Creato da mjkacat il 24/05/2005

Eighties

Psicoanalisi Filosofia Teologia

 

 

L'Inconscio collettivo di Lacan

Post n°118 pubblicato il 13 Aprile 2008 da mjkacat

Già dal titolo chiunque abbia un po' di dimestichezza con la psicoanalisi
sarà rimasto leggermente stupito non avendo mai sentito associare il
concetto di "Inconscio collettivo" propriamente al nome di Lacan ma, ben più
facilmente, al nome di Jung e i più preparati a quello di Melanie Klein, di
Bion o di altri anche se con un lessico leggermente diverso nella forma ma
analogo nella soatanza.

Lo stesso Freud vi accenna, ovviamente senza impiegare l'espressione
dell'acerrimo nemico, "Inconscio collettivo" ,che, si sà, gli psicoanalisti
son una delle categorie più vanitose esistenti sulla faccia della terra e
mai e poi mai ammetterebbero che qualcuno sia arrivato prima  di ognuno di
loro alla benchè minima scoperta.
Razza dannata di narcisi individualisti.

Eppure, come si diceva, anche se nessuno ha mai sentito parlare
dell'"Inconscio collettivo di Lacan", questi PRIMEGGIA, DOMINA
incontrastato, schiaccia e umilia tutti gli altri "inconsci collettivi"
nonchè gli psicoanalisti che vi fanno capo per la semplice ragione che è
QUELL'INCONSCIO che sta dietro a Lévi-Strauss e al suo fondamentate "diktat"
che ha generato quel RELATIVISMO di cui nel post "Volksgeist e Inconscio" se
ne spiegava la genesi..

In quel post facevo appunto accenno scherzoso alla misteriosa genesi di un'
Inconscio di cui non avevo ne mai avuto conoscenza, ne di cui avevo mai
sentito parlare, ne mai avevo avuto la benchè minima necessità di conoscere
nel mio trentennale lavoro in materia.

Son bastate qualche brevi ricerche che subito alla voce "Inconscio" nel
"Dizionario di Psicologia" di Umberto Galimberti (Utet), alla pagina 478,
alla specifica voce "L'inconscio collettivo" vi si può testualmente leggere
una già prima risposta a quel quesito :
"Questo concetto è stato elaborato in sede antropologica da C.Lévi-Strauss e
in sede di psicologia analitica da C.G.Jung con un'attribuzione di
significato COMPLETAMENTE DIVERSA"

Mé pareva...enfaaatti !!

Non stò ora ad annoiarvi con i passaggi dettagliati che portano da
Lévi-Strauss a Lacan ; vi basti sapere che  sono entrambi figure di
prim'ordine di quel movimento filosofico che conoscete molto meglio di me
dal nome "Strutturalismo".

Quindi, saltando ad una nuova domanda, che sappiamo bene che è il nostro
divertimento principale ed inesauribile passare da una all'altra,....

Ma lo Strutturalismo è la filosofia vincente ?
Se è vero che è tutt'uno con il "Relativismo", le altre filosofie son
veramente ridotte così male da dover chinare la testa alla scienza come
unico Universale ?
Ma la filosofia è veramente morta o qualcuno l'ha venduta per trenta denari
come il primo Giuda d'accatto ?

Io non credo che la filosofia sia morta, neanche un po', e non credo neppure
che sia minimamente inferiore alla scienza, anzi !!
Ma nessuno ha proprio niente da obiettare a questo primato
STRUTTURALISTA-RELATIVISTA ?

Ora, immaginando che le linee del robot moderatore si intaseranno presto per
l'accapigliarsi di tutti nel voler rispondere per primi...ecco che io allora
continuo a studiare per i fatti miei, che intanto mi diverto, nell'attesa
remota che si liberino presto e il flusso possa riprendere serenamente, fra
qualche tempo...chissà !!

Comunque,...buon voto a tutti
e ricordatevi
che nella cabina elettorale
Ferrara non vi vede
ma Berlusconi è sulla strada di riuscirci !!

Okkio !!...siate prudenti...lo dico per il vostro bene...


 
 
 
 
 

Le parole

Post n°116 pubblicato il 11 Aprile 2008 da mjkacat

Le parole servon solo a difenderci dal mistero che ci portiamo dentro, e più
abbiamo paura e più ci arrampichiamo su di esse.

La "paranoia querulante" ne è l'emblema.
Lo spavento per le proprie emozioni risolto con la verbalizzazione
logorroica.

Ma la verbalizzazione forbita non è che la forma sofisticata di tale paura.

Dio non è morto, ma noi ci illudiamo di tenerlo prigioniero con queste
chiavi illusorie, con i nostri fragili concetti, con la nostra tremante
logica matematica che al primo soffio crolla e ci lascia nudi nel mistero
della pazzia e dei sogni .

 
 
 

Volksgeist e Inconscio 

Post n°115 pubblicato il 08 Aprile 2008 da mjkacat

All'origine del concetto di "Culture" sta una ben strana idea di Inconscio !
Ma andiamo per gradi:

La genesi del concetto di "Culture" ha radici piuttosto lontane.
"VOLKSGEIST" (genio nazionale) fa la sua comparsa nel 1774 nel libro di
Johann G. Herder "Un'altra filosofia della storia", dove questi afferma che
tutte le nazioni della terra hanno un modo di essere unico e insostituibile.
Egli rinvia il Vero, il Bene e il Bello alla loro origine locale.
Ma dietro questa opposizione all'universalismo dei Lumi francesi si
nasconde, in realtà, un piccolo, astioso tedesco antifrancese, antiprussiano
e antistatalista che trae dai motivi tipici della tradizione religiosa
tedesca, per cui ogni popolo nella sua vita spontanea va considerato come
una manifestazione unica e irripetibile della divinità, l'ispirazione per la
sua invettiva ben più politica che filosofica.
Nel 1774 Herder è un franco-tiratore e il pensiero dei Lumi gode,
specialmente nella Prussia di Federico II, di un considerevole prestigio.
Ci vorranno la rotta di Jena e l'occupazione napoleonica perchè l'idea di
VOLKSGEIST spicchi il suo vero volo.  La Germania, spezzettata in una
moltitudine di di principati ritrova, davanti alla Francia conquistatrice,
il senso della sua unità.  L'esaltazione della identità collettiva compensa
la sconfitta militare e l'avvilente soggezione che ne rappresenta il prezzo.
La nazione si riscatta dalle umiliazioni che sta subendo con la mirabile
scoperta della sua "cultura".

