Post n°383 pubblicato il 05 Gennaio 2024 da aliasnove
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Post n°382 pubblicato il 01 Settembre 2023 da aliasnove
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Post n°381 pubblicato il 24 Giugno 2023 da aliasnove
Se siete dispersi in mare conviene avere un conto in banca milionario: allora vi verranno a cercare. Se si tratta di un conto miliardario vi cercheranno con grande impegno. Se, infine, siete miliardari e famosi, impegnati in esplorazioni esotiche e sempre sotto l’occhio dei riflettori, allora il mondo si fermerà per ritrovarvi. Questa è la lezione che si può trarre dalla tragedia del Titan, il microsommergibile inghiottito dall’oceano il 18 giugno con i suoi cinque passeggeri. Giovedì pomeriggio la guardia costiera degli Stati uniti ha annunciato che il giocattolo per milionari era stato individuato e che le cinque persone a bordo erano morte. Un destino annunciato: negli anni scorsi alcuni ex dipendenti della Ocean Gate e numerosi esperti avevano messo in dubbio la sicurezza del Titan, mai certificato da alcun ente marittimo. Si scopre ora che la marina americana aveva immediatamente individuato il luogo e il momento del disastro, domenica sera, ma per non rivelare le capacità dei suoi sistemi di rilevazione supersegreti aveva lasciato che il mondo si cullasse nell’illusione che il Titan fosse integro e semplicemente incapace di comunicare, alimentando le false speranze di un salvataggio tempestivo. Decine di navi e aerei americani, canadesi e francesi avevano partecipato alle ricerche nella zona dove si trova il relitto del Titanic, da alcuni anni trasformato in attrazione turistica. Le televisioni di tutto il mondo hanno trasmesso continui bollettini di aggiornamento, fantasticando di richieste di soccorso provenienti dal battello e raccolte dai sonar. Niente di tutto questo per il peschereccio Adriana, che il 13 giugno aveva lanciato disperati Sos dalle acque al largo di Pylos, nel Peloponneso. La guardia costiera greca era arrivata a pochi metri dall’imbarcazione dov’erano stipati circa 700 migranti ma non aveva fatto nulla. Dopo qualche ora il peschereccio si è rovesciato, un centinaio di disperati sono riusciti a salvarsi, gli altri sono finiti in fondo al mare. I migranti non hanno conti in banca, non sono personaggi dello spettacolo, celebrità a caccia di brividi negati ai comuni mortali. Non hanno pagato 250.000 dollari a testa per vivere l’emozione di vedere da pochi metri di distanza i resti del più celebre naufragio del ventesimo secolo. Quindi non meritano la nostra attenzione, non meritano le ricerche, non meritano la mobilitazione delle marine di tre paesi per essere salvati. Non lo meritano anche se sarebbe stato sufficiente provvedere al trasbordo per risolvere la situazione. Mentre al largo di Terranova si trattava di una mission impossible che prometteva momenti emozionanti a beneficio delle televisioni, al largo di Pylos c’era solo da compiere il dovere di soccorso imposto dalla millenaria legge del mare: troppo banale, troppo noioso. Una nave militare in mare costa 50.000 dollari al giorno. Decine di navi e aerei di tre paesi mobilitati per una settimana portano il conto a milioni di dollari, cifre con cui si potrebbero non solo soccorrere ma accogliere decine di migliaia di migranti, salvare donne e bambini. Peccato che i migranti non abbiano nome, tranne quando le onde ne gettano il cadavere sulla spiaggia, come nel caso del piccolo Alan Kurdi, nell’ottobre 2015. Dei miliardari a bordo del Titan, invece, sappiamo tutto: chi erano, cosa avevano fatto in precedenza, perché avevano voluto fare il viaggio che si è rivelato fatale. Un viaggio che fa parte delle mode cui si dedicano con entusiasmo i nuovi padroni del mondo: se volete scalare l’Everest il biglietto vi costerà 93.500 dollari, se volete andare al Polo Sud 98.500, mentre se volete ammirare il nostro sfortunato pianeta da 80 chilometri d’altezza la Virgin Galactic di Richard Branson vi porterà in orbita per 450.000 dollari. Commentando il naufragio nell’Egeo, che arriva poche settimane dopo quello di Cutro, diretta responsabilità del governo Meloni, padre Alex Zanotelli si è chiesto: «Come abbiamo fatto a diventare belve feroci?» Sbaglia. Le belve uccidono per sfamarsi, noi uccidiamo per indifferenza. Sono feroci per necessità, noi siamo feroci per comodità, noia, egoismo. Negli equilibri del creato le iene si comportano molto meglio di noi. Fabrizio Tonello il manifesto |
Post n°380 pubblicato il 03 Giugno 2023 da aliasnove
