Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi di Luglio 2014

VA SEMPRE RICORDATO

Post n°2464 pubblicato il 31 Luglio 2014 da Praj
 

A tanti è capitato di sentir dire che la vita sostanzialmente è un gioco.
Molti di questi hanno annuito superficialmente al momento, ma subito hanno dimenticato questa affermazione, perdendo così una chiave psicologico- esistenziale molto importante. Pochi afferrano fino in fondo tale principio di consapevolezza, la sua portata creatrice, e lo fanno proprio. In genere sono quelli che poi vivono meglio, che stanno bene con se stessi, che si relazionano positivamente con gli altri.




                                             L'immagine è del pittore surrealista Michael Cheval

 
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MALATTIE DELLO SPIRITO

Post n°2463 pubblicato il 30 Luglio 2014 da Praj
 

Nichilismo e fideismo sono malattie infantili dello spiritualismo. Sono le scorciatoie autoconsolatorie che attardano la cura del disagio interiore, l'angoscia del misterioso viaggio dentro di sè da compiere senza sostegni.
Assolutismo e relativismo sono invece malattie croniche della spiritualità, quando da ricerca interiore libera questa diventa istituzione organizzata e adesione acritica a gerarchie e credenze.




 
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MA QUALE DITTATURA?

Post n°2462 pubblicato il 30 Luglio 2014 da Praj
 

"Siamo in piena dittatura!" Non so se ridere o piangere, quando sento tali discorsi. Il fatto stesso che chi lo dice, come migliaia e migliaia di altre persone, possano farlo liberamente pubblicando quel che vogliono, nega di per sè queste deliranti affermazioni. In una dittatura ciò non sarebbe possibile e la libertà di parola e d'insulto sarebbe certamente pagata a caro prezzo.
C'è allora chi la definisce una "dittatura soft" quando realizza l'incongruenza di simili esagerazioni. Allora andrebbe ricordato che la dittatura soft c'è in quasi tutte le democrazie occidentali. Si pensi allora all'Inghilterra o alla Francia sono escluse dal parlamento addirittura partiti che prendono anche alte percentuali alle elezioni. Però nessuno si sogna di dire che in Inghilterra c'è una dittatura soft. Sono legge elettorali che ogni paese si da. E nessuna di queste è perfetta e tutte sono criticabili per vari aspetti. Purtroppo a qualcuno vanno ricordati i desaparecidos... quelli sì vivevano in piena dittatura!
Noi siamo qui invece che possiamo insultare e prendere in giro quotianamente chi ci governa. Ma per favore, siamo seri!
Tutti i governi democratici nel mondo sono in qualche modo a "libertà limitata". E' normale. In una dittatura però anche quella libertà relativa scompare nella tirannia violenta. Mi auguro non si debba mai provare sulla nostra pelle tale sciagura. Mi bastano le terribili testimonianze di chi l'ha vissuta davvero.




 
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UN SEMPLICE SEGRETO

Post n°2461 pubblicato il 29 Luglio 2014 da Praj
 

Quando si è realizzato, in una situazione di necessità o penuria, che sono veramente le dimensioni fisiche essenziali, come la fame e la sete per esempio, a farci apprezzare sia il semplice pane che l'acqua fresca, si può comprendere, per analogia, che l'abbondanza e l'eccesso, all'opposto, non possono che toglierci il senso dell'appagamento intenso.
Questo vale anche per la salute che si apprezza di più quando viene a mancare, come tutti sanno.
Ecco perchè spesso la scontentezza, l'insoddisfazione, la noia, la caduta del desiderio... pervadono chi ha tutto ciò che vuole, facilmente, senza sforzo, senza conquista.
Se ne deduce pertanto che è piuttosto la sobrietà a mantenere vivo il senso del godimento, il gusto per le semplici cose, un sano e permanente stimolo desiderante, una voglia di vivere non sostenuta artificiosamente.
E' solo l'appetito reale, sia fisico sia psichico, che dà piacere, che fa assaporare l'esperienza, quando accade; non è l'avere sempre a disposizione quel che si vuole.
Per cui, non è nel avere tutto e sempre che fa godere, che sazia, ma è l'avere inaspettato, quello che ci coglie di sorpresa. E ciò succede con maggior possibilità quando si vive nella frugalità, quando la semplice aspettativa di una cosa realmente legata ad un bisogno vero trova soddisfazione.
Questo è una sorta di segreto di pulcinella riguardante la legge della mancanza - sempre che sia relativa - che la mente avida raramente riesce ad intuire. I semplici, in genere, conoscono questo segreto ed è per questo che si accontentano di ciò che hanno, di ciò che provvidenzialmente arriva.




