Creato da pierrde il 17/12/2005

Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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JAZZ DAY BY DAY

 

 

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I PODCAST DELLA RAI

Dall'immenso archivio di Radiotre č possibile scaricare i podcast di alcune trasmissioni particolarmente interessanti per gli appassionati di musica nero-americana. On line le puntate del Dottor Djembč di David Riondino e Stefano Bollani. Da poco č possibile anche scaricare le puntate di Battiti, la trasmissione notturna dedicata al jazz , alle musiche nere e a quelle colte. Il tutto cliccando  qui
 

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Messaggi di Gennaio 2015

TONIGHT: BATTITI

Post n°3871 pubblicato il 31 Gennaio 2015 da pierrde

Pochi giorni fa, il 28 gennaio, Robert Wyatt ha compiuto 70 anni e noi abbiamo pensato che il modo migliore per festeggiarlo sia quello di offrire un piccolo florilegio di alcuni dei brani che ha scritto e interpretato in una lunga e straordinaria carriera.

Lo abbiamo sempre ammesso, siamo fans incalliti di Wyatt: la sua voce, morbidamente screziata, capace di mescolare gioia e malinconia, è una delle più belle che abbiamo mai ascoltato. Wyatt continua a colpirci con la forza delle sue invenzioni musicali e l'originalità delle scelte di repertorio. Questa notte ci muoveremo in senso quasi cronologico, tralasciando di proposito tutte le sue collaborazioni e offrendo solo un parziale ritratto della sua carriera…

 

https://www.facebook.com/pages/Battiti-Radio-3/44450512099?fref=nf

 
 
 

JONI, PAROLE IN LIBERTA'

Post n°3870 pubblicato il 31 Gennaio 2015 da pierrde

Sembra incredibile che i colleghi siano stati così ingenerosi con lei.

"Non tutti, ma certamente quelli della mia area musicale sì. Non è edificante essere definita la "Dylan in gonnella". Con i jazzisti è una storia diversa, Wayne Shorter al Luminato Festival di Toronto disse: "Joni è una di noi". Mingus mi spronava a suonare la chitarra jazz".

Nella seconda parte della sua carriera si sarebbe presa la rivincita lavorando con i grandi del jazz.

"Non fui io a supplicare Mingus di fare un album insieme, come hanno detto, fu lui a cercarmi perché voleva collaborare con me prima di morire. Il mio manager disse: se lo fai rischi di deragliare. Ridicolo. Ma aveva ragione, fui scomunicata; i jazzofili dissero che sfruttavo Mingus. Insomma, musicalmente mi ritrovai nella terra di nessuno".

Che ricordo ha dell'incontro con Miles Davis?

"La prima cosa che mi disse fu (imita la voce afona del trombettista): adoro i tuoi quadri. Così non ebbi il coraggio di chiedergli di suonare con me - avrei adorato. Quando morì, ebbi l'occasione - ero con Wayne Shorter - di incontrare i familiari; suo figlio mi confidò che negli ultimi giorni Miles non faceva che ascoltare i miei album, aveva l'intera discografia. Avrei dovuto osare di più, non essere così intimidita dalla sua fama di bad boy".

Cosa ascolta oggi quando ha bisogno di musica?

"Duke Ellington. È così armonicamente vario, originale e innovativo da lasciare stupiti anche dopo numerosi ascolti. L'unica musica del XX secolo che ancora mi sembra freschissima. Come Kind of blue di Miles, posso ascoltarlo ogni giorno. Chi dice che John Coltrane è superiore a Duke e Miles è un pazzo".

È certamente consapevole di aver ispirato più di una generazione di artiste. C'è qualcuna che le ha toccato il cuore?

"No. (lungo silenzio) Forse mi è sfuggito qualcosa? Niente che mi abbia colpito come quel che ho fatto io con Mingus. Che coppia! Avevamo la stessa sensibilità. Maria Callas, lei sì che mi tocca il cuore. E Patsy Cline. E la giovane Judy Garland. (lungo silenzio) Nessun'altra".

