Dragon's Heart

A rendermi così non è la forza o la calma ma un'innata percezione delle cose

 

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FAMIGLIE DI DRAGHI

Post n°5 pubblicato il 10 Aprile 2010 da dragoblu2009

Se un drago possiede grandi ali e non ha le zampe, è un Anfither. L'Anfither vive nell'America del Sud ed è anche chiamato Serpente piumato, perchè è appunto ricoperto da piume. Il drago che ha invece due gambe ma niente ali si chiama Lindorm o Lindworm. Sono draghi che solitamente vengono rappresentati sugli stemmi araldici.

I draghi con ali e due zampe si chiamano Viverne: anche questi sono animali araldici ed compaiono in molti dipinti del Medioevo e del Rinascimento.

I draghi che possiedono quattro zampe e due ali sono definiti generalmente come draghi occidentali, mentre i draghi con quattro zampe ma senza ali sono indicati col nome di draghi orientali.

Ricordando il mito di Ercole, i draghi con più teste vengono comunemente definiti col nome di Idre.

Un drago senza né ali né zampe (oppure con due zampe) ma con due teste è chiamato Anfisbena.

Infine il knucker, un drago d'acqua dagli arti piccoli, che striscia non potendo volare per via delle ali troppo corte.

 
 
 

CONCEZIONE ORIENTALE DEI DRAGHI

Post n°6 pubblicato il 12 Aprile 2010 da dragoblu2009

A differenza dei loro “cugini” occidentali, i draghi d’Oriente erano creature esistenti fin dalla creazione del mondo, ma pacifiche e amiche dell’uomo: in Cina, per esempio, il Drago, insieme con la Tartaruga, l’Unicorno e la Fenice, rappresentava uno dei 4 spiriti benevoli.
I draghi, secondo la cultura cinese, furono la più grande e gloriosa razza che popolò il mondo di migliaia di anni fa, che originò la vita, che per millenni governò le forze della natura, in attesa che l’uomo crescesse, una forza che poi fu accantonata con ingratitudine dallo stesso uomo che, in un certo senso, era nato da loro.

Inoltre, a sottolineare lo stretto rapporto esistente tra questi e il genere umano, vi sono molte leggende che narrano di grandi e valorosi uomini divenuti dragoni.
I draghi si dividevano in diverse categorie: 

Draghi celesti: di colore simile ad un verde molto chiaro, erano a guardia del cielo ed erano gli unici ad avere 5 artigli per zampa;

Draghi spirituali: di colore azzurro, erano i più venerati in quanto guardiani del vento, delle nuvole e dell’acqua, e quindi da loro dipendeva il raccolto dei contadini;

Draghi terrestri: di colore verde smeraldo, erano i guardiani dei corsi d’acqua, regolandone il flusso e vivendo nelle profondità dei fiumi;

Draghi sotterranei: di colore dorato, erano i custodi di grandi ed immensi tesori e dispensatori di felicità eterna;

Draghi rossi e Draghi neri: creature violente e bellicose, che si scontravano continuamente nell’aria causando con la loro energia violente tempeste.

 
 
 

UN DRAGO...UN PO' SPECIALE

Post n°7 pubblicato il 12 Aprile 2010 da dragoblu2009

Come ogni drago però pure io amo tante cose che gli esseri umani hanno scoperto! esempio palese può essere la cioccolata!!!   che adesso siamo seri...mai visto un drago che mangia della cioccolata? Ok...pessima figura! che ci volete fare sono ghiotto di cioccolato fondente che mangio a badilate. Oltre a questo amo molto dormire all'ombra di un albero, come anche sotto l'ombrellone. Una cosa che invece davvero detesto è l'acqua sul muso!  quanto la odio!!! Lo so un drago che detesta l'acqua non è proprio il massimo della pubblicità...però se mi voglio un po' raccontare, non posso certo raccontare bugie. Oltre a questo non tralascio mai nemmeno i sentimenti che per me sono fondamentali!  sui quali non si discute! si sono di antico stampo, romantico, poeta, sensibile. credo fortemente nell'amicizia e detesto le persone false che devo dire la verità mi disgustano!  resto però sempre anche ben saldato al detto: "Chi trova un'amico trova un tesoro!...attenzione però...perchè c'è chi prima o poi trovato il tesoro se ne fotte dell'amico!" credo fortemente nell'amore,l quello vero!  anche se c'è chi mi continua a ripetere attento perchè finisce che giochi con il fuoco e ti scotti e basta! insomma comunque vada, non smetterò comunque di essere un drago si...ma un po' speciale!

 
 
 

GUARDIANI DI SE STESSI

Post n°8 pubblicato il 17 Luglio 2010 da dragoblu2009

Passa il tempo e non ci si rende conto che la nostra vita viene plasmata da tutto ciò che ci stà intorno, eppure si continua a lasc iare spazio a media e mode, a esempi di persone che sono solo dei fantocci che hanno il portafoglio pieno solo correndo dietro ad una palla, dall'altra parte esseri femminili portate a dover esagerare nel calare come peso ma devono aumentare come chirurgia plastica, se no se non hai il seno grosso ho la linea non sei nessuno. Questo è il mondo?? siamo arrivati sino a questo, io dla mio canto mi ritengo bello così, ormai ho capito che se davvero devi piacere, beh...devi piacereper quello che sei, e se vuoi diventare qualcosa di più fallo per te stesso non per gli altri, avere la forza di diventare i guardiani di se stessi e capire quando si stà sbagliando non vuol dire "essere sbagliati" ma bensì essere maturi e rispettosi di se stessi!Un mondo senza valori, un mondo senza sogni, un mondo senza, parole perchè la tecnologia parla per noi, con tastiere e monitor, un mondo pieno di predatori, un mondo i cui pochi guardiani, come me di svariete forme e sembianze, cercano di riportare quella fantasia...che nei tempi antichi ne era padrona...quando allora noi...esistevamo ancora.

 
 
 

I SIGNORI DEL CIELO

Post n°9 pubblicato il 17 Luglio 2010 da dragoblu2009

DRAGHI PURI
I tipi conosciuti di draghi puri ricadono in due grandi categorie: metallici e cromatici.
Ecco suddivise le tipologia principali di drghi non da tutti conosciuti.


DRAGHI METALLICI:
(le cui scaglie sembrano, pur non essendolo, fatte di metallo; sono solitamente di nobili intenti, è assai rispettato da colui che è saggio.)

Drago d'Oro
Drago d'Argento
Drago di Rame
Drago di Bronzo
Drago d'Ottone

DRAGHI CROMATICI:
(le cui scaglie richiamano essenzialmente un colore ben definito; sono tutti malvagi ed estremamente aggressivi.)

Drago Blu
Drago Rosso
Drago Bianco
Drago Verde
Drago Nero

I DRAGHI PIU' PREZIOSI

 DRAGHI DELLE GEMME:
(le cui scaglie hanno l'aspetto di gemme di vario genere e sono solitamente più fragili e meno robuste di quelle dei loro “cugini”.)
Drago Cristallo
Drago d'Ametista
Drago di Rubino
Drago di Smeraldo
Drago di Topazio
Drago di Zaffiro

 
 
 

I DRAGHI METALLICI

Post n°10 pubblicato il 17 Luglio 2010 da dragoblu2009


DRAGO D'ARGENTO


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I draghi d'argento sono tra le creature più buone esistenti. Tra tutti i draghi, sono quelli che più spesso si miscelano agli umani. Gradiscono la loro compagnia e il loro cibo, alcuni vociferano preferiscano vivere in forma umana più che in quella naturale, ma questo in realtà è quasi sempre frutto di leggende. Vero invece è che ogni tanto cerchino l'aiuto di valorosi umani per effettuare missioni volte al bene al posto loro. I draghi d'argento non sono violenti ed evitano di combattere a meno di trovarsi di fronte avversari particolarmente aggressivi. In combattimento, fanno ricorso solitamente alle loro abilità sovrannaturali per poi colpire fisicamente. Il loro soffio viene sempre risparmiato per le situazioni più critiche.

I draghi d'argento o argentati nascono con squame di colore blu grigio che assumono con la crescita un colore argenteo. Le loro squame sono talmente piccole e sottili che a distanza sembrano avere un unico manto d'argento sul corpo. Sono dotati di grande intelligenza e spesso parlano altre lingue oltre quella dei draghi e il dialetto dei draghi d'argento. Sono non violenti per natura e quando possibile evitano i combattimenti cercando di usare altri mezzi per sottomettere eventuali nemici. Si stabiliscono preferibilmente su alti picchi montani se non addirittura tra le nubi, tuttavia non di rado preferiscono vivere per lunghi periodi tra gli umanoidi grazie alle loro capacità di metamorfosi. Sono in grado di alimentarsi come un comune umano e prediligono questo genere di cibo.

Abilità:

I draghi d'argento nascono immuni al freddo e dotati della capacità di camminare sulle nuvole come se fossero terreno solido. Sono inoltre in grado di assumere forma di elfo. Non hanno controllo sull'aspetto di questa forma, che è unica esattamente come il loro aspetto di drago, e possono mantenerla indefinitamente.

Soffio:

Il primo soffio è un cono di gelo lungo circa 25 metri, largo 1,5 metri alla punta (ovvero alla bocca del drago) e con un diametro di circa 8 metri alla base. Il secondo soffio del drago di d'argento è un cubo di gas altamente velenoso. Il drago ha pieno controllo sulle dimensioni del cubo, può variarne lo spigolo da un minimo di pochi millimetri ad un massimo di 25 metri. In assenza di vento il gas persiste nell'aria per una ventina di secondi. Questo tipo di gas è altamente tossico e non è necessario respirarlo per subirne gli effetti, il solo contatto con la pelle ne causa l'immediato assorbimento.

DRAGO D'ORO



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Il drago d'oro è tra le razze draconiche più potenti, e sempre di allineamento Legale Buono. È dotato di grandi poteri, tra i quali la facoltà di parlare con gli animali. Sono creature splendide, volando nel cielo rilasciano una strana polvere dorata. I draghi d'oro sono in grado di mutare il tempo, e di rifar nascere persone o piante morte. Interagiscono pacificamente con tutte le altre razze draconiche, tranne quelle di allineamento malvagio. Cercano continuamente di interporsi tra le numerose guerre, per cercare di placare gli animi ribollenti degli uomini.
La loro voce è assolutamente imponente ed autoritaria. Questa razza non è molto diffusa, dato che fa parte dei draghi più rari e maestosi.

I draghi d'oro, o draghi dorati, sono i più grossi draghi metallici esistenti. Nascono con scaglie giallo scuro che diventano sempre più del colore dell'oro con la crescita. Hanno un'intelligenza prodigiosa, alla pari di quella di alcuni draghi delle gemme, ed oltre alla lingua dei draghi ed al dialetto dei dorati parlano spesso numerose altre lingue. Non di rado girano per il mondo “mascherati” da altre creature. Vivono praticamente ovunque ponendo le loro tane in caverne, in castelli disabitati o in altri luoghi simili. Non di rado diversi animali ed altre creature fanno da guardiani per le loro tane, spesso anche i giganti in virtù di un accordo di mutuo soccorso. Sono spesso ben disposti nei confronti delle altre creature. Si cibano soprattutto di perle ed altre piccole gemme.

Abilità:

I draghi d'oro sono in grado di respirare sott'acqua e di parlare con qualunque animale. Possono inoltre assumere a piacimento l'aspetto di qualunque altra creatura vivente (ma non di specifici individui) senza alcun limite di tempo per la durata della trasformazione. Talvolta assumono anche una forma identica alla loro ma priva di ali per facilitare il nuoto. Sono inoltre immuni al fuoco.

Soffio:

I draghi d'oro hanno due tipi di soffio. Il primo è un cono di fiamme lungo 30 metri, con un diametro di 1,5 metri al vertice (la bocca del drago) e 10 metri alla base. Il secondo è una nube di velenoso gas al cloro lunga 18 metri, larga 13 ed alta 10.

DRAGO DI BRONZO



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I draghi di bronzosono curiosi e amano assumere la forma di animali amichevoli per osservare gli avventurieri. Disdegnano l'uccisione di animali, su cui usano spesso i loro poteri per allontaarli senza conseguenze. Si impegnano in battaglia solo per ciò che cosniderano sia una giusta causa. Anche contro avversari malvagi evitano spesso di uccidere, preferendo umiliare il nemico sconfitto al vederlo morire. In mare, posto a loro congeniale, è per esempio comune che blocchino una nave minacciosa e la disalberino.

Alla nascita i draghi di bronzo hanno scaglie giallo-verdi che iniziano a mostrare un colore bronzeo solo nell'età adulta e si scuriscono con la crescita. Sono molto intelligenti ed amano apprendere altre lingue, oltre alla lingua dei draghi ed al dialetto dei draghi di bronzo. Amano osservare di nascosto le attività di umani ed umanoidi e sono affascinati dalle contese e dalle campagne di guerra, tanto da unirsi volentieri ad un esercito per una causa che condividono (e per una buona paga). Non amano attaccare creature di scarsa intelligenza (animali), che non sono una vera sfida, e quando necessario cercano di allontanarle senza ricorrere alla violenza. Vivono preferibilmente nelle vicinanze dell'acqua, dolce o salata, e sono ottimi nuotatori. Le loro tane sono spesso in caverne accessibili solo attraverso l'acqua ma sono sempre asciutte, non vivono né nidificano sott'acqua. Amano i mammiferi marini, come delfini e balene, che sono per loro fonte di preziose informazioni. Si cibano di piante acquatiche ed amano la carne degli squali, talvolta mangiano delle perle.

Abilità:

Dalla nascita i draghi di bronzo possono respirare sott'acqua, parlare con qualunque animale e sono immuni all'elettricità.

Soffio:

I draghi di bronzo hanno due tipi di soffio. Il primo è un fulmine largo 1,5 metri e lungo 35. Il secondo è una nube di gas lunga 6,5 metri e larga ed alta 10 metri. Il gas è altamente tossico

DRAGO D'OTTONE



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I draghi d'ottone sono famosi per la loro loquacità. Sono spesso fonte di interessanti informazioni, che però forniscono solo dopo lunghe deviazioni dai discorsi e dopo l'offerta di doni. Amano dialogare anche coi possibili nemici. Se una creatura cercasse di ignorarli il drago potrebbe intrappolarla per ripicca, liberandolo solo dopo essere soddisfatto delle chiacchere. In caso di pericolo serio i draghi più giovani sono soliti allontanarsi in volo fino a raggiungere un nascondiglio (spesso nella sabbia); i draghi più anziani a volte disdegnano questa tattica, nonostante ne apprezzino tutti i vantaggi in battaglia.

