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Post n°1138 pubblicato il 14 Luglio 2016 da massimo.maneggio

                         

     

      Le vittime  dell’incidente ferroviario tra Andria e Corato tingono di sangue  i verdi e secolari uliveti delle Puglie. Si inabissano, in  un groviglio di lamiere di un vagone, le speranze di  quanti  nel viaggio coltivavano  il sogno  di rendere migliore la terra del Sud. Non pensavano di incontrare la morte, su un binario unico. Il dramma di Andria  si somma  in un  tempo nel quale il Sud continua a bruciare. Troppe volte la cronaca ci rende protagonisti  di disgrazie che vorremmo farne a meno. Essa, ( si dice per dovere) riporta articoli strazianti  di lamenti di madri e figli spersi nella  cocente terra  dei Padri che hanno fatto il callo  a  non avere niente. La gente ( lo sai ) qui è abituata a  vivere con poco, ma non  dimentica di pagare  le tasse prima di recitare le preghiere alla sera.  Poi, il dramma lo scontro delle locomotive, sotto il sole a mezzogiorno. Le lacrime si consumano nel dolore dei familiari  marcando  visi  incavati nel lampo del tragico momento. Si fa strada un misto di rabbia e impotenza, in tutti noi, che non  trova rassegnazione per una morte assurda. La composta umanità e solidarietà della Comunità pugliese prevale tra tanto, intenso dolore. La ragione, quella  umana, quasi sempre  cerca un movente, una causa, una colpa. Cosicché la res pubblica prova a lenire, prontamente, i dolori  originati nella fitta storia  di atti mancati per il Sud. Attoniti partecipiamo, ancora oggi, a vite spezzate dalle ferraglie di un binario che dritto porta le anime nell’infinito. Questa terra, naturalmente bella, che oggi piange in ginocchio i suoi figli spera che la  luce dell’alba del nuovo giorno  incoraggerà Lei sig. Presidente e gli uomini del suo governo a pensare, veramente, come fare per contribuire a renderla ancora più bella.      

             Rosalbino Turco, Bisignano (cs), già Consigliere Provincia di Cosenza   

 

 

 
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