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Messaggi del 12/04/2014

 

Illusioni sinistre

Post n°500 pubblicato il 12 Aprile 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

"Chi non cambia diventa di destra", e poi "Forza Italia è il nostro interlocutore per le riforme costituzionali", lo show parolaio del "mago" del DEF continua a reti unificate senza soluzione di continuità, senza il minimo rispetto per chi ascolta slogan e spot pubblicitari, spesso in contrasto tra loro, di un leader di un partito che non trova più la sua identità neanche nella difesa di quella Costituzione, di quei valori che ne sono state fondazione e motivo di appoggio popolare.

A pochi giorni dalla presentazione di un DEF che appare, ogni giorno di più, un inganno malinconico e proporzionato allo spessore di un personaggio che fa invidia a Berlusconi, in quanto a promesse senza senso e senza un fondamento credibile, l'ex rottamatore del nulla non lascia mancare mai il suo dissennato pensare e, gridando al mondo intero la sua fede "sinistra", afferma che modificare la Costituzione con un partito di destra, che ha i suoi vertici inquisiti per frode fiscale e per associazione esterna alla mafia, sia un passo di sinistra...come afferma, subito dopo, che non cambiare sia di destra, senza indicare come, in che direzione, riguardo a cosa?

Eppure la sinistra dei sinistri del PD in questi anni è più che cambiata, per spostarsi sempre di più verso posizioni che certo di sinistra non possono definirsi.

L'approvazione delle prime leggi sulla precarietà e l'abbandono definitivo della difesa dei diritti dei lavoratori viene proprio da quel PD, figlio del PCI, che nella sua storia aveva come fondamento la difesa dei più deboli, di chi lavorava con stipendi miseri, senza alcuna salvaguardia.

La "svolta", nel PD, è da tempo iniziata verso un percorso di rincorsa agli obiettivi del capitale, concretizzatasi nella difesa di interessi altri a quelli della collettività e delle fasce più deboli, di un'economia padrona delle scelte politiche e sociali, di una distruzione sistematica di quello stato sociale bandiera e ancora di salvataggio di quella parte di popolazione esclusa dalle norme e dagli interessi dei più forti, dei più corrotti, dei più ladri.

Una svolta politica e culturale che ha permesso, e salvaguardato, il ventennio berlusconiano, che ha taciuto sugli inaccettabili collegamenti con la mafia del suo indegno leader, che ha vanificato le lotte popolari contro quel conflitto di interessi ingiuria del nostro ordinamento e della nostra Costituzione, che ha messo a Presidente della Repubblica chi ha messo il silenzio sull'avvelenamento di una intera regione, che ha ostacolato, e continua ad ostacolare, le indagini su quel rapporto Stato-mafia ormai comprovato da fatti inequivocabili e che hanno lasciato l'Italia nelle mani di chi ne ha distrutto presente e futuro.

Un senato di nominati ed una Camera occupata da chi raggiunge meno del 40% dei votanti, che nelle attuali condizioni significherebbe meno del 25% degli aventi diritto, non è una svolta di sinistra per chi dovrebbe difendere quella sovranità popolare che è linea di demarcazione tra una concezione di destra ed una di sinistra della politica e del suo ruolo di servizio agli interessi dell'intera popolazione, a cominciare da quelli dei "meno fortunati".

Come non è di sinistra prevedere una precarietà a vita per quei giovani che, sempre per il sig. Renzi, "ci chiedono di intervenire", ma non certo per renderli schiavi nel presente e poveri nel futuro.

Le chiacchiere e le promesse di chi fa propaganda sulla devastazione del paese, sulle difficoltà delle famiglie, su una disoccupazione ed una povertà crescente, hanno le gambe corte di chi non ha rispetto del ruolo che ricopre nè delle responsabilità ad esso collegate.

L'illusione dura il tempo dello spettacolo, quando cala il sipario la gente farà i conti...il biglietto pagato non sarà restituito da chi ha preso, ancora una volta, in giro un intero paese...un paese a cui non sono bastati venti anni di nulla per capire che il nulla non ha spessore, ma ha sempre le stesse modalità di rappresentarsi.

 
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