Fonte: Intervista di Giuseppe Videtti

http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2015/01/30/news/joni_mitchell_sono_meglio

_di_dylan_co_ma_da_donna_mi_snobbano-106107686/?ref=HRERO-1

 
 
 

CHARLES LLOYD ALLA BLUE NOTE

Post n°3869 pubblicato il 31 Gennaio 2015 da pierrde

Charles Lloyd ha firmato per la Blue Note Records e pubblicherà Wild Man Dance, il suo primo album per l'etichetta in 30 anni, il 14 aprile L'album è una registrazione dal vivo di una suite di lungo formato commissionata dal Festival Jazztopad a Wroclaw, in Polonia , ascoltata anche a Milano in autunno nella rassegna Aperitivo in Concerto.

Lloyd presenterà negli Stati Uniti la prima del "Wild Man Dance Suite" il 18 aprile presso il Metropolitan Museum Temple di Dendur a New York City, in seguito quattro notti al SFJazz (23-26 aprile ) a San Francisco. Lloyd si esibirà anche con il suo quartetto al New Orleans Jazz & Heritage Festival il 2 maggio.

 
 
 

E-BOOK: IL GIRO DEL JAZZ IN 80 DISCHI

Post n°3868 pubblicato il 31 Gennaio 2015 da pierrde
 

Dove va il jazz italiano oggi?

Uno dei segnali per capirlo è la produzione discografica. È dai cd in circolazione che fuoriesce un quadro in genere attendibile delle personalità musicali principali o di quelle emergenti, delle formazioni, delle etichette di major e di indipendenti che si muovono sul mercato.

Questo volume allora non è una semplice rassegna di articoli dell’Autore apparsi sulla stampa sia specializzata che non a sua firma fra il 1999/2000 e il 2014, oltre a diversi appunti e “Asterischi”. In realtà si presenta come un breve almanacco sul jazz nazionale su disco, in un periodo abbastanza lungo, arricchito anche da aforismi e abstracts, immagini e riflessioni, diretto anche a un pubblico di non specialisti

 

Clicca qui per il download del libro in Pdf:

 

 

http://www.amedeofurfaro.it/rokdownloads/libri/il%20giro%20del%20jazz%20in%2080%

20dischi/STAMPA%20GIRO%2080%20DISCHI.pdf

 
 
 

UNA PETIZIONE CONTRO GILAD

Post n°3867 pubblicato il 30 Gennaio 2015 da pierrde

- La Lettera firmata da 13 abitanti di un sobborgo di Nottingham ha provocato un intervento contro Gilad Atzmon, per aver scritto cose come: "E' sempre il pessimo comportamento degli ebrei che provoca disastri agli ebrei.

" Le proteste di un gruppo di persone residenti in Inghilterra hanno portato alla cancellazione di una performance jazz di Gilad Atzmon, musicista ebreo di origine israeliana e scrittore noto per le sue denunce non solo contro Israele ma, in generale, contro gli ebrei, secondo quanto scrive il Nottingham Post.

Atzmon, un sassofonista, e la sua band The Whistle Blowers dovevano esibirsi al Bonington Thatre di Arnold, un sobborgo di Nottingham, il 15 gennaio scorso, ma 13 abitanti della cittadina hanno firmato una lettera di protesta e l'hanno inviata ai dirigenti del teatro, il Gedling Borough Council, per richiamare la loro attenzione sulle affermazioni di Atzmon.

Il consiglio, riconoscendo che Atzmon aveva fatto certe dichiarazioni pubblicate del tipo:"è sempre il pessimo comportamento degli ebrei che provoca disastri agli ebrei", e "Il Tribunale di Norimberga era finto, ce ne vorrebbe uno vero per Israele", ha deciso che questo tipo di affermazione " toccano dei punti che preoccupano i residenti locali e pertanto ha deciso si condividere il loro punto di vista.

" La dichiarazione continua: "Pur riconoscendo e apprezzando l'importanza della libertà di parola, il Consiglio, ha la responsabilità legale di costruire e mantenere buone relazioni tra i membri della comunità, anche tra persone di razze e religioni diverse.

“Il Consiglio ha preso atto che l'autorizzazione di una performance e la presenza di Gilad Atzmon potrebbe essere un atto non conciliabile con questa responsabilità”.

