Post n°486 pubblicato il 27 Dicembre 2009 da mjkacat
Ego cogito un'idea grandiosa, in una sola forma tutto il reale,
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Post n°485 pubblicato il 17 Dicembre 2009 da mjkacat
La storia del Partito comunista italiano, che, imitando lo stalinismo, si è accreditato come l'unico detentore della necessaria purezza morale adatta a guidare la repubblica italiana fin dal suo inizio, e questo in nome del passato di lotta antifascista, e cioè, che l'antifascismo è la condizione sufficiente a guadagnarsi la patente di democraticità ; strategia concordata da Togliatti con Stalin, ....ribadita poi negl'anni '70 da Berlinguer con la sua famosa "questione morale",... PESA TUTT'ORA sulle vicende politiche italiane come l'epigono di ciò che è avvenuto domenica dimostra platealmente. Tale "questione morale" è passata, dopo gl'anni '90, nelle mani di un sistema giudiziario quantomeno ambiguo nelle apparenze, il chè è già molto grave per un sistema giudiziario che deve anche APPARIRE, non solo "essere" neutrale, e ha giocato e gioca tutt'ora questo ruolo MORALE nello spalleggiare e nell'essere spalleggiato da una Sinistra non si sà bene da chi e perchè voluta SALVATA dai Poteri Forti o chi per esso, ma non certo su basi di logica o razionalità * Non stò a ripetere le ragioni esposte in risposta al sottostante post di Marco sul tema della RIMOZIONE collettiva del problema ** Concludo solo dicendo, senza nessuna volontà polemica, che finchè non si sarà risolto questo "nodo gordiano" di cos'è stato il PCI veramente, tale delirio "MORALE" continuerà , ed i paliattivi di cui sentirete parlare nei prossimi giorni su tv e giornali saranno solo chiacchere inutili e impotenti a risolvere il problema. Ma il problema sarebbe così grosso da risolvere che credo proprio i "soliti falsi" continueranno a fingere che il giochino del "buoni-cattivi" se lo sia inventato Berlusconi. Salterebbero troppi "altarini", altrimenti. * Ma ben più probabilmente per ragioni di calcolo economico come quello di far pagare il debito pubblico italiano alla classe Media e da qui il successo di Berlusconi difensore certo di sè stesso ma anche di detta classe......anche se questa è solo una mia ipotesi **Allora, cominciamo proprio dalla dicotomia "amico-nemico" che è quella che mi interessa e che trovo sia alla base di tutto. Io sono ANNI, e ANNI, e ANNI che stò dicendo che in Italia c'è una RIMOZIONE grande come una casa E la rimozione sono le RESPONSABILITA' di un'organizzazione politica che ha sempre FALSIFICATO la realtà imbrogliando le carte e, nell'ergersi a emblema IPOCRITA di VIRTU' MORALE ha, in realtà , APPOGGIATO E COLLABORATO con un sistema CRIMINALE straniero. Ora, tu mi dovresti spiegare su che basi psicologiche i comunisti italiani sono BUONI e i nazisti italiani sarebbero CATTIVI, così....per antonomasia, senza uno straccio di ragionamento che non sia un bieco IDEALISMO che trascura gli eccidi fatti. Vuoi due o tre link sull'argomento ? Leggiti, tanto per iniziare, questa "chicca" di Padre Gheddo...Numero Uno dei Missionari http://www.storialibera.it/epoca_contemporanea/comunismo_italiano/egemonia_culturale/articolo.php?id=1359 poi questo.... http://www.storicamente.org/03_biblioteca/schede/casadio.htm ...poi anche questo... http://www.mulino.it/edizioni/volumi/scheda_volume.php?ISBNART=11869&vista=scheda Poi, dopo che te li sei letti prova anche a rispondermi a questa domanda. Perchè in POLONIA alcuni giorni fa e nella Repubblica Ceca, se ci vai con una maglietta di CHE GUEVARA ti mettono in galera ? Sono pazzi ? Ecco, quando mi avrai dato uno straccio di risposta che giustifichi tutto questo, poi io ti spiego perchè Berlusconi dice GIUSTAMENTE che in Italia è pieno di comunisti. E non mi tirar fuori la Magistratura, per favore, che non ti rispondo neanche tanto è PLATEALE la loro fetenzia. |
