengono sempre e solo dopo il Dio profitto, e il successo è da agguantare attraverso la propria determinazione. Costi quel che costi. La perseveranza di Kroc e il suo cuore nero sono coadiuvati dalla splendida sceneggiatura di Robert Siegel, che copre alcune pecche della regia e permette a Keaton di annoverarsi finalmente nell'alveo dei grandi attori americani

Voto finale: 4+

Poster

The Founder racconta l'incredibile storia vera di Ray Kroc, un rappresentante di frullatori americano con poche prospettive che, negli anni 50, imbattutosi in un chiosco di hamburger nel bel mezzo del deserto sud-californiano, ha creato l'impero mondiale della ristorazione "fast food" che noi tutti conosciamo come McDonald's. Un film sull'ambizione, sulla tenacia e sul prezzo da pagare per ottenere il successo.

 
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Nomination Oscar 2017: La La Land da record, c’è Fuocoammare di Rosi

Post n°13587 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da Ladridicinema
 
Tag: eventi, news

Il musical La La Land da record anche nelle nomination Oscar 2017, ben 14. Candidato anche Fuocoammare di Rosi tra i documentari.

Da Hollywood sono state annunciate, per la prima volta in streaming, le nomination ai premi Oscar 2017, con La La Land (leggi la recensione in anteprima) che ha realizzato un altro record. Il musical diretto da Damien Chazelle, dopo il trionfo ai Golden Globe (leggi l’articolo), ha infatti ottenuto dall’Academy ben 14 candidature, eguagliando il record detenuto da Eva contro Eva (1950) e Titanic (1997). Il film è presente in tutte le categorie principali, con film, regia e sceneggiatura (entrambe a Chazelle), attore e attrice protagonisti (Ryan Gosling ed Emma Stone), fino alle 3 nomination personali ottenute dal giovane compositore Justin Hurwitz per la colonna sonora e i due brani Audition e City of Stars.

 

Alle spalle di La La Land troviamo, staccatissimi, il drammatico Moonlight di Barry Jenkins e il fantascientifico Arrival di Denis Villeneuve con 8 nomination a testa, tra cui film, regia e sceneggiatura. Per Moonlight candidature anche per attore e attrice non protagonisti, mentre per Arrival esclusione a sorpresa di Amy Adams dal lotto delle attrici protagoniste.

6 nomination per i drammatici Manchester by the Sea di Kenneth Lonergan e Lion – La strada verso casa di Garth Davis, oltre al war movie La battaglia di Hacksaw Ridge di Mel Gibson. Candidatura come miglior film per le tre pellicole, mentre tra i registi resta fuori Garth Davis (al pari di Martin Scorsese, con Silence che ottiene solo la nomination per la fotografia di Rodrigo Prieto). Tra gli attori di questi tre film, nominati Casey Affleck e Andrew Garfield tra i protagonisti, oltre al giovane Lucas Hedges, a Dev Patel, Nicole Kidman e Michelle Williams tra i non protagonisti.

 

Nomination come miglior film anche per il drammatico Barriere (4 totali tra cui i due protagonisti Denzel Washington e Viola Davis), il biopic black Il diritto di contare (3 tra cui la non protagonista Octavia Spencer) e il crime Hell or High Water, con il grandissimo Jeff Bridges nominato come attore non protagonista al pari del fantastico Michael Shannon di Animali notturni, unica candidatura per il film di Tom Ford, che vede escluso oltre al regista/stilista anche Aaron Taylor-Johnson, che si era aggiudicato il Golden Globe.

Stessa sorpresa tra i film in lingua straniera, dove il Globe l’aveva preso Elle di Paul Verhoeven, lasciato fuori dalla cinquina finale in cui figura per la prima volta un film australiano, Tanna. L’Italia, come ricorderete, aveva inopinatamente candidato Fuocoammare di Gianfranco Rosi, escluso sin da subito dalla shortlist dei film stranieri e rientrato dalla porta di servizio grazie alla candidatura come miglior documentario, arrivata tra l’altro un po’ a sorpresa.