Atzmon, 51 anni, che ha lasciato Israele per emigrare in Inghilterra molti anni fa, ha dichiarato: "Non so cosa gli sia passato per la mente. Non mi interessa se la gente non condivide quello che scrivo, ma la mia musica non ha nulla a che fare con quello che scrivo. Penso che sia una cosa ingiusta".

Autore nel 2011 del libro "The Wandering Who? – Uno studio di politica sull'identità ebraica" e blogger molto attivo, Atzmon è una figura molto controversa anche tra gli anti-Sionisti, molti dei quali lo considerano un Ebreo-anti-Semita, mentre altri lo apprezzano come una voce originale e senza paura.

La società laica di Nottingham domani si riunirà per protestare contro la cancellazione dello show di Atzmon.

Fonte: http://www.haaretz.com/

Fonte: www.comedonchisciotte.org  

autore della traduzione Bosque Primario

 
 
 

RADIOTRE SUITE

Post n°3866 pubblicato il 30 Gennaio 2015 da pierrde
 

Venerdì 30 Gennaio 2015

ore 20.30

IL CARTELLONE

VICENZA JAZZ NEW CONVERSATIONS 2014

Michael Formanek Quartet

Tim Berne sax contralto Craig Taborn pianoforte Gerald Cleaver batteria Michael Formanek contrabbasso

Registrato il 9 maggio 2014 a Vicenza, Teatro Olimpico

Venerdì 30 gennaio a partire dalle 23.00 Roberto Bonati sarà a La Stanza della musica di Radio 3 Suite per presentare Heureux comme avec une femme.

Al suo fianco Diana Torto: musica e parole per raccontare il lavoro di questo musicista che da sempre si muove su un crinale sottile ed equidistante dal jazz e dalla contemporanea, in una sintesi di molteplici linguaggi.

Heureux comme avec une femme è un cd su musiche di Roberto Bonati costruito attorno all’arte della voce di Diana Torto e del contrabbasso dello stesso Bonati. Un contrabbasso, una voce: due corde vibranti. Suoni lievi e profondi in un magico rituale di musica notturna. Primitivo, selvaggio ed incantato.

Diana Torto canta la magia della voce, Roberto Bonati è un virtuoso del suo strumento e ci porta al cuore del contrabbasso. Tecniche vocali e strumentali poliedriche che danno vita ad un’intensa polifonia fra i due musicisti. Ancora una volta Roberto Bonati ci regala un lavoro profondamente contemporaneo in cui la tradizione della musica occidentale e il Novecento si incontrano con l’Africa, la musica popolare con il jazz.

Su tutto aleggia una particolarissima attenzione alla dimensione spirituale che è radicata nel suono e nella musica, dimensione in cui sacro e popolare si incontrano e si confondono. E che trova lontano nel tempo le sue radici: fra suoni profondi e vocalizzi compare una riscrittura di Can vei la lauzeta di Bernart de Ventadorn.

E ancora: fra i brani del disco vi è anche un omaggio a Sensation di Rimbaud da cui è tratto il titolo del cd. I versi di Woman of the Woodlands sono dello stesso Bonati e tratteggiano un brano dall’atmosfera misteriosa e soffusa. Heureux comme avec une femme è il risultato del lavoro di Roberto Bonati e Diana Torto degli ultimi anni: un affascinante ed intimo gioco di specchi.

 
 
 

DOMENICHE AL PARENTI, PER COSTRUIRE UN FESTIVAL A MILANO

Post n°3865 pubblicato il 29 Gennaio 2015 da pierrde

Fedele Confalonieri, Andrée Ruth Shammah, Gianni Gualberto Morelenbaum. Attorno a questi tre nomi potrebbe giocarsi, nel prossimo futuro, il ritorno del grande jazz a Milano. Un sodalizio, quello che si è ufficializzato in questi giorni, che ha tutte le carte in regola per dare vita ad un grande festival internazionale sul «mainstream» musicale assente da decenni in una città come Milano che pure vanta una ricca tradizione e un pubblico appassionato.