Inoltre posseggono labbra flessuose ed espressive. Potrebbero conoscere informazioni utili ma solitamente le condividono solo dopo lunghe deviazioni dal discorso e suggerendo una ricompensa.
I cuccioli hanno scaglie di color marrone opaco ma con l'avanzare dell'età queste somigliano sempre più all'ottone sino a che non raggiungono un aspetto caldo ed imbrunito, la loro testa è dotata di grandi piastre lisce e metalliche, mentre il mento mostra corna che divengono, crescendo, sempre più aguzze, le pupille tendono a scomparire sino a che gli occhi non sembrano di metallo fuso.
Questa specie draconica ama il caldo secco ed intenso trascorrendo la maggior parte del tempo a crogiolarsi al sole del deserto, son accompagnati da un odore intenso e metallico o di sabbia, si rifugiano in ampie grotte, preferibilmente rivolte verso Est, in modo da godere del sole del mattino ed il loro territorio contiene numerose zone dove potersi mettere sotto i raggi solari o costringere viaggiatori incauti alla conversazione.
I draghi d'ottone possono e vogliono nutrirsi di qualunque cosa se necessario, ma solitamente consumano molto poco, son capaci di nutrirsi persino della rugiada del mattino, un avvenimento raro nel loro habitat.
A causa del fatto che occupano un territorio simile, i loro nemici naturali sono i draghi blu che, essendo più grandi, son avvantaggiati negli scontri uno contro uno, perr questo i draghi d'ottone cercano di evitare lo scontro sino a che non riescono a raggruppare i loro vicini per un attacco di massa.


Abilità:

I draghi d'ottone sono immuni al fuoco ed al calore e possono parlare con qualunque animale. Da Adulti acquisiscono un potere simile all'incantesimo Suggestione, che possono usare una volta al giorno.
Da Antichi Dragoni possono evocare un Djinn una volta al giorno. Il djinn serve volontariamente il drago ma questi evita in genere di dargli compiti gravosi o pericolosi e sarebbe seriamente dispiaciuto se il djinn venisse ucciso o ferito per causa sua.

Soffio:

I draghi d'ottone hanno due tipi di soffio. Il primo è una nube di calore lunga 16 metri, larga 13 ed alta 6,5. Il secondo una nube conica di gas soporifero (tutte le creature più piccole del drago prese nel soffio si addormentano di colpo per alcune ore) lunga 23 metri e con un diametro di 1,5 metri al vertice (la bocca del drago) e 6,5 metri alla base.

DRAGO DI RAME



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il Drago ha delle spalle massicce, una faccia corta e lucide piastre sull’arcata sopraccigliare. Un paio di corna lunghe e piatte si estendono dalle sopracciglia in una serie di segmenti sovrapposti. Il Drago emette un odore pungente e le sue scaglie rossastre hanno un riflesso metallico.

I draghi di rame son inguaribili mattacchioni, narrastorie ed enigmisti, la maggior parte di essi è di animo buono, ma possiede una vena di bramosia e spilorceria, son nuotatori e saltatori capaci, dotati di cosce e spalle potenti.
Alla nascita le scaglie son marroni-ruggine con una punta di tinta metallica, invecchiando divengono più definite e ramate, raggiungendo la lucentezza calda e morbida con l'età adulta, in caso di draghi particolarmente vecchi è possibile notare una punta di verde ai bordi delle scaglie, in tal circostanza gli occhi divengono sfere di un turchese fluorescente.
Questi draghi amano le montagne e le altitudini rocciose ed asciutte, vivono in caverne strette e spesso nascondono l'ingresso con incantesimi. All'interno della tana costruiscono contorti labirinti a cielo aperto che permettono di piombare sugli intrusi;
Son inoltre cacciatori determinati che considerano la buona caccia importante quanto il cibo stesso, si nutrono di qualunque cosa, minerali di metallo compresi ed amano particolarmente gli scorpioni giganti e tutte le creature velenose (si narra che il veleno stesso affini le loro menti). Il loro apparato digerente può sopportare il veleno senza problemi, sebbene il veleno iniettato li colpisca normalmente.
Considerato che occupanospesso colline in vista dalle tane dei draghi rossi, il conflitto tra le due specie è inevitabile, tuttavia poichè son più piccoli, i draghi di rame fuggono sino a che non possono combattere ad armi pari.


I draghi di rame apprezzano l'ingegno e solitamente non fanno del male a creature che sanno raccontare una barzelletta, una storia comica o un indovinello mai sentito prima. Si annoiano facilmente con chi non ride alle loro battute o accetti i loro scherzi di buon grado. Amano sbeffeggiare e annoiare i loro nemici per spingerli a smettere o per farli sembrare sciocchi.

Abilità:
I draghi di rame sono in grado di arrampicarsi sulla roccia come ragni, senza alcun bisogno di appigli e perfino stando a testa in giù su soffitti rocciosi. Sono inoltre in grado di saltare da fermi per 30 metri in avanti o lateralmente o per dieci metri verso l'alto.

Soffio:
I draghi di rame hanno due tipi di soffio. Il primo è una nube di gas lunga 10 metri e larga ed alta 6,5 metri. Il gas non è tossico ma ha un effetto lievemente paralizzante che causa gli stessi effetti dell'incantesimo Lentezza a chi lo respira. Il secondo soffio è uno spruzzo d'acido simile a quello dei draghi neri, largo 1,5 metri e lungo fino a 25 metri.

 
 
 

I DRAGHI CROMATICI

Post n°11 pubblicato il 17 Luglio 2010 da dragoblu2009

DRAGO BLU



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I draghi blu sono intelligenti e molto spesso conoscono altre lingue oltre a quella dei draghi ed al dialetto dei draghi blu. Vivono principalmente nei deserti ed amano volare nelle ore più calde del giorno. Il continuo contatto con la sabbia tende a levigare le loro squame che pertanto sono lucide e riflettenti, cosa che talvolta li rende facili da scorgere anche a distanza. D'altra parte alcuni di essi hanno colori tanto simili a quelli del cielo del deserto che risulta facile per loro mimetizzarsi con esso. In generale adorano gli ampi spazi privi di alberi ed ostacoli, le terre aride ed i luoghi caldi ed umidi. Le loro tane sono solitamente in profonde caverne sotterranee. Sono molto territoriali e per questa ragione evitano di unirsi in clan limitandosi al più a formare una famiglia. I giovani draghi vengono protetti dai genitori finché vivono in famiglia, tuttavia sono propensi a lasciarla presto per crearsi il proprio territorio, che passano gran parte del loro tempo a sorvegliare. Tra i draghi, i loro principali nemici sono quelli d'ottone, che vivono nello stesso tipo di territorio. Per lo più i draghi blu si cibano di quello che possono trovare nel deserto, piante, lucertole, serpenti e qualunque altra cosa possa saziare la loro fame. Sono comunque particolarmente ghiotti di animali da mandria, in particolar modo cammelli e dromedari, ragion per cui non di rado assaltano le carovane che attraversano il loro territorio.

Abilità:
I draghi blu sono immuni all'elettricità.

Soffio:
Il soffio dei draghi blu è un fulmine ampio 1,5 metri che si propaga in linea retta per circa 30 metri partendo dalla bocca del drago. Il secondo soffio è uno spruzzo d'acqua di 25 metri con un diametro di 3 metri.

DRAGO BIANCO



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Il drago ha un naso adunco, la giogaia ricoperta di spine e una cresta retta da un'unica spina ricurva all'indietro. Un odore tegliente e vagamente alchemico si sprigiona dal drago, le cui scaglie luccicano come la neve.
Le scaglie dei cuccioli di drago bianco luccicano come specchi. Con l'età la brillantezza svanisce, e quando sono molto vecchi il bianco delle scaglie si mescola ad un azzurro pallido ed un grigio chiaro. Solitamente le tane dei draghi bianchi sone grotte ghiacciate e profonde stanze sotterranee le cui aperture si trovano lontane dai caldi raggi del sole.

I draghi bianchi, freddi e crudeli come il clima in cui hanno scelto di vivere, sono i più rari e solitari dei draghi cromatici.
Considerati lenti e stupidi dagli altri draghi, i draghi bianchi non hanno alcun interesse in ciò che accade nel mondo. Non amano avere altri esseri viventi intorno, inclusi gli altri draghi, e quindi sono raramente usati nelle campagne militari. Durante la Guerra delle Lance, i draghi bianchi funsero da esploratori, e ricevettero l’ordine di proteggere la regione della Muraglia di Ghiaccio da eventuali attacchi, ma a questo si limitò, grossomodo, il loro contributo.
I draghi bianchi parlano il linguaggio segreto dei draghi. Qualche drago in particolare può apprendere a parlare un linguaggio umanoide o due, ma tutto al più in maniera sommaria.
I draghi bianchi si rifugiano in caverne di ghiaccio in climi estremamente freddi, come la Muraglia di Ghiaccio a sud di Ansalon. Detestano il caldo e la luce del sole e fanno del loro meglio per evitarli. Solo in circostanze estreme o disperate arriveranno a lasciare le loro dimore di ghiaccio, e anche in questi casi si allontaneranno solo per il tempo strettamente necessario. Un drago bianco esposto per lunghi periodi alla luce solare e a temperature elevate può ammalarsi e morire.
I draghi bianchi sono pigri per natura e preferiscono sprecare meno energie possibile per la caccia. Sono soliti tendere agguati, sperando di cogliere di sorpresa le loro vittime. I draghi bianchi in procinto di essere sconfitti si ritirano nella loro tana per curarsi le ferite e a covare vendetta per il torto che credono di avere ricevuto.
Data la loro scarsa intelligenza, i draghi bianchi non sono bravi nel lanciare incantesimi. In ogni caso, ammirano la magia e possono essere persuasi a servire qualsiasi mago dotato della resistenza necessaria per vivere in condizioni di freddo estremo.

Abilità:

I draghi bianchi sono immuni al freddo. Una volta Adolescenti sono in grado di muoversi sul ghiaccio come un normale essere umano riesce a muoversi sulla solida terra. Raggiunto lo stadio di Dragoni acquisiscono la capacità di causare una tempesta di neve fino a tre volte al giorno, tale da bloccare la visibilità e ricoprire oggetti e creature di un sottile strato di ghiaccio in un raggio di 30 metri.

Soffio:

Il soffio dei draghi bianchi è un cono di gelo lungo circa 25 metri, largo 1,5 metri alla punta (ovvero alla bocca del drago) e con un diametro di circa 8 metri alla base.

DRAGO NERO



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I draghi neri sono irascibili,astuti e malvagi,caratteristiche che si riflettono nei loro volti sinistri.

La testa di questo drago sembra del tutto simile a un teschio a causa dei suoi occhi, profondamente incavati e con ampie cavità nasali. Possiede corna che sporgono in avanti ed una cresta di spine che culmina immediatamente al di sotto della testa e si assottiglia a circa 3 quarti dell'estensione del collo. Un odore acidulo circonda il drago, le cui scaglie sono per lo più color ebano o grigio scuro.

Sono a volte conosciuti come i "draghi del teschio" a causa dei loro volti. A conferma di questo aspetto scheletrico è anche il graduale deterioramento della pelle delle guance e attorno alle corna. Questo aumenta con l'età e non danneggia il drago.

Alla nascita le sue scaglie sono sottili, piccole e lucide. Con l'età diventano più grandi, robuste e opache, favorendo il camuffarsi nellen paludi e negli acquitrini.

I draghi neri sono discretamente intelligenti ma non è troppo frequente che conoscano altre lingue oltre a quella dei draghi ed al dialetto dei draghi neri. Anche in questo caso le parlano di solito con marcato accento.
Preferiscono la notte al giorno, anche perché l'oscurità li cela piuttosto bene permettendogli agguati ai danni dei loro nemici. Sono ottimi nuotatori ed aggraziati nel volo. Vivono prevalentemente in paludi, acquitrini, foreste pluviali e jungle, dove l'atmosfera è piena di vapori e gli insetti sciamano ovunque. Sono talmente abituati a questo genere di habitat da non essere minimamente influenzati da incantesimi quali lo Sciame di Insetti. Le loro tane sono sempre in caverne umide o profondi sotterranei.
Sono molto territoriali, non sopportano le intrusioni ed i loro clan sono sempre molto chiusi nei confronti di qualunque intromissione. I giovani draghi restano in famiglia ma di rado vengono accuditi dai genitori una volta superato lo stato di Neonati, e sebbene i draghi adulti tendano a difendere i giovani non sono rari i casi in cui li hanno abbandonati al loro destino dopo aver constatato di avere di fronte un nemico troppo forte per loro.
Si cibano principalmente di pesci, molluschi ed altre creature acquatiche. Quando hanno occasione di cacciare e mangiare animali a carne rossa li lasciano sempre frollare in qualche pozza prima di mangiarli.

Abilità:

I draghi neri nascono con la capacità di respirare sott'acqua liberamente, cosa che gli permette di restare anche per ore nascosti sul fondo di paludi ed acquitrini in attesa di una preda o per sfuggire ad un nemico. Sono inoltre immuni agli acidi. Da Adulti diventano in grado di far marcire una pozza d'acqua o in generale una discreta quantità di liquido corrompendola con i propri umori e rendendola maleodorante e lievemente velenosa. Allo stadio di Venerabili possono lanciare una volta al giorno l'incantesimo Sciame di Insetti e una volta divenuti Antichi Dragoni possono lanciare tre volte al giorno un incantesimo di Charme Potenziato che agisce solo sui rettili.

Soffio:

Il soffio dei draghi neri è un getto d'acido nerastro largo 1,5 metri che proiettano fino a 20 metri di distanza. Da Adulti imparano a dosare questo loro soffio, cosa che gli permette di sputare piccole quantità di acido senza influire sul numero limite di soffi giornaliero. In genere questi sputi sono comunque un genere di attacco molto limitato, specie contro creature di grandi dimensioni.

DRAGO ROSSO



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Sono i più grossi e potenti tra i draghi cromatici. Possiedono un'intelligenza eccezionale ed oltre a parlare la lingua dei draghi ed il dialetto dei rossi parlano spesso numerose altre lingue. Sono straordinariamente presuntuosi, cosa che si riflette nel loro portamento altezzoso e nell'espressione disdegnosa.
Le piccole scaglie dei cuccioli di drago rosso sono di un lucente color scarlatto, e rendono facile l'individuazione del drago per predatori e cacciatori; per tale motivo questi draghi rimangono nel sottosuolo e non si avventurano all'esterno fino a quando non sono capaci di cavarsela da soli. Verso la fine della gioventù, le scaglie mutano in un rosso cupo, e la lucentezza viene rimpiazzata da un aspetto liscio e opaco. Con l'età, le scaglie del drago diventano più grandi, spesse e resistenti come il metallo. Le increspature del collo e delle ali sono blu cenere o grigio-viola verso le estremità, e si scuriscono col passare degli anni. Le pupille del drago rosso tendono a svanire con l'età; i draghi rossi più vecchi hanno occhi che sembrano sfere di lava fusa.
I draghi rossi vivono in territori collinosi e montagnosi, solitamente nelle vicinanze di un punto alto da cui gli è possibile dominare e controllare l'intera zona. Le loro tane sono in profonde caverne sotterranee il più possibile estese.
Vivono in clan ma sono allo stesso tempo abbastanza solitari, fanno fronte comune contro le minacce ma quando non ve ne sono preferiscono restare per conto loro o al massimo con le loro famiglie. Non sono per nulla tolleranti contro gli altri esseri. Tra i draghi competono spesso con quelli d'Ottone e d'Argento per motivi territoriali ed odiano quelli Dorati che ritengono “quasi” potenti quanto loro.
Sono essenzialmente carnivori e non di rado si cibano di umani e umanoidi. Spesso si stabiliscono nelle vicinanze di un villaggio e richiedono costanti sacrifici per non distruggerlo.
I draghi rossi più astuti scendono in battaglia dopo aver già elaborato diverse strategie di ritirata. Un drago rosso non abbassa la guardia e non viene colto quasi mai di sorpresa.