 

Per chiudere, immancabile la 20a nomination per Meryl Streep, protagonista di Florence, e lab14a per Thomas Newman, autore della colonna sonora di Passengers e mai vincitore dell’ambita statuetta (che non prenderà neanche stavolta). Due nomination tecniche, infine, per Rogue One: A Star Wars Story (sonoro ed effetti visivi) e Animali fantastici e dove trovarli (scenografie e costumi), mentre i supereroi restano praticamente a secco, con una sola candidatura per Doctor Strange (effetti visivi) e Suicide Squad (trucco & acconciature).

La cerimonia di premiazione si terrà come di consueto al Dolby Theatre di Los Angeles il 26 febbraio, condotta per la prima volta da Jimmy Kimmel, già al timone degli Emmy Awards nel 2012 e nel 2016. Di seguito l’elenco completo delle nomination agli Oscar 2017.

 

Ivan Zingariello

Tutte le nomination degli Oscar 2017

Miglior film
Arrival
Barriere
La battaglia di Hacksaw Ridge
Il diritto di contare
Hell or High Water
La La Land
Lion – La strada verso casa
Manchester by the Sea
Moonlight

Miglior regia 
Denis Villeneuve – Arrival
Mel Gibson – La battaglia di Hacksaw Ridge
Damien Chazelle – La La Land
Kenneth Lonergan – Manchester by the Sea
Barry Jenkins – Moonlight

Miglior attore protagonista 
Casey Affleck – Manchester by the Sea
Andrew Garfield – La battaglia di Hacksaw Ridge
Ryan Gosling – La La Land
Viggo Mortensen – Captain Fantastic
Denzel Washington – Barriere

Miglior attrice protagonista 
Isabelle Huppert – Elle
Ruth Negga – Loving
Natalie Portman – Jackie
Emma Stone – La La Land
Meryl Streep – Florence

Miglior attore non protagonista 
Mahershala Ali  – Moonlight
Jeff Bridges – Hell or High Water
Lucas Hedges – Manchester by the Sea
Dev Patel – Lion – La strada verso casa
Michael Shannon – Animali notturni

Miglior attrice non protagonista 
Viola Davis – Barriere
Naomie Harris – Moonlight
Nicole Kidman – Lion – La strada verso casa
Octavia Spencer – Il diritto di contare
Michelle Williams – Manchester by the Sea

Miglior sceneggiatura originale 
Hell or High Water
La La Land
The Lobster
Manchester by the Sea
20th Century Women

Miglior sceneggiatura non originale 
Arrival
Barriere
Il diritto di contare
Lion- La strada verso casa
Moonlight

Miglior film straniero 
Land of Mine – Sotto la sabbia
A Man Called Ove
Il cliente
Tanna
Vi presento Toni Erdmann

Miglior film d’animazione 
Kubo e la spada magica
Oceania
La mia vita da Zucchina
La tartaruga rossa
Zootropolis

Miglior montaggio 
Arrival
La battaglia di Hacksaw Ridge
Hell or High Water
La La Land
Moonlight

Miglior fotografia 
Arrival
La La Land
Lion – La strada verso casa
Moonlight
Silence

Miglior scenografia 
Arrival
Animali fantastici e dove trovarli
Ave, Cesare!
La La Land
Passengers

Migliori costumi 
Allied – Un’ombra nascosta
Animali fantastici e dove trovarli
Florence
Jackie
La La Land

Miglior trucco e acconciature 
A Man Called Ove
Star Trek Beyond
Suicide Squad

Miglior colonna sonora originale 
Jackie
La La Land
Lion – La strada verso casa
Moonlight
Passengers

Miglior canzone 
Audition – La La Land
Can’t Stop the Feeling! – Trolls
City of Stars – La La Land
The Empty Chair – Jim: the James Foley Story
How Far I’ll Go – Oceania

Migliori effetti visivi
Deepwater – Inferno sull’oceano
Doctor Strange
Il libro della giungla
Kubo e la spada magica
Rogue One: A Star Wars Story

Miglior sonoro 
Arrival
La battaglia di Hacksaw Ridge
La La Land
Rogue One: A Star Wars Story
13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi

Miglior montaggio sonoro 
Arrival
Deepwater – Inferno sull’oceano
La battaglia di Hacksaw Ridge
La La Land
Sully

Miglior documentario 
Fuocoammare
I am not your negro
Life Animated
O.J.: Made in America
13th

Miglior documentario cortometraggio 
Extremis
4.1 Miles
Joe’s Violin
Watani: My Homeland
The White Helmets

Miglior cortometraggio 
Ennemis Intérieurs
La Femme et le TGV
Silent Nights
Sing
Timecode

Miglior cortometraggio d’animazione 
Blind Vaysha
Borrowed Time
Pear Cider and Cigarettes
Pearl
Piper

 
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OSCAR 2017 - "Fuocoammare" in corsa tra i documentari

Post n°13586 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da Ladridicinema
 

da cinemaitaliano.infoIl film di Gianfranco Rosi è nella cinquina finale dell'Academy.

