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TRENTADUE - Colori

Post n°33 pubblicato il 01 Febbraio 2010 da passato_per_caso

C’è una scatola di matite qui sopra il comodino. La posso vedere ma non arrivo a toccarla, vorrei raccontarvi una storia, la mia, e raccontarvela con i colori che vedo. Li guardo ma non arrivo a prenderli. Ho troppi fili che pendono dalle mie mani, e troppi tubi, e mi sento sola in questa stanza, però se vi racconto magari poi voi mi pensate e non sarò più tanto sola.

 

FUCSIA

 

Fucsia è il mio colore preferito, ce l’ho per tutta la mia stanzetta. Fucsia nelle tende, sul disegno del copriletto. Fucsia è la tuta con quel gattino bianco con gli occhi a palla, ed il suo fiocco rosso, che mi hanno regalato per il mio compleanno, quando sulla torta c’erano quelle due candeline che sprizzavano fiamme e che la buio illuminavano tutta la stanza.

Fucsia erano tutti i palloncini attaccati alle pareti e che scrivevano AUGURI e 9 ANNI, quelli che ho compiuto.

Se devo pensare a qualcosa di allegro penso a lui, al fucsia.

Fucsia erano le scarpe che avevo indosso quando con mamma e papà sono venuta per la prima volta in questo ospedale e mi hanno fatto un sacco di esami e anche se li vedevo preoccupati avevo le mie scarpe fucsia e pensavo che nulla di male potesse mai capitarmi con quelle ai piedi.

 

 

CELESTE

 

Celeste sono gli occhi di mamma. Ma di un celeste speciale che cambia secondo come mi guarda, ed il suo umore. E’ un celeste vivo, allegro, quando tutto va bene o a scuola ho preso un voto buono, o sono stata brava ad una festa o in casa. E’ un celeste che diventa scuro quando invece è arrabbiata. Il giorno che uscimmo da quella visita era un celeste quasi buio e cadevano lacrime dai suoi occhi mentre papà taceva e la teneva per un braccio. Io non parlavo pensavo che fosse colpa mia di quel cambiare di colore e che forse non ero stata abbastanza buona col medico, e dentro me dicevo, promettevo, che da allora sarei stata buonissima con la mamma e col papà, ed anche a scuola, ed anche col medico, quando l’avrei visto ancora, ma non pensavo che da allora l’avrei incontrato tanto spesso ed anche se sono sempre stata buona il colore degli occhi della mamma è rimasto uguale: buio. E non è più il celeste che mi piace, ma lei è sempre la mia mamma e per questo l’abbraccio spesso, e quando l’abbraccio forte forte mi pare che anche i  suoi occhi tornino a schiarirsi, e sono contenta di questo, ma è solo un attimo

 

BIANCO

 

Il bianco mi ricorda dei camici dell’ospedale. Ce l’hanno bianco i medici ed anche gli infermieri. Qui sono tutti gentili con me anche quando mi devono fare visite che mi fanno un poco male. E c’è un medico che è più gentile di tutti, spesso mi da una caramella dopo che mi ha visitata e mi dice cose che cerco di capire. E vedo mamma e vedo papà che parlano spesso con lui ma non sono mai contenti dopo, come invece lo sono io quando mi da una caramella, e forse dovrebbe dargliene una anche a loro, così, magari,  sorriderebbero un po’.

 

ROSSO

 

Se penso al rosso mi viene subito in mente il sangue. Spesso mi pungono per prenderne un poco. All’inizio avevo paura, adesso anche ma ormai mi sono quasi abituata, sembra che per curarmi lo debbano fare ogni tanto, eppure mi pare che lo facciano quasi sempre ormai. Ma devo essere buona, l’ho promessa a me stessa per far sorridere la mamma, così se anche mi fanno male un poco so che poi mi passa e se pure piango e solo per un po’ e smetto e a volte riesco anche a non piangere ed è quando la mamma mi stringe più forte ed io mi sento felice.

 

GIALLO

 

Se penso al giallo mi viene da pensare ai mia capelli.

Una volta mamma mi disse che per guarire dovevo fare una cura speciale che mi avrebbe fatto stare poi bene ma che per un po’ mi avrebbe fatto perdere i capelli. Piansi quel giorno e piansi quasi tutta la notte. Non volevo perdere i miei capelli, mi piacevano lunghi e ricci. Mamma disse che non ci poteva fare nulla, e lo disse stringendomi forte forte. E lo disse anche papà e allora ci ho creduto. Assieme però promisero di prendere una parrucca e che avremmo scelto la più bella di tutte.

