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Ecocentrismo Vs Antropocentrismo

Oggi è indispensabile per noi l'integrazione ecocentrica al dilagante antropocentrismo che vede l'uomo in possesso di un'anima, una mente e la ragione lo incorona monarca assoluto di un reame che - così come ci si presenta - appare sempre più in crisi.

L'ambiente si potrebbe definire il principe del regno vivente, sulla scia di questa metafora. Esso è parte integrata e integrante della costituzionalità dell'essere umano, che a sua volta lo è per altri viventi che meritano di avere qualifiche morali. Tutto sta nel definirne i confini.

Da principio, la questione dell'ambiente nasce e si sviluppa come un problema etico-pratico: cosa fare? come agire? che cosa valorizzare prima? quali politiche mettere in atto per incrementare il benessere di altri esseri umani e dell'ambiente stesso?

Ma un'altro interrogativo crea un accanito corrucciamento delle fronti dei filosofi di scienza che impiegano il loro ragionamento quotidiano sullo "statuto morale" chiedendosi così:

Quali sono le entità che hanno valore etico? quali entità possiedono uno statuto morale? è sufficiente possedere la conoscienza di un linguaggio tradizionale per avere dei diritti? e verso quali entità noi esseri umani abbiamo dei doveri?

Il tentativo di allargare il discorso filosofico (e le considerazioni in ambito morale) verso entità nonumane, prende il nome di estensionismo etico. Ma quali sono i suoi principi?

I concetti e le categorie dell'etica classica (diritti, doveri, responsabilità, statuto morale) si estendono al di là del limite dell'attuale essere umano, lasciando emergere nuovi orizzonti.

Altrettanti interrogativi emergono da subito. Ci si può chiedere fino a che punto è lecito estendere i confini dello statuto etico, e della successiva considerabilità morale? Si tratta di una presa d'atto dal punto di vista filosofico, di una procedura decisionale, o di una semplice (e forse anche banale) considerazione umana che sceglie a quali entità assegnare dei diritti?

Ma a questo punto del ragionamento quali sono i criteri da seguire per delineare i paradigmi dell'astensionismo etico? Anche perchè, in quest'ambito come in molti altri, i criteri per attribuire una considerabilità morale a un ente x piuttosto che y variano molto rispetto alle correnti di pensiero che si sceglie di seguire. Alcuni esperti in materia mettono sul piedistallo l'essere Persona o l'essere dotati di potenzialità per diventare Persona; altri l'essere dotati di razionalità (e avere potenzialità per svilupparla), di capacità linguistica e sensibilità; l'essere dotati di vita propria e poterla dare all'interno dell'ecosistema di cui (e in cui) si è parte.

C'è chi estende lo statuto morale oltre che alle piante e agli animali, anche a tutte le specie che trovano spazio in questo mondo, insieme agli alberi, le montagne, e le acque...

I limiti umani richiedono una nuova epistemologia della coscienza morale, che emerge anche a partire dalle scelte energetiche; il problema delle scorie radioattive; la diminuzione delle risorse disponibili e rinnovabili; il mutamento del clima e di stagioni che oramai i nostri figli potranno descrivere solo studiando sui loro libri; l'estinzione di molte specie animali e vegetali considerate protette; l'inquinamento atmosferico e delle acque, non solo nelle città.

Tutto ciò da spazio a nuovi interrogativi, che prima o poi si dovrà iniziare a sistematizzare.

Più che altro per le generazioni future, che domani saranno anche più arrabbiate di noi oggi.

 

GL

 

 

 
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