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Messaggi di Dicembre 2014

io

Post n°421 pubblicato il 09 Dicembre 2014 da effe_elle_1

Io prego il Dio degli uomini (o chi per lui) di non farmi dimenticare che la persona con cui vivo, con cui trascorro il 100% del mio tempo, con cui mi arrabbio più spesso, che più spesso non capisco, che a volte non condivido e a cui dò più consigli, sono io.
Prego quel Dio che non mi faccia scordare mai che a me, io devo rispetto e riverenza.
Se un giorno di nuovo mi scordassi, come ho fatto, che io devo essere il bene prezioso a cui dedicare più attenzioni, se un giorno, di nuovo, scordassi che la voce che ho dentro non serve a parlarmi e farsi ascoltare, avrei ancora vissuto invano.
Allora gli chiedo: Buon Dio, se tu davvero esisti, o anche se non esisti, fà che sia io la guida di me stessa. Se ci crei a Tua immagine e somiglianza, ma anche se non dovessi essere Tu a crearci, se nascessimo così, per caso, da una combinazione, conserva il cuore nobile e fà che io ricordi che quel caso è stato proprio fortuito. 
Se finalmente imparassi a fare questo, mi renderei felice e l'irrequietezza che sento probabilemte svanirebbe. Se rispondessi ai miei bisogni, che vanno tutti in un'unica direzione, sarei di certo più felice perchè avrei premiato me. Prima di ogni soddisfazione, di ogni traguardo raggiunto, c'è il bisogno di ascoltare. Non esiste il fato, la fortuna, esiste l'ascolto perchè tutti sappiamo esattamente ciò che ci renderebbe felici, ciò che ci renderebbe migliori. Allora penso che non sia più tempo di affidarmi a, ma sia quello di fidarmi di. Credo che se è vero che conosco bene i miei limiti, non conosco affatto come fare a superarli e questo alla lunga sfugge di mano, fa perdere il controllo, fa vivere in balia di una corrente che troppo spesso è disordine vuoto, mai creativo. Allora io getto l'ancora, mi pianto per bene, mi rimbocco le maniche e lavoro. In tutto questo tempo che mi servirà, lungo tutto questo viaggio, lascerò aperta la porta delle emozioni, perchè io non mi protegga da nulla, o quanto meno cerchi di farlo molto poco. Cercherò sempre che la vita mi travolga pur nella sua semplicità, perchè io sappia cogliere e riconoscere quello che di prezioso dona e me ne sappia innamorare, offrendo lo stesso intenso, maturo, tipo di amore. Allora saprò di non aver vissuto invano. 
Se è vero, come è vero, che in Quel Caso io posso scorgere solo fortuna, non sarà difficile e di certo ne varrà la pena.
Allora vivrò di bellezza e me ne saprò ricordare.

 

"Quando moriremo il grande Dio ci chiederà
quanta bellezza hai vissuto e non quanti peccati.
Te ne ricorderai?"

 
 
 

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Post n°420 pubblicato il 05 Dicembre 2014 da effe_elle_1