Abilità:

I draghi rossi nascono dotati di una completa immunità al fuoco. Raggiunto lo stadio di Giovani acquisiscono un potere simile all'incantesimo Influenza Fuochi Normali, che possono utilizzare 3 volte al giorno.
inoltre da questo stadio diventano in grado di assumere a piacimento forma umana. Ogni drago rosso ha una sua forma umana, unica come è unico il suo aspetto di drago. Egli non ha controllo su tale forma più di quanto ne abbia sul suo normale aspetto. Dallo stadio di Adolescenti acquisiscono un potere simile all'incantesimo Pirotecnica, che possono usare tre volte al giorno.

Soffio:

Il soffio dei draghi rossi è un cono di fiamme lungo 30 metri con un diametro di 1,5 metri al vertice (la bocca del drago) e 10 metri alla base. A partire dallo stadio di Adulti iniziano ad acquisire un maggiore controllo sul proprio soffio che gli permette (senza influire sui tre soffi giornalieri) di soffiare piccole fiamme, ad esempio per accendere fuochi o come limitata forma di attacco.

DRAGO VERDE



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Il drago possiede una mascella ricurva e dentata e fila di piccole corna sulle sopracciglia. C'è anche un gruppo di corna all'altezza del mento.
Una cresta comincia proprio dietro gli occhi e corre per l'intera lunghezza del corpo, raggiungendo la massima altezza dietro il cranio. L ' odore di cloro è tipico di questo drago, le cui scaglie emettono una pulsante iridescenza color smeraldo.
Le scaglie dei cuccioli di drago verde sono sottili e molto piccole, e il loro colore è una sfumatura di verde scuro che sembra quasi nera. Con l'età, le scaglie diventano più grandi e si schiariscono, diventando color foresta, smeraldo e verde oliva, il che aiuta i draghi a mimetizzarsi nel sottobosco.
I draghi verdi sono molto intelligenti e non di rado conoscono altre lingue oltre quella dei draghi ed il dialetto dei verdi.
I draghi verdi vivono essenzialmente in foreste dal clima temperato o subtropicale, dove le sfumature verdi delle loro scaglie gli permettono di mimetizzarsi piuttosto bene nell'ambiente. Prediligono le foreste ricche di alberi grossi ed antichi di cui adorano gli effluvi, e solitamente considerano tutta la foresta in cui abitano loro territorio, spesso stringendo patti abbastanza unilaterali con le altre creature che le abitano (del tipo: non ti mangio se fai quello che dico io…) per essere informati di ciò che accade intorno a loro.
Sono molto protettivi nei confronti dei loro piccoli che difendono fino alla morte. Solitamente la madre è la prima a combattere in loro difesa mentre il padre si occupa di metterli al sicuro prima di entrare nel combattimento a sua volta.
Considerano loro nemici naturali i giganti delle colline, che d'altra parte considerano i loro piccoli un piatto prelibato…!
Spesso e volentieri i draghi verdi si cibano di vegetali, senza fare troppa distinzione tra alberi, frutta e cespugli. Non disdegnano affatto la carne, comunque, con una spiccata preferenza per quella degli elfi.
Sono generalmente piuttosto curiosi nei confronti delle società umane e umanoidi. Si sa di draghi verdi che hanno usato le loro capacità ed una buona dose di intimidazione per assumere il controllo di esseri umanoidi che fungessero loro da spie, o addirittura di governanti e regnanti che gli dessero non solo notizie ma perfino un certo grado di controllo sui loro regni.

Abilità:

I draghi verdi nascono immuni ai gas. Da Adolescenti diventano in grado di respirare sott'acqua e da adulti acquisiscono un potere simile all'incantesimo Suggestione che possono utilizzare una volta al giorno senza spesa di PM. Una volta Anziani hanno ormai sviluppato un certo grado di controllo sulla vita vegetale che permette loro di mimare, al normale costo, gli incantesimi Deformalegno e Crescita Vegetale, nonché di attraversare una zona verde praticamente senza lasciare tracce del loro passaggio nonostante la loro mole non indifferente.

Soffio:

Il soffio dei draghi verdi è una nube di gas velenoso al cloro lunga 16 metri, larga 13 ed alta 10.

 
 
 

I DRAGHI DELLE GEMME

Post n°12 pubblicato il 17 Luglio 2010 da dragoblu2009

DRAGO DI CRISTALLO



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I draghi di cristallo erano draghi grandi e potenti che si estinsero durante la prima guerra dei draghi, scatenata dai draghi rossi proprio per sbarazzarsi di questi pericolosi rivali di cui invidiavano la potenza. I draghi di cristallo sono estinti da così tanto tempo che ormai, come la prima guerra dei draghi, vengono ricordati solo in antiche leggende che pochi draghi conoscono, la maggior parte dei draghi neppure ne rammenta l'esistenza o, appunto, crede che si tratti di creature leggendarie.
I draghi di cristallo erano i più grandi tra i draghi delle gemme, arrivavano a raggiungere i 100 metri di lunghezza.

Abilità psioniche:

Possedevano abilità psioniche naturali di natura telempatica che sfruttavano con grande maestria. Le loro scaglie sembravano fatte di cristallo e li facevano scintillare alla luce dando loro un aspetto impressionante in pieno giorno. Erano inoltre in grado di mutare forma a piacimento, senza limiti di tempo o di taglia, tramutandosi in qualunque creatura o oggetto ma senza mai perdere il loro aspetto cristallino, tanto che in una forma umanoide sembravano più delle statue viventi che degli umanoidi veri e propri.

Soffio:

I draghi di cristallo possedevano due tipi di soffio. Il primo era una nube di vapori ghiacciati che essi avevano appreso come usare a mo' di forma di difesa. Erano infatti in grado di circondarsi di tali vapori per brevi periodi, proteggendosi in tal modo da attacchi di fuoco e calore, come il soffio dei loro naturali nemici, i draghi rossi, ma anche da soffi di gas ed acido che venivano raffreddati e neutralizzati dalla nube.
Il secondo e più micidiale soffio era un getto di polvere cristallina emessa ad alta pressione, capace di scarnificare le vittime fino alle ossa in pochi istanti per via del suo forte potere abrasivo.
Attualmente esiste un solo sopravvissuto di questa potente razza il cui nome sembra essere Skreea. Egli fa parte della collezione dell'uomo (?) noto come Meloor e aspetta da millenni l'occasione per vendicarsi dei draghi rossi, sebbene quelli che hanno sterminato la sua gente siano ormai polvere da moltissimo tempo.


DRAGO D'AMETISTA



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I draghi d'ametista hanno scaglie di un colore lavanda brillante ed un aspetto regale. Sono dotati di eccezionale intelligenza e non è raro che parlino diverse altre lingue oltre la lingua dei draghi e quella dei draghi d'ametista e zaffiro, decisamente troppo complessa ed elaborata per essere considerata un dialetto derivante dalla lingua dei draghi, tanto che sembrerebbe più probabile il contrario.
Vivono principalmente presso laghi montani, in climi freddi o temperati, e sono piuttosto rari. Le loro tane sono spesso in caverne subacquee. Sono ottimi genitori ma ritengono che i loro piccoli debbano imparare al più presto a cavarsela con le loro forze.
Non hanno nemici naturali ma solitamente trovano piuttosto sgradevoli i draghi bianchi e rossi e ritengono stupidi quelli d'argento e d'ottone.
Non amano combattere anche se sono in grado di cavarsela piuttosto bene, e ricorrono alla lotta solo se tutti i tentativi di parlare falliscono.
Si cibano prevalentemente di pesce e di gemme di qualunque genere.

Abilità:

I draghi d'ametista nascono con la capacità di respirare sott'acqua. Sono inoltre immuni ai veleni ed a tutti gli attacchi ed effetti basati sulla “forza”, inclusi incantesimi come Muro di Forza, Sfera Indistruttibile, Mano Afferrante, ecc. Una volta Giovani diventano in grado di camminare sulle acque fino a 6 volte al giorno. Da Adulti acquisiscono limitate capacità di metamorfosi potendosi trasformare a piacimento in un qualunque rettile, uccello o mammifero. Possono cambiare forma fino a 3 volte al giorno (il ritorno alla forma di drago non conta) ma non possono assumere la stessa forma più di una volta nello stesso giorno.

Abilità Psioniche:

A partire dallo stadio di Giovani i draghi d'ametista sviluppano le loro capacità psioniche naturali. A questo punto della loro vita devono scegliere una disciplina psionica (se non lo hanno già fatto) ed acquisiscono tre poteri di questa disciplina, scelti secondo le normali limitazioni. Ad ogni ulteriore stadio di sviluppo acquisiscono un nuovo potere della stessa disciplina.

Soffio:

Il soffio dei draghi d'ametista è in effetti una gemma sfaccettata color lavanda che possono “sputare” fino ad una distanza di 25 metri e che al contatto con un corpo solido si dissolve in un'esplosione di forza concussiva del raggio di 20 metri. La forza dell'esplosione è sufficiente a danneggiare e stordire le creature che ne vengono colpite. Inoltre qualunque creatura delle dimensioni di un troll o inferiore viene letteralmente messa KO dall'impatto.

DRAGO DI RUBINO


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I draghi di rubino hanno scaglie rosse e brillanti che in determinate condizioni fanno sì che si possano facilmente scambiare per draghi rossi, cosa praticamente impossibile in piena luce perché le scaglie sono fortemente rifrangenti.
Sono molto intelligenti e spesso conoscono altre lingue oltre quella dei draghi e il dialetto dei draghi di rubino.
Preferiscono vivere in territori collinosi o montagnosi ponendo le loro tane in caverne sotterranee delle quali spesso e volentieri mascherano gli ingressi per evitare intrusioni indesiderate. In genere vivono in piccoli clan formati da due o al massimo tre famiglie.
Sono buoni genitori, i loro piccoli vivono a lungo in famiglia e vengono protetti ma anche addestrati a cavarsela da soli in caso di necessità.
Si cibano di gemme e minerali, talvolta cacciano piccoli mammiferi.

Abilità:

I draghi di rubino sono immuni al fuoco ed al calore.

Abilità Psioniche:

A partire dallo stadio di Giovani i draghi di rubino sviluppano le loro capacità psioniche naturali. A questo punto della loro vita acquisiscono 2 poteri della disciplina Psicocinetica, scelti secondo le normali limitazioni, e ne guadagnano uno aggiuntivo della stessa disciplina per ogni ulteriore stadio di sviluppo.

Soffio:

Il soffio dei draghi di rubino è un potente colpo concussivo che si estende per 30 metri dalla bocca del drago ed ha un diametro di 1,5 metri. Oltre a causare danni per l'impatto il soffio è in grado di respingere violentemente qualunque creatura più piccola di un gigante del fuoco (quelle più grandi possono resistere al colpo se nulla glielo impedisce).

DRAGO DI SMERALDO



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I Neonati dei draghi di smeraldo hanno scaglie di varie sfumature di verde che rifrangono la luce in maniera tale da far apparire la loro pelle in costante movimento. Sono fortemente intelligenti, parlano la lingua dei draghi ed il dialetto dei draghi di smeraldo, ma spesso e volentieri apprendono altre lingue, sebbene siano piuttosto chiusi verso il mondo, che amano osservare tenendosene a debita distanza.
Vivono solitamente nei crateri di vulcani spenti e circondano le loro tane di allarmi e trappole per tenere lontani gli intrusi. In genere preferiscono nascondersi piuttosto che combattere ma se qualcuno si avvicina troppo sono più che disposti allo scontro per liberarsene. Talvolta vivono nelle vicinanze di clan di draghi di Zaffiro.
Sono fortemente legati alla famiglia, i loro piccoli risiedono nella tane dei genitori per il maggior tempo possibile, ovvero in genere finché non formano una nuova famiglia loro stessi.
Pur non avendo nemici naturali sono spesso in contrasto con i draghi rossi e provano un vero odio nei confronti dei giganti del fuoco.
Si cibano prevalentemente di rettili e giganti.

Abilità:

I draghi di smeraldo nascono immuni agli attacchi ed effetti basati sul suono. Raggiunto lo stadio di Giovani sono in grado di usare tre volte al giorno, senza spesa di PM, l'incantesimo dei maghi Illusione Auditiva e una volta adolescenti possono usare allo stesso modo l'incantesimo Ipnosi.

Abilità Psioniche:


A partire dallo stadio di Giovani i draghi di smeraldo sviluppano le loro abilità psioniche naturali. A questo punto devono scegliere la loro disciplina, limitatamente a quella Telempatica o Divinatoria, e ricevono 2 poteri di tale disciplina, scelti secondo le normali limitazioni. Se sono già psionici e quindi possiedono già una disciplina acquisiscono comunque due poteri della disciplina Telempatica o Divinatoria. Ad ogni ulteriore stadio di sviluppo acquisiscono un altro potere scelto tra quelli delle due discipline sopra indicate.
Soffio:

I draghi di smeraldo non hanno un vero e proprio soffio bensì un urlo in grado di danneggiare oggetti e creature in un raggio di 40 metri dalla bocca del drago a causa delle vibrazioni che provoca. Le creature con meno PM del drago, oltre a subire i danni derivanti dalle vibrazioni, vengono stordite per 30 secondi per ogni PM di differenza tra loro e il drago. La sordità protegge dallo stordimento ma non dai danni fisici.

DRAGO DI TOPAZIO



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I draghi di topazio sono i più piccoli draghi delle gemme.
Hanno scaglie riflettenti di un colore giallo-arancio. Sono molto intelligenti ma non particolarmente portati a conoscere molte lingue oltre quella dei draghi ed il dialetto dei draghi di topazio.
Non amano la compagnia e di conseguenza non amano neppure gli intrusi ma solitamente tentano di mandarli via parlando o facendo uso di incantesimi ed abilità psioniche piuttosto che combattendo.
Stabiliscono le loro tane in caverne sotto il livello del mare che mantengono però sempre asciutte. Non amano particolarmente l'acqua e nuotano solo quando necessario, in genere per procurarsi il cibo.
Sono genitori alquanto indifferenti e non esitano ad abbandonare i loro piccoli per salvarsi la vita.
Si cibano fondamentalmente di pesci e molluschi.

Abilità:

I draghi di topazio possono respirare sott'acqua e sono immuni al freddo.

Abilità Psioniche:

A partire dallo stadio di Giovani i draghi di topazio sviluppano le loro abilità psioniche naturali. A questo punto devono scegliere una disciplina (se non lo hanno già fatto) e ricevono un potere di tale disciplina, acquisendone uno aggiuntivo per ogni ulteriore stadio di sviluppo. La scelta dei poteri va effettuata secondo le normali limitazioni degli psionici.

