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Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

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martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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Messaggi del 27/08/2012

LESTER WILLIS YOUNG, "PREZ", 27 AGOSTO 1909, WOODVILLE

Post n°2366 pubblicato il 27 Agosto 2012 da pierrde

Benché Billie Holiday l'avesse soprannominato Pres - il Presidente dei tenorsassofonisti - fin dal 1937, o giù di lì, Lester Young dovette faticare molto per fare accettare e poi imporre il suo stile. Per anni dovette difendersi dall'accusa, che molti gli muovevano, di suonare in modo troppo dissimile da quello di Coleman Hawkins, che allora dettava legge fra gli specialisti del suo strumento.

Sembrava che volesse far di tutto per differenziarsi da lui: la sua voce strumentale era chiara, lieve, e le sue frasi, a crome, in cui si faceva un grande uso del rubato, erano lunghe e semplici - e tuttavia piene di sottigliezze - ed erano, a loro modo, liricamente melodiche, mentre la voce del sassofono di Hawkins e dei suoi molti seguaci era poderosa, aggressiva, vibrata, e si esprimeva in un fraseggio rapsodico e fastoso.

Lester Young difese con tenacia il diritto di essere se stesso, ma non fu mai del tutto sicuro di aver ragione; quando poi, verso la metà degli anni Quaranta, tutti i tenorsassofonisti di jazz smisero di seguire le orme di Hawkins per prendere a modello proprio lui, rimase sconcertato: 'Non mi resta più niente da suonare', soleva ripetere, con aria afflitta.

(Arrigo Polillo-Jazz)

 
 
 

BIM HUIS

Post n°2365 pubblicato il 27 Agosto 2012 da pierrde

Solo un paio di post addietro davo la notizia della riapertura del Blue Note, il locale certamente più carismatico e importante di Milano.

Amsterdam non ha un Blue Note bensi' un club con una lunga storia ed una sede nuovissima da qualche anno: il Bim Huis.

Personalmente ho conosciuto e brevemente frequentato la vecchia sede del club, sostanzialmente una bella birreria con un palco adeguato dove sono passati i milgiori jazzisti  d'America e d'Europa.

Non ho ancora avuto il piacere di conoscere la nuova sistemazione, che amici mi dicono essere bellissima, ma seguo con attenzione la programmazione che continua ad essere di straordinario livello ed interesse.

E' il caso anche di questo scorcio di stagione con il programma che da fine agosto giunge alla fine dell'anno e che da poco è stato pubblicato sul sito del club:

http://bimhuis.com/programme

La differenza di qualità rispetto al Blue Note è netta e non ammette repliche, basta confrontare i nomi. Rimane da chiedersi quali sono le cause di tali diversità.

Sicuramente in Olanda la considerazione e l'attenzione verso la musica jazz è molto diversa rispetto al nostro paese: le stesse dimensioni della nazione poi, aiutano la concetrazione degli eventi ad Amsterdam. Anche il fatto che buona parte della popolazione parli correntemente l'inglese aiuta a percepire e considerare la musica afro-americana come qualcosa di famigliare.

Eppure rimango convinto che anche da noi, con un pizzico in più di coraggio e qualche idea si potrebbe tentare una programmazione di livello più alto.

Sicuramente il Blue Note è diventato un locale "in" nella movida milanese. Il prezzo da pagare per i jazzofili è però altissimo: moltitudini che cenano rumorosamente senza nessun rispetto verso i musicisti e le persone accorse per la musica, prezzi alti, nessun parcheggio.

Sarà per accontentare i neo-cafonal che poi nella programmazione troviamo le pattypravo d'antan ?

Boh, di sicuro con una locandina tipo Bim Huis anche se disto due ore di macchina da Via Borsieri sottoscriverei un abbonamento....

 

 

 

 
 
 
 

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