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giornale di controinformazione

Messaggi del 26/10/2014

 

Munnezz’ (spazzatura)

Post n°611 pubblicato il 26 Ottobre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

“Siamo ancora vivi” è scritto su alcuni cartelli che i manifestanti, ad un anno esatto dalla prima mobilitazione che portò centomila persone ad invadere Napoli, mostrano durante il corteo che attraversa le strade del centro. Siamo vivi e non molliamo, non smettiamo di chiedere alle Istituzioni, alle forze dell’ordine, ai prefetti, al Questore, di mantenere gli impegni presi, di intervenire, finalmente, ad interrompere quei roghi tossici che appestano l’aria, che inquinano le campagne, che aggiungono al veleno sotterrato nella nostra terra il fetido e mortale puzzo della diossina.

Sono venuti ministri in Campania a promettere eserciti e bonifiche, controllo del territorio e risanamento, e mentre le promesse scorrevano sui Tg nazionali e riempivano le pagine dei quotidiani, la gente della terra dei fuochi continuava ad ammalarsi, a morire…”per un errato stile di vita”, disse la Lorenzin, che ora scarica le colpe delle sue dichiarazioni e del suo nulla fare sulle forze dell’ordine che non intervengono a bloccare i roghi tossici, documentati dalle mille foto esposte dai cittadini di Nola, di Marano, di Giugliano, di Caserta, di Scampia, di tutte quelle zone in cui lo Stato sembra evaporato, assieme ai fumi neri che appestano l’aria.

Munnezza, spazzatura, rifiuti tossici bruciati sempre negli stessi luoghi, luoghi mai controllati, mai presidiati. Una munnezza che puzza dalle origini, dalla sua capacità di rendersi invisibile allo Stato, quella stessa che fu trasportata, per tutto lo stivale, dall’Europa e dal nord Italia, sino giù, in quel Sud sempre più profondo, sempre più estraneo, senza che mai nessuno, neanche chi ne era a conoscenza, come il signor Napolitano, all’epoca ministro degli interni, proponesse uno stretto controllo del traffico di rifiuti, ordinasse alle forze dell’ordine di verificare i carichi dei camion adibiti al trasporto,  la tossicità degli stessi, le zone di smaltimento previste…insomma che fosse applicata quella legge che vale per chi non riesce a pagare le tasse, ma non vale per chi uccide.

La storia, questa maledetta storia di morti e sofferenze, di bambini a cui è negato un futuro, di mamme e padri che si consumano nel pianto delle loro perdite, continua indisturbata, come se nulla fosse, come se quelle colonne di fumo, che quotidianamente si alzano in tutta la provincia di Napoli, non esistessero, e chi le denuncia solo un “gufo”, un allarmista, un denigratore delle istituzioni.

Ancora una volta, pacificamente, tra le incomprensibili divisioni delle varie associazioni che si battono per bloccare il biocidio, migliaia di persone hanno voluto testimoniare, con la loro presenza, la rabbia verso uno Stato non solo assente, ma silente e quindi colluso con chi avvelena ed uccide.

Non ci aspettiamo segnali positivi da Istituzioni che, per la “spending review”,  necessaria al mantenimento del potere e dei privilegi delle varie caste, risparmiano anche sui diritti dei disabili, sulla vita delle persone, sul risanamento di un territorio devastato da collusioni con il malaffare e con la malavita, non ci aspettiamo, in poche parole, che la munnezza che si è appropriata del potere cancelli la spazzatura delle sue scorie.

Ci aspettiamo che ognuno di noi senta questa terra come propria, questa aria come il futuro dei propri figli, questo dritto come intoccabile…ed inondi le strade, le piazze, con la propria rabbia, con la incontestabile ragione, con la verità della vita, bene da salvaguardare sopra ad ogni interesse, ad ogni potere, ad ogni immonda speculazione.

Riprendiamoci la nostra terra non è uno slogan…è un dovere che dobbiamo a chi ci seguirà, perché 'a munnezza nun è na' bella eredità.  

 
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