Soffio:

Il soffio dei draghi di topazio è in grado di far evaporare i liquidi e copre un'area conica lunga 25 metri, con un diametro di 1,5 metri al vertice (la bocca del drago) e 8 metri alla base. I liquidi colpiti dal soffio evaporano. Le creature viventi subiscono una massiccia e dannosa perdita di liquidi che oltre a danneggiarli fisicamente li rende deboli ed inermi. Questa debolezza può essere eliminata solo da incantesimi come Guarigione o Rigenerazione o da un periodo di cura e riposo tanto più lungo quanto più grosso è il drago che ha causato l'effetto (indicativamente 1 giorno ogni 10 metri di lunghezza del drago)

DRAGO DI ZAFFIRO



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Questi draghi hanno scaglie di varie sfumature di blu che riflettono la luce, e non è affatto difficile scambiarli per draghi blu.
Possiedono un'intelligenza eccezionale e parlano oltre alla lingua dei draghi quella dei draghi d'ametista e zaffiro, infinitamente più complessa della prima. Spesso conoscono anche altre lingue.
Sono molto territoriali e piuttosto scontrosi con chi invade la loro zona. Tipicamente se gli intrusi non rappresentano un pericolo immediato per il drago, e se non sono tra i loro nemici naturali, li osservano per stabilire se un intervento sia necessario e quindi tentano di parlar loro per convincerli ad andarsene. In caso contrario li attaccano senza indugio.
Vivono nel sottosuolo, non di rado ponendo le loro tane in luoghi accessibili solo con la magia o le abilità psioniche. Talvolta dividono il loro territorio con i draghi di Smeraldo.
Sono buoni genitori ma spingono i loro figli a lasciare la tana e trovarsi un nuovo territorio non appena raggiungono lo stadio di Giovani Adulti.
Si cibano soprattutto di ragni giganti dei quali apprezzano molto il sapore. Tra i loro nemici naturali ci sono i drow, i mind flyer, i nani e i draghi degli abissi.

Abilità:
I draghi di zaffiro nascono immuni a tutte le forme di paura, rallentamento e paralisi.

Abilità psioniche:

A partire dallo stadio di Giovani i draghi di zaffiro sviluppano le loro capacità psioniche naturali. A questo punto devono scegliere una disciplina psionica (se non lo hanno già fatto) e ricevono 2 poteri di quella disciplina più uno di un'altra disciplina a scelta, scelti secondo le normali limitazioni. Per ogni ulteriore stadio di sviluppo acquisiscono un nuovo potere psionico di una disciplina a scelta.
Indipendentemente dagli altri poteri, raggiunto lo stadio di Adulti Maturi acquisiscono il potere Manipolazione Molecolare.

Soffio:

I draghi di zaffiro non possiedono un vero soffio bensì un urlo a malapena udibile che copre un cono lungo 25 metri e con un diametro di 1,5 metri al vertice (la bocca del drago) e 8 metri alla base. L'urlo causa danni per via delle potenti vibrazioni, inoltre tutte le creature con meno PM del drago che vengono colpite dall'urlo fuggono via in preda ad un panico che dura 20 secondi per ogni PM di differenza tra il drago e loro. Questa paura è di origine metabolica, non magica o mentale, dunque i normali effetti di protezione dalla paura non la influenzano. Una creatura priva di udito non subirà l'effetto della paura ma non sarà immune al danno fisico causato dall'urlo.

 
 
 

UNA MAGICA ALLEANZA

Post n°13 pubblicato il 17 Luglio 2010 da dragoblu2009

Gli elfi, creature magiche che però ancora mi sfuggono, capirli non è facile, nella loro mente sono nascoste saggezza e forza. Quella lingua incomprensibile per molte persone, persino il sottoscritto non la comprende appieno, anche se stò studiando l'elfico per riuscire a capirli ancora meglio, nella mia natura di drago capisco quanto sia difficile ma mi attirano molto come creature magiche. Da quando sono entrato "Nel Consiglio degli Elfi" mi sono sentito strano, subito era difficile riuscire a capirci qualcosa, improvvisamente invece una persona mi ha aiutato e mi ha portato a trovarmi muso contro viso. Guardare negli occhi anche gli anziani è stato difficile ed accettare una differenza così grossa tra noi si è rivelato altrettanto difficile. Il passare del tempo però mi ha portato ad essere un drago nuovo e sono stato preso sotto l'ala di tutti, sono diventato quasi un guardiano ormai della stanza, dall'alto della mia tana osservo scruto e cerco di capire cosa avviene, qualche volta mi unisco al Consiglio per scambiare idee e pareri dato che mi hanno ormai preso come uno di loro. Strano che due razze così diverse siano riuscite a trovare una cosa in comune, non è vero? Eppure è così, questa amicizia dura da anni, anche se purtroppo molti degli anziani se ne sono andati sono rimasto per sorreggere e proteggere questo posto fantastico sotto l'insegnamento e i consigli di una persona che vive in un'isola dove regnano la pace e l'armonia...beh a questa persona chiedo grazie infinite per avermi aiutato ad integrarmi meglio, a capire i miei errori. Spero presto tu possa diventare leader di questo Consiglio, come da tanto speri. E ricorda ti voglio bene! Speriamo questa alleanza possa perdurare per molti anni ancora e chi lo sa...magari tornare all'antico splendore di un tempo.

 

 
 
 

CIO' CHE E' ED E' STATO NON POTRA' CAMBIARE MAI

Post n°14 pubblicato il 21 Luglio 2010 da dragoblu2009

Per quanto tempo ho vagato nella speranza di poter trovare chi a me assomigliasse ma nulla, sempre solo nella mia angusta tana come un predatore attendevo il giorno in cui mi sarei rinuito insieme ai miei fratelli. Il cui ruggito poteva essere amato solo da chi come loro gli avrebbe potuto rispondere, per fargli sapere che qui c'è ancora uno di loro che respira e li cerca, li cerca e non si dà pace sino a quando la loro grande e possente stirpe non verrà ricostruita. E come disse uno dei miei saggi fratelli: "Un giorno accadrà e tutti assieme ci ritroveremo." Così è stato in parte! poicè finalmente dopo anni di ricerca, grazie all'aiuto di un Elfo mi sono riunito ai miei simili e ho potuto parlare al loro cospetto e trovare in loro la gentilezza che ci contraddistingue, tanto che dopo la decisione di non lasciarmi da solo accolsi la loro offerta di unirmi al gruppo e continuare la strada della mia rinascita per poter un giorno sfoderare come loro, fierezza, grandezza e saggezza. Il mio cammino è lungo ma finalmente non sono più solo. Sento una nuova vita dentro me, un nuovo mondo sento che mi stà aspettando e sarà un'altra rampa di lancio dalla quale partire e volare per cercare di capire il mio essere, di crescere e mostrare la nostra vera natura che per millenni è stata denigrata con squallide leggende e storie che ci hanno fatto sembrare dei mostri senza anima ne cuore. Finalmente sorgerà una nuova stirpe di noi e insieme ad Uomini ed Elfi vivremo nella più totale pace ed armonia così che ciò che sarà non verrà mai dimenticato e vivrà in eterno come il nostro spirito.

 

 
 
 

IL POTERE DELL'ESSERE POTENTI

Post n°15 pubblicato il 23 Luglio 2010 da dragoblu2009

Il potere, l'unica cosa che ancora attanaglia la fredda mente degli uomini. Sono sicuro che se gli venisse dato sempre più potere di quello che già posseggono, non rifiuterebbero l'offerta. Poichè è l'unica cosa che bramano più di ogni altra cosa, peccato che il destino ha una strada tutta sua e non può essere cambiato. Quello stesso potere li consumerà con il passare del tempo e appassiranno come fiori al sole. Come può una cosa astratta creare tanto scompiglio in una mente che sa ragionare e sa distinguere il bene dal male?...il potere di poter elargire morte e giudizio! il potere di poter decidere delle scelte altrui! Il potere di sapere sempre tutto...talvolta ancora prima che accada! Cos'è la vita se si vive esclusiamente per il sogno di essere potenti, di essere guardati dall'altra gente in modo...serio, con aria di sfida. "Io sono tu no..." Se ognuna di queste persone desse ascolto alle parole del grande poeta Pablo Neruda che scriveva in una sua poesia: Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivi richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare." allora probabilmente il potere non varrebbe più nulla, e saremmo tutti identici, tutti uniti, tutti...potenti.

 
 
 

TANTO GRANDI QUANTO DEBOLI

Post n°16 pubblicato il 03 Agosto 2010 da dragoblu2009

Il cielo è scuro, continuo a fissare quelle nuvole nere che mi fissano a loro volta, sotto un vento, freddo, che non mi lascia possibilità di poter riscaldare nemmeno le mani tanto è gelido. Appena Agosto eppure la giornata è autunnale, gli alberi quasi a sun di musica si muovono a destra e sinistra, io in mezzo al prato osservo l'orizzonte, lo scruto in cerca di risposte che non mi pervengono, che non trovo, e che forse non troverò mai. La mia mente è vuota, non riesco a riflettere, a pensare a cose positive, se non hai dolori che ho patito sino ad ora tenendo botta, cercando attraverso la forza interiore di reagire e portare avanti i miei ideali! Ma appena ci provo come un'animale ferito cado a terra stremato, le forze nei muscoli mi giungono meno e non riesco a trovare una soluzione immediata senza essere inghiottito da quel vento gelido che quasi mi taglia, tanto è affilato nella sua freddezza. Ripenso a tutte le persone che più mi sono state vicino  e proprio ora che avrei bisogno di loro non ci sono. ripenso alle loro insulse parole campate per aria: "Per te ci sarò sempre". Fandonie! Ecco la verità! Sento che pian piano la mia forza viene meno, il freddo mi stà ormai dando il colpo di grazia...la mia grande forza si è rivelato il mio punto debole. Cerco calore una fonte sicura di tranquillità, ma non me ne perviene nessuna e pian paino mi accascio con un sorriso bieco sul viso...quasi a dire..."Alla fine l'ora è giunta anche per me...peccato sia accaduto in età così giovane."

 
 
 

L'ERA DELL'UOMO

Post n°17 pubblicato il 21 Giugno 2012 da dragoblu2009

Siamo stati i signori dei cieli per anni, siamo stati senza macchia e sempre temuti, (anche quando bidogno non ve ne era). Ora siamo rintanati  in tutto il mondo, celati in un' oscurità che solo i puri di cuore possono comprendere. Dai nostri punti d'osservazione vediamo il nostro mondo sparire, nelle fiamme dell'industria,  i nostri cieli anneriti dalle menti di ferro e acciaio che lavorano senza sosta. Una volta...non avevamo nemici, ora si uno...l'uomo. Coloro che non credono nella nostra fede e ci umiliano e ci deridono, per le nostre origini, mentre non si rendono conto di come  il loro mondo meccanico pian piano vada in frantumi. Di come il loro RE denaro li stia facendo scivolare nel baratro dell'avidità e della tristezza, Noi ci alzavamo in cielo e tutto ciò che sovrastavamo...quello era il nostro tesoro! Ancora mi chiedo se mai un giorno torneremo a sovrastare quei cieli, a far di nuovo tremare la terra al nostro atterraggio a poter tornare a custodire i noistri tesori...per ora l'era dell'uomo continua senza sosta. Potremmo mai convivere insieme a loro? o saremmo continuate ad essere definite creature brutte e cattive? In merito continuo a riflettere a chi disse "Anche la bestia più feroce conosce la pietà, ma io non ne conosco...per questo...non sono una bestia...".

 
 
 

IL DRAGO OLTRE LA NOSTRA CULTURA

Post n°18 pubblicato il 17 Luglio 2012 da dragoblu2009

Il segno del Drago

Nome cinese:LONG
Numero d'ordine:Quinto
Ore governate:7 a.m. - 9 a.m.
Direzione del segno:Est-Sud-Est
Stagione e mese:Primavera - Aprile
Segno Occidentale:Ariete
Elemento fisso:Legno
Radice:Positiva
  

LA PERSONALITA' DEL DRAGO:
Il possente, magnifico Drago del mito e del folklore non finisce mai d'incantare e di scuotere l'immaginazione. Bisogna riconoscere che alcune delle sue qualità magiche, illusorie o no, caratterizzano coloro che sono nati sotto il suo segno.
Il nativo del Drago è magnanimo e pieno di vitalità e di forza. Per lui, la vita è uno sfolgorio di colori, ed è in continua attività. Egoista, eccentrico, dogmatico, capriccioso o terribilmente esigente e irragionevole, non manca mai, tuttavia, d'una schiera di ammiratori. Fiero, aristocratico ed estremamente franco, il nativo del Drago si forma i suoi ideali ancora giovanissimo ed esige la stessa perfezione e gli stessi altissimi principii anche dagli altri.
In Cina, il Drago simboleggia l'Imperatore o il maschio. Rappresenta la potenza: di coloro che sono nati ell'anno del Drago si dice che portano le corna del destino. Un bambino del Drago tende ad assumersi pesi importanti e responsabilità, anche se è il più giovane della famiglia. Spesso, i figli maggiori nati sotto il segno del Drago si occupano di tirar su i fratelli minori con maggiore autorità dei loro genitori.
Il Drago è una riserva inesauribile d'energia. La sua impetuosità, il suo slancio e il suo zelo quasi religioso possono sfolgorare come il mitico fuoco che il Drago lancia dalla bocca. Ha le capacità potenziali per realizzare grandi cose, ed è una fortuna, perché il Drago ama esibirsi in grande stile. Tuttavia, se non frena i suoi entusiasmi prematuri, può bruciarsi e finire in uno sbuffo di fumo. E' molto portato a diventare fanatico nelle cose che gli stanno a cuore. Qualunque cosa faccia il Drago, in bene o in male, non manca mai di fare sensazione. E' certamente un segno prospero e fortunato. Tuttavia, è il segno più portato alla megalomania.
E' difficile contrastare il possente Drago, e a volte è quasi impossibile. Tende a intimidire coloro che osano sfidarlo. Un Drago irritato e incollerito potrebbe essere come il lupo cattivo alla vostra porta: soffierà e soffierà fino a quando vi abbatterà la casa.

DRAGO DEL METALLO
È sicuramente il Drago dalla volontà più forte. L'onestà e l'integrità sono per lui le virtù supreme, è inflessibile e critico. Ha poca pazienza con i pigri e gli sciocchi. È il più magnifico dei guerrieri. Cerca di esorcizzane tutto ciò che vede di male nella vita. Il forte Drago del Metallo si lancerà di corsa dove gli angeli non osano camminare in punta di piedi.

DRAGO DELL'ACQUA
È un Drago docile, favorisce la crescita e l'espansione: capace di accantonane il suo io per il bene di tutti. Tuttavia non può essere definito conciliante. Il Drago dell'acqua vive secondo la filosofia "sii fedele a te stesso". L'Acqua ha un effetto benefico e calmante su questo segno lunare, agisce saggiamente e fa ciò che è essenziale per il suo progresso. Deve fare attenzione che nel volere troppo può perdere tutto.

DRAGO DEL LEGNO
Magnanimo e creativo è capace di sviluppare concetti nuovi, geniali e rivoluzionari. Il Legno, combinandosi con il suo segno, lo rende abile nel formulare e realizzare le sue idee e nel lavorare in collaborazione con gli altri. Cerca di disturbare meno gente che può, e cela con sottigliezza la sua indole di dominatore. E' franco, orgoglioso e intrepido.

DRAGO DEL FUOCO
Il Drago del Fuoco è molto esigente con tutti, tuttavia espande una enorme energia. E' un individuo aperto e molto umano, imparziale, deciso a scoprire la verità ad ogni costo. E un costruttore d'imperi nato, e aspira all'ordine supremo delle cose; con lui al timone, naturalmente.

