Donna.
Donna Figlia, alle volte Sorella, spesso Madre, Amante, Sposa.
Donna Angelo, Donna Demone, Fata o Strega.
Ombre di un universo rimasto immutato, ombre arcaiche e moderne che ancora si uniscono, si mischiano...confondendosi...e il Tempo non esiste...non è mai esistito per Noi...
A Te Pallade,
Glaucopide Vergine dallo scudo dorato
Figlia di Zeus, partorita dalla sua augusta fronte,
a Te protettrice delle città, Tritogeneia,
Divina, affido il mio Tempio,
dove Tu, Eterna, sarai somma Guardiana delle mie porte, o Atena!
"Omnia Mala Exempla Ex Rebus Bonis Orta Sunt" G. Sallustio Crispo [De Coniuratione Catilinae]
[...] E sarò musica, sostanza invisibile ed evanescente che entrerà impetuosa negli animi di chi mi ascolterà rapito...e ancora una volta sarò lì, con ciascuno e nessuno...com'è sempre stato nel mio esserci, ovunque e da nessuna parte. [...]
Sarebbe stato così semplice, sarebbe stato un altro soffio leggero sui nostri occhi. Ascoltarti cantare ascoltarti ancora cantare mentre non ci sei più Ascoltarmi cantare quando ancora eravamo una cosa sola E io ti accompagnavo e ci piaceva. E ci bastava. Sarebbe potuto essere così semplice, sarebbe potuto essere un altro soffio leggero sui nostri occhi. Quando ancora avevamo le stesse note quando avevamo due chitarre Strano sentirti cantare Strano sentirmi cantare Entrare nel mio petto di nuovo, mischiarti al mio sangue, una seconda volta. Doveva essere così semplice, doveva essere un altro soffio leggero sui nostri occhi. E ho fermato il tempo quella sera, e ho rubato la tua voce quel giorno, e ho deciso di tenerti per me. Sempre. Non è stato così semplice, non è stato un altro soffio leggero sui nostri occhi. Sarebbe potuto essere così semplice, sarebbe potuto essere un altro soffio leggero sui nostri occhi. . |
Novella oggi non si sente tanto bene. Perchè ieri qualcuno le ha detto che era stupida e perchè ha fatto un sogno brutto. Le due cose non sono sicuramente collegate. Infatti ha deciso di aspettare. Vuole capire. Capire se in realtà è stupida veramente. Capire se quel sogno è una sorta di premonizione. Ma la sua attesa per il momento non ha dato nessun tipo di risultato. Allora riprende a camminare all'indietro e vede una massa di capelli ricci, vede un'espressione dolce e infantile, vede arroganza...che possa essere questa la causa della sua stupidità? Di solito lei non esclude nulla. Ecco perchè forse un po' stupida lo è veramente. Tutti siamo stupidi quando ci rifiutiamo di capire ciò che è ovvio, si giustifica, ma a malincuore riconosce che forse non è tanto falsa quell'accusa. Non si sente complicata, anzi, pensa di essere una delle creature più semplici su questa terra. Non ha grosse pretese lei, né sogni particolari. Desidera semplicemente trascorrere la sua vita in una sorta di serenità, passarla nella quotidianità delle sue abitudini. Però le piace giocare, questo è vero, spesso gioca con le parole, ma di solito nessuno non l'ha mai capita. Il telefono rompe il silenzio. Tre squilli. “Pronto?” “Novella, bambina” “Mamma, che c'è?” “Tuo Zio è morto. Stanotte.” dice calma. “Cosa?” E lei sprofonda. E il resto non ha più senso. E si sente cadere, dentro si apre una voragine, e tutto il suo corpo diventa fuoco. E urla, urla tanto e piange, piange...e mi sveglio. Stamattina mi sono svegliata così. E sapevo che era solo un sogno, e sapevo che non era successo nulla. Ma ho chiamato lo stesso mia madre, e sono comunque incazzata nera, perchè a nessuno ho mai permesso di chiamarmi stupida, e ieri l'ho fatto per l'ennesima volta. E mi sono stancata. . |