Confalonieri e Gualberto rappresentano una garanzia in quanto ideatore e direttore artistico del successo trentennale di Aperitivo in Concerto , il matinée concertistico del Manzoni. La regista Shammah, inesauribile vulcano di idee e cultrice appassionata anche di musica, metterebbe a disposizione del progetto il teatro più attivo e versatile della città, quel Franco Parenti che, per Expo, avrà pronta anche l'area dell'attigua piscina Caimi. L'antipasto del sogno è già una realtà che debutta domenica per cinque matinée proprio nella sala grande del Pierlombardo.

Sarà il pianista newyorkese Kenny Werner , icona del jazz moderno avendo contribuito al fianco dei più importanti musicisti di fine secolo, ad inaugurare la rassegna «Jazz al Parenti». Tre personaggi del mondo della cultura provenienti da realtà private sono pronti a scendere in campo per colmare un vuoto pubblico che potrebbe diventare assordante durante il periodo di Expo, quando Milano sarà una vetrina per tutti i Paesi del mondo. «Milano, che vanta un'offerta sovrabbondante per la musica classica, è decisamente deficitaria sul jazz» dice Gualberto che, durante la sua lunga esperienza al Manzoni, ha portato a Milano i più grandi artisti del panorama mondiale.

«Un festival milanese del jazz che ogni anno ospiti solisti ed ensemble dell'olimpo musicale attirerebbe pubblico da tutto il nord Italia e non solo - aggiunge la Shammah - e sarebbe bello che, in barba ai tagli, potesse autofinanziarsi». Il primo test, dicevamo, sarà domenica con il concerto che battezza il cartellone messo a punto da Gualberto. Dopo Werner, appuntamento a domenica 22 marzo con il quartetto del chitarrista Peter Bernstein .

Fonte: http://www.ilgiornale.it/news/milano/palco-franco-parenti-vero-festival-jazz-1086961.html

 
 
 

L'INNOMINATO

Post n°3864 pubblicato il 29 Gennaio 2015 da pierrde

Ci sono personaggi la cui popolarità è inversamente proporzionale al loro valore. E’ successo, succede e succederà. Per porre un argine, dunque, non rimane che cercare di ignorarli, non parlarne affatto, fingere che non esistano, oppure cercare di affrontarli con la necessaria dose di ironia.

Mi ero ripromesso di non parlare più dell’innominato, tempo sprecato, ma il web è tentatore e qualche volta, anche senza volerlo, ti porta ad ascoltare cose che gli altri umani non oserebbero. Non ho avuto il coraggio di affrontare il nuovo album , non avrei retto a si dura prova, ma, sostenuto dal buon articolo che per l’occasione ha scritto Enrico Bettinello, ho visto il video trailer.

Ebbene, ho constatato di persona che l’uso dell’ironia è un’arma spuntata: non c’è nulla che può essere più (involontariamente) comico, beffardo, raccapricciante, insensato e urticante del trailer stesso.

L’innominato fa tutto da solo: crea  e  distrugge con invidiabile sprezzo del ridicolo. A noi non resta che chinare il capo attoniti.

P.S. Io non posto il video. Non voglio grane con la mia coscienza. Sappiate che per accedere basta un click qui sotto. E d’altronde il maestro Uto Ughi ci aveva avvertito: “in altri tempi non lo avrebbero nemmeno ammesso al Conservatorio.”

 

http://www.glistatigenerali.com/musica_musica-classica/giovanni-allevi-e-il-tenente-colombo/

 

https://www.youtube.com/watch?v=7WE-kUvx9mw

 
 
 

FLASH MOB

Post n°3863 pubblicato il 28 Gennaio 2015 da pierrde

 

 
 
 

CHIUDE IL GIORNALE DELLA MUSICA

Post n°3862 pubblicato il 28 Gennaio 2015 da pierrde

 

Dopo 31 anni di pubblicazioni chiude il Giornale della Musica, il magazine di tutte le musiche. La crisi colpisce duramente tutto il comparto dei periodici e, nonostante la felice ristrutturazione della rivista, 64 pagine a colori con firme di alto profilo al costo di 5 euro al mese, l'editore ha ritenuto che non ci fossero più le condizioni per andare avanti. Rimangono le attività sul web ma la perdita per la cultura musicale taliana è incalcolabile.

http://www.giornaledellamusica.it/

 
 
 

LA GIORNATA DELLA MEMORIA

Post n°3861 pubblicato il 26 Gennaio 2015 da pierrde

If If… at the sound of wish the summer sun would shine.

