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Messaggi del 29/08/2014

 

Bisignano un paese strano

Post n°809 pubblicato il 29 Agosto 2014 da massimo.maneggio

Il malcontento generale racchiuso nei versi di una canzone: per i ragazzi non è certo un periodo di grande fiducia nel futuro, anche guardando al proprio territorio bisignanese. La pensa così il giovane cantautore Carlo Falco che con la sua musica e le sue parole vuole dare una “scossa” ai suoi coetanei ma anche a chi rimane spesso nell’indifferenza. Il giovanissimo cantore, cresciuto nel quartiere di Santa Croce, nei suoi testi vuole raccontare il mondo che lo circonda senza nessuna illusione, come ha già fatto con un toccante brano dedicato alla storia del campo di concentramento Ferramonti di Tarsia. Nel caso attuale, invece, Falco ha dedicato alla città di Bisignano il brano “Un paese strano” (disponibile su youtube) e, avvalendosi dell’arrangiamento musicale di Francesco Bruno, ha provato un po’ a raccontare la metafora di una terra che, a suo dire, non riesce a cambiare passo e mentalità. La canzone, in pochi giorni dalla sua pubblicazione, ha già scatenato il dibattito in città, tra chi loda e si schiera dalla parte di Falco e chi, invece, pensa che il giovane cantautore abbia calcato la mano in quanto a pessimismi. L’obiettivo del giovane artista è stato comunque raggiunto: da buon cantautore ha raccontato la realtà senza filtri e in modo coinvolgente, stimolando l’opinione pubblica.

Masman

 
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Libertà ultrà

Post n°808 pubblicato il 29 Agosto 2014 da massimo.maneggio

Il mondo che amavamo non esiste più!L'odore acre dei fumogeni, gli striscioni sugli spalti, la trepidante attesa prima delle trasferte, la libertà di girare l'Italia a modo nostro: i chira manera. Gli amici invece, i compagni, i fratelli quelli ci sono ancora, sempre.
Negli sguardi di ognuno di noi c'è la consapevolezza di perdere una parte importante, fondamentale, della nostra vita, ma non possiamo nemmeno piegarci alle assurde limitazioni della nostra libertà. Non possiamo andare al massacro e diventare carne da macello, masticati e sputati via. Non abbiamo mai ceduto al ricatto dello Stato, abbiamo lottato fino all'ultimo bandito e abbiamo pagato duramente, sulla nostra pelle, con una pioggia di denunce e diffide la nostra resistenza contro l'abominio della “Tessera del Tifoso”. Anche perchè “le tessere” ci ricordano un periodo oscuro della storia di questo Paese, un periodo che speriamo sia sepolto per sempre. Siamo nati e cresciuti, vecchi e giovani, con ideali che dalla nostra Curva Sud hanno fatto il giro del mondo. Il nostro modo di tifare ha contribuito a fare la storia del movimento ultras italiano e, di conseguenza, europeo. Oggi da questo mondo vogliono eliminarci come si elimina l'erba cattiva, estirparci fisicamente se fosse possibile. La già costante repressione è divenuta insostenibile dopo i fatti del 3 maggio. Il nuovo “Decreto Alfano” arrivare a livelli che mai si erano visti. Leggi speciali seconde solo a quelle contro le associazioni mafiose e sullo stesso piano di quelle contro il terrorismo. Aberrazioni legali di uno Stato che applica contro gli ultrá ciò che dovrebbe applicare contro se stesso e i propri organi di controllo da sempre covo di commistioni politico-mafiose di ogni genere. Il vero nemico però, siamo e rimaniamo noi. Anche nell’immaginario dell’opinione pubblica, persino di quella meno sclerotica e meno borghese. Questo perché abbiamo ancora una mente pensante, non lobotomizzata dal circo mediatico di TV e stampa da cui partono i periodici attacchi contro ciò che non si conosce. Per questo facciamo paura. Non possiamo accettare che gli organi dello Stato decidano il nostro destino. In questo “calcio business” fatto di scommesse e fallimenti e mercenari, con la TV a farla da padrone imponendo orari ai limiti del ridicolo e la nostra dignità umana continuamente calpestata e gettata via, noi non ci riconosciamo più. Non vogliamo far parte del loro circo dorato e non intendiamo chiedere permessi a nessuno. Non possiamo, non vogliamo dargliela vinta e cadere nel loro squallido tranello.
Continueremo a seguire il Cosenza al San Vito pur sapendo bene che il cosiddetto “Articolo 9” si applica ad ogni titolo di accesso a manifestazioni sportive e quindi anche ai singoli biglietti. Non ci nascondiamo dietro falsi miti né nelle frasi fatte sull'argomento. La vera lotta avremmo dovuto farla all'epoca del biglietto nominale, ma invece, per troppo amore verso questi due colori, esso è stato accettato quasi senza colpo ferire, con tutti i derivati che si è portato dietro. Non daremo a lor signori la soddisfazione di toglierci anche quel poco che ci è rimasto, quello scampolo di vita vera che sono le partite in casa. Rispettiamo chi, per amore di questi due colori, ha scelto una via diversa sottoscrivendo la “Tessera”, ma non condividiamo tale scelta. Non sarà certo una tessera in tasca a cambiare i rapporti che ci uniscono e cancellare la fratellanza creata nel tempo sui gradoni di quella curva, ma le nostre sono strade ora obbligatoriamente diverse. Soffriremo senza poter seguire il Cosenza in trasferta, ma creeremo nuove opportunità di aggregazione per superare quello che sarà un vero macigno da digerire. Ci sono cose più importanti di una squallida partita di calcio. Ci sono i nostri ideali, il nostro modo di essere ultrá, le nostre lotte sociali, il nostro sentirci vivi. Perche siamo e continueremo ad essere vivi più che mai, e lo dimostreremo a tutti nel corso di questo campionato 2014/2015, agli amici come ai meno amici.
Non possiamo vivere senza il Cosenza, ma dobbiamo continuare a vivere da Ultrá per vivere.

 

1914 - Acri Firm - Allupati I Lotto - Amantea - Andreotta - Anni Ottanta - Bad Wolves - Commando Autonomo - Cosenza Vecchia - Domanico Rebelde - Fimmine - Free Dogs - Intifada Roggiano - Kiri du Nord - Lago - Longobardi - Luzzi Klan - NS Diamante - Perugia 1988 - Rebel Fans - Sez. 4miglia - Veterani Bruzi - Villapiana S. ’91 - Wolves Fans Roma

 
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