A 5 mani

A parte le tue considereazioni pseudo-filosofiche sull'essere e sull'avere, l'Italiano è una lingua sconosciuta agli italiani, solo i più acculturati conoscono per sommi capi verbi, sintassi, accenti, ma i parrucconi che fanno i vocabolari, tendono a renderla ancora più complicata, non capendo che il vocabolario non fa la lingua, ma è la lingua che fa il vocabolario, ovvero il vocabolario viene dopo e quando è stampato è già vecchio di almeno dieci o venti anni, perché la lingua è in eveluzione, tanto è vero che si tende ad evitare la pignoleria dell'accento unico, ma si privilegiano le diverse inflessioni regionali, visto che i vocabolari usano vari modi di leggere le vocali o la s, o la c, o altre lettere a seconda se chi li scrive è del Nord o del Sud Italia.
Peraltro ci sono modi di scrivere e di leggere che ormai sono diventati patrimonio quasi di tutti ma che i vocabolari (vecchi) bacchettano stupidamente, senza capire che le pignolerie vetuste non hanno più senso, anche se ovviamente ci sono regole generali che vanno seguite nell'interesse dell'unificazione nazionale della lingua, ma anche le regole se sono vecchie si cambiano e soprattutto gli intellettutali devono capire che l'Italia non è solo la Toscana o il Piemonte e la Lombardia, ma ha tante altre regioni da cui trarre insegnamento per unificare le regole.
Come vedi ho preso spunto dal tuo post per allargare il discorso, ma l'ho allargato così tanto che poi mi ci sono perso:-)))))).
Ciaooooooo!