Io la parrucca non la volevo però poi l’ho messa lo stesso perché  mamma e papà non si dispiacessero, e pareva sorridessero di più quando la mettevo.

Ma io lo so che non sono i miei capelli anche se mamma mi dice che un giorno i miei ricresceranno, ed io aspetto quel giorno, e so che butteremo tutti la parrucca vecchia.

 

 

VERDE

 

Il giorno che mamma mi disse che non stavo migliorando non ci volevo credere. Stavo facendo tutte le cure, prendevo le medicine come diceva lei, ed ero pure buona, più buona, solo la stanchezza che avevo me la sentivo aumentare giorno dopo giorno.

Andammo da un medico nuovo che aveva un camice verde addosso. Mi visitò e poi accarezzò la testa. Si allontanò a parlare con mamma e papà. Quando ritornarono mamma piangeva e papà aveva gli occhi rossi. Ricordo che mi strinsero forte e poi, in silenzio, andammo tutti a casa e per strada mi comperarono un regalo, ma grande, come quelli che si trovano sotto l’albero a Natale. Io ero contenta ma loro piangevano ed avrei voluto invece che fossero contenti come me.

Quel dottore dal camice verde forse era stato cattivo con loro, eppure non mi sembrava che avessero litigato o altro.

 

GRIGIO

 

Era grigio il maglione di mamma quella mattina che venne in camera mia. Da qualche giorno non andavo più a scuola eppure non avevo il raffreddore o l’influenza. Ero solo stanca, continuamente stanca.

Mamma si sedette sul letto accanto a me. Anche gli occhi mi sembravano grigi, eppure sorrideva.

Mi accarezzò la testa e poi il viso. E mi parlò dolcemente. Mi disse dei medici che avevamo visto e delle medicine che avevo preso, anche di quella speciale che però mi aveva fatto perdere i capelli, disse che doveva dirmi la verità, ed io pensai che fosse strano perché la mamma dice sempre la verità. Parlò a lungo dicendomi che le cure non mi stavano guarendo, e la cosa mi sembrò impossibile, io stavo facendo ogni cosa per guarire.

Mi disse che in futuro sarei potuta peggiorare e sentirmi ancora più stanca, fino ad arrivare a non alzarmi più dal letto. E lì mi strinse forte sussurrandomi che lei mi sarebbe sempre stata accanto e che non dovevo avere paura di niente perché niente avrebbe mai potuto togliermi il suo amore.

Anche io la strinsi fronte e le dissi che le volevo bene, tanto, e le avrei voluto bene sempre.

 

NERO

 

A volte la notte non dormo. Mi guardo attorno. Ora non posso muovermi molto, ho un tubo che mi entra dentro il naso e che mi fa respirare, ed altri che sono infilati con un ago nelle braccia. Penso che vorrei dormire. Quando dormo non vedo l’ospedale, non sento i tubi e nemmeno gli aghi. Quando dormo sogno e a volte sono in un prato con tutti i fiori e le mie scarpe fucsia e la mamma ed il papà che ridono, o altre al mare a nuotare con loro ed altri bambini che non conosco e rido.

A volte, quando è giorno, spero che venga presto buio, o che possa dormire. Mamma mi ha detto ieri che quando uno smette di vivere è come se dormisse, come se facesse un lungo sonno.

Chissà se quando uno smette di vivere e fa questo lungo sonno, continua a sognare? Mamma non me lo ha detto. Devo ricordarmi di chiederglielo. Adesso sono tanto stanca, domani glielo domando, e poi ve lo racconto….

 

 

 

 

 

Lentini, Cittadina di 24.000 abitanti  fra  Catania e Siracusa, detiene il primato delle morti per Leucemia in Italia, un dato che nel caso dei bambini è 5 volte maggiore la media nazionale.