 
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IL DOLORE COME MAESTRO

Post n°2460 pubblicato il 28 Luglio 2014 da Praj
 

Per conoscere il vero senso della Vita bisogna affrontare e capire il senso della sofferenza e del dolore, che sono inevitabili nel cammino umano. Il dolore, la sofferenza e paura della morte hanno questa fondamentale funzione: mettere in discussione, in crisi, la nostra falsa identità, il nostro illusorio ego. Questo accade a tutti, prima o dopo, in una forma o in un altra. E’ necessario che il dolore avvenga perché, altrimenti, senza questa spiacevole esperienza, noi rimarremmo per sempre superficiali nel nostro sogno di essere indipendenti, autonomi e non saremmo indotti a trovare quello “stato” che é aldilà del dolore, della morte: l’unione con l’Assoluto. Queste sofferenze, non ci vengono inflitte da un qualche potere misteriosamente cattivo, che arbitrariamente si diverte a farci soffrire, non le incontriamo per caso, ma ci accadono con uno scopo sottilmente o pesantemente “pedagogico". Siamo però noi, a causa della nostra ignoranza, di chi veramente siamo, che ci creiamo un mondo fatto di identità false, di attaccamenti ed ostinazioni egocentriche, che pretendono, a vari livelli, un potere personale dominante che porta inevitabilmente un conflitto interno ed esterno (dolore); quindi, non essendoci che lotta e competizione, su tutti i piani, mancando Amore e Compassione, c'é un continuo alimentarsi concatenato di sofferenze, sia fisiche che psichiche. Un altro terribile aspetto del dolore viene vissuto anche attraverso le malattie, le disgrazie, i disagi mentali, economici ecc...e se ciò viene percepito e sentito solo con l‘identificazione e l’attaccamento al corpo e la mente, produce sofferenza, rendendoci difficile una visione terapeutica, per la quale é necessario porci su un altro piano di consapevolezza.. Principalmente ci sono solo due antidoti spirituali al dolore interiore: la Via della Saggezza (il Risveglio) e la via della Devozione (Fede Totale, l’Arresa). Un antidoto efficacisssimo é il Risveglio alla nostra vera Identità. Però, va anche detto che, accaduto il Risveglio, non é che scompariranno le sofferenze: ci saranno ancora, ma coinvolgeranno solo la parte esteriore di noi, il nostro involucro fisico e la nostra sfera mentale. Va ricordato, inoltre, che abitando un corpo materiale siamo soggetti, per forza di cose, a certe leggi appartenenti al mondo sensoriale. La nostra dimensione umana non può dissociarsi dalla sofferenza fisica e psichica. Soltanto riscoprendo e dimorando permanentemente nella nostra Essenza - la Consapevolezza - noi non veniamo toccati dal dolore, perché in questo centro, nel Puro Osservare (Atman, la suprema Identità) siamo aldilà, oltre la realtà fisica e fenomenica: quindi, non soggetti al dolore e sofferenza. L’altro antidototo é la Fede totale. Non una mera credenza in un qualche divinità o Dio consolatorio, proiezione di nostre paure e desideri, alle quali ci aggrappiamo ideologicamente, ma una piena Accettazione, abbandono alla Volontà Suprema, a quel Vero Potere che sempre ci sostiene e che fa di noi quel vuole: é la Via della Fiducia e dell’Amore. Identificarsi con questa misteriosa e sovrumana Energia ed Intelligenza, arrenderci ad essa ci porta su uno stato d' Essere che va oltre il dolore contingente del nostro personale destino. Il problema del dolore umano é irrisolvibile cercando risposte legate eminentemente alla sopravvivenza del nostro corpo fisico e mentale, che sono per loro natura fragili e impermanenti. Per superare, andare oltre la sofferenze esistenziali, ad un certo punto si dovrà scegliere un sentiero “spirituale” derivante principalmente da uno di questi due antidoti antimorte, antisofferenza. Basta scegliere o “farsi scegliere” da quello che é più consono alla propria inclinazione. Tanti segni ce lo indicheranno, se staremo attenti e fiduciosi. Alcuni sanno che é possibile abbracciare entrambi i sentieri contemporaneamente, perché ne avranno intuito la profonda relazione, colto l’ Unità intrinseca. Con questa profonda comprensione la vita diventa Celebrazione, gratitudine e "Gioco".