Paradossalmente questo modo di pensare trova poi una solida sponda nella
stessa Francia ad opera dei "tradizionalisti" che non si fanno sfuggire
l'occasione di "vendicarsi" dei torti subiti con la caduta dell'Ancien
Régime, e accusano le tesi rivoluzionarie di essere astratte e di aver
profanato il "genio nazionale"
Joseph de Maistre ne è il portavoce.  C'è però da dire che i
tradizionalisti, reazionari, hanno come  obiettivo proclamato di chiudere la
sfortunata parentesi storica aperta nel 1789.  Teocratici, voglion salvare
il mondo dal disastro fondamentale, la dissoluzione del diritto divino, ma
quello che essi chiamano Dio non è più l'Essere supremo, è la ragione
collettiva.  Identificato nella tradizione, attestato nel genio di ciascun
popolo, questo Dio ha disertato la regione celeste di Bene Sovrano per le
contrade oscure e sotterranee dell'INCONSCIO.  Egli è ormai collocato al di
qua e non più al di là della intelligenza umana, e orienta le sue azioni,
modella il pensiero di ognuno a sua insaputa, invece di, come il suo
omonimo, comunicare con le sue creature tramite la Rivelazione.
Dio parlava all'uomo con una lingua universale, d'ora in poi parla IN lui la
lingua della sua nazione.  Paradossalmente, questo ritorno alla religione
passa attraverso la distruzione della metafisica..
Parlando a nome della religione minacciata, essi anticipano, in effetti, il
nichilismo nietzschiano : non è l'empietà, bensì "il difetto di senso
storico" che costituisce, ai loro occhi, "il peccato originale" della
filosofia.  Non è a Dio, quindi, che essi restituiscono le facoltà e le
virtù di cui privano gli attori umani, ma all'anima della nazione.
Questi reazionari accaniti sono degl'inventori loro malgrado.  Nella loro
rabbia di ricollocare l'uomo al suo posto, scoprono l'INCONSCIO che opera in
lui e fondano le scienze umane.
I tradizionalisti usciranno ben presto dalla scena politica e intellettuale,
e vi subentreranno immediatamente i filologi, i sociologi e gli storici:
concludendo in favore dell VOLKSGEIST il dibattito tra i due tipi di
nazioni.  Gli scienziati, ormai, e non gli ideologi, dichiarano che il
contratto sociale è una finzione, perchè fuori dalla società non esistono
individui autonomi.
Di colpo tutto si capovolge e il razionalismo cambia di campo.  Le scienze
dell'INCONSCIO divulgano la logica delle leggi e delle credenze di cui si
facevano beffe imprudentemente i filosofi, prendendo così i Lumi in
flagrante delitto di cecità intellettuale.
Alla veemenza di de Maistre e di Herder succedono i sarcasmi degli eruditi
e, con un capovolgimento ironico, la filosofia subisce la sorte umiliante da
lei inflitta alla religione.

Ora, saltando dalla guerra del 1870 tra la Francia e la Germania per la
conquista dell'Alsazia e della Lorena, di cui queste scaramicce
intellettuali erano state l'antefatto e il substrato, fino al termine della
Seconda Guerra Mondiale che, come già i più avveduti si prefiguravano,
avrebbe portato ad esiti catastrofici questo modo di pensare, veniamo ai
"giorni nostri".

Nel novembre 1945 fu stabilito a Londra l'atto costitutivo
dell'organizzazione delle Nazioni Unite per la scienza e la cultura.  Alla
conferenza preparatoria, convocata dai governi del Regno unito e della
Francia, parteciparono i rappresentanti di una quarantina di paesi.
Il nazismo aveva precipitato il mondo nella guerra appoggiandosi interamente
sul despotismo, cioè sulla soppressione della libertà e sull'oscurantismo,
cioè lo sfruttamento del pregiudizio e dell'ignoranza..
Le grandi autorità intellettuali riunite a Londra si riallacciavano
spontaneamente allo spirito dei Lumi.
Essi si attendono da questa cooperazione culturale che essa dia al mondo i
mezzi per resistere vittoriosamente agli assalti contro la dignità
dell'uomo.
Quale uomo ?
Il soggetto astratto e universale della Dichiarazione dei diritti dell'uomo
e del cittadino ?
La realtà incorporea, l'essere senza essere, la creatura senza carne, senza
colore e senza qualità che popola i grandi discorsi universalistici ?
L'individuo, meno tutto ciò che lo distingue ?

Fin dalle prime conferenze dell'Unesco, l'ordine del giorno cambia
IMPERCETTIBILMENTE : la critica dei Lumi prende il posto della critica del
fanatismo.
La rimessa in discussione dell'umanesimo astratto prolunga e radicalizza la
riflessione condotta a Londra sui mezzi atti ad immunizzare il mondo dalle
dottrine tendenti a negare l'unità del genere umano.
Dopo i giuristi e i letterati, sono gli etnologi a recare la loro
testimonianza, ed essi reclamano dall'umanismo lo sforzo supplementare per
essere veramente umano, cioè per inglobare nel rispetto delle persone umane
le forme concrete della loro esistenza.

E CI RISIAMO !!