DRAGO DELLA TERRA
Tende a dominare il suo ambiente e le persone che lo circondano. Giusto e imparziale, apprezza le opinioni degli altri. La Terra lo rende realista e stabile; lavora incessantemente per sviluppare le sue doti e sfruttare le sue risorse. Dritto come una spada questo Drago è un tranquillo aristocratico, dedito alla riflessione e all'organizzazione.

 
 
 

OLTRE LA NOSTRA CULTURA

Post n°19 pubblicato il 17 Luglio 2012 da dragoblu2009

DRAGO

 

Simbologia: potere imperiale, eternità, forza e fertilità maschile.
Ideogrammi di drago
I draghi - Storia e cultura
Long, ovvero il Drago (articolo comparso su Frammenti d'Oriente n°1/2000)
Il drago, astrologia e cosmologia
Il primo drago della Cina
Draghi e leggende: - Shi Xuanzhao; - La figlia dei draghi - Draghi scolpiti; - La storia delle spiagge Wangniang

 

 

 
 
 

APPROFONDIMENTI

Post n°20 pubblicato il 17 Luglio 2012 da dragoblu2009

PER SAPERNE DI PIU'

Tra i vari temi e motivi caratteristici dell'arte cinese, quello del drago è sicuramente il più sorprendente e quello che colpisce maggiormente l'immaginazione. È una delle figure simboliche o fantastiche più frequenti, e tra le più ricche di significato della tradizione cinese. Dalle terrecotte neolitiche, dai bronzi arcaici e dalle giade dell'epoca Shang (XVI-XI a.C.) fino ai ricami delle vesti dei mandarini dell'inizio del nostro secolo, questo tema è stato riprodotto con costanza instancabile ed evidenza continua; si trova sulle ceramiche, le lacche, gli abiti da cerimonia, le balaustre delle gradinate, le grandi pareti-schermo di ceramica policroma, lo si vede sui soffitti dei teatri, sui muri di recinzione dei giardini, ondeggiante, sui cloisonné, su disegni a inchiostro, sulla prua delle imbarcazioni, arrotolato intorno alle colonne all'entrata e sulle tende degli altari dei templi taoisti...

In occasione delle festività, in città la gente del popolo si diverte a nascondersi sotto a lunghi draghi fatti a bruco, di carta dipinta, che spaventano i bambini. In breve, il drago è onnipresente ed è pane integrante della vita quotidiana cinese.

Una creature benefica

Innanzitutto è caratterizzato dal suo aspetto soprannaturale, ibrido e composito. Di fatto nel corso di tre millenni il suo aspetto talvolta è variato, ma poco. Il drago più comune (detto "lungo"), prende a prestito le proprie caratteristiche da veri animali, nove, si diceva: la testa al cammello, le corna al cervo, gli occhi al coniglio (o al gamberetto, secondo altri), le orecchie alla mucca, il corpo alla lucertola, il ventre alla rana, le scaglie alla carpa, le zampe o le palme alla tigre, gli artigli all'aquila. Accade di rado che sia dotato d'ali (di pipistrello, in tal caso) e poteva essere di vari colori. Si credeva che fosse sordo e si nutrisse di carne di rondine. Infine, elemento importante per il nostro approccio: diversamente da quanto accadeva nell'occidente medievale, in cui rappresentava l'incarnazione del male e delle forze maligne, al contrario, in Cina, il drago è una creature benefica e di buon augurio. Annunciava la pioggia e distribuiva fertilità. Aveva il potere della metamorfosi, il dono di rendersi, a piacimento, visibile o invisibile, e le sue apparizioni in cielo - sempre folgoranti - erano accolte come presagi di messi abbondanti, garanzie di future ricchezze. Si riteneva che i draghi potessero nascondersi e annidarsi ovunque, nei cieli, in acqua, sulla terra e sottoterra.

D'altronde, negli ultimi secoli, il drago venue anche associato al potere imperiale: divenne “l’animale emblematico dell'imperatore", detto "Figlio del Cielo", ma anche "Volto di Drago". In questo caso il nostro animale soprannaturale simboleggiava la funzione, che spettava all'imperatore, di assicurare i ritmi stagionali e lo scorrere armonioso della vita. L'Imperatore era garante dell'ordine e della prosperità dell'universo.

Al collo dei draghi era spesso rappresentata una perla appesa, che ricordava il fulgore e la perfezione delle parole dell'imperatore, la precisione del suo pensiero e l'assennatezza degli ordini del sovrano. "Non si discute la perla del drago" soleva ripetere lo stesso Mao Zedong!

Così, in Cina, nonostante il suo aspetto fantastico, il drago non ha mai assunto quelle caratteristiche paurose e bellicose che gli conferirono i nostri artisti, opponendolo a San Giorgio o a San Michele, per esempio. A1 contrario, in Cina lo vediamo spesso bonario, che gioca con un compagno a rincorrere una perla infiammata, il "rubino magico", una specie di pallina irta di una voluta, che si riteneva richiamasse la folgore e il rombo del tuono. Per altri, questa "perla lucente", spesso rossa, rappresenterebbe la luna, o ancore il sole, o perfino l'uovo cosmico, che si ritiene contenga tutta l'energia umana condensata. Di fatto, la voluta raffigurata su questa palla, riproduce il segno figurativo del tuono nella scrittura arcaica. Ed è indiscutibile che il drago fosse del resto strettamente connesso alla pioggia, all'acqua e alle nuvole. Di natura essenzialmente acquatica, il drago compariva regolarmente nel mezzo di nuvole o di flutti, e se spesso si contorce con veemenza, è più per manifestare la propria forza, foga e vitalità, che per esprimere aggressività o furore. In Cina veniva percepito come un animale bonario e giocherellone.

Nelle raffigurazioni dei combattimenti tra draghi, questi non si mordono e non si dilaniano mai come si può invece vedere in Iran, nei manoscritti o sulle ceramiche. In Cina la loro fugace apparizione annunciava la pioggia o qualche felice avvenimento politico, per esempio la nascita di un futuro grande imperatore.

II drago e la pioggia

La maggior parte dei cinesi credeva all'esistenza di queste creature e, ancora all'inizio del nostro secolo, in occasione di un'inchiesta, si è scoperto che quattro persone su cinque condividevano fermamente tale convinzione. Padre Huc, un lazzarista della metà del secolo scorso, nel suo famoso libro “L’Empire chinois" ha raccontato che la gente implorava il drago affinché ponesse fine a una siccità catastrofica. Il mandarino della regione sinistrata, inizialmente emise un proclama per invitare i suoi amministrati a osservare una rigorosa astinenza. Poi ognuno fu invitato ad appendere sopra all'ingresso della propria abitazione delle strisce di carta gialla con scritte formule incantatorie, e ornate con una rappresentazione del drago della Pioggia. Infine, come ultima risorsa, se la siccità persisteva, c'era la consuetudine di organizzare processioni burlesche e stravaganti, nel corso delle quali, accompagnati dal rumore di una musica infernale, si portava per le strade e per i campi un immenso drago fatto di legno e di carta. La pioggia si ostinava ancora a non cadere? Allora, in preda all'esasperazione, a male estremi, estremi rimedi, e le preghiere si trasformavano in maledizioni e, dagli ossequi, si passava alle invettive. E il nostro drago da quel momento veniva "sbeffeggiato e fatto a pezzi dai suoi adoratori inferociti". Un comportamento estremamente significativo, che rivela alcuni aspetti della religiosità cinese.

Durante il regno di Jiaqing (1796-1821), nel corso di una siccità persistente, nessuna cerimonia in onore del drago era riuscita a produrre alcun effetto, perciò il sovrano ordinò di esiliare fino alle frontiere del Turkestan l'inflessibile drago che si ostinava a non far scendere la pioggia. Indubbiamente si trattava di un'immenso modellino conservato in qualche tempio (in Cina esistevano ovunque templi dedicate al Re dei Draghi, in cui il popolo pregava per ottenere abbondanti raccolti). Sconvolti per questa partenza in esilio e per la disgrazia di cui era vittima il paese, alcuni dignitari di Pechino intercessero presso il Figlio del Cielo, che si degnò di revocare la sentenza; e il drago, richiamato, fu reintegrato nelle proprie funzioni. Si ricorda che all'inizio del secolo scorso molti contadini si opposero alla costruzione delle vie ferrate, con il pretesto che i chiodi e le traversine indisponevano i draghi che vivevano nelle viscere della terra. Per loro, i draghi incarnavano le vene dell'energia cosmica percettibile, manifestatasi sotto forma di catene e di rilievi montani. Questi lavori, questi chiodi e queste rotaie, diceva la gente di campagna, importunano i draghi ferendo loro la spina dorsale.

Di fatto, in Cina, ognuno, a seconda della posizione sociale e del grado di istruzione, aveva il proprio modo di percepire o di interpretare i draghi. Per l'uomo comune, della strada o dei campi, il drago era quindi, come abbiamo visto, una creatura benevola e di buon augurio, che annunciava la pioggia e la fertilità, e inoltre era l'emblema dell’imperatore. La sua natura yang, maschile, lo contrapponeva allo yin, di natura femminile e quindi alla fenice, l'emblema dell'imperatrice. Si spiega perché questa due animali emblematici molto spesso siano stati associati e riprodotti insieme.

Ma per gli adepti della setta buddistica contemplativa Chan (o Zen in Giappone), il drago rappresentava infinitamente di più. Simboleggiava la visione fugace, istantanea, evanescente e illusoria della Verità, ed era quindi equiparato a una manifestazione cosmica. D'altra parte, per i taoisti il drago era il Tao stesso, incarnato, cioè la Via, la forza onnipresente che si rivela a noi in un baleno per svanire immediatamente. Perché su questo punto tutti i cinesi sono d'accordo: un drago si mostra soltanto in modo fugace, in una frazione di secondo e soltanto parzialmente; non lo si coglie mai nella sua interezza. Animale fantastico, il drago (di natura yang) abitualmente vive nascosto negli abissi mari, nelle viscere della terra o nelle nubi vaganti (di natura yin). Simboleggia quindi lo slancio spirituale, la potenza divina. Per cui, nel campo dell'arte, si hanno rappresentazioni nervose, gonfie di energia. Come se fossero colti da convulsioni, i draghi torcono e inarcano i loro corpi muscolosi. Nell'arte della Corte imperiale, il drago riveste un aspetto maestoso, brutale e temibile al tempo stesso. Deve esprimere la dignità del potere imperiale.

Artisti e draghi

Questa intensità di vita, questa forza intensa non potevano fare a meno di affascinare gli artisti, e in particolare quelli che usano l'inchiostro e il pennello, gli specialisti del disegno a inchiostro monocromatico. Dal III secolo, Cao Buxing era stato il primo pittore di talento a specializzarsi in draghi, ma il più grande di tutti fu indiscutibilmente Chen Rong, attivo dal 1235 al 1260. I suoi straordinari Nove Draghi, dipinti (nel 1244) a inchiostro, su carta, oggi al museo di Boston, lasciano un'impressione profonda (vedi dipinto). Non si dimentica facilmente questa visione fantastica, gli animali unghiuti, dalla vitalità sorprendente, che si arrotolano e scompaiono parzialmente negli squarci delle nuvole notturne. Sembra che Chen Rong dipingesse in stato d'ebbrezza e si servisse, a mò di pennello, del suo berretto intinto nell'inchiostro; poi terminava i dettagli con il pennello. La sua opera è d'ispirazione nettamente taoista e, di fatto, ritroviamo spesso dei draghi nelle evocazioni del Paradiso taoista, in cui questa servono da cavalcature agli Immortali che viaggiano tra le nuvole (nuvole che nella maggior parte dei casi sono rappresentate da viticci).

Secondo la tradizione, le raffigurazioni dei draghi a cinque artigli erano riservate all'imperatore (per i suoi abiti, il palazzo, il vasellame, il mobilio, ecc.). I principi di quarto e quinto rango avevano diritto soltanto a draghi con quattro artigli; agli altri restavano i draghi con appena tre artigli! Ma questa regola tardiva non è sempre rispettata e ha subito varie modifiche.

Vengono chiamati draghi Kui i primi draghi raffigurati sui bronzi arcaici, le giade e la ceramica bianca della dinastia Shang. Da quest'epoca (secondo millennio a.C.), sono associati ai riti "di invocazione della pioggia". L'immagine del drago viene allora ravvicinata al tamburo - che effettivamente serviva a chiamare la pioggia -; si pensava che per magia imitatoria il fulmine prolungasse il tuono del tamburo. Quindi, l'alligatore cinese (Alligator sinensis), attualmente in via di estinzione, e che vive in caverne-tane nelle tre province del Basso-Yangtse (Jiangsu, Zheijiang e Anhui), probabilmente è servito da modello ai primi artisti. Lungo circa due metri, questo animale sverna da ottobre ad aprile per ricomparire in primavera, con il ritorno della vita attiva, della vegetazione e della fecondità. D'altronde la sua pelle veniva utilizzata per realizzare tamburi per il culto, che del resto ancor oggi sono detti "tamburi di Pioggia" nell'estremo sud della Cina e nelle attigue contrade montane (Laos, ecc.). Esiste quindi una sicura identità (in origine, almeno) tra il drago e l'alligatore.

ll drago in tutte le sue forme

Padroni della Pioggia, manifestazioni delle forze celesti, si credeva che i draghi lasciassero i propri rifugi terrestri (come l'alligatore!) o le profondità degli oceani, in aprile, per salire in cielo e da lì far cadere la pioggia tra i lampi e il fragore del tuono. Così annunciavano il risveglio della natura e delle sue energie. Poi, all'equinozio d'autunno, ridiscendevano sulla terra, sotto terra e negli abissi oscuri dei mari. La denominazione "long" era riservata al drago residente nei cieli, il più potente, quella "li" al drago (allora sprovvisto di corna) che si nascondeva nell'oceano, e quella "jiao" al drago dalla corazza di scaglie che aveva la tana nelle paludi o nelle grotte delle montagne.

Si credeva che la pioggia risultasse dal combattimento amoroso tra due draghi di sesso "opposto", e alcuni cinesi sensibili, un tempo, rifiutavano di uscire sotto la pioggia, per non essere testimoni indiscreti di questi trastulli fantastici. II combattimento amoroso è sopravissuto in forma di gare e di competizioni tra imbarcazioni-drago, in occasione della festa del 5° giorno del 5° mese lunare (Festa delle barche-drago, Duanwujie in cinese). In occasione della festa delle Lanterne, il 15 della prima luna, grandi draghi a bruco, fatti di tela e di cartone, sotto i quali si nascondono portatori burleschi, serpeggiano nelle strade, in un grande tumulto di grida, risate, petardi, gong e ottoni. In questo caso simboleggia le forze sotterranee della germinazione primaverile, e quindi della fecondità. Nelle superstizioni popolari il drago ha svolto in ogni tempo un ruolo preponderante, come non si può fare a meno di constatare.

