Qualcosa che non c'è

piccolo sfogo

Finalmente questa settimana è finita, non ne potevo più!
Eppure mi ha lasciato addosso un nervosismo incredibile, sento proprio la necessità si scrivere un po'.
Credo che quando si lavora con altre persone ognuno dovrebbe avere rispetto per quello che fanno gli altri. Dovrebbe avere rispetto anche se quello che fanno non lo soddisfa. Credo che un superiore possa fare dei rimproveri, ma solo se lui stesso ha fatto del suo meglio per fare la sua parte. Non mi sono mai fatta problemi a prendermi le responsabilità dei miei errori, ma se mi viene detto qualcosa che non ha basi, se devo prendermi le cazziate per conto di altri non ci sto.
Non ci sto a sentirmi cose che vanno oltre gli errori commessi, a sentirmi offese che hanno poco a che fare con quello che è stato effettivamente il mio lavoro e che arrivano anche a toccare il personale ...
non ci sto a sentire la mia responsabile che mi da addosso perchè vado un giorno a Roma per la scuola, quando in due settimane sono stata sempre presente, lavorando quasi senza soste!
non ci sto a vedere un'assistente arrivista che si nasconde dietro agli altri dopo aver fatto una cavolata dietro l'altra ... se il gruppo fa degli errori, la colpa è del gruppo, non dei singoli ... per me in un gruppo è fondamentale rispettarsi a vicenda, se ci sono degli errori non serve urlare e gettare fango, si può lavorare e correggerli insieme ...

ieri ho smesso di lavorare, felice di aver chiuso questo maledettissimo progetto, ma con il carico dei veleni e umiliazioni prodotti da questi scontri, con la rabbia di non poter imparare niente da persone di questo genere, con lo sconforto e l'idea che del mio progetto di ricerca non gliene freghi niente a nessuno ... starò procedendo nella giusta direzione? che cosa sto a fare lì? è un dottorato o una schiavitù?

poi, si è illuminato il cellulare ... era il prof. da cui dovrei andare a fare il periodo all'estero a cui era partita la chiamata per sbaglio ... iniziamo a scriverci e mi rassereno un po' ... penso a Stoccolma, a quanto desidero fare quest'esperienza, alla bravura e all'umanità di questo professore ... penso che lui, tra quelli che conosco, sia uno dei pochi degni di tale titolo ... con lui forse potrei davvero imparare qualcosa, forse questo dottorato non sarà così inutile...

e poi finalmente è tornata a galla una convinzione che c'è sempre dentro di me: tutto nella vita serve ... diventiamo quello che siamo in base a quello che viviamo, ai momenti belli così come a quelli brutti, e in fondo non ho proprio niente di cui lamentarmi ...

l'importante è non perdere di vista le cose importanti ... il fatto che ho degli amici fantastici, che ho accanto a me un uomo che mi ama e che amo sempre di più, e che il mio vero obiettivo è diventare una psicoterapeuta e aiutare gli altri e devo fare del mio meglio per riuscirci ... vista in questa prospettiva i veleni universitari perdono di gran lunga significato, lasciano il tempo che trovano!!

"e ... se c'è un segreto è fare tutto come se vedessi solo il sole"

il sole c'è, è bello alto in cielo e splende come non mai!!! :)