Lévi-Strauss comincia ritirando ogni valore operativo al concetto di razza
ma, aggiunge subito, non basta distinguere l'eredità sociale dal patrimonio
ereditario, sottrarre gli stili di vita ad ogni predestinazione genetica,
combattere la biologizzazione delle differenze, bisogna anche sapersi
opporre alla loro gerarchizzazione.  Le molteplici forme di cui si appropria
l'umanità nel tempo e nello spazio, non possono essere classificate secondo
l'ordine di perfezione crescente: esse non sono i gradini di una scala
trionfale, "gli stadi e le tappe di uno sviluppo unico che, partendo dallo
stesso punto, deve farli convergere verso lo stesso fine".  La tentazione di
collocare le comunità umane entro una scala di valori, della quale noi
occupiamo l'apice, è scientificamente altrettanto falsa e altrettanto
moralmente perniciosa quanto la divisione del genere umano in entità
anatomico-fisiologiche chiuse.
Ora, i pensatori dei Lumi hanno, dice Lévi-Strauss, ceduto a questa
tentazione.
Illuminare l'umanità per scongiurare i rischi di recessione nella barbarie :
Lévi-Strauss riprende la solenne ambizione dei fondatori dell'Unesco, ma per
ritorcerla contro la filosofia alla quale costoro rimangono fedeli.
Nel processo intentato alla barbarie, i Lumi seggono ormai sul banco degli
imputati.

Nasce così la "Filosofia della decolonizzazione"

Denunciando l'innata inumanità dell'Umanesimo, e dando la caccia al
particolare, allo storico, al regionale dietro tutto quello che si
attribuisce l'apparenza dell'universalità, la "filosofia della
decolonizzazione" si riallaccia, dunque, a Herder.  La stessa scena viene
rappresentata di nuovo ma su un'altra scala.  Non è più la Francia ad essere
messa in causa, ma l'Occidente, sia nei suoi rapporti con l'esterno sia
nelle sue regole di funzionamento interno.  Però, l'alternativa è identica:
L'UOMO O LE DIFFERENZE, e la filosofia della decolonizzazione combatte
l'etnocentrismo con gli argomenti e i concetti forgiati dal romanticismo
tedesco nella sua lotta contro i Lumi.  L'unica differenza è che questo
ritorno alla nozione romantica di cultura è ispirata da una VOLONTA' DI
ESPIAZIONE, odio di sé, curiosi "complessi di colpa" tutti da decifrare ed
analizzare autenticamente nella loro delirante genesi inconscia.
Ma tant'è, e se da un lato la filosofia della decolonizzazione ha aiutato i
popoli del Terzo Mondo ad affrancarsi dalla tavola dei valori nel cui nome
aveva potuto attuarsi l'asservimento e le classi dirigenti dell'Africa e
dell'Asia che avevano interiorizzato lo sguardo del colonizzatore hanno
scoperto un ricorso contro l'alienazione nell'idea che le culture sono
equivalenti, e che ognuna di esse si giustifica all'interno del proprio
contesto, e se milioni di uomini strappati ai loro dei, alla loro terra,
alle loro abitudini, alla loro vita, alla danza, alla saggezza rientravano
in possesso di loro stessi e non erano più dei selvaggi e dei barbari in
attesa della salvezza ma i depositari di una tradizione venerabile, per
altri versi, questa stessa idea, tuttavia, li privava di ogni potere di
fronte alla loro comunità.
Essi non potevano collocarsi al di fuori, al riparo dai suoi imperativi, in
disparte dai suoi costumi, perchè era da quelle sciagure che avevano voluto
liberarsi scuotendo il giogo della colonizzazione.
Accedere all'indipendenza era innanzitutto, per loro, ritrovare la propria
cultura.  E' logico che la maggior parte degli stati nati sotto tali auspici
si siano fissati l'obiettivo di concretizzare questa scoperta.  Vale a dire
di LEGARE SOLIDAMENTE GLI INDIVIDUI AL COLLETTIVO.  Di cimentare l'unità
della nazione.  Di garantire senza debolezze l'integrità e la coesione del
corpo sociale.  Di vigilare, sotto il nome di cultura a che nessuna critica
intempestiva potesse turbare il CULTO DEI PREGIUDIZI SECOLARI. . In breve di
assicurare il trionfo definitivo dello SPIRITO GREGARIO sulle altre
manifestazioni dello spirito. Non vi era posto per il soggetto collettivo
nella logica coloniale; non vi è, nella logica dell'identità, posto per
l'individuo.
Il governo di PARTITO UNICO è la traduzione politica più adeguata del
concetto di identità culturale.
E la stessa via hanno seguito la maggior parte dei movimenti di liberazione
nazionale.
Se con una regolarità senza increspature, questi movimenti di liberazione
hanno generato dei regimi di oppressione, è perchè, sull'esempio del
romanticismo politico, hanno fondato le relazioni interumane sul modello
mistico della fusione e non su quello giuridico del contratto, e perchè
hanno pensato la libertà come un'attributo COLLETTIVO e mai come patrimonio
individuale.
Il FONDAMENTALISMO è oramai l'ultima espressione del Volksgeist dopo il
crollo degl'ultimi riferimenti alla rivoluzione del proletariato
internazionale.
Nel momento in cui si restituisce all'altro uomo la sua cultura, gli si
toglie la sua libertà : il suo nome proprio si annulla nel nome della sua
comunità, ed egli non è più che un campione, il rappresentante
intercambiabile di una classe particolare di esseri.
Con la scusa di accoglierlo incondizionatamente, gli viene negato ogni
margine di manovra, ogni scappatoia, gli viene interdetta l'originalità e
viene intrappolato insidiosamente nella sua differenza; credendo di passare
dall'uomo astratto all'uomo reale, si sopprime, tra le persone e la
collettività da cui è uscito, il gioco che lasciava sussistere, e che si
sforzava di consolidare perfino l'antropologia dei Lumi; per l'altruismo si
fa dell'Altro un blocco omogeneo e vengono immolati a questa entità gli
"altri" nella loro realtà individuale.  Una siffatta esterofilia conduce a
privare gli antichi possedimenti europei della esperienza DEMOCRATICA
europea.
L'identità culturale sostituisce alla arroganza coloniale la paura della
mescolanza, l'ossessione della purezza, il terrore della contaminazione;
cioè il FANATISMO fondamentalista.
Il razzismo fondato sulla differenza scaccia il razzismo inegualitario degli
antichi coloni.