 

OSCAR 2017 - "Fuocoammare" in corsa tra i documentari
"Fuocoammare" di Gianfranco Roaisè nella cinquina dei candidati in gara per l’Oscar al Miglior Documentario. La cerimonia dell'Academy si terrà a Los Angeles (USA) il prossimo 26 febbraio. Gli altri 4 documentari in lizza sono: "O.J: Made in America" di Ezra Edelman, "Life Animated" di Roger Ross Williams, "13th" di Ava DuVernay e" I Am Not Your Negro" di Raoul Peck.

"Fuocoammare", oltre che vincitore dell'Orso d'Oro della Berlinale, è stato premiato come Migliore Documentario agli EFA, gli European Film Awards. E tra i tanti riconoscimenti si è aggiunto ieri quello al 37/mo Critics Circle Film Award come miglior documentario.

24/01/2017, 15:51

 
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A spasso nel bosco da blogsport

Post n°13585 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da Ladridicinema
 

Regia: Ken Kwapis



Trama iniziale

Uno scrittore si avvia suo malgrado verso il tramonto della sua esistenza. Nato in Iowa, la grande fortuna della sua vita è stata l'aver potuto viaggiare in lungo e in largo il mondo, diventando pure famoso grazie ai racconti dei suoi itinerari.

La vecchiaia però avanza e, affranto dopo un funerale, si concede una passeggiata nel verde che circonda la sua abitazione. Scopre così con suo grande stupore che proprio lì vicino passa il sentiero che percorre tutta la catena degli Appalachi. Decide cosi, in barba a tutto il resto della famiglia, di rimettersi in gioco e di percorrerla interamente.

La moglie, preoccupata, accetta alla condizione che trovi un compagno di viaggio. L'unico che a quell'età si fa avanti è un tale che non ha invitato neanche lui direttamente e che non vedeva da mezzo secolo, per più di una buona ragione..


Recensione no-spoiler

La storia è stata tratta dal racconto umoristico dello stesso Bill Bryson (il protagonista interpretato da Robert Redford), in cui narra il viaggio assieme all'amico Stephen. Voglio dire, se si capisce che non è interessante per ovvi limiti, ma perché diavolo qualcuno pensa che sia materiale fertile per un buon film? Sinceramente, e una buona parte della colpa va anche al trailer, A Spasso Nel Bosco mi ha deluso sotto molti punti di vista.

Uno si aspetterebbe di vedere panorami mozzafiato, ambienti naturali e magari di imparare qualche trucchetto noto solo ai più esperti: nulla di tutto questo! I nostri avventurieri sembrano quasi alle prime armi, nonostante una decantata esperienza decennale; per non parlare delle scenografie: quasi la metà del film si trovano in un ambiente urbano o comunque al chiuso fino al punto che, nella scena finale in cui precipitano in uno spiazzo senza la possibilità di una via di uscita pure un cieco vedrebbe che è stata girata in uno studio chiuso con una parete di roccia fintissima. Insomma, un film che attira la tua attenzione per la presunta storia nel verde, quando poi scopri che ha poco a che fare con ciò, come dovrebbe lasciarti?

Robert Redford


Direte voi: 'eh, guarda che l'oggetto del film è il viaggio interiore dei due personaggi!'. Beh, spiace dirlo ma fa acqua anche lì. I protagonisti li ho trovati scritti male, tuttavia l'aspetto che più mi ha lasciato amareggiato è stato lo scoprire le recitazioni penose che ci hanno regalato Redford e Nolte, attori di cui nutrivo la massima stima. Il primo vabbè è ormai tintissimo e con la dentiera, però in alcune scene sembrava davvero alla lezione 0 di recitazione da tanto aveva un'espressione inutile. Il secondo invece, nella solita parte dell'alcolizzato che gli è valsa un mio applauso per Warrior, anche lui non è che mi abbia convinto fino in fondo, forse qui ha invece nociuto un doppiatore scarsino. Siccome il valore di questi due mostri sacri è fuori di discussione, a chi devo dare la colpa di un così scarso risultato? Al regista? Allo sceneggiatore? Alla storia originale priva di stimoli? Non saprei con certezza.

