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Mondo Jazz

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MUSICA E JAZZ

Post n°2724 pubblicato il 11 Aprile 2013 da pierrde

La notizia non è affatto nuova, io stesso e anche altri blog ne avevamo illustrato l'importanza, ma credo che ciclicamente  vada riproposta come vera e propria riscoperta delle radici e della storia della nostra musica nel nostro paese.

 

Milano era stata da poco liberata, e - fatto forse poco rilevante per il grande pubblico, ma essenziale per gli appassionati - si poteva tornare a parlare di jazz.
Giancarlo Testoni, presidente dell'Hot Club di Milano, organizzazione in cui erano confluiti i vari gruppi milanesi di appassionati (con l'eccezione della Associazione Amici del Jazz di Gianfranco Madini che già pubblicava dal 1944 il suo bollettino, "Ritmo", ancor oggi esistente) era già allora giornalista professionista, e non vedeva l'ora di poter dare agli appassionati qualcosa in cui riconoscersi dopo aver pubblicato nel 1937 quello che si può considerare il primo libro moderno di jazz, Introduzione alla vera musica di jazz.
Intorno a lui si raccoglie fin dall' inizio un gruppo dalle grandi e complementari qualità: Arrigo Polillo, che faceva l'avvocato e diventò il redattore capo; Livio Cerri di Pavia, che faceva il dentista pure essendo diplomato in conservatorio in violoncello; Roberto Nicolosi, cugino di Livio Cerri e che faceva pure lui il dentista per tirare avanti la famiglia ma era un musicista, compositore, contrabbassista, pianista, trombettista e arrangiatore dell' orchestra dell'EIAR appena trasformatasi in RAI; Giuseppe "Pip" Barazzetta, bancario di professione e grande raccoglitore di informazioni; Giacomo Carrara. In seguito si aggiunsero altre persone invitate da Testoni, che oltre a fare il giornalista era poeta e autore di testi per canzoni: tra essi Carlo Alberto Rossi, Enzo Ceragioli, Piero Rizza, direttore di orchestra e sassofonista, il primo arrangiatore bianco per un' orchestra nera. "Musica e Jazz - Quindicinale illustrato di musica leggera" inizia come quindicinale e non come mensile; veniva stampato nel formato che oggi si direbbe tabloid.
Racconta Barazzetta nel suo libro autobiografico "Una vita in 4/4" edito dalla Fondazione Siena Jazz e disponibile su richiesta:
"Eravamo in pochi ma buoni, buoni nel senso che lavoravano e avevamo voglia di lavorare, soprattutto avevamo voglia di lavorare senza nessun tipo di tornaconto. Ricordo che una volta al mese Testoni mi mandava a fare la "colletta" per raccogliere i dischi da recensire ed io andavo a visitare tutte le case discografiche di Milano e chiedevo se avevano qualche disco da darci. Naturalmente ho raccolto improperi però qualche disco buono lo raccoglievo e poi, in redazione, ce lo dividevamo da buoni fratelli. Musica Jazz è stata una esperienza che è andata oltre l'aspetto puramente giornalistico. Il gruppo che la portò avanti fu un vero "vulcano" dal quale eruttavano proposte e innovazioni continue. Le idee di fondo venivano sempre fuori da Testoni, poi noi le organizzavamo e le attuavamo."
Letta oggi la rivista è un misto, fresco e nostalgicamente affascinante, di curiosità intellettuale e fame arretrata di ogni forma di entertainment americano; le notizie filtrano ancora per canali misteriosi, le occasioni di vedere dal vivo gli esponenti delle varie scuole di jazz rare e spesso riservate a chi può andare all'estero. Gli articoli sono già stati inclusi nell'indice online disponibile sul sito, ma la scansione e la visione delle pagine - con le scelte tipografiche e di montaggio delle foto - è l'unico modo per poter percepire il profumo di queste pagine, a meno di non avere accesso a una raccolta di queste rarissime annate, disponibili presso il Centro Studi Arrigo Polillo grazie alla generosità di Giuseppe Barazzetta, sempre attento a mettere a disposizione di studiosi e appassionati le fonti originali. Con l'inserimento sul sito della versione digitale "sfogliabile" la rivista prende nuova vita e dimostra la lungimiranza dei suoi fondatori e collaboratori. La consorella francese Jazz Hot, fondata nel 1935, interrompe tuttavia le pubblicazioni nel 1939 per riprenderle solo dopo la liberazione; la seconda serie, che significativamente ricomincia dal numero 1, è contemporanea di Musica Jazz.
Nato come quindicinale, il giornale diventa mensile dal terzo numero del 1946, cambio segnalato da un editoriale di Testoni intitolato "Ripresa".
In queste prime due annate è da segnalare la continua attenzione verso la dimensione internazionale della musica, e lo sforzo di sprovincializzare la scena italiana; viene segnalata la nascita di altre riviste europee, vengono pubblicati traduzioni di articoli da riviste americane e francesi - tra gli autori Rudi Blesh e Charles Delaunay - e materiali di prima mano di grande interesse come il programma di sala del famoso concerto del 12 Febbraio 1924 alla Aeolian Hall di New York su musiche di Gershwin.
Il sogno di Testoni (e poi di Polillo) di creare un Centro Studi sul Jazz si manifesta con l'annuncio della nascita a Milano di una tale organizzazione, o meglio di un comitato promotore composto appunto da Testoni, Polillo, Alessio Gurviz, Roberto Nicolosi, Livio Cerri): la realizzazione concreta di tale idea dovrà aspettare oltre quaranta anni, con la creazione del Centro Studi nell'ambito di Siena Jazz, cui significativamente Polillo destinerà le sue collezioni.
Con il '47 inizia la seconda fase dell'esistenza di Musica Jazz, che viene pubblicata dalle edizioni Sugar (Ladislao Sugar era un ebreo nato in Ungheria, emigrato forzatamente negli Stati Uniti, poi rientrato in Italia dove fonda le Messaggerie Musicali). Il titolo cambia da "Musica & Jazz" a "Musica Jazz", spariscono praticamente le foto di graziose e quanto possibile discinte signorine, iniziano pubblicazioni sistematiche di articoli dedicati alla storia e alla tecnica del jazz, di cronache di dischi e di concerti, fa capolino il primo dibattito tra antichi e moderni causato dall'arrivo della nuova musica di Charlie Parker e dei suoi seguaci: Testoni e ancor più Polillo si schierano esplicitamente tra i "progressisti" causando le ire di qualche lettore tradizionalista che li vorrebbe sulle posizioni di Panassié, e sempre di più la rivista si caratterizza come punto di riferimento anche organizzativo per il movimento jazzistico italiano; ma questo è un nuovo capitolo della storia che affronteremo forse in futuro.

Sono disponibili per la consultazione in formato sfogliabile on-line i seguenti numeri:

 

Fonte: http://centrostudi.sienajazz.it/prog_musica_jazz_pdf.asp?%3C%25=param%25%3E&vis=5&fcs=4

 
 
 
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