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Napoli, una città tra i rifiuti

Post n°242 pubblicato il 05 Gennaio 2008 da gladiatore1973
 
Foto di gladiatore1973

La quantità di rifiuti prodotti da una società rappresenta, come qualche vecchio filosofo napoletano aveva sottoscritto, "il vero livello di ricchezza" di una comunità. Un'affermazione, questa, vera e sacrosanta se si pensa che se un popolo possiede molti beni economici vuol dire che dispone di un reddito elevato, utilizzato poi per l'acquisto di vari beni economici che a loro volta vengono consumati, il consumo è  poi seguito, inevitabilmente, dalla "creazione di rifiuti" che diventa sinonimo di "potere d'acquisto" di una comunità.

Ma dopo aver speso il proprio denaro per soddisfare le proprie necessità, un popolo deve anche avere la capacità di poter smaltire i rifiuti e gli avanzi che seguono l'utilizzo dei beni acquistati. Purtroppo Napoli, la città del "Sole e del Mare", attanagliata da una politica corrotta e molto "gestita" dalla Camorra, è oggi spaventosamente immersa in tonnellate di rifiuti. Una delle più belle città del Sud Italia, nonostante l'alto livello di delinquenza e vandalismo, vive da anni in uno stato a dir poco "inaccettabile" e "pazzesco". Come fanno gli abitanti di una città a vivere o meglio "convivere", ahimé, forzatamente con un ammasso inestimabile di rifiuti?

Perché il popolo napoletano accetta, passivamente questo status che va a scontrarsi con la civitas humanae? 

La cronica crisi dei rifiuti che attanaglia la Campania era finita nel mirino di Bruxelles lo scorso giugno, quando la Commissione Ue si disse «scioccata» dalle immagini televisive che mostravano le strade di Napoli invase dall'immondizia e i cittadini disperati che davano fuoco a cumuli di rifiuti. Di qui l'accusa all'Italia di non fare abbastanza per risolvere «un problema che crea rischi di diffusione di malattie e di inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo e che dunque desta gravi preoccupazioni per la salute umana e per l'ambiente». Per Bruxelles, in particolare, «gli impianti regionali per lo smaltimento dei rifiuti sono inadeguati, in palese violazione degli obblighi comunitari previsti nella direttiva quadro sui rifiuti». Per questo all'Italia si chiede di «agire prontamente per adeguarsi e rimettere in efficienza gli impianti». A distanza di sei mesi, però - si lamenta negli uffici della Commissione Ue - Bruxelles è ancora in attesa di una risposta da parte del governo italiano. E a proposito del governo Prodi, colui che avrebbe dovuto regalarci la FELICITA', intanto ai napoletani ha regalato milioni e milioni di tonnellate di rifiuti. Magari Prodi non c'entra nulla, ma rappresenta il Governo Italiano che è la più alta carica in Italia dopo il "fantoccio" Presidente della Repubblica Napolitano, e dovrebbe immediatamente risolvere il problema, con le buone o le cattive. Ed invece osserva, guarda ma non fa nulla, da buon democristiano che pensa alla "pagnotta" e a riscaldare la sua poltroncina.

Il sindaco di Napoli Iervolino cerca di trovare un'alternativa alla discarica di Pianura "Ho chiesto che non si pretendessero ulteriori sacrifici a chi ha già dato. Non voglio fare l'eroina, tutti avranno fatto la loro parte, ma io conoscendo le difficoltà degli abitanti di Pianura non potevo non metterle in campo". Tutti noi siamo potenziali produttori di rifiuti ma nessuno vuole la discarica vicino al proprio Paese. Tutti utilizzano il cellulare ma nessuno vuole i vari ripetitori vicino alle proprie abitazioni. Tutti consumano a grandi quantità energia elettrica ma guai a costruire degassificatori o centrali nucleari nella propria città. E' l'Italia del NO, dove lo Stato non ha potere e dove 10, 100 manifestanti si oppongono alla soluzione di un problema comune e sociale. Bassolino, che ha fatto del clientelismo la sua arma vicnente non si vuol dimettere. Mentre il Presidente Napolitano dice di essere "Allarmato" ma le parole lasciano il tempo che trovano.

La situazione è gravissima e non risolvere un problema di queste dimensioni dimostra ancora che il "Bel Paese" va verso una lunga fase di decadentismo soprattutto politico e sociale.

 
 
 
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