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Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

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IL JAZZ E' UN VIRUS....

Post n°2229 pubblicato il 21 Aprile 2012 da pierrde

...se ti prende non ti lascia più. Però, assicura Adriano Mazzoletti, siamo portatori sani.

 

Informazione di servizio per tutti gli addetti ai lavori, collezionisti, cultori del jazz: se foste in possesso di incisioni o registrazioni di concerti, su nastro, vecchie bobine, in forma di file. ma anche video, fotografie, partiture, locandine, articoli, lettere e quant' altro e aveste il desiderio di condividere, tramandare il grande o piccolo, comunque prezioso patrimonio, oggi è nata un' istituzione capace di rendere disponibile al vasto pubblico di appassionati e alla cerchia degli studiosi tutto il materiale raccolto, l' Archivio nazionale del jazz.

A dare il buon esempio e ad assumersi la responsabilità di portarlo avanti è stato Adriano Mazzoletti, giornalista, scrittore, autore e conduttore di programmi radio e tv. Essendo tra i più grandi divulgatori di musica afroamericana ed esperti in giro per il mondo, in una vita discretamente lunga ha raccolto una miniera di documenti che ora ha messo a disposizione dell' iniziativa, costituita da un' altra istituzione nazionale, in particolare nel settore della didattica, con attività quarantennale nella capitale, ovvero il Saint Louis college of music.

Presentato ieri in Campidoglio (coinvolte Roma Capitale e Biblioteche di Roma), l' Archivio ha l' ambizione di diventare un punto di riferimento Europa, sul modello dei musei nazionali di Harlem e New Orleans, attingendo a quelle fonti documentali di primaria importanza che sono le collezioni private. Al centro della strategia è il web, strumento principe di raccolta e circolazione delle informazioni, una «filosofia della condivisione che è propria della spirito del jazz», come dice il direttore del Saint Louis, Stefano Mastruzzi. Per un primo assaggio e presa di contatti, l' indirizzo è

www.archivionazionaledeljazz.com

Fonte: Raffaele Roselli, Corriere della Sera del 20.4.2012

Piccola nota autobiografica: mi interesso di musica da quando ero adolescente, sono ormai più di 45 anni, e spesso negli ultimi tempi mi sono posto la domanda di che fare del patrimonio discografico, fotografico e di riviste in più lingue che ormai occupano non solo l'appartamento dove abito ma anche buona parte della cantina.

Per mancanza di spazio in passato mi sono liberato a malincuore di una vasta documentazione relativa a festival nonchè di vecchie pubblicazioni, ma ora mi piacerebbe trovare una soluzione (da vivo....) alla mole di documenti e album.

Non cerco compensazioni economiche, sarei molto contento di poter donare ad una istituzione (ente, fondazione, biblioteca, archivio) buona parte del materiale che posseggo.

C'è qualcuno........? ?