E non sono mai come sembro, e chi mi conosce lo sa. Mi rannicchio come un feto nelle mie nuvole, e non voglio sentire il rumore del niente che mi tortura di continuo. Perchè qua giù c'è troppo chiasso, e non sono in grado di sopportarlo. E allora faccio il mio di baccano, e allora mi trasformo in quello che in fondo sono: un'isterica. Voglio solo dormire un poco e riprendere a sognare. E' così difficile da capire? Oggi lasciatemi dentro mio mondo, ho assolutamente bisogno di farmi cullare da lui. Domani, forse, sarò di nuovo quella di sempre. Domani sarò di nuovo come gli altri mi vedono. Domani sarò di nuovo piccola, accomodante, paziente, silenziosa, buffa, pasticciona. Domani sarò la solita stupida che piace tanto a tutti. . |
Gestaltica delle emozioni . Inchiostro nero ebano vernice tela liscia tesa steppa vuota da colmare di aria respiri vento me. . E piove e arde non bagna ma asciuga qualcosa si muove in questo deserto il mio. . . " La tua voce mi arriva da un altro mondo. Sei sempre tu, turbe della mente, spettro intangibile che appare all'improvviso nella mia stanza vuota a ricordarmi chi sono e cosa mi aspetta... Mia anima, mia nera splendente regina." A. |
Post n°70 pubblicato il 03 Novembre 2007 da DevaLou
Mi manchi, mi manchi in maniera sottile e viscerale...c'è un vuoto nei miei angoli...e quel vuoto l'hai lasciato tu... E' strana alle volte la vita, è strano il mio risveglio dopo dieci anni... Ti vorrei qui, vicino a me, vorrei ancora farti vedere il mio mondo, i suoi colori, le sue ombre...vorrei vederti piangere... Mi sento così indifesa e fragile, ma è una fragilità diversa dal solito...io cerco te che non ci sei... Mi hai forse dimenticata? Non ti sento chiamarmi piano, il tuo è un silenzio troppo assordante e mi fa paura. Vorrei raccontarti tante cose, vorrei farti conoscere tante cose... Rivedresti ora la tua Fuschia...quella di un tempo, quella di oggi. Gioco a fare la puttana per noia, e mi diverto poco...e giocando mi sono forse innamorata...è un amore che conosco troppo bene questo, è un amore che assomiglia al nostro...è un amore che fa stare male, è un amore utopico, irreale, visionario, fantastico...Non ci sono confini, si vola, e io ho più volte toccato la mia Luna... Ma tu non ci sei...tu non mi guardi e sorridi, non ammonisci la mia follia dello stare eternamente sulle nuvole... Continuo ad essere una Dea...una Dea adultera e perversa...e mi guardo così allo specchio, fissando quello che sono diventata o che forse sono sempre stata...ma non so se sono ancora alla fine la tua regina...questo non lo so più... . . (Lettere) |
Sei respiri e il pianto. Le luci e le ombre, i giochi abbandonati e ripresi, i sogni, il caldo e il freddo. L'eco della voce, il bosco, il bacio di un amore che distrugge, il sapore dolceamaro di uno maturo ormai morto. L'interruzione. Il fondo. La risalita e la pianura che sfinisce. Il mare e l'orizzonte, nuove luci. Diciassette secondi: il tempo di sei respiri. Diciassette secondi: il tempo di un volo breve ma intenso. Diciassette secondi. Sono bastati solo diciassette secondi. La mia vita è passata in diciassette secondi davanti a me. Diciassette secondi, ci sono voluti solo diciassette secondi per volare verso il nulla e sentire nel vuoto il peso del mio corpo. . |
Clitemnestra uccide Cassandra . "Il tuo ultimo respiro è mio. Dall'alto guardo la tua alba tramontare mentre il sole cala. Tu straniera, che il mio letto hai usurpato, sventurata strega amata da Febo, paghi per aver rifiutato il suo desiderio, paghi per essere stata la schiava di colui che muore oggi insieme a te, Agamennone il grande, mio sposo sciagurato. E non sei stata mai creduta, tua eterna maledizione, neanche oggi, quando entrando alla porta della mia casa hai predetto la tua morte strappandoti i capelli.” Parlava così Clitemnestra all'infelice Cassandra che giaceva ormai inerme sotto i suoi piedi.
