Creato da Ra.In.Me il 19/09/2014

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U.F.W. (unidentified flying woman)

Post n°2 pubblicato il 20 Settembre 2014 da Ra.In.Me

Non sono nuova di questo mondo. 

Della Blogsfera, intendo.

Ma fino ad ora tutto ciò che pubblicavo era chiaramente riconducibile a me. Il mio blog sembrava essere apprezzato, a giudicare dai commenti e dal numero di visite, ed ora è lì, non lo elimino, perchè rappresenta un pezzo importante della mia vita e ha il diritto di esistere. Seppur riceva meno visite di un tempo, sembra comunque vivere di vita propria, anche se non mi preoccupo più di nutrirlo con regolartà. Mi sono chiesta perchè, da tempo ormai, io non senta più il bisogno di esprimermi in uno spazio che sentivo così mio. La risposta è semplice: questo "figlio" che ho cresciuto con premurosa cura, e che tanto ha ricambiato il mio affetto rivelandomi molto di me stessa e del mondo che mi circonda, nel vissuto quotidiano mi ha creato qualche problema, soprattutto in ambito lavorativo, o almeno questa è la mia sensazione, che ora mi blocca se voglio esprimermi liberamente dal profondo. Insomma, quando provo a raccontarmi, direttamente o indirrettamente, mi pare che venga fuori un'immagine di me incompleta, passata al setaccio delle mille piccole censure che mi impongo. Non mi pare di aver mai scritto qualcosa che potesse offendere infastidire o ferire qualcuno, del resto non è (e non è mai stata) mia intenzione nuocere al prossimo, eppure credo che talvolta ciò che ho scritto sia stato considerato, da alcune persone che fanno o facevano parte della mia vita quotidiana, "inadeguato". A questo punto, è nata in me la necessità di dar vita ad uno spazio anonimo, anche se non sono così ingenua da credere che, oggi come oggi, possa esistere qualcosa di veramente anonimo. Ma ai più apparirò così, sarò una voce non identificabile. Se poi qualcuno volesse prendersi la briga di scoprire chi sono, non credo che mancherebbero i mezzi per farlo. Certo, non è facile parlare con chi non ha un volto. Il volto ci rappresenta, ci rende unici e diversi da chiunque altro, in passato con la fisiognomica qualcuno ha cercato di "leggere" il carattere di una persona analizzando i tratti somatici. Perciò, non utilizzando quella "faccina", mi mancherà la possibilità di far dialogare con me i possibili interlocutori "guardandomi neglli occhi".
A volte, la persona che preferisce "nascondersi" nell'anonimato, viene giudicata "doppia", quasi come se avesse qualcosa di terribile da nascondere, oppure "codarda" perchè non ha il coraggio di esprimere apertamente le proprie idee. Io penso che in tutti noi, anche nei soggetti che si autodefiniscono "coerenti" convivano più "anime": chi può dire, ad esempio, che nell'ambiente di lavoro si comporta esattamente come con il proprio partner? O come con i propri figli? O ancora, chi può dire che nella vita quotidiana, reale e razionale, ha pensieri assolutamente identici a quelli che, chiudendo gli occhi alla sera, affiorano dalle sue profondità insondate? 
Concludendo, un tempo ingenuamente credevo che bastasse un'unico "contenitore" per esprimersi in modo libero, totale e profondo; ora invece, considero ancora questo spazio virtuale come una ricca opportunità di espressione, ma penso che ogni "sfaccettatura" della complessa e misteriosa personalità di ciascuno di noi possa manifestarsi pienamente solo nel "contenitore" ad essa preposto...
...del resto siamo "uno, nessuno e centomila".

 
 
 
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e mentre marciavi

con l'anima in spalle 

vedesti un uomo

in fondo alla valle 

che aveva il tuo stesso

identico umore 

ma la divisa

di un altro colore

(F. De Andrè, La Guerra di Piero)

 

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