La parola RAZZISMO, in effetti, è ingannevole :
riunisce sotto una unica etichetta due comportamenti la cui genesi, logica e
motivazioni sono completamente dissimili.
Il primo pone su una stessa scala di valori l'insieme delle nazioni che
popolano la terra.
Il secondo proclama l'incommensurabilità delle maniere di essere.
Il primo gerarchizza le mentalità.
Il secondo polverizza l'unità del genere umano.
Il primo converte ogni differenza in inferiorità.
Il secondo afferma il carattere assoluto, insuperabile, incontrovertibile
delle differenze.
Il primo classifica.
Il secondo separa..
Per il primo non si può essere persiano, mentre agli occhi del secondo non
si può essere uomo, perchè tra il Persiano e l'Europeo non vi è una comune
misura umana.
Il primo dichiara che la civiltà è una.
Il secondo che le etnie sono multiple e non comparabili.
Se il colonialismo è la conclusione del primo, il secondo culmina
nell'hitlerismo.
Con la sostituzione all'argomento biologico dell'argomento culturale, il
razzismo non è stato distrutto: è semplicemente ritornato alla casella di
partenza.

Ma per concludere...e l'Unesco cosa fa per tutto questo ?
Nulla.
A una parziale ritrattazione di Lévi-Strauss che restituiva alla "razza" una
parziale legittimità, l'Unesco, zelantemente lo accusava di eresia e dopo
aver chiamato la scienza alla riscossa scomunica quella parte della
produzione scientifica ribelle al suo catechismo poi, non paga, perfeziona
l'errore spingendo ulteriormente quei popoli verso la Volsgeist, cultura
come origine, a scapito della Bildung, cultura come compito..
E da noi ?
"Un insegnamento armonioso deve poter conciliare l'universalismo inerente al
pensiero scientifico (sic!...povero orfanello) e il relativismo insegnato
dalle scienze(doppio sic..) umane attente alla pluralità dei modi di vita ,
della sapienza, delle sensibilità culturali"
Da suicidio.......

Ma si diceva, all'inizio, della ben strana idea di Inconscio che sta dietro
al concetto di Culture.
Ora, io non vorrei sembrar polemico più del dovuto, ma, sebben che io faccia
lo psicoanalista da ormai una trentina d'anni, sinceramente, in quella
ciofeca di cui parlano quei soloni, io, purtroppo, non mi ci ritrovo.
Ma di quale Inconscio stanno parlando ?
Quello del '45, quando hanno avuto quelle belle pensate ?
Non voglio dire che da allora sia cambiato enormemente, ma qualcosina è
progredita nella sua conoscenza.
Giusto un rimbambito lo può concepire in maniera tanto DETERMINISTICA, tanto
"bidone della spazzatura", tanto "morticino ed ebete", privo di qualunque
"spirito vitale", creatività e non saprei che altro dire.
Ma qualcuno, gentilmente, senza essere inibito dal fatto che io sarei un
professionista in materia,...qualcuno, dicevo, ha la gentilezza di
spiegarmelo, perchè, io, quello lì, mica lo conosco !!  8o((


Liberamente tratto da :
Alain Finkielkraut
"La sconfitta del pensiero"
Ed. Lucarini  1989






 
 
 

Culture & "cultura"

Post n°114 pubblicato il 04 Aprile 2008 da mjkacat

La demenza dilagante attribuisce a tutte le "Culture" pari dignità, quasi
che a questo corrispondesse un'analogo livello di scolarità, apprendimento,
sviluppo cerebrale eccetera.

E' ovvio che un bambino vietnamita solo un'eufemismo ipocrita lo può
equiparare a uno francese, italiano o europeo in generale.
Ovviamente, nel confroto, quello vietnamita, per non dire africano, cinese o
simili, è un vero e proprio SOTTOSVILUPPATO MENTALE a confronto di un suo
coetaneo occidentale.

Tale ipocrisia ha poi anche una ricaduta sociale che SFRUTTANDO
l'ottundimento cerebrale dei cinesi, per esempio, fa sì che ciò si
ripercuota pure su ognuno di noi non essendo quelli altro che SCHIAVI senza
nessuna protezione sociale e quindi facili produttori di merci a bassissimo
costo.

Senza parlare poi del blaterare di altri vari SOTTOSVILUPPATI MENTALI quali
rocchettari, mongoloidi motociclisti e simili la cui "cultura rock" o
baggianate simili li fa esser rispettati quasi quanto, anzi più, di
professori universitari.

In conclusione, questa DEMENZA COLLETTIVA che va sotto il nome di "Cultura"
vorrei proprio sapere come si concilia nel cervellino dei marxisti che ne
sono i fautori principali, con quello di UGUAGLIANZA, stante le abissali
differenze di OPPORTUNITA' tra i vari uomini che la Globalizzazione
accomuna.

In altri termini ...le ABISSALI differenze di sviluppo psicologico dei vari popoli uniti però a un comune mercato del lavoro sono la VERA CAUSA del casino nel quale ci
troviamo immersi, e non le differenze economiche, come leggono queste cose
gli ottusi materialisti.

 
 
 

Donne

Post n°113 pubblicato il 04 Aprile 2008 da mjkacat

L'altra sera , nella sala dove Ferrara ha tenuto la sua conferenza, e dove,
purtroppo, a differenza di Pesaro, nessuno si era infiltrato, che ci saremmo
divertiti un mondo,ma...a parte questo, quello che volevo dire è che la sala
era stracolma di DONNE.
Ora, mi chiedo, a che titolo certe dementi parlano a nome delle "donne"
appunto, che non vorrebbero questo e quello...
L'astrazione "donna" tipica dei mongoli "logici", suppongo.
La "donna" come sega mentale, suppongo, non quelle reali.
Che palle, però, dover discutere con pazzi.
Sarà per quello che ci si capisce solo a legnate.



 
 
 

Parlar di religione...