And if… just a smile would do to brush all the clouds from the sky.

If… at the blink of an eye the autumn leaves would whirl.

And if… you could sigh a deep sigh to scatter them over the earth.

I’d blink my eyes and wave my arms, I’d wish a wish to stop all harm.

If… at the wave of a hand the winter snows would start.

And if… you could just light a candle to change people’s feelings and hearts.

I’d whisper love In every land to every child, woman and man.

That’s what I’d do If my wishes would come true.

That’s what I’d do If my wishes could come true.

 
 
 

ORNETTE COLEMAN - NEW VOCABOLARY

Post n°3860 pubblicato il 25 Gennaio 2015 da pierrde
 

Track Listing: Baby Food; Sound Chemistry; Alphabet; Bleeding; If It Takes A Hatchet; Value And Knowledge; Population; Wife Life; The Idea Has No Destiny; H2O; What’s Hotter Than The Sun; Gold Is God’s Sex.

Personnel: Ornette Coleman: alto saxophone; Jordan McLean: trumpet, electronics Amir Ziv: drums; Adam Holzman: piano (trk 2, 6, 12).

Record Label: System Dialing Records

V A L U T A Z I O N E : *  *  *  * 1/2

Negli anni scorsi si vociferava della presenza in studio di Coleman con alcuni musicisti giovani, ma il tempo passava e l’episodio sembrava più frutto di mitologia che di verità. Invece, questo "New Vocabolary", uscito per l’etichetta newyorkese System Dialing Records è ghiotta realtà, anche se apparentemente pubblicato in maniera dimessa, ordinabile solo on line o per corrispondenza e senza particolare pubblicità.

Passando all’ascolto e all’analisi musicale l’album si caratterizza in maniera del tutto originale rispetto alla produzione conosciuta di Coleman. Dodici brani, generalmente piuttosto brevi, in cui tromba, elettroniche e batteria dipingono paesaggi sonori sempre in movimento sui quali la voce unica e inconfondibile di Ornette ricama frasi ora liriche ora spigolose e angolari.

Nei tre brani in cui è presente il pianoforte di Holzman il clima non cambia (meraviglioso l’inizio quieto di Gold is God’s Sex) ma va dato pieno riconoscimento ai tre musicisti per aver creato ambientazioni originali e completamente diverse rispetto ai dischi del Prime Time, la formazione di Ornette più vicina per impostazione a New Vocabolary.

Continua a leggere la recensione qui: 

http://www.traccedijazz.it/index.php/recensioni/26-recensioni-discografiche/887-il-ritorno-di-ornette

 

 
 
 

I CONCERTI DEL QUIRINALE

Post n°3859 pubblicato il 24 Gennaio 2015 da pierrde
 

Domenica 25 Gennaio 2015 ore 11.50

I CONCERTI DEL QUIRINALE DI RADIO3

In collaborazione con Rai Quirinale

In diretta dalla Cappella Paolina del Palazzo del Quirinale, Roma

Rita Marcotulli, pianoforte

Luciano Biondini, fisarmonica

Raiz, voce

Concerto per la memoria

Il 27 gennaio si celebra in tutto il mondo il Giorno della Memoria, istituito per ricordare le vittime della Shoah nella ricorrenza del momento in cui, il 27 gennaio 1945, l’Armata Rossa scoprì il campo di concentramento di Auschwitz e lo liberò, dando assistenza ai pochissimi superstiti. Le canzoni cantate da Raiz risalgono a quella corrente della Memoria, attingendo al repertorio della tradizione ebraica. Rita Marcotulli e Luciano Biondini proseguono poi la via della musica con il loro lavoro di scrittura e di improvvisazione che ha dato vita, di recente, al progetto La strada invisibile, titolo del loro nuovo album pubblicato insieme.

