Cose da "Prima Repubblica", situazioni immorali che appartengono solo a chi sta nei "piani alti del potere", ma questa volta il "furbacchione del quartierino", o meglio del "centro storico" di Roma è stato beccato mentre eludeva la legge italiana che a quanto pare, ma si sapeva, vale solo per il popolo, la plebe. Protagonista di questa vicenda è il Comandante dei Vigili Urbani di Roma, Giovanni Catanzaro, nominato sin dal 2006 a capo di chi dovrebbe far rispettare il codice della strada, diventato a punti con la riforma della Casa delle Libertà.
Giovanni Catanzaro avrebbe usato un permesso per disabili, perso da un'anziana, per parcheggiare venerdì sera la sua auto personale in divieto di sosta con rimozione forzata in via della Croce, vicino a piazza di Spagna. Lo avrebbe fatto per andare a mangiare al ristorante, e che ristorante. Sul cruscotto dell'auto, secondo quanto documentato anche con foto dal servizio giornalistico, era esposto un permesso di accesso per disabili che risulterebbe intestato a una signora di 86 anni. Il permesso, sostiene il giornale, è stato rilasciato dal Comune di Roma con n. 69221R, ma non è valido perché ci sarebbe la denuncia di smarrimento della legittima intestataria e comunque non riporta la targa dell'auto del comandante dei vigili. Catanzaro, che ricopriva il ruolo da oltre un anno, era entrato nel Corpo nel 1975. Per oltre vent'anni ha guidato il gruppo più importante di Roma, quello del centro storico, e adesso si comprende perché il traffico nella Capitale va sempre in tilt. Prima di assumere l'incarico di comandante è stato per quattro anni vicecomandante con delega ai grandi eventi.
Questa vicenda ha fatto letteralmente imbestialire il CAPO del Campidoglio, il Cesare del III° Millennio, Walter Veltroni, che non ha gradito questa mancanza di rispetto per il popolo romano. Il nuovo imperatore romano, Walter, si è praticamente sentito spodestato da un suo semplice condottiero, non ha gradito, si è infastidito, dopo tutto sono privilegi che solo chi è a Capo di Roma, chi ha conquistato l'intero vecchio continente, potrebbe magari permettersi, ed invece i fatti lo hanno impressionato al punto tale di prendere la decisione di mandarlo a "dirigere il traffico". Adesso però il Sig. Giovanni Catanzaro potrebbe divetnare una mina vagante degli automobilisti romani, perché sicuramente non avrà pietà neanche per i "Divieti di Fermata".
Giunge, e non poteva essere diversamente, il plauso da parte della Cisl della polizia municipale "È impensabile che proprio chi dovrebbe far rispettare il codice della strada tenga un comportamento immorale che rievoca episodi da Prima Repubblica. Sono fermamente convinto che chi sbaglia deve pagare, perché non può essere consentito a nessuno di noi infangare una divisa che con dignità e decoro indossano quotidianamente migliaia di donne e uomini. Spero che il sindaco trovi il modo per riconoscere che ad oggi deve ancora iniziare la ricostruzione del Corpo". E se il sindaco fosse stato Gianni Alemanno la CISL avrebbe dato lo stesso comunicato stampa? O magari gli avrebbe dato del fascista che non rispetta i diritti dei lavoratori?
Perché questo mio interrrogativo? Perché questo mio dubbio che resterà tale? Tutto ha una ragione, un motivo. Qualche mese fa la Cassazione ha OBBLIGATO la ASL di una provincia italiana a risarcire un infermiere che era perennemente assente dal suo posto di lavoro. Timbrava il "cartellino" la mattina alle 8,30 e si assentava continuamente, lo fanno almeno il 70% di coloro che occupano posti pubblici. La ASL lo licenziò, lui, il "furbetto" ha fatto ricorso e oltre a tornare al suo posto di lavoro ha acquisito il diritto al risarcimento. Tutto con l'appoggio del "Sindacato dei Lavoratori".
Questa è l'ITALIA di chi fa finta di LAVORARE, speriamo che la decisione di Walter Veltroni non resti una goccia in un deserto.
Inviato da: pagni luca
il 09/05/2021 alle 11:44
Inviato da: commVampiri
il 14/07/2012 alle 21:21
Inviato da: marco
il 15/11/2011 alle 10:14
Inviato da: LUCA
il 29/05/2011 alle 09:32
Inviato da: Nanni Moretti
il 26/04/2011 alle 11:10