Post n°112 pubblicato il 04 Aprile 2008 da mjkacat

Che senso ha parlar di religione con persone che non capiscono niente
d'interiorità !?
Che non sanno cosa sia ne intellettualmente ne sono mai usciti dai loro
sicuri orticelli concettuali, linguistici perchè banali "pippaculi"
vigliacchetti incapaci di mettersi in gioco pesantemente.
E' come parlare dell'America a chi, solo perchè non c'è mai stato, nega che
esista.
Che non esiste perchè ad attraversare l'oceano in barca o in aereo si cagano
addosso.
Siete veramente ridicoli, credetemi, ciechi come talpe ma soprattutto
ridicoli nella vostra vigliaccheria mascherata di saggezza e buon senso.
La conosco la gente come voi, che dopo due cocktail son già ubriachi, non si
reggono in piedi, farfugliano e il terzo se lo rovesciano addosso.
Siete così banali da spiegare una sbornia solo come una sbornia.  Non vi
chiedete neanche e neppure capite quel semplice "Avvicinamento" perchè siete
tonti come campane, rompipalle come pochi e goffi come orsi.
Non sapete spiegare nessuna alterazione della vostra coscienza, neanche
quella d'un antibiotico,...neanche quella di una camomilla.
Solo quando rientrate in voi stessi, nel vostro sicuro orticello logico, ben
ordinato vi riconoscete.
Tutto il resto  non solo non ne sapete niente ma ne avete pure una paura
folle.
Siete veramente ridicoli, sfigati primi della classe, paraculi secchioni
noiosi, ripetitivi, banali, noiosamente mortali....ci credo che Cristo
preferisse "gl'ultimi".
Mica era scemo.
Vuoi mettere come son migliori, più intelligenti, più divertenti, più aperti
?!
Voi siete ZOMBIE, è ora che lo sappiate.

 
 
 

Essere o Avere

Post n°111 pubblicato il 01 Aprile 2008 da mjkacat

I più, stupidamente, riducono l'Avere ai soldi e a poco altro.  In realtà
questi sciocchi moralisti poi, per altri versi, stravedono per la Scienza
senza limiti, eutanasia, aborto, manipolazione genetica eccetera non
rendendosi conto, nel loro cervellino, che E' QUESTA la dimensione
dell'AVERE ben più grave del vestitino firmatino o della Suv.

E' il classico cretino di sinistra, convinto pure di essere un santo,
l'idiota !!



 
 
 

Colours

Post n°110 pubblicato il 30 Marzo 2008 da mjkacat

Un giorno, un'uomo,  cominciò a trascrivere il mondo con la sua penna a
inchiostro nero su un foglio bianco....
e lentamente anche il mondo diventò in bianco e nero.

Allora quell'uomo capì che il linguaggio e i concetti, lo scolorivano il
mondo, assimilandolo alle morte astrazioni, e, restando in silenzio spense
anche i suoi pensieri.

E il mondo tornò a brillare di mille colori.

http://www.renneslechateau.it/guida/images/vetrate.jpg

 
 
 

La gabbia del linguaggio

Post n°109 pubblicato il 26 Marzo 2008 da mjkacat


Riflettendo sulla mia esperienza, mi trovai d'accordo con l'eminente
filosofo di Cambridge dottor C.D.Broad, che "faremmo bene a considerare,
molto più seriamente di quanto finora siamo stati indotti a fare, il tipo di
teoria che BERGSON espose relativamente alla memoria e alla percezione dei
sensi.   "L'ipotesi è che la funzione del cervello e del sistema nervoso e
degli organi dei sensi sia principalmente ELIMINATIVA e non produttiva
Chiunque è capace in ogni momento di ricordare tutto ciò che gli è accaduto
e di percepire tutto ciò che accade dovunque nell'universo,
La funzione del cervello e del sistema nervoso è di proteggersi contro il
pericolo di essere sopraffatti e confusi da questa massa di conoscenze in
gran parte inutile e irrilevante, cacciando via la maggior parte di ciò che
altrimenti percepiremmo e ricorderemmo in ogni momento, e lasciando solo
quella piccolissima e particolare selezione che ha probabilità di essere
utile in pratica"

Secondo questa teoria, ciascuno di noi è potenzialmente l'INTELLETTO IN
GENERE.  Ma, in quanto animali, è nostro compito sopravvivere ad ogni costo.
Per rendere possibile la sopravvivenza biologica, l'Intelletto in Genere
deve essere filtrato attraverso la valvola riducente del cervello e del
sistema nervoso.  Ciò che vien fuori dall'altro capo è il misero rigagnolo
della specie di coscienza che ci aiuterà a vivere sulla superficie di questo
particolare pianeta.  Per formulare ed esprimere il contenuto di questa
ridotta consapevolezza, l'uomo ha inventato ed elaborato all'infinito quei
sistemi di simboli ed implicite filosofie che chiamiamo lingue.
Ogni individuo è il beneficiario e la vittima della tradizione linguistica
nella quale è nato; il beneficiario in quanto il linguaggio gli dà accesso
ai ricordi accumulati dall'esperienza degl'altri; la vittima in quanto lo
conferma nella convinzione che la RIDOTTA CONSAPEVOLEZZA sia la SOLA
consapevolezza e perchè stuzzica il suo senso della realtà, in modo che egli
è fin troppo pronto a prendere i suoi concetti per dati, le sue parole come
cose vere.  Quello che nel linguaggio religioso è chiamato "questo mondo" è
l'universo della ridotta consapevolezza e, per così dire, pietrificato nel
linguaggio.

Aldous Huxley
"Le porte della percezione"
Ed. Mondadori p.22-24

 
 
 

La battaglia del linguaggio

Post n°108 pubblicato il 22 Marzo 2008 da mjkacat

La moratoria sull'aborto, che altro non è se non una "battaglia del
linguaggio" ha già segnato , comunque vada, un punto a suo favore dal quale
sarà ben difficile recedere.... il fatto cioè che anche i più accaniti
difensori delle posizioni abortiste devono riconoscere nella vittima della
pratica abortiva un essere vivente.
Quindi, una donna che abortisce è una madre. Il titolare dello spermatozoo
che ha fecondato l'ovulo è un padre.  Sulla scena non c'è nulla di
inanimato, non esiste materia inerte. "Un ricciolo di materia" non osa più
dirlo neanche Lidia Ravera.
E' avvenuta una rottura nell'automatismo che confinava dentro la sfera
dell'intimità femminile lo squilibrio tra un io desiderante e un'io
indesiderato.
Sulla scena non c'è nulla di inanimato, non esiste materia inerte, si
discute soltanto, e giustamente, sul destino di quella vita in atto generata
dall'accoppiamento.
Punto.