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Mi chiamano Lou, mi chiamo Lou. Poi però alla fine non so neanche chi sia questa Lou. Lou è sola, Lou è sempre sola e lo sa, come lo so io. Per assurdo deve parlare ai muri che neanche la sentono, o forse anche loro sono stanchi di ascoltare i suoi monologhi. Allora si dondola su di una altalena e decide di viaggiare rimanendo sempre ferma. Così le passa la voglia di parlare, così decide di cantare e si accorge che la sua voce è cambiata da quando aveva sedici anni. Si accorge anche che è lei stessa la prima a stancarsi di sentire la gente parlare, perchè quei discorsi li ha già sentiti, perchè è tutto maledettamente uguale e faticoso, perchè non esiste una via d'uscita, perchè l'uomo ha sempre vissuto e vive nella medesima situazione. Lou oggi pensa che le novità siano solo un sinonimo di ciò di cui non si era più abituati, e per lei oggi non esistono novità. “Già fatto, già visto...” cantava Mina...e Lou ripete con lei. Lou parte, pur restando sempre ferma, e per abitudine e deformazione mentale continua ad aspettare qualcosa d'indefinito, qualcosa che spera di non conoscere. Sa che forse domani sarà diverso a oggi, ma sa anche che in fondo sarà quasi simile. La chiamano Lou, la chiamo Lou. Ma in realtà nessuno la conosce, neanche io. Dice di essere sola, dice che presto partirà. Dice di aver ucciso il suo bambino, il suo uomo e il suo amante col suo stesso veleno, dice di amare il rosso. Io dico che da lei fuggono tutti, perchè si stancano, anche io mi sono stancata di lei. Hanno visto Lou svoltare l'angolo e sparire, hanno visto Lou urlare come una lupa folle alla luna perchè si nascondeva dietro una nuvola, hanno visto Lou camminare sul selciato con una lanterna accesa, hanno visto la sua porta di casa socchiusa...ma lei non c'era. Dicono che sia una strega, e forse lo è. Dicono che sia assurda, dicono che non abbia un senso. “Rimarrai sempre sola” le disse suo padre. “Rimarrò sempre sola” dice lei. E crede che in fondo sia vero. . Deva Lou edited Baby Puck Photography |
Parole annacquate in un bicchiere d'assenzio, il tintinnio di un lampadario vecchio, il vento e le persiane che sbattono. La sedia a dondolo che ancora si muove, la fiamma del cammino accesa. Silenzio. Deserto. La penna che scrive, il rumore sulla carta appena ingiallita, il lapis che sfrega frenetico e si perde nelle linee e nelle curve, nelle ombre o sfumature. Alice non si scompone ma dipinge e dal suo inchiostro riemergono come onde fantasmi del suo giardino...e nel giardino c'è una musa bambina che prende per mano incastri sconnessi e scuri di metafore e ne fa una strada dove correrci. E nel giardino c'è una musa adultera, svestita di seta che si spoglia per lei... Alice scrive, scrive ancora dondolandosi nel suo assenzio...e scrive del suo sogno oscuro e crea il suo sogno. Perchè Alice non sogna, ma partorisce ogni giorno, ogni notte ad occhi aperti. “C'è un bosco incantato appena sopra l'orizzonte, con un grande stagno dove galleggiano maestose le nifee...” Alice siede china accarezzando il suo mondo, disegna fate senza capelli e principi senza cavallo. Alberi spogli e foglie d'autunno, strade infinite, cieli stellati... Alice richiama i suoi gnomi e li conta, e li veste e li lava, preparandoli a festa. Alice rincorre farfalle, fa nascere mostri, non piange ma ride, ha imparato a ridere. Il quadro è finito, il sole è calato, sotto il letto il suo mondo aspetta dentro una cassetta di legno. E s'infila di notte sotto le coperte e si avvolge tutta e non c'è luce per lei. Chiude gli occhi e allunga la mano. Il suo quadro l'aspetta. E sprofonda nel letto e s'immerge nel nero, e diventa il suo quadro. Alice non sogna. Disegna il suo sogno ogni giorno, ogni notte, ad occhi aperti. |
Sei arrivata su una foglia di vite, piccola fata dispettosa, come l'Autunno arriva sulle foglie ormai secche, danzando attorno agli alberi Tu sei Autunno, tu sei caldo tenue... Tu sei Autunno, ancora bimba eppure donna, mio folletto molesto...che sbatti i piedi e alzi la voce per avere la tua di ragione... Amare l'Autunno, come lo amo solo io... come il vino che scorre nei tini, come il sangue nelle vene...mio stesso sangue. E non smetto di vederti ancora così piccola, perchè le tue mani non crescono. Tu sei l'autunno col suo silenzio pacato e io un'estate troppo torrida per capire i tuoi tramonti... tu sei il sole ed io una pallida luna... ma siamo figlie dello stesso cielo... e voliamo insieme verso le stesse stelle... piccola fata molesta che parli con chi non c'è più... che vedi chi non c'è più... . |
"Quando sono sul palco faccio l'amore con ventimila persone, poi però torno a casa e mi ritrovo a letto da sola" (Janis Joplin) . . 19 Gennaio 1943 4 Ottobre 1970 . Si spegneva trentasette anni fa la voce femminile più blues della storia del rock |
Post n°60 pubblicato il 28 Settembre 2007 da DevaLou
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Sorgerà l'Alba
e sarà di sospiri e sbadigli
questa notte...
“ Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.”
ALDA MERINI
Muse, Muse mie,
quando la mia mano
chiederà di voi
non potrà il vostro corpo rifiutarsi ai miei
desideri.
Voi che siete il mio desiderio
Voi che riempite e accarezzate
le ombre del mio mondo
Voi che siete
per mio volere quelle stesse
ombre...
Dancing...
...Alle porte della mia Primavera è sbocciata la mia follia...
...poi lentamente ha chiuso gli occhi...
...addormentandosi nel mio ventre...
Inviato da: silvio
il 21/04/2022 alle 17:11
Inviato da: puzzle bubble
il 07/05/2012 alle 23:48
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