Post n°483 pubblicato il 17 Dicembre 2009 da mjkacat
Perchè non pensare che di là si risorga semplicemente "nella carne" ne più |
Post n°482 pubblicato il 11 Dicembre 2009 da mjkacat
E' noto che i figli non ascoltano i genitori ma ne imitano i comportamenti. |
Post n°481 pubblicato il 10 Dicembre 2009 da mjkacat
I greci, nonostante tutto il loro pensare, restavano sostanzialmente un |
Post n°480 pubblicato il 10 Dicembre 2009 da mjkacat
I diversi linguaggi in fondo non fanno altro che sviluppare e specificare il |
Post n°479 pubblicato il 10 Dicembre 2009 da mjkacat
"Termine con cui si designa l'inquinamento luminoso |
Post n°478 pubblicato il 10 Dicembre 2009 da mjkacat
"Il concetto di "verità", come qualcosa che dipenda da fatti del tutto al di |
Post n°477 pubblicato il 04 Dicembre 2009 da mjkacat
Dopo il Maggio '68 in Francia la reazione contro lo scientismo di certe varianti piuttosto dogmatiche dello strutturalismo e del marxismo ha costituito un fattore che ha condotto alla nascita del postmodernismo, a causa dell'incapacità di operare una distinzione elementare tra l'atteggiamento scientifico e la PRETESA ingiustificata dei regimi comunisti di possedere una teoria "scientifica" della storia umana Combinando la SOTTOVALUTAZIONE DEL LATO EMPIRICO con una buona dose di dogmatismo scientista, è possibile cadere nelle peggiori elucubrazioni come è anche possibile cadere, in alternativa, in una sorta di scoraggiamento: DAL MOMENTO CHE TALE METODO, A CUI SI ERA CREDUTO DOGMATICAMENTE, NON FUNZIONA, ALLORA NIENTE FUNZIONA, qualsivoglia forma di conoscenza è impossibile o soggettiva eccetera. E così si passa con facilità dal clima degl'anni '60 e '70 al postmoderno. Ma tutto ciò si fonda su una cattiva identificazione dell'origine del problema |
Post n°476 pubblicato il 03 Dicembre 2009 da mjkacat
...soprassedendo alla tua sottile disquisizione notturna se sia il Topo o la |
Post n°475 pubblicato il 03 Dicembre 2009 da mjkacat
...ritiene che il sesso sia solo il desiderio di sensazioni sessuali. |
Post n°474 pubblicato il 03 Dicembre 2009 da mjkacat
...ti vuole far credere che esistano solo "opinioni", |
Post n°473 pubblicato il 27 Novembre 2009 da mjkacat
L'ideologia oggi Le credenze ideologiche tendono a definire una separazione tra "noi" e "loro". Il successo di queste etichette nell'emarginare e condannare l'oppositore ha corroborato la convinzione che si possa cambiare la realtà cambiando il linguaggio. Basti osservare come oggi, parlando della RU480 la Senatrice Finocchiaro ha definito urgente la sua introduzione per la "SALUTE" delle donne Sticaaaaaaazziiiiiiiiiiiii.........;))) |
Post n°472 pubblicato il 27 Novembre 2009 da mjkacat
Cacciato dalle coscienze per lasciar posto al kitsch, al pop e al porno, |
Post n°471 pubblicato il 20 Novembre 2009 da mjkacat
Questa famosa frase di Bellocchio del '68 non è mai stata più attuale. |
Post n°470 pubblicato il 14 Novembre 2009 da mjkacat
Come nei più vecchi e banali film di fantascienza, http://girolamo.melis.it/2009/10/juan-manuel-de-prada-la-nueva-tirania.html?spref=fb |
Post n°469 pubblicato il 14 Novembre 2009 da mjkacat
Tantissimi anni fa lessi da qualche parte questa frase non ricordo certo |
Post n°468 pubblicato il 08 Novembre 2009 da mjkacat
L'"Ideologia di genere", che dal dato corporeo "schizza" a quello mentale e |
Post n°467 pubblicato il 06 Novembre 2009 da mjkacat
Un uomo torturato è il SIMBOLO delle VITTIME della VIOLENZA UMANA ?! |
Post n°466 pubblicato il 31 Ottobre 2009 da mjkacat