 
 
 

Coraggio

Post n°107 pubblicato il 02 Marzo 2008 da mjkacat

Volare su un'auto da corsa
Ingoiare qualcosa che non sai dove ti porterà
Invitare una ragazza troppo bella per te
Staccarsi dalle braccia di una madre
per iniziare a camminare
Spendere la propria vita per gl'altri
Cos'hanno in comune queste cose ?

Coraggio

Rifiutare alla ragione l'ultima parola
Zittire la logica
che nel calcolo non si trova il senso
e lo spirito vitale
è un pazzo che senza fede avvizzisce.

Fiducia che tutto andrà bene
Fiducia che non ci saran brutte sorprese
Fiducia che se ne verrà fuori
Fiducia che se ne sarà capaci
Fiducia che ci si riuscirà

Il coraggio e la fede son la stessa cosa

Un'avventura
senza troppo pensare
e seguire il cuore
che di coraggio è la mente.

 
 
 

Altri libertini 

Post n°106 pubblicato il 28 Febbraio 2008 da mjkacat

La cosa più sconcertante per chi, come me, è stato libertino da sempre è che
coloro che vorrebbero essere i difensori, i fautori, i rappresentanti
moderni di questo genere di persone, siano tutto fuorchè libertini loro
stessi e che anzi tutti provengano e siano dei moralisti della peggior
specie.

Che per altri versi le mani su detti libertini le abbia da sempre cercato di
mettere poveri diavoli come Pannella & Company, è ugualmente fastidioso per
la contraddizione in termini tra libertino e chi ne rivendica la paternità,
che di tutti i padri ci si è appunto liberati.

Se da una caratteristica quindi si può riconoscere l'autentico libertino è
nella mancanza di chichessia lo voglia rappresentare facendosene vanto.

Rappresentanti poi, come già detto impropri, non solo perchè moralisti, ma
perchè privi di qualunque tratto "goliardico", che del mitico e godereccio
vescovo Goliath trassero, agli albori, il nome.

Ora, si diceva, della patetica volontà di dirsi tali senza esserlo mai stato
e del credersi tali sol perchè se ne condivide la teoria e non la prassi e
che anzi quest'ultima si aborre quanto si esalta la prima.
Ecco perchè dagli ipocriti convien fuggire.

Perchè oggi LE PARTI SI SON INVERTITE e non è la Chiesa che opprime ma è la
Scienza .

Che non è dell'utile e dell'interesse che manchiamo,
ma del bene e del male.

Che non è raziocinio che è assente, ma saggezza.

Che non di Cicerone c'è bisogno, ma di Amore.

Che la vita è bella e morte venga
che schiavi di diete, pillole e inquisitori bianchi
non ce ne può fregar di meno.

Che di goliardica pernacchia ci facciam scherno di nuovi preti e nuove
chiese
e restiam fedeli alla cara e vecchia Roma.
Che Dio ancor sà amare
e l'uomo è morto
anche se ancor vivo crede se stesso.

E con lui son morti Tomàs e Casanova,
nella rozza plebe dispersi
che il patrizio dandy, oggi,
è padre di figli
e una sola donna ama
più d'ogni altra
e si chiama Maria
madre di Dio.


 
 
 

Favole

Post n°105 pubblicato il 24 Febbraio 2008 da mjkacat

....comunque, proprio perchè e mezzanotte e ho finito le sigarette, per
distrarmi e tirar avanti ancora un po', che io adoro la notte, ti dirò come
la penso.

Vedi, il fatto che la genesi del religioso sia dovuta alla paura di morire o
ad altro non è di primaria importanza.
Di primaria importanza è se la centralità dell'uomo nel decidere questo sia
vera o una favola.
E io credo, anzi, son sicuro che è una favola.
Un piò desiderio e nulla più.

Proprio l'altra notte, a conferma di quanto ti stò dicendo, ho fatto un
simpatico sogno deve udivo queste ironiche parole:
"Dio c'è"
E l'uomo ?
"C'era una volta...."

Ecco perchè uso, precisamente, la parola "Favola".
Sai com'è, sono AUTODIRETTO, IO, non eterodiretto.
Conosci i francofortesi ?


 
 
 

"L'avvenire di un'illusione"

Post n°104 pubblicato il 23 Febbraio 2008 da mjkacat

In questi anni spesso si è discusso sul tema religioso come di un bisogno
dell'uomo per compensare il terrore della morte.
Mi hanno sempre indignato queste affermazioni soprattutto per la
superficialità e incompetenza in materia di profondità psichica che
tradiscono.

Ben più pertinente, se casommai vogliam parlare di quest'"illusione", è nel
desiderio, nel BISOGNO di giustizia che va ricercata la genesi di una
speranza ultraterrena.

Ingiustizia talmente debordante e quotidiana che la "debolezza" di chi
preposto a farla rispettare esaspera ulteriormente ognuno di noi.
Ingiustizia che può manifestarsi poi in mille e mille modi, anche tra le
righe apparentementi sensate di un'articolo di giornale.
Leggevo oggi, sul "Corriere della Sera", alla nona pagina, di come un
medico, parlando di aborti dopo il terzo mese afferma, lasciandomi allibito.

"Lei ha fatto aborti terapeutici di feti sani ?" chiede il giornalista
"Certo - risponde il medico - lo prevede la legge. Ripeto, è un problema di
salute psichica della donna"
"In quali casi, ad esempio? "
"Una donna che alla quindicesima settimana mi chiede un'aborto terapeutico
ed è gravemente depressa."
"Ma come ci si regola in queste cose ?"
"Tocca al medico valutare il reale stato psichico della donna.
E' una responsabilità importante."