Così, per molto tempo, nel nord della Cina, i contadini sono stati incuriositi da strane ossa fossili che capitava loro di dissotterrare spesso e che, con la massima naturalezza, chiamavano "ossa di drago". Di fatto questi resti fossilizzati di dinosauri del trias superiore, che hanno da 70 a 225 milioni di anni, richiamano decisamente quelli degli attuali coccodrilli... Con l'unica differenza che il Phobosuchus del cretaceo superiore, per esempio, probabilmente raggiungeva i dodici metri di lunghezza! Si capisce la perplessità dei contadini davanti a ossa di tali dimensioni, quando le dissotterravano. Le ammucchiavano coscienziosamente per farne medicine e polveri magiche.

Nelle leggende della mitologia antica, i draghi fungono da veicoli o da traino per le grandi divinità, per esempio il Padre d'Oriente e la Regina Madre d'Occidente. Huangdi, l'Imperatore Giallo, sovrano leggendario, avrebbe, per primo, realizzato un tamburo con la pelle di un drago. Questi tamburi dominavano il fulmine, e Pangu, il nano cornuto, colui che metteva ordine nel caos, che è rappresentato sulle mura di Dunhuang mentre è intento a fare il giocoliere in un cerchio di tamburi. Dunque simboleggia anche il tuono! Durante il periodo della "società primitiva", il drago fu il simbolo delle forze soprannaturali.

Con il passare dei secoli, il drago nel Medio Evo assume una forma sempre più fantastica, e l'imperatore si impadronisce della sua immagine, facendone un suo antenato. Nella società feudale, divenne simbolo dell'autorità assoluta dell'imperatore. Lo si vedrà raffigurato su lingotti d'argento che servivano da moneta, e sul trono imperiale, chiamato precisamente "Trono del Drago". Dall'XI secolo, come si può osservare su alcuni affreschi di Dunhuang, viene inserito nei grandi dischi e quadri posti sul petto delle vesti, ricamato sugli abiti e sulle cappe di importantissimi personaggi, e sui flabelli e parasoli portati dai loro fedeli servitori. Il drago a tre artigli era già visibile sulle vesti Tang (618-907), e diventa un elemento costante durante la dinastia Yuan (1279-1367). Alcune leggi suntuarie, severe, promulgate nel XIV secolo, autorizzavano i nobili e gli alti funzionari a portare una veste decorata di draghi ricamati, riservando ai sovrani e a certi principi i draghi con cinque artigli. A partire dai Ming (1368-1644) e durante la dinastia Qing (1644-1911) soprattutto, queste vesti semi ufficiali, di gala, dette esattamente "vesti-drago", divennero sempre più frequenti.

I Nove Draghi

Abbiamo accennato al tema dei Nove Draghi a proposito dei disegni a inchiostro di Chen Rong. Lo si ritrova su una serie di grandi muri schermo, in ceramica policroma smaltata, conservati a Pechino (nella città proibita e nel Parco Beihai) e a Datong. Su una lunga fascia che si distende in larghezza, nove draghi fantastici, disposti a fregio e di colori diversi, si contorcono in mezzo a onde e nubi. Una credenza popolare in effetti distingueva nove specie diverse di draghi (con nomi precisi). Pulao viene sempre raffigurato sulle campane e sui gong; Qiuniu, ama la musica di tutti i generi; Bixi e Baxia sono raffigurati, il primo in cima alle steli - poiché era appassionato di letteratura - e alle mensole, il secondo alla base delle stesse, capace di sopportare grandi pesi. In quest'ultimo caso accade che alla testa della tartaruga che porta sul dorso la pesante stele, vengono conferiti i lineamenti di un drago; Chaofeng appare alle estremità scolpite delle travi dei tempi per la sua inclinazione al pericolo; Chiwen orna le balaustre dei ponti per la sua passione per l’acqua; Suanmi scolpito sull trono di Buddha per la sua propensione al riposo; Yazi è raffigurato sull'elsa delle spade; e infine Bi’an si allunga sull'architrave e sulle porte delle prigioni.
In breve, questo essere mitico e fantastico, tuttavia familiare, e che a suo piacimento poteva ridursi alle dimensioni di un lombrico o, viceversa, assumere dimensioni gigantesche, in Cina ha finito per acquistare una autenticità sorprendente, fino al punto di convincere ognuno della sua "reale" esistenza. All'inizio del secolo, serissimi insegnanti dell'Università di Shanghai giuravano di averne visti con i propri occhi! Ma lungi dall'essere una creatura inquietante e apocalittica, il drago in Cina ha sempre suscitato la simpatia di tutti e, al tempo della dinastia Mancese, ognuno fremeva per poter essere ammesso nell'ordine del Doppio Drago, e portare sul petto una medaglia su cui erano raffigurate due di queste creature benefiche affrontate. I drago, essendo di buon augurio, poteva portare soltanto felicità, ricchezza e prosperità. Si capisce perciò l'enorme e duraturo successo di questo tema che si mantiene vivo da più di trenta secoli, un tema che agli occhi degli occidentali potrà risultare leggermente inquietante, ma che al contrario è benefico e gradevole per gli abitanti dell'Impero celeste. Molti cinesi continuano a battezzare i propri figli con il nome "Long", drago, e ai candidati chc hanno superato brillantemente esami e concorsi, nonché agli accademici viene a loro volta conferito l'ambito titolo di "drago".

 

 
 
 

DALLA CINA CON FURORE

Post n°21 pubblicato il 17 Luglio 2012 da dragoblu2009

LONG
ovvero il Drago

 

ll drago, è sempre stato importante per i cinesi come simbolo e come motivo decorativo nell’arte e nelle feste popolari. Ma non sono molti coloro che possono rispondere alla domanda, chi è il drago o che conoscono i miti relativi a questa misteriosa creatura. La spiegazione degli antichi sul drago era la seguente: «Il drago era il re di tutte le creature ricoperte da squame, più lungo rispetto a un pesce, e poteva rendersi visibile o invisibile, sottile o grosso, corto o lungo; saliva al cielo nell’equinozio di primavera e discendeva verso l’abisso profondo nell’equinozio d’autunno». Secondo la leggenda riportata nel Libro dei monti e dei mari «Ying Long, il Drago, era il dio della siccità, e lo si pregava per ottenere la pioggia. Chi You fece una battaglia con Huang Di – l’Imperatore Giallo – e fu attaccato col diluvio e ucciso da Ying Long, mandato dall’Imperatore Giallo, nei dintorni di Jizhou (Hubei)».

Secondo gli antichi libri, « Il drago era la cavalcatura dell’Imperatore del cielo, il dio e le genti delle tribù di Yandi, Yao, Hu del Nord, Yue del Sud e Shan Miao erano adoratori del drago e si chiamavano gli eredi del drago, loro progenitore e protettore ». Insomma, dal punto di vista degli antichi, il drago aveva soltanto taluni attributi divini di potere: poteva trasformarsi, era capace di chiamare il vento e la pioggia, di controllare le forse naturali, era la divinità animale che li aiutava in battaglia e il mezzo di trasporto degli abitanti del cielo.

Vi sono stretti rapporti tra il drago e il totem; tutti e due hanno i caratteri di animali, considerati come antenati e protettori; la differenza è che il totem è un animale naturale, esistente nella realtà; invece il drago concentra immagini e attributi di vari animali, in una creatura mitica.

Sull’origine del drago, le opinioni sono diverse. Alcuni pensano che è un misto di vari derivati per evoluzione dal culto del coccodrillo, della lucertola, del cavallo, del maiale, del serpente o anche delle nuvole. Nei libri cinesi antichi ci sono molte descrizioni delle caratteristiche del drago; gli piace l’acqua, l’ibernazione, si spoglia delle sue scaglie, è oviparo, ha un corpo lungo. All’inizio, era concepito simile a un serpente, ma con zampe, unghia e corni e con un corpo scaglioso; i bambini nati nell’anno del serpente si chiamano nella tradizione popolare figli del "drago piccolo". Per cui all’origine del drago sarebbe stato il serpente e dal punto di vista degli antichi, serpente e drago sarebbero stati la stessa cosa. Ma seguendo la miticizzazione del totem del serpente, la sua immagine è cambiata gradualmente e alla fine è divenuto il drago: durante la dinastia dei Song settentrionali (XI sec.), è stata fissata definitivamente la figura del drago: corna come quelle del cervo, testa come quella del cammello, occhi come quelli del gambero, collo come quello del serpente, squame di pesce, artigli come del falco, zampe come di tigre, orecchi come quelli di bue.

Il totem era un prodotto della società primitiva e il drago era associato a eroi leggendari. Dire che si è figli del drago significa trasferire dalla collettività del clan alla individualità gli antenati; è nato così il modo di dire che Yang Di e Yao Di erano figli di Gan Long (il drago Gan) che la loro madre aveva sognato , prima della loro nascita: costoro erano i capi dei clan patriarcali del tempo antico. Poiché Yang Di e Yao Di vissero durante il periodo di transizione dalla società matriarcale a quella patriarcale, e cioè nel periodo tardo della cultura Yangshao (cultura neolitica del villaggio Yangshao) e nel periodo della cultura Longshan (4-5000 anni da ) anche il simbolismo del drago deve essersi formato nello stesso periodo.

Il significato simbolico del drago cambiò continuamente. Fu considerato simbolo di fortuna come la tigre bianca, il cardellino rosso e la tartaruga nera; durante il periodo del regno Liu Bang della dinastia Han Occidentale (III sec. A.C.), prese il significato di antenato del clan dominante e di simbolo del potere imperiale.

Durante il periodo delle dinastie Yuan, Ming e Qing, si decretò che soltanto la famiglia imperiale, dove si concentrava il potere, il drago era nei costumi imperiali, nei recipienti comuni e nell’edilizia; dovunque vi era l’immagine del drago, a dimostrare pienamente l’idea che il potere dell’imperatore era venuto dal cielo.

Per il popolo, il drago non solo era il rappresentante dell’imperatore: sin dal tempo antico, la danza del drago, la corsa delle barche a forma di drago erano attività ricreative popolari durante la festa di Primavera. Le preghiere per la pioggia con la danza del drago cominciarono durante la dinastia Han, le corse con le barche a forma di drago ancora prima.

Durante la dinastia Tang, re-draghi dominavano i laghi, i fiumi e i mari, erano responsabili della pioggia e della sicurezza della navigazione, ed erano i nuovi membri della famiglia del drago. Nel sentimento della gente, il re-drago era motivo di paura. Nei miti classici del Pellegrinaggio verso l’Ovest e de Ne Zha fa la battaglia con il regno del mare, il Re Drago era il protagonista negativo. D’altra parte, la gente gli costruiva templi dovunque e offriva sacrifici per ottenere la sua protezione. In talune storie storia classiche come Liu Yi consegna la lettera, Zhang Yu cuoce il mare, i protagonisti si sposano con le figlie dei re-drago e hanno famiglie felici. La distanza tra la gente e il drago era diminuita a causa della personificazione dei re-drago, benevoli e gentili, con teste di drago e corpi umani.

Concludendo sulla evoluzione del drago, possiamo dire che la sua forma è cominciata 4-5000 anni fa, si è sviluppata in sincronia con la nazione cinese e si è unita alla storia, l’ideologia, le religioni, la mitologia, la letteratura e l’arte, il folklore, con ricche motivazioni interne e forza suggestiva. Oggi, scomparsa la superstizione, alla gente piace il drago come portafortuna della nazione e la bella immagine e lo spirito di lotta del drago sono diventati un simbolo della nazione cinese e dello stato.

IL DRAGO IMPERIALE TRADIZIONALE

Risultato di trasformazioni continue, il drago imperiale tradizionale, detto long, è veramente spaventoso. Si presenta come una sorta di grosso sauro dalla testa cornuta provvista di quattro lunghi baffi, dal corpo agile, squamoso e munito di quattro zampe armate ciascuna di cinque artigli possenti. Si diceva un tempo per esaltare il sovrano: "il drago plana nel cielo del mezzogiorno", poiché dopo il II sec. a.C., esso è l’emblema e l’incarnazione della sovranità e della protezione imperiale, la sua fonte di energia è così potente che domina gli elementi ostili allo sviluppo della vita animale e vegetale. Un drago era scolpito sugli antichi lingotti d’argento utilizzati come moneta e il trono del "Figlio del Cielo" si chiamava "trono dei draghi". Sotto le ultime due dinastie, i Ming e i Qing, il drago apparve sugli abiti degli imperatori. Notiamo che le zampe sono armate di cinque artigli, i principi del terzo e del quarto rango avevano come emblema lo stesso drago ma con quattro artigli. L’espressione "seme di drago" significa: principi di sangue o talento letterario.

SIMBOLOGIA E ICONOGRAFIA

Mentre da noi il drago, potenza malevola, è il simbolo delle tenebre, del male, della maledizione e l’incarnazione di Satana, in Estremo Oriente, è piuttosto quello della prosperità, del benessere ecc. e, secondo i Taoisti, del Tao.

Così, lo si vede sotto le forme le più diverse e nelle combinazioni le più inaspettate, come motivo di ricamo, di scultura, nella decorazione di pezzi in ceramica, in lacca, in cloisonné ecc. Sotto l’impero, esso figurava sulla bandiera nazionale vicino a un "sole" rosso su fondo giallo.

Sovente il drago tiene tra i suoi artigli — o gioca con — una palla o un disco impropriamente chiamato sole o perla meravigliosa. Quando questa figura tra due draghi, si dice popolarmente che se la disputano.

L’iconografia cinese riproduce a volte dei draghi in numero di nove. Si conosce nel parco del Lago del Nord, a Beijing estendersi tra le costruzioni armoniose di quella che fu la Città Proibita, un muro-schermo lungo e meraviglioso in ceramica policroma chiamato jiu long bi, "Schermo dei nove draghi". Da un capo all’altro su un fondo azzurro, nove draghi si contorcono a gara al di sopra delle nuvole ondeggianti. Appaiono così naturali che sembrano pronti a lanciarsi per proteggere l’imperatore da tutti gli spiriti nefasti che potrebbero popolare i luoghi.

Poiché, secondo la credenza popolare, le principali specie di draghi sono nove, questo schermo protettore simboleggia tutti i draghi esistenti. È dunque nove volte di buon augurio.

Non bisogna confondere il drago long con il drago tan, altro animale fantastico munito di una piccola coda e di due corna. Il carattere che le designa è lo stesso della parola avarizia che d’altronde egli personifica.

Un simbolismo supplementare riveste il drago quando forma una coppia con un uccello mitico che la terminologia occidentale identifica con il nome di fenice. Si vedono degli esempi su delle medaglie talismatiche, degli specchi, degli oggetti in porcellana, ecc. È una illustrazione del detto popolare: "Drago che si eleva e fenice che plana" che identifica un letterato di grande sapere. Questa coppia fantastica suggerisce anche la prosperità così che l’espressione "splendore di drago e bellezza di fenice" a proposito di un uomo degno delle più alte dignità.

Un giovane uomo che cavalca un drago e una ragazza una fenice evocano la leggenda secondo la quale l’unione di questi due esseri sarà perfetta.