Un altro aspetto terribile l'ho constatato infatti nella pochezza della trama: nonostante vengano introdotti lungo il percorso personaggi interessanti che avrebbero meritato un maggiore approfondimento, questi improvvisamente spariscono senza lasciare alcuna traccia. Insomma, se siete alla ricerca di un film che tratti del tema della vecchiaia, vi suggerisco molto più caldamente Quartet, il debutto alla regia di Dustin Hoffman, che in confronto a questo sembra una pellicola ispirata da una divinità.


Consigliato solamente agli amanti dell'escursionismo all'americana, ovvero tanta inesperienza, facilità di percorso e tante tante arie inutili; sconsigliato a chi, come noi italiani, abbiamo la fortuna di sapere che cos'è la vera montagna e il vero escursionismo, anche in terza età.

 
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Belli di papà

Post n°13584 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da Ladridicinema
 


Vincenzo è un imprenditore pugliese che ha raggiunto il successo a Milano. Sua moglie è morta da qualche anno e i tre figli sono cresciuti nella sua assenza, ma anche in quella bambagia di cui i soldi di papà (e il suo senso di colpa) li ha circondati. Matteo, il primogenito, tracima idee "da un milione di dollari" e progetti "innovativi" insensati; Chiara frequenta locali alla moda e si intrattiene con Loris, detto da Vincenzo "il coglione", PR di ristoranti trendy e reinventore della Milano da bere; Andrea è iscritto a filosofia e in due anni non ha dato nemmeno un esame, ma in compenso si è portato a letto metà della facoltà over 50. Vincenzo decide allora di inscenare il fallimento della sua ditta per costringere i figli a rimboccarsi le maniche e provare un'esperienza nuova: lavorare per vivere. Non solo, si trasferisce con loro in Puglia, nella casa fatiscente dei suoi defunti genitori, allontanando i ragazzi dalle comodità della Milano vicina all'Europa. 
Belli di papà ha una premessa comica potente, una sceneggiatura (del regista Guido Chiesa e di Giovanni Bognetti) ricca di battute gustose, ed è ben servito da un cast azzeccato che può contare sul peso massimo Diego Abatantuono nel ruolo di Vincenzo e sui pesi leggeri (ma non inconsistenti) Andrea Pisani, Matilde Gioli e Francesco Di Raimondo in quelli dei figli. Ciò che difetta al film, purtroppo, è la regia: le inquadrature sono convenzionali, i tagli di montaggio eccessivi e zeppi di errori di continuità, gli scambi di battute non vengono mai interrotti "in levare", col risultato che l'effetto comico "collassa". Per citare il film stesso, è una regia curiosamente "inerte", che invece di sostenerla sminuisce tutta la comicità insita nella sceneggiatura.
Ciò che manca è il ritmo, ahimé l'elemento essenziale di ogni buona commedia: un ritmo che i singoli interpreti (soprattutto Abatantuono, Gioli e un inedito Francesco Facchinetti) possiedono istintivamente e cercano di amministrare nello spazio loro assegnato. Ma è uno spazio dilatato in cui gli attori si perdono, vanificando il loro impegno e talento. C'è anche, in Belli di papà, una componente sgradevole che non ha nulla a che spartire con la cattiveria esilarante della commedia classica all'italiana, e molto con il disagio del regista nel sentirsi un pesce fuor d'acqua davanti a un testo che non solo non origina con lui ma che è il remake di una commedia messicana, Nosotros los nobles. Di qui le battute sessiste, il termine "pezzente" usato ripetutamente, i vaffanculo, gli sputi nei piatti, la cena famigliare filmata come uno spot del Mulino Bianco. Nulla di tutto questo fa parte dello stile o del talento di Guido Chiesa, la cui cifra comica è semmai quella di Lavorare con lentezza: sbullonata, anarchica e deliziosamente retrò.

 
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