Ora, mi chiedo, ma la gente lo sà che per laurearsi in medicina c'è un solo
esame di psicologia generale ed inoltre è un complementare ?

 
 
 

Kant, la Scienza e il Male

Post n°103 pubblicato il 22 Febbraio 2008 da mjkacat

.....allora, ricapitoliamo:

KANT : come sempre il problema non è Lui, come tutti gl'altri "grandi", ma i
suoi seguaci.
Io parto e sono interessato solo all'assunto centrale; e cioè che "il Divino
è una creatura della mente umana".
Non è semplicemente vero.
E' banale e scontato solo in chi non sa nulla della profondità della psiche.
PUNTO

SCIENZA : che la scienza e soprattutto la tecnica sian diventati da mezzi a
fini non lo dico io ma è risaputo.
Io per primo ho gioito, fino a pochi anni fa' di questo primato.
Poi ho cambiato idea.
Quindi, come sempre quando si cambia idea, non si rinnega il passato ma vi
si aggiunge soltanto qualcosa di più, di nuovo.
Il punto di partenza è comunque che non accetto (sulla base di Husserl) che
una creatura umana, dopo che si è ridotto anche Dio a questo, lo si
sostituisca con un'altra divinità pari grado; la Scienza, appunto.

In altri termini, così colleghiamo i due temi, Kant e la Scienza, :
Primo, si riduce tutto all'uomo.
Secondo, vista la superiore efficenza della Scienza, che ti prolunga QUESTA
vita, rispetto a Dio che ti promette un'ALTRA vita, ecco che la prima
assurge a nuova e più potente divinità.

Personalmente, invece, non ho dubbi sulla genesi ESTERNA di Dio e INTERNA
della Scienza e, per la QUALITA' della mia vita punto tutto sul primo senza
nessun dubbio e rido degl'altri.
Posso ?!?


Per quanto riguarda l'ultimo punto, cioè come si propongono generalmente  le
persone su quest'asse Dio-Scienza, credo di poter dire che sono tanto
attente alla scienza per quanto riguarda la loro salute fisica, quanto,
viceversa, sono irrazionali per quanto riguarda la loro salute psichica
dove, viceversa, regna la più assoluta anarchia.
Ed è proprio su questo secondo punto che se qualcosa non cambia, e in
fretta, la vedo drammatica.
Ed ecco perchè, una battaglia culturale per tornare a chiamare MALE ciò che
lo è e conseguentemente BENE, ciò che è bene, è prioritario rispetto a
qualunque scelta politica ed è per questa ragione che io stò con  Giuliano
Ferrara e la sua/mia lotta.


 
 
 

Che sciocchi i Moderni...

Post n°102 pubblicato il 19 Febbraio 2008 da mjkacat

......parlano di Dio come di un capriccio soggettivo
e della razionalità come di qualcosa invece
fermo,sicuro, oggettivo,
quando invece il Sacro
è l'abisso sul quale si genera la ragione.

Ciedetelo ai pazzi se non ci credete.

 
 
 

Pro-lifer

Post n°101 pubblicato il 16 Febbraio 2008 da mjkacat

Siccome la verità esiste
ed è falso che tutto è interpretazione
se per modernità si intende
razionalità e consapevolezza
e non arbitrio e individualismo a oltranza
allora
IO SONO NATO
il giorno del mio CONCEPIMENTO
perchè
"Ogni fatto procede da un'Idea,
come ogni parto da un portatore
e ogni nascita da un concepimento"*

Che di quell'Idea si vuol discutere
e non di legge
Che il "desiderio" non è Narciso
ma dono
Che il resto non è ragione
ne tantomeno consapevolezza
se è vero che "mentalmente sano"
stà per responsabile e cosciente.
Che le donne vere lo san bene
che l'aborto come unica possibilità
senza libertà di scelta
è contro di loro
Che dividere
temporizzare
dal concepimento al parto
è diabolico.
Che finchè c'è guerra tra madre e figlio
sempre più ce ne sarà
tra figlio e figlio.



* Giovanni Pascoli I 155

 
 
 

Kant e la morale autonoma

Post n°100 pubblicato il 05 Febbraio 2008 da mjkacat

Molti laicisti si richiamano a Kant, in particolare al celebre scritto del
1784 sull'illuminismo.  Questo arruolamento di Kant tra le file dei nemici
della religione è un grosso errore, un errore che si ritrova tale e quale
anche presso buona parte del pensiero cattolico che, senza esercitare  a sua
volta la distinzione, si schiera pregiudizialmente contro l'illuminismo.
Kant scrive di aver "posto particolarmente nella materia religiosa il punto
culminante dell'illuminismo" perchè "la minorità in materia religiosa è fra
tutte le forme di minorità la più dannosa e anche la più umiliante".
Sia i clericali sia gli anticlericali traducono il passo kantiano con
l'equazione: compimento dell'illuminismo=assenza di religione.  Ma non è
assolutamente così, basta conoscere anche solo un po' le grandi opere
kantiane per rendersene conto,  In realtà per Kant la religione tocca tali
profondità dell'essere umano che, se è sbagliata, diviene la catena più
pesante.
Ma se è giusta ?
Scrive il filosofo verso la fine della "Critica della ragion pura":
"Io credo inevitabilmente nell'esistenza di Dio e in una vita futura, e sarò
sicuro che nulla può far vacillare questa fede, poichè altrimenti
risulterebbero rovesciati i miei stessi principi morali".  Se è giusta, la
religione fonda in modo inestirpabile i retti principi morali,  li radica
nel profondo dell'animo umano con una forza tale da risultare inconcepibile
alla semplice raison calcolatrice.
Quando l'uomo percepisce dentro di sé l'assolutezza dell'etica, sente di
essersi legato a una sfera incondizionata dell'essere per esprimere la quale
il suo pensiero non ha trovato di meglio che ricorrere al termine Dio.
L'uomo non deve fare il bene per obbedire a Dio (morale eteromana), deve
farlo per sé stesso (morale autonoma).
Ma quando fa il bene per se stesso, con l'assolutezza imperativa che esso
richiede, l'uomo entra al cospetto di una sfera superiore dell'essere,
chiamata da Kant "regno dei fini", da Platone "regno delle idee", da Gesù
"regno dei cieli" ( da Jung "archetipi"-"Sé". ndr)

L'emancipazione auspicata da Kant, e da tutto il pensiero dell'illuminismo e
dell'idealismo tedesco, non è dalla religione e dal sacro, ma da forme
immature della religione e del sacro.