 
 
 

LEGGENDE SUI DRAGHI

Post n°22 pubblicato il 17 Luglio 2012 da dragoblu2009

LA STORIA DELLE SPIAGGE WANGNIANG

Molti anni fa, la pianura occidentale del Sichuan conobbe una siccità così grave che gli alberi morivano, i giovani virgulti ingiallivano, le risaie si spaccavano, i laghi mostravano il loro fondo e i raggi di un sole rosso fuoco brillavano ogni giorno sulla terra.
In un piccolo villaggio, al bordo di una rapida, abitava una famiglia. La madre, che si chiamava Madre Nie, aveva più di quarant’anni e suo figlio Nie Lang ne aveva quattordici. Essi affittavano un campo, ma i pochi dou¹ di cereali che restavano non erano sufficienti, dopo aver pagato l’affitto: Nie Lang doveva andare a raccogliere la legna per il fuoco e delle erbe per venderle. Molto sincero, laborioso e saggio, era sempre pronto ad aiutare i vicini. Se la intendeva bene con i bambini del villaggio e il suo migliore amico si chiamava Changsheng.
Un giorno, al primo canto del gallo, egli andò come sempre, con la gerla sulla schiena, a tagliare delle erbe col falcetto. Salendo verso la Cima del Drago Rosso, pensava: « Il mio amico Changsheng mi ha detto ieri che Zhou il Riccone chiede delle erbe per nutrire il suo cavallo, bisogna che ne tagli di più per vendergliele». Preso da questi pensieri, senza accorgersene, Nie Lang aveva oltrepassato la Cima del Drago Rosso.
Nel Fossato del Drago alla base della montagna, in primavera si era avuta abbondanza di pesci e gamberetti, e di erbe sulle sue rive. Ma il luogo adesso non era altro che pietrisco. Nie Lang emise un sospiro, e pensava di andare altrove, quando vide improvvisamente una figura bianca dietro il tempio tutelare. Molto stupito, disse: « Oh! Una lepre bianca!»
All’idea che la lepre mangia l’erba tenera, egli la seguì non si sa per quanti li. Arrivata al fondo della valle, la lepre scomparve. Ma Nie Lang scoprì là un ciuffo di verzura, e tutto contento, ne tagliò un cesto pieno.
Cosa estremamente bizzarra, l’indomani le erbe erano ricresciute. Egli andò dunque a tagliarle due giorni di seguito. Poi pensò: «Sarebbe meglio che le strappassi e le piantassi dietro casa mia, invece di correre ogni volta come un coniglio per una dozzina di li». Si affrettò a scavare la terra e strappò le erbe. Ora, stava per rialzarsi quando vide una pozza d’acqua, sulla cui superficie brillava una perla. Nie Lang la prese, tutto felice, la mise prudentemente in grembo e tornò a casa, con la sua gerla di erbe sulla schiena.
Al suo arrivo a casa, il sole stava già tramontando dietro la montagna. Mamma Nie stava preparando la zuppa di mais. Alla vista del suo ragazzo, si lamentò amaramente:
— Perché rientri così tardi?
Nie Lang le raccontò la sua avventura e tirò fuori la perla. Improvvisamente, tutta la casa fu illuminata da un bagliore così accecante che non si poteva tenere gli occhi aperti. La madre si affrettò a dirgli di nasconderla nel vaso del riso. Dopo cena, Nie Lang piantò le erbe dietro casa, vicino a un boschetto di bambù.
Il giorno dopo, si alzò prestissimo e corse a dare un’occhiata alle sue piantagioni. Ahimè, le erbe erano tutte secche. Rientrò a casa per vedere se la perla era ancora là. Appena aperto il coperchio del vaso, gridò meravigliato:
— Madre, presto, venite a vedere!
Il vaso era pieno di riso, e sopra c’era ancora la perla. Capirono che era una perla magica, poiché, da allora, se la si posava nel vaso del riso, il riso aumentava, e se la si metteva su dell’argento, l’argento si moltiplicava. Alla famiglia non mancavano ormai né vestiti né cibo. Quando i vicini non avevano di che mangiare, Mamma Nie diceva a suo figlio di portar loro del riso. Anche lui povero, Nie Lang voleva ben aiutare i vicini in difficoltà. La notizia si sparse in fretta. Quando la seppe, Zhou il Riccone, un signorotto dispotico del villaggio, disse al suo intendente:
— Bisogna cercare con tutti i mezzi di impadronirci di questa perla!
— Signore, disse l’intendente, la famiglia Nie è povera, sarà facile comperarla con una bella sommetta.
Ma poiché Nie Lang era certamente troppo intelligente per lasciarsi ingannare, Zhou e il suo intendente concepirono un piano oscuro: l’intendente sarebbe andato con quattro servi a saccheggiare la casa dei Nie, con il pretesto che Nie Lang aveva rubato la perla preziosa della famiglia Zhou tramandata dai suoi antenati. Se Nie Lang non avesse dato la perla, lo si sarebbe incatenato e condotto in prefettura. Quando Changsheng, guardiano dei cavalli di casa Zhou, venne a conoscenza del complotto, uscì di nascosto e andò ad informare Nie Lang affinché fuggisse immediatamente con sua madre. Madre e figlio erano tutti indaffarati nei loro preparativi per la partenza quando l’intendente di Zhou li fermò subdolamente davanti alla porta.
— Ridatemi immediatamente, gridò, la perla magica del mio padrone o siete morti tutti e due!
A quelle parole, Nie Lang si arrabbiò e disse puntando l’indice sull’intendente:
— Tu non sai che malmenare i poveri appoggiandoti a Zhou il Riccone. Con quale prova mi accusi di furto?
Senza prendersi pena di rispondergli, l’intendente ordinò ai servi di frugare in casa ma non si trovò nulla. L’intendente sgranò gli occhi e disse di perquisire Nie Lang che, immediatamente, inghiottì la perla.
— È finita, finita! Nie Lang ha inghiottito la perla, la perla è nella sua pancia! Gridarono i domestici.
— Picchiatelo! urlò l’intendente.
Sotto i calci e i pugni, Nie Lang svenne. Fortunamente, alcuni vicini riuscirono a scacciare l’intendente e i servi; quindi portarono Nie Lang dentro casa e curarono le sue ferite. Mamma Nie, seduta vicino al letto, vigilava su suo figlio, con le lacrime agli occhi.
A mezzanotte passata, Nie Lang si svegliò improvvisamente e disse ad alta voce:
— Che sete! Voglio bere dell’acqua!
Vedendo che suo figlio aveva ripreso conoscenza, Mamma Nie, felicissima, si affrettò a dargli una ciotola d’acqua. Nie Lang la vuotò in un attimo e ne chiese ancora un’altra. Molto impaziente, si mise a pancia in giù sull’orlo del grande orcio e ne bevve tutta l’acqua. Sua madre tremava per la paura.
— Figlio mio, è terrificante vederti bere così tanta acqua!
— Mamma, il mio cuore soffre come se fosse arso da un fuoco violento! Voglio bere ancora, mamma!
— Non c’è più acqua nel nostro orcio!
— Voglio andare a bere nella rapida!

Un lampo squarciò il cielo e illuminò tutta la casa, seguito dal fragore del tuono. Nie Lang saltò per terra e corse fuori. Sua madre si precipitò per rincorrerlo, ma più lei correva, più aumentava la sua paura. Poco tempo dopo, apparve davanti a loro un fiume, simile a un lungo nastro grigio. Come posseduto, Nie Lang si gettò in riva al fiume e bevve gloglottando. I lampi e i tuoni si succedevano. In un batter d’occhio, Nie Lang aveva prosciugato metà dell’acqua del fiume. Tirando per i piedi con tutta la sua forza, la madre gridò:
— Che cosa ti sta succendendo, figlio mio?
Nie Lang si voltò, si era trasformato: si vedevano due corna sulla testa, dei peli blu attorno alla bocca e delle scaglie rosse sul collo.
— Lasciate la presa, mamma, voglio essere un drago per vendicarmi di quest’odio così immenso e profondo quanto il mare!
Sotto i tuoni e i lampi, l’acqua salì rapidamente nel fiume con delle onde tumultuose, e sconvolse il silenzio dell’immensa terra. Zhou il Riccone in persona arrivò giusto in quel momento, conducendo i suoi servitori che brandivano delle torce, con l’intenzione di aprire il ventre di Nie Lang e prendersi la perla.
Udendo questo vocìo, Nie Lang indovinò che c’erano della persone e disse:
— Lasciatemi, mamma, voglio vendicarmi!
Scrollandosi con tutte le sue forze, si rotolò nel fiume e fece scaturire delle onde alte sino al cielo.
— Vecchia, dov’è andato tuo figlio?, gridò Zhou afferrando Mamma Nie per le spalle.
— Che delinquente sei, Zhou! Insegui mio figlio sino al fiume. Non ti è sufficiente? Nie Lang, urlò, il tuo nemico è arrivato!
Con un calcio, Zhou il Riccone gettò Mamma Nie per terra, e corse in riva al fiume per cercare Nie Lang. Seguita da un lampo rosso e nel fracasso del tuono, un’onda, scatenata come un cavallo al galoppo, trascinò tra i suoi flutti Zhou il Riccone, il suo intendente e tutti i suoi servi, inghiottendoli sino all’ultimo.
Il vento si calmò e la pioggia smise di cadere. Il cielo si rasserenò poco a poco. Nie Lang levò la testa e chiamò dal fiume:
— Mamma, sto per partire!
— Figlio mio! Quando ritornerai? domandò Mamma Nie, afflitta.
— Poichè il mondo umano e il mare si separano, io non tornerò fino a quando le rocce non sbocceranno come fiori e ai cavalli non spunteranno delle corna.
Avendo la triste convinzione che suo figlio non sarebbe mai più tornato, Mamma Nie, in piedi su una grande roccia, gridava incessantemente: «Figlio mio! Figlio mio!...» Ai richiami della sua amata madre, Nie Lang volgeva più in alto la testa per vederla. Ventiquattro volte lei lo chiamò e ventiquattro volte egli alzò la testa. Ad ogni saluto del figlio, comparve una spiaggia. Ne comparvero ventiquattro che più tardi furono chiamate le «Spiagge che guardano la madre», in cinese Spiagge Wangniang.

 
 
 

LEGGENDE SUI DRAGHI 2

Post n°23 pubblicato il 17 Luglio 2012 da dragoblu2009

LA FIGLIA DEI DRAGHI

 

All’indomani della separazione tra il cielo e la terra, vivevano nel firmamento nove draghi giganteschi che venivano sovente a divertirsi tra le nuvole multicolori. Quando questi nei loro giochi si avvicinavano alla terra, tutto ciò che la copriva si disegnava sotto i loro occhi: le montagne, i fiumi, gli alberi, le piante, gli animali…Un giorno, furono affascinati da una gemma che sulla terra brillava di tutti i suoi bagliori ora rossi, ora verdi, ora violetti. Come era magnifica! La natura aveva voluto che i draghi avessero un debole per le pietre preziose, e così si precipitarono facendo a gara su questo tesoro per appropriarsene. Ma, cosa strana, la pietra che vedevano così bene dal cielo, scomparve al loro arrivo sulla Terra, sommersa nell’immensa foresta. Non volendo ritornare a mani vuote, i draghi restarono per continuare le loro ricerche. Il tempo passava senza che se ne accorgessero, e a forza di persistere nella ricerca di questo gioiello, finirono per metamorfizzarsi nel fiume Lancang. È per questo motivo che questo fiume si chiama anche il Fiume dei Nove Draghi.

A fianco del Fiume dei Nove Draghi si ergeva un enorme picco chiamato Picco Dorato, ai piedi del quale c’era una grotta estremamente profonda, detta Grotta della Roccia d’Oro. Essendo questo un luogo spazioso e luminoso, i draghi decisero di trasformarlo in un palazzo e di istallarvisi.

Parecchi anni più tardi uno di loro, il Re dei Draghi bianchi, mise al mondo una bambina. Questa, molto sincera, vivace e graziosa, aveva la pelle così bianca e fresca come quella delle radici di loto e gli occhi brillanti come delle perle. All’età di sedici anni la figlia dei draghi, annoiata di vivere sempre nel palazzo sotto il fiume, usciva sovente dalle acque per giocare. Un giorno, salita in superficie, scoprì lungo le rive dei ciottoli bianchi, delle sensitive verdeggianti, dei fiori rossi e degli alberi dai frutti color arancio. Ella si divertiva così tanto che si dimenticò che doveva tornare indietro. Dapprima, si divertì un mondo lungo il fiume, poi, desiderosa d’andare vedere altrove, giunse, seguendo un sentiero sinuoso, in cima ad una montagna a nord del fiume. Oltre la montagna scoprì una pianura verdeggiante coperta da palme, da bambù nani e da piante di areca molto slanciate.

Estasiata, la figlia dei draghi continuò ad avanzare. Arrivata davanti alla pianura, vide degli uomini che tiravano dei buoi per arare, delle donne trapiantare del riso con dei cesti sulla schiena, dei bambini e dei bufali bagnarsi in uno stagno. Quanto la vita sulla terra era gioiosa e animata! A quella vista, presa da una grande passione per quel tipo esistenza, non ebbe più voglia di rientrare al Palazzo dei draghi.

Proprio in quel momento, le si avvicinò un giovanotto dai che camminava su un sentiero tra i campi conducendo un bue. Aveva all’incirca vent’anni, ed era vestito con una giacca da contadino, con dei pantaloni voltati in su. Portava una fascia sulla testa e aveva le mani piene di fango. Vedendolo, la figlia dei draghi comprese immediatamente che era lavoratore ed onesto. E senza saperlo se ne innamorò. Gli andò incontro e chiese timidamente:
— Fratello coltivatore, mi potresti dire il nome di questo luogo?

Il ragazzo si fermò e rispose molto educatamente:
— È la pianura Mengyang dei Dai. Da dove vieni, sorella? Perché sei tutta sola?

La figlia dei draghi avrebbe ben voluto dirgli la verità ma per timore di non essere creduta, rispose in maniera sibillina:
— Fratello coltivatore, abito vicino al fiume Lancang. Questa mattina, sono andata a cogliere delle verdure selvatiche nella montagna vicino al fiume. Là, mi sono perduta ed eccomi qui per caso…

Nel sentirla parlare in tale maniera, il ragazzo le disse affabilmente:
— Vuoi venire a riposarti un po’ a casa mia? Devi essere molto stanca. Casa mia, quella palafitta, è piccola ma comunque ci sono degli sgabelli per gli ospiti.

La figlia dei draghi abbassò la testa, molto felice, e si lasciò condurre dal giovane.

Il ragazzo si chiamava Yan Maoyang. I suoi genitori erano morti da molti anni. Senza fratelli, viveva solo in una piccola casa di bambù. Aveva lavorato come guardiano di buoi sin dall’infanzia e sapeva già arare la terra all’età di dieci anni. Era povero ma di grande bontà. Quando le persone avevano delle difficoltà, era sufficiente dire una sola parola perché lui andasse in loro aiuto. Tutti gli abitanti del villaggio lo trovavano molto simpatico. Parecchie donne molto premurose avevano da molto tempo l’intenzione di aiutarlo a fondare una famiglia. Ma non avevano ancora trovato la ragazza giusta. Il sole era già tramontato e gli uccelli sarebbe ben presto ritornati al loro nido. I paesani, stupiti di veder Yan Maoyang rientrare con una bella ragazza, andarono tutti sul balcone per guardarli. Il ragazzo era un po’ infastidito ma per niente imbarazzato. «È naturale, si disse, condurre a casa qualcuno che si è smarrito, perché dovrei infastidirmi?»
Rientrato a casa, Yan Manyang depose una catinella d’acqua sul balcone e chiese alla ragazza di lavarsi i piedi. Poi, dispose una tavola rotonda di striscioline di giunco sulla quale mise una ciotola di riso glutinoso, della zuppa di germogli di bambù e dei cetrioli salati.
— Sorella smarrita, disse con tenerezza, avrai probabilmente fame dopo aver digiunato tutto il giorno, vieni subito a man-giare qualcosa!