 
 
 

DJANGO

Post n°3858 pubblicato il 23 Gennaio 2015 da pierrde

Oggi è il compleanno del genio della chitarra gitana, Django Reinhardt. Un suo ritratto fantasioso per la penna di Cabu, uno dei fumettisti uccisi a Parigi.

«Una signora francese titolata offriva frequenti party a cui invitava persone con opposti percorsi esistenziali. Una sera chiese di suonare a una strana accoppiata: Andres Segovia e Django Reinhardt. Segovia arrivò in orario e impressionò gli ospiti con il suo repertorio. Django arrivò tre ore dopo senza chitarra. Sorrideva; pensava che tutto fosse bello.

Non sapeva mai l’ora, non portava l’orologio. Andava con il sole e la luna. Segovia non volle prestare a Django la sua chitarra, così qualcuno dei presenti riuscì a trovargli una vecchia carcassa con il ponte incrinato. Segovia rimase affascinato da suoni che riusciva a produrre quella vecchia carcassa. «Dove posso trovare una musica come questa?» chiese. «Da nessuna parte, – rise Django – l’ho improvvisata io adesso»

Zwerin M., Musica degenerata. Il jazz sotto il nazismo, Edt, Torino 1993, pp. 126-127.

 
 
 

FAZIL SAY

Post n°3857 pubblicato il 23 Gennaio 2015 da pierrde

Fazil Say è un musicista per molti versi assai interessante. Quarantacinque anni il 15 gennaio, turco, pianista e compositore, suona con la New York Philharmonic, la Filarmonica di Israele, l'Orchestra Sinfonica di Baltimora, la Filarmonica della BBC, l'Orchestre National de France, laFilarmonica di San Pietroburgo.

È ospite regolare del Festival di Lucerna, del Klavierfestival Ruhr, del Rheingau Musikfestival, dei festival di Verbier, Bonn e Salisburgo. Ha tenuto recital nelle più importanti sale da concerto tra le quali il Concertgebouw di Amsterdam, la Philharmonie di Berlino, la Suntory Hall di Tokyo. Ha collaborato con Yuri Bashmet, Shlomo Mintz e Akiko Suwanai e nel 2004 è stato in tournée mondiale con Maxim Vengerov.

La passione per il jazz lo ha portato a fondare il Worldjazz Quartet, con il quale ha suonato a Saint-Denis, Montpellier, Montreux, Istanbul. Al di là del su eclettismo musicale Fazil ha anche un turbolento rapporto con il suo paese e la sua religione: basti ricordare le condanne subite nella Turchia di Erdogan per blasfemia.

Una parola che evoca inquisizioni e crociate, ma che racconta una storia realmente accaduta nel settembre del 2013, allorquando il pianista, ateo dichiarato e su posizioni politiche decisamente progressiste, ha ritwittato ironicamente delle frasi del grande poeta persiano del XII secolo Omar Khayyam: il risultato è stata una condanna a 10 mesi, condonata a patto che il nostro mantenga una buona condotta nei prossimi anni.

In parte per lo stesso articolo del codice penale era stato condannato nel 2006 lo scrittore Orham Pamuk per aver denunciato il genocidio degli armeni. Ai primi di ottobre è uscito un album, Fazil Say plays Say, dove raggruppate insieme per la prima volta, si possono ascoltare le composizioni per pianoforte solo che Fazil ha composto ed eseguito in scena in tutto il mondo: Black Earth, Paganini Jazz, Alla Turca Jazz, ecc ..

Queste piccole miniature sono diventate un marchio di fabbrica e contraddistinguono un pianista che è alla ricerca di un linguaggio musicale unico.

"The program which you are going to hear is composed of pieces that I have performed in concert throughout my life. They are literally "music of a pianist at the piano". You will discover numerous melodies from both Turkey and Anatolia.

In my youth I also enjoyed making jazz arrangements of the great classics and I have included a few of these transcriptions on this album. Over the years I have consistently included these compositions in my concerts, sometimes as an encore, variating and adapting them.

Those who have been following me will surely recognize most of these works. I have always admired a citation of Tarkovski that says "If the artist exists it is because the world is not perfect". An attempt to describe in music one's life... And here you have a few humble examples".

 
 
 
 

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