.............................

Per Kant [...] il valore di un'uomo è dato dall'uso che fa della sua
libertà.  Di conseguenza il valore di una filosofia dipende dalla misura
della libertà a cui conduce gli uomini.
[...]
Per questo egli lega la libertà soggettiva a qualcosa di più alto, e così
facendo fonda la morale sul sacro.  Non sul sacro religioso, ma sul sacro
razionale, il quale si impone col suo "imperativo" a ogni uomo che voglia
veramente esercitare la ragione.
La ragione non è una semplice facoltà del soggetto, usabile a piacimento
come una cravatta che posso indossare oppure no, come purtroppo ritiene la
cultura dominante
[...]
E' fuorviante presentare Kant come paladino del soggettivismo moderno.
La ragione compie se stessa quando riconosce nella libertà che vi è un
principio superiore, un arché a cui si deve legare.  In assenza di questo
legame con l'arché, si ha l'an-archia con le sue devastazioni morali.


Vito Mancuso

 
 
 

Vattimo e la Fantascienza

Post n°99 pubblicato il 05 Febbraio 2008 da mjkacat

Forte Vattimo, però..."tutto è racconto"

Veramente, un racconto, a differenza di un'ideologia, è qualcosa che è già
avvenuto, lo vedremo a posteriori, quindi....a parte che ce n'è uno che stà
in piedi da duemila anni...ma lasciamo perdere.

Certo, quindi, che c'è "racconto" e "racconto"
Ma forse lui voleva dire che son finiti quelli di "Fantascienza" !?
SI !!
Quella marxista !!  rotfl

 
 
 

TAG CLOUD

AREA PERSONALE

 

I MIEI LINK PREFERITI

- Comunione e Liberazione
- Opus Dei
- Legionari di Cristo
- Neuroingegneria
- Zenit
- Olir
- Statoechiese.it
- Filosofia delle religioni
- Contro la leggenda nera
- StoriaLibera
- René Girard in breve
- Decostruzione dell'uomo
- Psicoanalisi del Vangelo
- Girard, Freud, Lacan
- Conversazione con Girard
- La voce... Girard libri 1
- Sito Girard
- Girard e Levinas
- Girard Cacciari
- Post-girardiani
- Articoli su Girard
- Girard Derrida
- Rinascimento cristiano
- Video Girard Vattimo
- Confronto Gerard Vattimo
- Umorismo
- Ideologia, Illuminismo, Totalitarismo
- Decostruzione - Derrida
- Google Libri
- Binswanger - Reciprocità
- Letteratura & Arte
- Filosofia
- Filosofia 2°
- Teologia
- intervista a Gadamer
- Dittatura del relativismo
- Filosofia della religione - Sito
- Simbolo
- Sensibilità - Husserl
- Husserl - Naturale
- Ist.étud.Lévinassiennes
- Metafisica
- Antiamericanismo
- Jean François Revel
- Girard - "Spe salvi"
- Nicolas Gòmez Dàvila
- Aforismi N.G. Dàvila
- www.Caffarra.it
- La dialettica dell'Illuminismo
- L'eclisse della ragione
- Differance Derrida
- 11 Settembre - Girard
- Subdolo "politically correct"
- Stampa su Girard
- Antropologia di Girard
- La società del risentimento
- Max Scheler
- Modernità e postmodernità
- J'accuse di René Girard
- I desideri di Gesù
- Eucaristia & Girard
- Storia della Teologia
- Il luogo e le vie :su Heidegger
- Liturgia
- Liturgia II°
- Liturgia e Immagine
- Immagini e filosofia
- Filosofia in immagini
- Storia della Metafisica
- Dizionario dei Teologi
- J.H Newman
- Ceruti Fornari "Le due paci"
- Ceruti su Morin
- Prospettivismo - Costruttivismo
- Un romanzo theocon
- Psychomedia
- George A. Kelly
- Rivista di Psicologia
- Libro di Mauro Ceruti
- Cognitivismo e non
- Mirjana Dragicevic
- Pagina 1
- Pagina 2
- Pagina 3
- Pagina 4
- Pagina 5
- Pagina 6
- Pagina 7
- Pagina 8
- Pagina 9
- Pagina 10
- Pagina 11
- Pagina 12
- Pagina 13
- Pagina 14
- Pagina 15
- Pagina 16
- Pagina 17
- Pagina 18
- Pagina 19
 

PERSONAL JESUS

 

L'ATTIMO FUGGENTE- LA CULTURA

 

ULTIMI COMMENTI

Un saluto dal 2024
Inviato da: cassetta2
il 19/02/2024 alle 12:41
 
A me ha fatto riflettere questo articolo,ha il medesimo...
Inviato da: Eustachio
il 08/08/2013 alle 19:59
 
PURTROPPO NOTO CHE PARECCHIE PERSONE NUTRONO UNA ...
Inviato da: Da_1a_100
il 02/05/2011 alle 23:48
 
1/4 Il clima culturale che noi respiriamo potrebbe...
Inviato da: Da_1a_100
il 26/12/2010 alle 21:18
 
2/4 Dalla forma pluralistica ed illuministica nasce...
Inviato da: Da_1a_100
il 26/12/2010 alle 21:11
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

ULTIME VISITE AL BLOG

cassetta2Lacky.Rmatilde.darisifrancabaronioSARAGATTINImariaceleste_cosistram2dottorcasadeidodomass1993GiuseppeLivioL2msm3gvfotoceramicabobn56dgroberto82zagreus.zagreus
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

TAG

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
 

RENé GIRARD

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963