 
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DONI NASCOSTI

Post n°2459 pubblicato il 27 Luglio 2014 da Praj
 

Quando il dolore è vissuto consapevolmente, eviti di essere vissuto dal dolore.
Solo se c'è la tua presenza l'anima può regalarti i doni che ti fanno crescere.



 
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GIOCA CON IL KALI YUGA

Post n°2458 pubblicato il 27 Luglio 2014 da Praj
 

Giusto, sono tempi 'bui'. Per la nostra crescita interiore è bene dunque farne una palestra di osservazione, di sperimentazione. E' una buona occasione per meditare... Allora, approfondendo sempre più questo osservare senza giudizio, si vedranno con chiarezza i fantasmi che ora ci preoccupano, che ci fanno orrore, che applaudiamo o sosteniamo... Allora li si vedranno passare, per quello che sono, senza quel coinvolgimento emotivo che appanna e distorce la Realtà.
Un giorno di tutto ciò sorrideremo: allora il mondo sarà cambiato sicuramente in meglio, perchè sarà cambiato il modo in cui guardiamo e viviamo il mondo.
Allora si potranno davvero guardare le cose con distacco emotivo, pur partecipando al tragico e fantastico gioco mondano. L'insegnamento di Krishna ad Arjuna sul campo di battaglia è magistrale in tal senso (vedi Bhagavad Gita ).
Tanto per cominciare e per non perdersi nei tempi bui: Take it easy!



 
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OCCHIO AL PRINCIPIO

Post n°2457 pubblicato il 26 Luglio 2014 da Praj
 

Quando si dice "non sono il corpo" e "non sono la mente", ci si augura che ciò poi venga inteso come un "consiglio" a non identificarsi con essi per non spegnere l'intima coscienza di Sè. Non è quindi auspicabile che quelle affermazioni portino poi a negare o combattere questi preziosi strumenti dello spirito umano, in nome di concetti metafisici che, se mal interpretati, distorcono e banalizzano il veritiero principio.



 
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LA SESSUALITA': DAL PROFANO AL SACRO

Post n°2456 pubblicato il 25 Luglio 2014 da Praj
 

Penso che la gestione consapevole della potente energia sessuale sia una faccenda molto delicata.
Quando si sceglie la via repressiva, nel caso peggiore, o la sublimazione come canalizzazione cosciente dell'energia stessa, come percorso interiore volto a favorire un processo ascensionale inteso a trasmutarla in forme sempre più sottili, benefiche e luminose, non egoistiche, a mio parere, si corre un grosso rischio, che non va sottovalutato.
Per me, le pratiche che negano e non lasciano esprimere gioiosamente questa energia naturale sono un pò "pericolose" per la salute mentale, per l'equilibrio psicofisico di chi le applica.
La sessualità, a mio parere, va esplorata, goduta, e non solo usata, o soprattutto finalizzata, solo per fini procreativi. Ma come una possibilità creativa di espressione d'Amore.
Va vissuta positivamente per giungere poi, nel tempo, ad una sua trascendenza, se si è capaci, per arrivare ad una serena pace dei sensi.
Spesso capita però che se si blocca o ristagna questa carica erotica soltanto nell’aspetto della pura e semplice lussuria, in qualche modo si rischia d' incorrere in forme nevrosi e psicopatologie di vario genere, che la sessuologia ben contempla.
Proprio per questo ho amato la dimensione Tantrica, la quale mi ha permesso di usare anche la stessa sessualità come strumento di trasformazione naturale, e permesso di accrescere la conoscenza di me stesso e dell’altro, in profondità e intimità, in una chiave totale, non divisa e separata.
Nell’individuo in cui c’è la presenza coscienziale, punto importante per un libero ricercatore spirituale, questa Consapevolezza, fa si che il suo corpo, nell’ espressione sessuale, sia in sintonia, sinergia, con lo Spirito, e trovi anche nella relazione sessuale l'occasione di manifestare un senso di unità pieno di gratitudine, devozione verso il Divino. L'altro essere con cui si entra in relazione sessuale, rappresenta la forma corporeo-spirituale dell’altra polarità, e va vissuta come un dono Divino nel quale riconoscere la possibilità di scoprire una completezza orgasmica, non facilmente ottenibile con altri mezzi. Ci viene offerta questa meravigliosa opportunità, questo prezioso strumento, che se consapevolmente usato, diventa un'altra Via per arrivare a Lui, sentirsi in Unione (Yoga).
Sta a noi viverci la dimensione sessuale come una dimensione sacra e non profana; sta a noi trasformarla in altra via dell’Amore e non in una nuova forma di egoismo e possesso strumentale.
In quest'ottica, non essendoci lotta in noi, ma profonda amicizia e compassione per noi stessi, consapevolezza non colpevolizzante ma nemmeno auto indulgente, il nostro cammino spirituale diventa gioioso, positivo e creativo, proprio in virtù dell'uso 'spiritualizzato' di questa grandiosa Energia.


