Creato da: lecasame il 04/04/2010
Con calma e per piasèr

 

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DIFENDIAMOCI!

Intanto difendiamoci
da chi ci sta sbranando,
poi penseremo a individuare
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UN GIORNO MIGLIAIA DI UOMINI LASCERANNO...

Proclama all’occidente 
del presidente algerino Houari Boumediene
nel 1974 dal podio delle Nazioni Unite:

“’Un giorno milioni di uomini lasceranno l’emisfero sud per fare irruzione nell’emisfero nord. E non in modo amichevole.

Verranno per conquistarlo, e lo conquisteranno popolandolo con i loro figli. E’ il ventre delle nostre donne che ci darà la vittoria”.

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IL CUCULO

... quando si schiude l’uovo del cuculo, il piccolo intruso sbatte fuori dal nido i suoi “fratellastri” caricandosene sul dorso le uova e gettandole fuori, o spingendo giù gli altri uccellini del nido se sono già nati...

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SPOT PARTITO DEMOCRATICO SVEDESE

 

QUESTA E' SPARTA!

 

Dichiarazioni DIRITTI UMANI

Dichiarazione Universale
dei diritti umani

................................

Dichiarazione Universale
dei diritti dell'uomo nell'islam

................................

 

 

 
« SULL'IGIENESTEFANO MIGLIETTI, IL RUNNER »

E' PIEMONTEISA LA PRIMA DONNA DELLE FORZE SPECIALI DELL'ESERCITO ITALIANO

Post n°4 pubblicato il 04 Aprile 2010 da lecasame

 
Elena, una Ranger contro i talebani

Il caporalmaggiore Bono è la prima donna delle forze speciali dell'Esercito italiano


Paracadutista, alpino e ora Ranger.

Non chiamatela Rambo nè tantomeno "soldato Jane". La prima donna soldato entrata nelle forze speciali è una tosta e non accetta stereotipi. Il Primo caporalmaggiore Elena Bono, in servizio permanente effettivo nel Battaglione Alpini paracadutisti, ha superato con successo le selezioni per la qualifica di Ranger.

Un corpo d'elitè del nostro Esercito ammirato da tutti gli alleati della Nato. Elena Bono, 31 anni ad agosto, piemontese, nata in quel di Cuneo, con una passione sin da piccola per la vita militare. «A cinque anni mi facevo fare le foto sull'attenti», confessa. E poi non faceva altro che ripetere: «Da grande farò il soldato». Una passione entrata nel sangue per spirito di ammirazione nei confronti dello zio. «Mamma mi parlava sempre del fratello paracadutista che aveva combattuto ed era morto ad El Alamein - racconta la Ranger - La Folgore mi è entrata dentro. Così ho iniziato a interessarmi dell'iter legislativo che avrebbe aperto le porte dell'Esercito alle donne».

E la famiglia come l'ha presa?
«Pensavano che scherzassi. Intanto facevo la maestra e studiavo Psicologia. Poi la legge è stata approvata e ho subito fatto domanda per arruolarmi. Ora sono tutti contenti della mia scelta».

Ha fatto parte del primo contingente di donne soldato. Poi subito nei parà. Una rivincita della condizione femminile?
«Non mi sento affatto una paladina delle donne. Ho seguito la passione con determinazione e non potevo non scegliere di fare il paracadutista. Nessuna rivincita solo grande impegno per realizzare un sogno e fare questo lavoro al meglio».

Lavoro che l'ha portata fino in Afghanistan nella missione combat Enduring Freedom?
«Quello è un ricordo particolare. Un pezzo di cuore è rimasto laggiù a Khost. Il contatto con la popolazione, la tensione: tutto è stato estremamente gratificante. Non stavamo in un albergo a cinque stelle ma l'esperienza è stata senz'altro entusiasmante».

Paura?
«Se uno sceglie questo tipo di professione dà alla paura la giusta connotazione. La giusta misura come quando sei davanti al portello e stai per lanciarti nel vuoto. La paura serve per non prendere nulla sotto gamba e affrontare le situazioni con serietà».

Adesso il corso da Ranger. È stata dura?
«Fisicamente dura. Non si può nascondere il fatto che i maschi siano più forti. Ma con la forza di volontà e lo spirito di gruppo si riesce a portare a casa il risultato. Certo ho sentito dirmi "voi donne non ce la farete mai" ma ormai sono cose superate».

Il tempo per l'amore, la famiglia?
«Un fidanzato c'è e porta pazienza. I figli per ora non ho molto tempo tra pattuglie e addestramento. Si devono fare sacrifici. Insieme ma per ora va tutto bene».

 Il futuro di Elena Bono?
«Intanto voglio superare le ultime qualifiche di questo corso. Poi vorrei fare il direttore di lancio e l'istruttore di roccia. Ecco, raggiungere questi risultati mi fa essere fiera come donna. Penso alle altre che verranno. Possono trovare uno stimolo in più: "lei ce l'ha fatta possiamo farcela anche noi"».

05/03/2009

(Fonte: da Web)

 
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