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Luca Conti il 21/04/12 alle 12:50 via WEB
Ho dato un'occhiata all'archivio dischi del sito ("in fase di digitalizzazione") e mi chiedo quale sia il senso di impiegare chissà quanto tempo a trasferire dal vinile un'enorme quantità di materiale già disponibile su cd da anni e, spesso, già in edizioni ben restaurate partendo dai master originali. Messa così, mi sembra un'impresa un po' assurda e, soprattutto, inutile. Meglio sarebbe forse concentrarsi su ciò che in cd non è mai stato ristampato, no? A cosa serve digitalizzare da lp, che so, gli OKeh di Louis Armstrong?
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Jazz from Italy il 21/04/12 alle 13:19 via WEB
I miei migliori auguri a questa bella iniziativa, anche se ingannevole (probabilmente ai soli fini promozionali), con quel "oggi è nata un'istituzione capace di..." Nel nostro paese, per fortuna, un Centro Studi sul Jazz esiste dal 1989 e nel suo archivio, ad oggi, sono raccolti più di 33.000 supporti sonori, 3.000 libri e 10.000 riviste sul tema, un migliaio di video e un centinaio di tesi di laurea. Inoltre l'archivio fa parte di una struttura che poggia su tre colonne portanti, che sono l’insegnamento, la produzione e la ricerca, appunto, messe continuamente in relazione ed inserite in un unico contesto/macrotema ed in una vera e propria fortezza a difesa del Jazz. Ovviamente parlo della Fondazione Siena Jazz e del suo Centro Studi, nato più di vent'anni fa dalla donazione della famiglia Polillo, ed oggi diretto da Francesco Martinelli. Andate a visitarlo, almeno una volta, e capirete perchè a me è restato nel cuore.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Jazz from Italy il 21/04/12 alle 13:29 via WEB
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Enrico Bettinello il 21/04/12 alle 14:01 via WEB
...concordo con Jazz From Italy e Luca Conti. Tra l'altro il comunicato stampa di questa iniziativa non riporta alcun riferimento all'Archivio Polillo, dicendo che "nessun modello del genere è stato mai costituito per il jazz, con la sola eccezione del National Jazz Museum in Harlem, New Orleans Jazz Museum e Museo del Jazz Gianni Dagnino di Genova il cui scopo è tuttavia diverso da quello dell'Archivio Nazionale del Jazz"... Scarsa eleganza o scarsa informazione?
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Jazz from Italy il 21/04/12 alle 15:43 via WEB
Il tema accennato da Luca, ci offre lo spunto per ragionare sulla differenza tra “Piracy and Bootlegging”, nel senso che se è inutile riproporre in formato liquido musica ancora disponibile sul mercato (anche a mio parere è inutile, sia se a farlo è un blog o un archivio), tutt'altra importanza ha la ricerca, la relativa raccolta dati ed archiviazione, di materiale inedito, sparso per il mondo, o non più disponibile, ai più. Penso a "I Concerti di Un Certo Discorso", alle etichette scomparse come la HORO, alle vecchie registrazioni alle quali non viene attribuito appeal commerciale, alle trasmissioni radio o ai tantissimi live registrati nei club dagli appassionati (solo di Chet Baker, io ne ho raccolti una trentina che non compaiono nella sua discografia ufficiale), etc. Tra l'altro m'incuriosiscono le affermazioni di Mastruzzi, che sostiene che «al centro della strategia è il web, strumento principe di raccolta e circolazione delle informazioni, una filosofia della condivisione che è propria della spirito del jazz». Chissà come si comporteranno le autorità, i produttori, la critica accreditata o i censori del web che, quando a parlare di condivisione di materiale coperto da copyright sono i bloggers, si scatenano facilmente in una caccia alle streghe... Ma se a farlo è un'associazione, patrocinata da un assessorato comunale, e presieduta dall'Adriano nazionale del Jazz?
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Luca Conti il 21/04/12 alle 15:59 via WEB
Non è che si debba per forza far parte delle autorità o degli addetti ai lavori per rilevare che, mettendo liberamente disponibile in rete materiale sotto copyright, si viola formalmente la legge... Possiamo discuterne quanto vogliamo, ma le cose stanno in questo modo.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Jazz from Italy il 22/04/12 alle 00:52 via WEB
vero, quanto è vero che discutere una legge obsoleta, ipocrita, cieca, conservatrice, contraria allo sviluppo, lontana dagli artisti, inutile alla maggioranza e che non vuole imparare niente dai suoi stessi errori, non significa essere fuorilegge, almeno per me! Da qualche parte, bisogna pur cominciare...
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Francesco Martinelli il 22/04/12 alle 08:14 via WEB
Ringrazio della citazione e delle gentili parole. Per motivi ovvi non entro nella discussione anche se concordo con le osservazioni avanzate: fosse solo Siena a non essere citata. Diciamo che è una storia che abbiamo già visto....chi fosse interessato a donare materiali di qualsiasi tipo mi può contattare direttamente alla mia mail qui riportata; alcune importanti donazioni sono in via di acquisizione per arricchire il già notevole patrimonio del Centro Studi. Grazie e buona giornata a tutti, io torno da Brema dove abbiamo lavorato con l'archivio del jazz di Darmstadt e quello della musica popolare di Brema stessa.
 
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