 
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LA REPUTAZIONE E' SECONDARIA

Post n°2455 pubblicato il 25 Luglio 2014 da Praj
 

Quel che sei ha poco o niente a che fare con quel che hai: lo ha un po' di più con quel che fai.



 
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DEBITI SDA SALDARE

Post n°2454 pubblicato il 24 Luglio 2014 da Praj
 

Per quanto si fuggano o ci si nasconda da esse, le verità che ci riguardano, inesorabilmente, ci verranno a cercare e ci troveranno.
Allora le dovremo guardare in faccia e pagare quei conti in sospeso che abbiamo evitato di saldare. Dai debiti con la coscienza non si può scappare. In un modo o in un altro, prima o poi, ne dobbiamo rispondere.




 
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OBLIO DELL'ESSENZA

Post n°2453 pubblicato il 24 Luglio 2014 da Praj
 

L'esperienza dell'ego ci dice che la speranza è l'ultima a morire. L'osservazione delle cose, fatta con lo stesso ego, ci mostra anche che è anche la prima a nascere. Direi che la speranza nasce proprio con l'ego. Di fatto, la speranza è un sentimento che accompagna la nostra mente tutta la vita, il quale ci fa credere che non se ne possa fare a meno.
Controcorrente, sostengo che se si riuscisse a fare in modo che la speranza fosse la prima a morire invece che l'ultima, creeremmo le condizioni per non averne mai bisogno: perché sapremmo stare di fronte ad ogni situazione, così come ci accade, in modo naturalmente sereno e gioioso, senza la voglia di volere una realtà diversa da come è.
Liberarsi della speranza corrisponde all'uscire dal sogno e, finalmente, incontrare il vero, faccia a faccia. E quando si è in grado di incontrare il vero, senza più speranze, ogni benedizione ci viene incontro.
Allora il futuro, che è il fantasma del passato, non ci fa più paura. L'aderire con passione ardente all'attimo presente ci fa capire che la speranza è solo un desiderio nato dalla dimenticanza della nostra autentica identità. La speranza, in fondo, è principalmente l'oblio della nostra Essenza.

 


 
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OLTRE I PALLIATIVI

Post n°2452 pubblicato il 23 Luglio 2014 da Praj
 

L'ansia, l'angoscia esistenziale, o qualsiasi altro disagio interiore, non possono essere rimossi se permane l'ente fittizio che ne è la causa, la radice da cui traggono la linfa. I sintomi di questi malesseri possono essere attutiti o superficialmente cancellati con varie terapie, ma possono riemergere in ogni momento, se stimolati da eventi particolari. Ciò accade perchè la causa di fondo di questo mal di vivere, quando non è riconosciuta adeguatamente, permane nell'oscura profondità del nostro essere e determina il nostro squilibrio esistenziale.
La cura definitiva è quindi il ritrovare la connessione e identità con l'utentica sorgente del nostro Essere. Altri espedienti, che prescindono dall'ignoranza della nostra vera natura, non sono che rimedi palliativi.




 
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ANALFABETISMO RELAZIONALE

Post n°2451 pubblicato il 23 Luglio 2014 da Praj
 

E' inutile aggrapparsi a maestri, tradizioni religiose, insegnamenti spirituali, per sentirsi in qualche modo persone con la "verità" in mano, quando non si è nemmeno capaci di applicare le regole base, l'etica minima di convivenza mondana. Non si può scrivere il libro del proprio cammino senza conoscere almeno l'alfabeto dell'amore e la grammatica essenziale del vivere.



