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NOVITA' MUSICALI IN LIBRERIA

Post n°1798 pubblicato il 10 Marzo 2011 da pierrde
 

“Farò una digressione sul tema: oggi invece di parlare di dischi e di artisti parliamo di libri.

E’ vero che la musica è meglio sentirla piuttosto che leggerla, ma è altrettanto vero che chi ama ed è appassionato di questo genere artistico talvolta è tentato di essere insaziabile e quindi –in modo onnivoro- divora tutto quello che concerne il settore.

Per certi versi, più si sa, più si conosce il tutto, meglio lo si gusta. E’ anche vero che certe biografie, o autobiografie sono insopportabili, perché letteralmente si rivelano dei “diari di bordo” piatti e monotoni.

D’altra parte, sarebbe pretendere troppo! Certi artisti già dotati di per sé di talento da vender in campo musicale, è naturale che si ritrovino in corner, a mal partito, quando si tratta di imbracciar la penna, piuttosto che uno strumento. Anche in altri campi accade lo stesso. Cito a puro esempio il caso velico, ove i libri del grande genio del mare, l’indimenticabile Eric Tabarly sono quasi di una noia mortale.

Tutto un diario di bordo senza nessuna emozione neanche nei momenti che davvero dovevano essere molto emozionanti!!! Eppur era così. Forse questi uomini eccezionali, grazie (ed a causa) del loro talento mostruoso vedono i fenomeno che “maneggiano” come cose semplici, e non riservano a loro eccessiva importanza. Da qui potrebbe derivare forse questa loro “piattezza” nell’esporre.

Più o meno identico scenario lo troviamo nel volume pubblicato dalla casa editrice EDT, la stessa che fa il bel Giornale Della Musica, su Count Basie: una biografia abbastanza scialba. Anche l’autobiografia su Duke Ellington, di EDT, è claudicante per ragioni analoghe, seppur il Duca fu aiutato in questo compito da un editor. Se paragoniamo questi due volumi alla perla di Mingus, , beh, il Duca e il Conte ne escono ridotti male. In molti casi invece ha giovato il co-autore: è questo il caso per un libro spettacolare, della Silvia Mursia editore, , che fu infatti scritto a 4 mani tra un giornalista-velista e uno skipper di grandezza incredibile, che risponde al nome di Olivier De Kersauson.

Anche per chi non capisce niente di mare o di vela, questo libro è godibilissimo per capire l’ambiente velico (a patto ovvio che ci sia della curiosità di base nella persona…). Per tornar alla musica, una similarità con ciò la si ha quando chi scrive è un musicista dotato di sagacia letteraria: vedi Enrico Pieranunzi che ha concesso un sentito e toccante omaggio per i tipi di Stampa Alternativa, a quel grande poeta del pianoforte a nome Bill Evans. Il libro ha un sol difetto….è troppo breve!

Un altro libro fatto benissimo è quello su Lee Konitz, , in cui si snoda un’intervista lunghissima a Konitz, condotta da Andy Hamilton, musicista anche lui, e inframmezzata da giudizi su Konitz di altri jazzmen. Il testo va molto a fondo nell’analisi musicale su Konitiz e talvolta gerghi di cultura musicale non sono sempre alla portata di tutti, se non addentro alla teoria musicale….ma se li saltiamo, non perdiamo comunque il filo del discorso restante che è sempre di ottima struttura, e di grandissimo interesse.

Tanto più che Konitz fu uno dei pochi o forse l’unico a districarsi dal cono d’ombra (potentissimo) di Charlie Parker, sviluppando un linguaggio tutto suo. Vedi le sue mitiche incisioni con Brad Meldhau e Charlie Haden (“Another shade of blue”). A proposito di Parker, stessa solfa per “Parker, la vita e l’opera” , sempre per i tipi di EDT, ma firmato da Carl Voideck (anche lui musicista). Una disamina dell’universo parkeriano mirabile. Grazie all’EDT per questi indimenticabili volumi.

Post a cura di Danilo

 
 
 
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