1. Un primo passo sulla via del realismo è rendersi conto che si è sempre stati realisti. Il secondo passo è rendersi conto che, qualunque sforzo si faccia, non si riuscirà mai a pensare in modo diverso. Il terzo passo è prendere atto che tutti quelli che pretendono di pensare in modo diverso si rimettono a pensare da realisti non appena si dimenticano di star recitando una parte. A questo punto, se uno di questi si domanda il perché, la sua conversione è cosa fatta. 2. La maggior parte di coloro che si professano e si ritengono idealisti vorrebbero tanto non esserlo, ma pensano di non averne il diritto. C'è chi dice loro che non potranno mai uscire dal loro pensiero e che un al di là del pensiero non è pensabile. Se accettano la sfida e cercano di rispondere a questa obiezione sono perduti, perché tutte le obiezioni dell'idealista al realista sono formulate in termini idealistici. Per questo non sorprende che l'idealista risulti sempre vittorioso nelle discussioni. La soluzione idealistica dei problemi è già implicata nel modo con cui l'idealista imposta i problemi. Il realista deve dunque convincersi, come prima cosa, di non dover accettare la sfida su un terreno che non è il suo, così come non deve sentirsi in difficoltà quando non sa come risolvere dei problemi che in effetti sono senza soluzione ma che lui non ha motivo di porsi. 3. Occorre poi usare con cautela il termine "pensiero". In effetti, la differenza più grande tra il realista e l'idealista e che l'idealista pensa, mentre il realista conosce. Per il realista "pensare" vuol dire solamente organizzare delle conoscenze o riflettere sul loro contenuto; a lui non viene in mente di fare del pensiero il punto di partenza della sua riflessione, perché lui sa che un pensiero è possibile solo se prima ci sono state delle conoscenze. Ora, l'idealista, visto che procede dal pensiero alle cose, non può sapere se quello da cui parte corrisponde o meno a una cosa; e quando egli domanda al realista come si possono raggiungere le cose partendo dal pensiero, il realista deve rispondere subito che ciò non è possibile, e che proprio in questo sta il motivo principale per non essere idealisti. Il realismo infatti parte dalla conoscenza, cioè da un atto dell'intelletto che consiste essenzialmente nel cogliere un oggetto; quindi per il realista la domanda dell'idealista non pone un problema insolubile ma solo uno pseudo-problema, che e una cosa ben diversa. 4. Ogni volta che l'idealista ci prescrive di risolvere i problemi posti dal pensiero, si può essere sicuri che egli parla in nome dello Spirito. Per lui, lo Spirito è ciò che pensa, come per noi l'intelletto è ciò che conosce. Occorre dunque evitare, per quanto sia possibile, di compromettersi con questo termine. Non è sempre facile, perché esso ha anche un senso legittimo, ma noi viviamo in un tempo in cui si impone prima di tutto la necessità di ritradurre in un linguaggio realistico tutti i termini che l'idealismo ha mutuato da noi e poi ha corrotto. Un termine di tipo idealistico è quasi sempre un termine che per il realista designa una delle condizioni spirituali della conoscenza e che invece l'idealista considera come generatrice del suo contenuto. 5. La conoscenza di cui parla il realista è l'unione vissuta e sperimentata tra l'intelletto e una realtà conosciuta. Ecco perché una filosofia realistica ha sempre come referente questa realtà conosciuta senza la quale non ci sarebbe conoscenza. Le filosofie idealistiche, al contrario, partono dal pensiero e per questo arrivano ben presto a scegliere come loro oggetto la scienza o la filosofia stessa. L'idealista, se pensa veramente da idealista, realizza nella forma più pura l'essenza del "professore di filosofia"; mentre il realista, se pensa veramente da realista, è in perfetto accordo con l'essenza autentica del filosofo: perché il filosofo parla delle cose, mentre il professore di filosofia parla di filosofia. |
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