 
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EMENDA-MENTI

Post n°2450 pubblicato il 23 Luglio 2014 da Praj
 

Alle migliaia di emendamenti politici preferirei delle riforme emenda-menti.
Purtroppo però gli emen-dementi sono già in aula. E anche allucinati, dicono.



 
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RIDONDANZA VERBALE

Post n°2449 pubblicato il 22 Luglio 2014 da Praj
 

La mente ingannatrice ci fa credere che parlare di cose spirituali, e che più se ne parla meglio è, basti per esserlo. In realtà è il contrario: più lo si è meno se ne parla.


 
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ANTIGUFI

Post n°2448 pubblicato il 22 Luglio 2014 da Praj
 

Per fortuna esistono anche dei buoni rimedi per non farsi deprimere dalle nefaste influenze e azioni dei "disfattisti quotidiani", che in questo paese pullulano in ogni campo.



 
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PREFERIRE ANTONIO LA TRIPPA

Post n°2447 pubblicato il 21 Luglio 2014 da Praj
 

Una volta c'erano le preferenze sulla scheda elettorale. Il popolo Italiano poi con un referendum popolare le abrogò. Adesso c'è chi le vuole reintrodurre come espressione di libera volontà della gente di scegliersi un candidato non nominato dai partiti.
Problemi di memoria o confusione mentale? Non si è ancora capito che la disonestà è negli uomini ed è a monte di qualsiasi sistema o legge sia in vigore. Non si capisce che è sempre l'etica individuale o di una popolazione che fa la differenza sulla qualità politica di chi eleggiamo e da cui ci facciamo governare o rappresentare? Forse tanti non sanno o non ricordano che la corruzione, il malaffare e il voto di scambio c'erano anche ai tempi delle preferenze. Eccome, soprattutto in certe zone d'Italia. Non ci si ricorda che anche il clientelismo è legato al voto preferenziale?
Gli eletti, siano nominati o meno, sono sempre lo specchio di una società. Quindi il punto del rinnovamento necessario, per me, non è legato al fatto che ci siano le preferenze o meno. E' sempre nella nostra capacità di scelta.



 
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OGNI STAGIONE HA I SUOI FRUTTI

Post n°2446 pubblicato il 21 Luglio 2014 da Praj
 

Cercare ancora frutti che non appartengono, per tanti motivi, alle stagioni esistenziali che si stanno attraversando è un modo sicuro per andare incontro a frustrazioni e delusioni. Ogni cosa invece va goduta a suo tempo e ogni tempo contiene delle cose particolari e di varia natura di cui godere.



 
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NOIOSO RIMUGINARE

Post n°2445 pubblicato il 20 Luglio 2014 da Praj
 

La noia è il segno inequivocabile che i pensieri stanno girando in folle, su loro stessi, ruotando attorno ad un nucleo invariante sul quale siamo in qualche modo fissati. Questi pensieri sono entrati in un circolo vizioso per cui ritornano a riproporsi, monotoni, ripetitivamente. Oppure possono essere come una palla che continua a ribalzare sui muri in una stanza chiusa. Sono uno spreco di energia nel quale è meglio non indulgere, se non si vuole in qualche misura deprimersi, farsi del male psicologico, a lungo andare. Cercare di uscirne con mezzi ed espedienti che sono alla base della stessa noia è inutile, perchè ciò non funziona. Anzi, proprio questi tentativi non risolutivi non fanno che perpetuare lo stato di noia nel quale siamo immersi o sprofondati. Siccome non si può superare un problema dallo stesso livello da cui è generato, ecco che per sradicare la noia occorre piuttosto conoscere il meccanismo che la crea: occorre vedere la fonte da cui sorge il pensiero ricorrente connesso al passato. Questo sradicamento può riuscire con la meditazione, nella quale si riesce ad osservare il processo mentale che crea la noia, le radici sulle quali attecchisce. Una volta vista la logica sulla quale s'innesta il fenomeno dell'annioarsi, si hanno anche gli strumenti per non farla nascere o, perlomeno, si ha la capacità di non alimentarla, non dandole quell'energia mentale che si appoggia ad uno stancante autocompiacimento intellettuale, ad un rimuginare senza costrutto.


 
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