Nessuna spiegazione ufficiale, solo delle domande e qualche ipotesi dei  genitori raccolti in libera associazione per i bambini leucemici “Manuela e Michele”  http://www.manuela-michele.it/

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Commenti al Post:
Katartica_3000
Katartica_3000 il 01/02/10 alle 21:06 via WEB
...una lacrima....e un abbraccio....:-)
 
NU_VO_LA00
NU_VO_LA00 il 01/02/10 alle 22:42 via WEB
...queste sono le realtà che mi fanno sentire davvero impotente...^_____^
 
 
passato_per_caso
passato_per_caso il 01/02/10 alle 23:48 via WEB
questa è la realtà che riporta alla giusta dimensione tanti nostri pseudo problemi quotidiani
 
   
Katartica_3000
Katartica_3000 il 02/02/10 alle 09:43 via WEB
per questo, infatti...già scriverne e renderne partecipi chi non conosce certe realtà (o non vuole vederle!), diventa importante.....Ma è più facile forse tenere tutto per sè: così il Quieto Vivere non ne viene intaccato!!...Giusto, Scrittore????:-)
 
     
passato_per_caso
passato_per_caso il 02/02/10 alle 12:34 via WEB
ma no è che a volte siamo presi da piccole cose che ingigantiamo e non poniamo nella corretta prospettiva.
 
NU_VO_LA00
NU_VO_LA00 il 01/02/10 alle 23:55 via WEB
...concordo perfettamente...buonanotte
 
bellaidea1963
bellaidea1963 il 02/02/10 alle 10:16 via WEB
IO SO PER CERTO CHE I BAMBINI HANNO TANTO DA INSEGNARE A NOI ADULTI. LORO HANNO LA FORZA, LA SPERANZA, LA TESTARDAGGINE,PER LORO ESISTE SEMPRE UN VALIDO MOTIVI PER NON ARRENDERSI MAI. AD ESEMPIO NON RENDERE MAI TRISTE LA LORO MAMMA, PERCHE PER LORO è LA VITA STESSA.I BAMBIBI CAPISCONO L' ESSENZA DELLA VITA. GRAZIE PER QUESO SPUNTO DI RIFLESSIONE. UN ABBRACCIO AFFETTUOSO
 
 
passato_per_caso
passato_per_caso il 07/02/10 alle 19:32 via WEB
grazie :-)
 
le_parole_dellanima
le_parole_dellanima il 07/02/10 alle 16:24 via WEB
...il figlio di una mia amica di università sta vivendo questo incubo...a volte mi chiedo come un genitore possa portare tanto dolore...nel caso della mia amica è il piccolo Andrea che sa donare forza e sorrisi a chi lo ama...ha 7 anni ed è un ometto nei confronti della malattia...
 
 
passato_per_caso
passato_per_caso il 07/02/10 alle 18:06 via WEB
i bambini hanno, in genere, un modo molto più serio degli adulti, di raffrontarsi alla vita, forse perchè ne hanno più chiaro il senso e sanno distinguerne l'essenziale dagli orpelli
 
   
Katartica_3000
Katartica_3000 il 07/02/10 alle 19:22 via WEB
ora capisco il perchè spesso gli adulti( me in testa!!!!) abbiano nostalgia degli anni dell'infanzia: si viveva meglio di sicuro, guardando solo all'essenziale e ai certi stimoli del cuore:-)
 
     
passato_per_caso
passato_per_caso il 07/02/10 alle 19:32 via WEB
già i bambini sono privi di quella che i grandi chiamano "esperienza" e che, a volte, sembra soltanto un inutile fardello
 
bellaidea1963
bellaidea1963 il 07/02/10 alle 20:36 via WEB
I bambini guardano alla vita con schiettezza , con coraggio sopratutto se accanto a loro cè una mamma che lenisce le ferite piu profonde.Grazie a tutte quelle mamme che in silenzio accompagnano il figlio in un viaggio molto doloroso, nel quale perdono anche loro una parte della loro stessa vita.A tutte quelle mamme che in silenzio lottano per i loro figli.
 
 
passato_per_caso
passato_per_caso il 07/02/10 alle 20:44 via WEB
ed un pensiero lasciamolo pure per i ...papà :-)
 
disillusa65
disillusa65 il 07/02/10 alle 22:00 via WEB
non ci sono parole che possano far capire quanto è forte e sordo il dolore che i genitori provano essendo impotenti nei confronti di una malattia che ti porta via il figlio, ci si vorrebbe arrampicare sui muri,picchiare quei medici che credi non curino abbastanza tuo figlio,urlare in faccia a tutti quelli che incontri per strada e che sorridono ignari del tuo dramma...Un abbraccio ed una lacrima per tutti i bimbi che non ce la fanno... da un cuore di mammma
 
Dely_Rante
Dely_Rante il 08/02/10 alle 14:17 via WEB
Passavo solo per un saluto e per vedere se c'era un nuovo post.Questo è,a dir poco,toccante.Un abbraccio
 
 
passato_per_caso
passato_per_caso il 08/02/10 alle 15:20 via WEB
ciao Dely, un saluto ed un abbraccio anche a te :-)
 
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