Vedendo che la giovane era arrossita e sembrava confusa, aggiunse:
— Queste verdure selvatiche e la zuppa fredda non sono certamente molto appettite, ma il riso glutinoso, però, è buono, vieni ad assaggiarne!
— Fratello coltivatore, come posso ringraziarti! Esclamò la figlia dei draghi. Era la prima volta che mangiava il cibo del mondo terrestre e lo trovava migliore di quello del Palazzo dei draghi.

Finito di mangiare, era già buio. L’orfano si mise in agitazione. Cosa sarebbe accaduto se un uomo pieno di salute avesse dormito con una bella ragazza sotto lo stesso tetto? Ma la notte gli impediva di riac-compagnarla a casa. La figlia dei draghi era intelligente, e si era già accorta dell’angoscia del giovane. Pensando che era giunto il momento della verità, gli disse con franchezza e tenerezza:
— Fratello coltivatore, scusami; in realtà io sono la figlia dei draghi e vivo nella Grotta della roccia d’oro del fiume Lancang. Il desiderio per la vita umana mi ha spinto a venire sino qui. Ti supplico di tenermi, diventerò volentieri tua moglie e ti coprirò di cure e tenerezza.

A queste parole, Yan Maoyang fu costernato. Come era possibile che questa graziosa figliola fosse la figlia dei draghi del fiume Lancang? Scettico, egli la interrogò e rinterrogò per esserne certo. Ed ogni volta la giovane giurava di dire la verità. Yan Maoyang non insistette più. Che quello che diceva fosse vero o falso, egli decise di rispondere alla preghiera della ragazza. Così le disse sinceramente:
— Figlia dei draghi, tu hai un’anima pura come una goccia d’acqua! Ma io sono un uomo molto povero. Hai pensato alle difficoltà alle quali andrai incontro se vivrai con me?
— Se si ama veramente, rispose la figlia dei draghi, il più aspro dei frutti diventa dolce nella bocca degli innamorati.

Essi procedettero alla cerimonia nuziale la sera stessa.
L’indomani, a questa notizia, i paesani andarono a felicitarsi con dei fiori, del riso dell’ultimo raccolto e dello zucchero rosso in polvere. Vedendo che questi contadini erano tutti molto onesti e benevoli, la gio-vane sposa giunse le mani per esprimere loro i suoi ringraziamenti sinceri:
— Mille volte grazie per avermi dato il diritto d’asilo nel vostro villaggio malgrado la mia bruttezza. A partire da oggi, se voi avrete delle difficoltà, io farò del mio meglio per aiutarvi.

Queste parole colmarono di gioia i paesani che cominciarono ad esprimere i loro desideri:
— Ebbene, figlia dei draghi, dacci più pioggia, il nostro villaggio non ha abbastanza risorse d’acqua, il trapianto del riso non si può fare senza la pioggia, implorò un vecchio.
— E poi, proseguì una nonna, la gente di Mengyang non sa nuotare né condurre le zattere. Quando abbiamo bisogno di recarci in visita dai nostri parenti sull’altra riva del fiume, non potresti aiutarci ad attraversare il fiume?

La nuova venuta acconsentì con gioia. Da allora, si dice, il tempo divenne molto favorevole per la risicoltura nel villaggio Mengyang. Quando la gente di Mengyang aveva voglia di andare al villaggio Jinghong, doveva solo gridare: «Sono del villaggio Mengyang, che la figlia dei draghi abbia la gentilezza di aiutarmi ad attraversare il fiume», perché apparisse un ponte sul fiume.

Un anno più tardi, la figlia dei draghi era incinta. I paesani andavano sovente a trovarla a casa, augurandole di mettere al mondo un neonato paffuto senza difficoltà. Ma proprio in quel periodo accadde qualcosa di catastrofico.

Con lo scopo di farsi costruire un altro palazzo, il nuovo capo del villaggio Jinghong ordinò a tutti gli uomini del villaggio di andare ad abbattere il legname necessario sulle montagne. Un mese dopo, essi ne avevano già raccolto la quantità necessaria. Ma al momento di attraversare il fiume, le zattere di bambù furono rovesciate dalle onde e tutto il carico di legname cadde nel fiume Lancang. I battellieri, diverse migliaia, si adoperarono per recuperare tutto quel legno per novantanove giorni, ma fu tutta fatica inutile. Come fare? Il capo del villaggio Jinghong era molto inquieto, quando un uomo molto intelligente andò a suggerirgli una soluzione:
— Mio signore, gli disse, io mi reco sovente al villaggio Mengyang per rendere visita a dei parenti. Ho saputo che là un giovanotto ha sposato la figlia dei draghi. Se si chiedesse aiuto a quest’uomo, forse si ritroverebbe facilmente il legno perso nel fiume.

A queste parole, il capo fece chiamare immediatamente Yan Maoyang.
Costui era un uomo di cuore. Era sempre disponibile. Ma questa volta egli esitò, poiché sua moglie era incinta di nove mesi e avrebbe ben presto partorito. Ma il messaggero lo implorò tanto e ancor di più:
— Se noi non possiamo recuperare il legname, il capo del nostro villaggio ci farà picchiare sino alla morte. Abbiate pietà di noi e aiutateci a venirne fuori.

La figlia dei draghi si commosse e disse a suo marito:
— Va’, mio caro sposo. Aiutare gli altri a superare le difficoltà è nostro dovere. I paesani si occuperanno di me, stai tranquillo!
Le parole della sua sposa lo rassicurarono e così si recò a Jinghong accompagnato da colui che aveva chiesto aiuto.

Dopo la partenza di suo marito, la figlia dei draghi andò furtivamente sulle rive del piccolo fiume del villaggio Mengyang. Là, ella pregò il genio del fiume di dire al Re dei draghi di aiutare suo marito a recuperare il legname caduto, il più presto possibile. Il Re dei draghi del fiume Lancang, per far piacere a sua figlia, inviò immediatamente numerosi pesci e gamberi ad assistere Yan Maoyang nel ripescaggio. In meno di mezza giornata, essi riuscirono a tirare fuori dall’acqua più di un migliaio di tronchi d’albero. La gente di Jinghong ne era stupefatta. «Oh, diceva, è miracoloso! Solamente il genero del Re dei draghi è capace di fare questo!» Ma qualcuno ne aveva fatto partecipe il capo del villaggio Jinghong. Convinto dei talenti di Yan Maoyang, questi riconobbe che nessuno a Jinghong era capace quanto il giovane. Ma proprio in quel momento, un uomo gli mormorò all’orecchio:
— Mio rispettabile maestro, il giorno della vostra morte è vicino!

Il capo spalancò gli occhi e chiese:
— Cosa succede? Qualcuno cerca di uccidermi?

L’uomo rispose con astuzia:
— Non ora, ma bisogna stare all’erta! Riflettete bene, Yan Maoyang è mille volte più forte di voi, se avesse l’intenzione di diventare, al posto vostro, il capo del villaggio Jinghong, sareste in grado di misurarvi con lui?
— Allora cosa bisogna fare, secondo te?

Chiese il capo con un tono ansioso.
— La cosa migliore sarebbe quella di ucciderlo prima che egli sospetti qualcosa, rispose l’uomo estraendo la propria sciabola.
Il capo scosse la testa, vedendo pagato con l’ingratitudine il suo benefattore. Ma subito gli balenò un’altra idea per la testa: «il capo del villaggio Jinghong deve essere un uomo del posto, non bisogna cedere questa carica ad un uomo del villaggio Mengyang. Sarà meglio agire per primo». Fece allora arrestare Yan Maoyang con l’intento di trascinarlo nella foresta per decapitarlo. A questa notizia, la gente del villaggio Jinghong che abitava lungo il cammino dove doveva passare il condannato andò ad intercedere in suo favore e a dissuadere il loro capo dall’agire alla leggera. Ma costui non non sentiva da questo orecchio e tranciò la testa di Yan Maoyang con un colpo di sciabola.

Avendo appreso della morte di suo marito, la figlia dei draghi cadde in deliquio. Grazie alle cure dei paesani, ella ritornò poco a poco in sé. Nella sua collera, disse:
— Non credevo che esistessero a questo mondo degli uomini così malvagi. Mio marito ha avuto la bontà di andare ad aiutarli. Ma invece di essergli riconoscenti, essi l’hanno ucciso, io non glielo perdonerò!

La notte stessa, la giovane ritornò nel Palazzo dei draghi per far partecipe del suo dolore il Re dei draghi bianchi. Questi, preso dal furore, ordinò immediatamente ai soldati dei gamberi di gettare grosse pietre nel fiume Lancang. Subito le acque del fiume iniziarono a scorrere a ritroso e, in un niente, inondarono Jinghong e le sue risaie. Il capo e gli abitanti trovarono scampo sulla sommità delle montagne dove si nutrirono di foglie d’alberi e di frutti selvatici.
— Perché le acque del fiume salgono così in fretta, visto che non è caduta una sola goccia di pioggia? S’interrogò il capo del villaggio Jinghong che dava per scontato che la cosa sarebbe stata di breve durata.

Ma trascorsero otto o nove giorni senza che si avesse alcun segno di decrescita. I sinistrati avevano mangiato tutte le foglie degli alberi e i frutti selvatici e ora rischiavano di morire di fame. Allora un vecchio disse al responsabile:
— Hai avuto torto ad uccidere il bravo giovane che ci ha aiutati a ripescare il legname. Ti rendi conto che è la tua cattiveria che ha provocato la collera della figlia dei draghi ed è indirettamente la causa di questa apocalisse! La sola via d’uscita che ti permette di sopravvivere è quella di andare a riconoscere i tuoi crimini davanti alla figlia dei draghi.

Il capo comprese solo allora le cause di quella catastrofe. Rimpianse molto la sua imprudenza e fece fare una zattera di bambù che lo conducesse verso le montagne sull’altra riva in compagnia dei suoi consiglieri. Là, scesi dalla zattera, si recarono a piedi del villaggio Mengyang per domandare perdono alla giovane vedova:
— Figlia dei draghi, disse il capo del villaggio Jinghong, la nebbia ha ostruito la mia vista, quanto me ne voglio d’aver ucciso tuo marito su istigazione di cattivi consiglieri. Uccidimi se vuoi, ma ti supplico di non annegare gli abitanti del villaggio Jinghong.

La figlia dei draghi gli lanciò uno sguardo furioso, gli rimproverò la sua ingratitudine e gli chiese di rendergli suo marito. Incapace di assolvere a tale richiesta, il capo non sapeva che implorare la clemenza. Fu soltanto dopo aver lungamente pianto che la figlia dei draghi si calmò. Allora il capo le disse:
— Figlia dei draghi, se tu ci perdoni e lasci gli abitanti del mio villaggio vivere tranquillamente, noi saremo felici di nutrirti di generazione in generazione.
La figlia dei draghi, nonostante la sua tristezza e la sua indignazione, non se la sentiva di annegare tutti gli abitanti del villaggio Jinghong. Così acconsentì.

La sera stessa, essa ritornò nel Palazzo dei draghi per domandare al Re dei draghi di far togliere lo sbarramento di pietre dal fiume. La mattina del giorno dopo, le acque del fiume avevano ripreso il loro corso normale, i villaggi e i campi emersero nuovamente dall’immensità delle acque.

Da allora, per esprimere la loro riconoscenza, la gente del villaggio Jinghong considerano la figlia dei draghi come il genio del loro villaggio e vanno a venerarla ogni anno lungo le rive del fiume. Si narra anche che, poco dopo il suo ritorno al Palazzo dei draghi, la figlia dei draghi avesse partorito un bel neonato. E poiché durante la maternità ella aveva avuto bisogno di uova, quando la gente va a renderle omaggio le porta come offerta centoventi uova di differenti colori.

 
 
 

PARENTI DEI DRAGHI

Post n°24 pubblicato il 17 Luglio 2012 da dragoblu2009

Il Drago Anfisbena

 

Un drago senza né ali né zampe, ma con due teste è chiamato Anfisbena.

Il suo nome è un composto dalle parole greche amfis e bainein, che significa “che va in due direzioni”.

L’archeologo riscontrerà la somiglianza con alcune raffigurazioni, ampiamente diffuse nel mondo, di serpenti a due teste.

L’anfisbena è, citando le parole di Brunetto Latini, «un serpente con due teste, una al suo posto e l’altra sulla coda, e con entrambe può mordere, e corre con prestezza, e gli occhi brillano come candele.»

Per altri autori l’anfisbena sarebbe dotata di zampe, ma per correre avrebbe inventato la ruota: una testa entrerebbe nella bocca all’altra estremità e, facendosi cerchio, l’anfisbena potrebbe così correre velocissima.

Drago Anfisbena

 

Il dragho Viverna

 

I draghi con ali e due zampe si chiamano Viverne.
Al contrario dei draghi possiedono solo un paio di zampe, quelle posteriori.

Le zampe anteriori sono sviluppate in ali con una apertura di circa 16 metri.

Le viverne sono grigio-marroni e raggiungono la lunghezza di circa 12 metri, metà dei quali costituiti dalla coda che termina in un aculeo velenoso come quella degli scorpioni e il loro veleno è potente e letale.

Sebbene assomiglino ai draghi, secondo alcuni, le Viverne sono animali non molto intelligenti e solo lontanamente imparentate con essi.

Questi Draghi compaiono in molti dipinti del Medioevo e del Rinascimento e sono animali araldici. 

Drago Viverna

 

 

Il dragho Anfittero

 

Se un drago possiede grandi ali e non ha le zampe, è chiamato Anfittero.

L’Anfittero vero e proprio vive in Arabia e lungo le rive del Nilo dove protegge gli alberi da incenso, mettendo in fuga chi va a rubare la resina di questa pianta.

Il fantastico Serpente Piumato Atzeco chiamato "Quetzalco" ed i Draghi Messicani sono senza zampe ed hanno ali piumate.

Questo drago possiede una vista acutissima ed un soffio infuocato e letale che terrorizzava le antiche popolazioni del continente americano, che per ammansirli gli elargivano doni e sacrifici dai tetti dei templi.

  

Drago Anfittero - Serpente Piumato

 

I Draghi Lindworm o Lindorm

I Draghi Lindorm, è un Draghi dal corpo serpentino e con una lunga coda, due sole zampe corte e senza ali.

È una creatura molto grande e feroce che divora bestiame e persone e vive di preferenza in profonde grotte vicino ai villaggi da dove può agguantare con facilità le sue vittime.

Viene descritto, tra gli altri, da Marco Polo che ne aveva avvistati alcuni esemplari attraversando l’Asia Centrale.

Sono draghi che solitamente vengono rappresentati sugli stemmi araldici.

Drago Lindworm o Lindorm

 
 
 
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