Io sbaglio sempre i tempi, ora lo so. Ma se fossi libera da orgoglio e sovrastrutture o forse semplicemente se avessi potuto guardarti negli occhi stasera ti avrei detto questo:
Ci sono cose che ho sbagliato con te e non so perchè continui a pensarci, ma tant'è. Ho sbagliato ad aprile a non dirti che quello che avevo vissuto mi aveva resa felice, avrei dovuto dirtelo lì, di fronte al supermercato, quando mi hai detto prima di partire "ci sentiamo e ci vediamo.. a questo punto non so quando", dovevo parlare senza curarmi di come sarebbe andata o di una tua risposta. Ero lì e ho perso l'occasione e tu la tua. 
Ho sempre pensato che una persona è ciò che dice di essere e tu volevi essere un passatempo. Lo dicevi scherzando prima di abbracciarmi, prima di prendere il viso tra le mani e baciarmi come fossi una cosa preziosa. Non capivo come una persona come te potesse sprecarsi così, non capivo perchè ciò che dicevi non corrispondeva mai a ciò che facevi, a come mi guardavi, a come mi toccavi a quanto ti aprivi. Ma sarebbe stato allora che avrei dovuto rinunciare a quello che provavo, rinunciare alla gioia, all'euforia, all'eccitazione, all'interesse, alla condivisione, a tutto e farti assaporare cosa avrebbe significato perdere un passatempo (se avesse mai significato perdere qualcosa). ogni volta che tornavi dicevo a me stessa che sarebbe stata l'ultima perchè delle briciole non mi sono mai accontentata, salvo scontrarmi con la nauralezza di quello che sentivo, di quello che comunic(hi)avi e preferire l'emozione alle parole pesanti, lasciare spazio al raccontarsi, al colmare vuoti che in fondo tu avevi costruito e che volevi riempire tutti in un'ora o in quel tempo che in fondo era solo convenzione, perchè quando mai abbiamo guardato l'orologio?! 
Ho sempre agito senza pensare perchè era bello tutto ciò a cui riuscivo ad aprirmi, ma ho sbagliato a non dirti che non credevo quando sottovoce dicevi che erano momenti, che non lo credo tutt'ora perchè lo sento da come mi tocchi, da come mi parli. Ho sbagliato a non dire che i tuoi muri sono anche i miei, a tenermi per me che siamo simili per ragioni diverse, ma che è ciò che più mi ha legato a te.
Ho sbagliato a non dirti che la prima volta che hai staccato la spina hai detto tutto senza parlare, che forse avrei dovuto prenderti io... ma non ne ero capace, perchè sono convinta che se non sai restare, se non sai scoprire, non vuoi... per me vale sempre la massima "la verità è che non gli piaci abbastanza". E cancellerei l' ultima sera con te, perchè avrei voluto dirti che mi hai persa perchè non sai esserci, e invece... non ho detto nulla spingindomi al limite, per dimostrare a me stessa che non ne avevo bisogno... che non aveva senso, forse sarebbe stata l'unica volta in cui avrei dovuto ricordare le parole "non è che tutto deve per forza avere senso".
Ora tutto questo mi scoppiava dentro, cercando un confronto impossibile, inutile, sterile, a senso unico. Parlarti per dirti cosa? Parlarti per sembrare ufficilamente pazza, per togliermi i sassi dalla scarpa. Ho perso LE occasioni, che almeno io possa imparare che ogni lasciata è persa e che non ci sono venti nella mia mente che possano spostare pensieri, portarli lontani, che se io non mi conoscessi potrei avere una scusante, ma lo so bene che le cose si chiudono solo quando metto l'ultima parola... chi sa se saprò fare in modo che siano queste parole non dette a darmi il senso del finito, del compiuto e avere così lucidità e libertà di pensiero, libertà emozionale. Dirti senza dirti che non sei più l'ignoto, che ti ho capito o forse ho capito quanto basta a decidere che sono esausta e che in fondo vorrei vederti un'ultima volta solo per dirti tutto questo, guardarti neglio occhi e poi mai più.

 
 
 

a me piaci, Bellezza

Post n°419 pubblicato il 03 Dicembre 2014 da effe_elle_1

Scrivere, eliminare gli argini che costringano pensieri, emanciparsi, rendersi liberi.
Essere artigiani, liberarsi, aprirsi come non si avesse nulla da perdere.
Tornare nella "propria" città e trovarla bella, ancora una volta guardarla senza stancarsi.
Una città d'oro, dicono (non avete, forse, visto Lecce -dico io.).
Cammino sempre con il naso all'insù come fossi senza meta, una turista dopo 6 anni e ogni volta non rimango indifferente, ogni volta noto qualcosa in più, ad ogni ora del giorno o della notte posso innamorarmene. Se poi sto via troppo a lungo, quando torno devo farci l'amore, passeggiare da sola, guardarla dormire e poi svegliarsi, toccarla un po' mentre mi accompagna silenziosa, mentre mi culla i pensieri e suggerisce ricordi. Ogni angolo, ogni stradina, ogni scorcio, mi parla e non necessariamente di me. Qui posso sperimentare la solitudine nella sua accezione positiva se ho voglia, o circondarmi di visi amici, essere me stessa, senza vincoli, spiegazioni, solo io. 
Pare immobile, non curante al passare delle stagioni, vestita di colori che distrattamente potrebbero sembrare scale di grigi, ma provate a guardarla davvero e vi stupirà. Certo, se ci fosse il sole a illuminarla potrebbe solo fare meglio, ma Lei non se ne cura, sicura è lì e si lascia guardare, altera, ma mai indifferente. Poi si agghinda per le feste e scalda il cuore, ricca di luci e bellezza.
Si protegge nella nebbia, come sospesa, si lascia bagnare dal fiume, compagno e amico. E' lì solo per sfiorarla, per permetterle di riflettersi, per amarla con discrezione, per omaggiarla e tu non puoi che meravigliarti di quella calma placida, di quella forza nascosta che non pare nemmeno costretta. Come la mano del tuo amante che ti tocca come non ci fosse tesoro più prezioso al mondo, come le tue carezze che spero la vita mi faccia dono di non dimenticare mai, nonostante tutto.

 
 
 

 
Segnalato da libero
18/02/2008
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Ci sono sere da trascorrere con se stessi..
 
 
 
 

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