«Siamo sull’orlo di due abissi: l’inverno nucleare, basta un incidente e ci siamo, e l’estate incandescente per la crisi climatica. Serve un unico forte movimento per la pace e l’ambiente»: così il missionario comboniano Alex Zanotelli fotografa l’attuale momento storico. Festeggiamo la Repubblica, che vieta la guerra come mezzo di offesa ma anche di risoluzione delle controversie, con una parata militare. Il conflitto in Ucraina va avanti da più di un anno, si riaccende l’ex Jugoslavia. In Italia non c’è un vero dibattito. Il parlamento Ue ha approvato il progetto di legge Asap a sostegno della produzione di munizioni anche con i fondi del Pnrr. La giustificazione del provvedimento sono gli arsenali vuoti. Stiamo ristrutturando l’industria europea verso il settore militare? Nel 2024 ci sono le elezioni europee che potrebbero segnare un cambio radicale verso destra. Industria di guerra, cambiamento climatico provocheranno nuovi movimenti migratori a cui l’Europa risponde chiudendo i confini. |
Post n°379 pubblicato il 03 Maggio 2023 da aliasnove
Tutto sarebbe filato liscio al Concertone del Primo Maggio se non ci fosse stato l’intervento del fisico Carlo Rovelli. Sfilata di cantanti sui quali gli esperti hanno subito stilato una classifica, convinta conduzione necessariamente retorica ma manco troppo, e soprattutto decine e decine di migliaia di giovani e non, sotto la pioggia ad ascoltare, a partecipare al solito rito.Che stavolta è sembrato a tutti meno ripetitivo, meno sottrazione del conflitto e più restituzione di temi veri, perché ridotto all’osso del confronto tra il triste presente del lavoro precario e i contenuti della Costituzione. Intanto nelle stesse ore, quasi a contraddire la giornata «altra» dei giovani in piazza per il Concertone che resta organizzato e voluto dalle tre confederazioni sindacali, la presidente del Consiglio Meloni – che chiama Cgil-Cisl-Uil con il termine spregiativo “la triplice” come del resto i fascisti hanno sempre fatto nel Belpaese – mandava in onda, volutamente in alternativa al protagonismo sindacale delle piazze, uno spot sulla «sua» febbrile giornata lavorativa, sullo sfondo i ministri ridotti a comparse, con un piano sequenza che scavava negli angoli di Palazzo Chigi, così indimenticabile da far apparire quello della “Giornata particolare” di Ettore Scola come una prova d’esami dello Sperimentale di cinematografia. Poi l’intervento di Carlo Rovelli che ha fatto ancora di più la differenza.Il fisico, teorico e studioso dei «buchi bianchi», considerato tra i maggiori divulgatori scientifici al mondo, gentile e pacato come sempre si è rivolto ai giovani leggendo un suo testo nel quale ad ogni tratto ha ripetuto un intercalare: i problemi seri del mondo dove «non tutto è meraviglioso» possono essere affrontati solo dai giovani, «solo voi potete affrontarli».«C’è una catastrofe ecologica che sta arrivando e rischia di rovinarvi il futuro – ha detto – e nessuno prende le decisioni per fermarla perché a qualcuno dà fastidio, ci sono diseguaglianze che crescono, ma voglio dirvi che stiamo andando verso una guerra che cresce e invece di cercare soluzioni i Paesi si sfidano, invadono paesi, soffiano sul fuoco della guerra e la tensione internazionale non è mai stata così alta come adesso».Poteva bastare la catastrofe ambientale, si poteva pure sopportare la denuncia delle diseguaglianze che dilagano e che si aggraveranno con i provvedimenti del governo Meloni come in piazza hanno denunciato i segretari confederali e in particolare Landini, ma l’insistenza sulla guerra è stato davvero «troppo», uno «scandalo»: «Spendiamo più di due trilioni di dollari in spese militari – ha continuato Rovelli senza alcuna reticenza e dichiarando quello che, secondo i sondaggi, pensa la maggioranza degli italiani – , invece di usare le risorse per la musica, costruire strade etc, le usiamo per ucciderci l’un l’altro. I potenti vogliono essere più potenti e come in Italia vogliono essere vassalli dei potenti, ma la guerra si fa anche perché costruire armi è una delle attività più lucrative del mondo».E incredibilmente non contento ha aggiunto tra gli applausi, stavolta accusando il governo: «In Italia il Ministro della Difesa è stato vicinissimo a una delle più grandi fabbriche di armi nel mondo, presidente della federazione dei costruttori di armi, il Ministero della difesa deve servire per difenderci dalla guerra, non per fare i piazzisti di strumenti di morte. Tutti dicono pace, ma aggiungono che bisogna vincere per fare la pace, volere la pace dopo la vittoria vuol dire volere la guerra. E il governo italiano sta decidendo di mandare una portaerei a fare i galletti davanti alla Cina – (è vero, lo ha annunciato lo Stato maggiore della Marina ndr) -, queste sono le scelte che rischiano di distruggere le nostre vite».Poi, sempre rivolto ai giovani, ha concluso con estrema chiarezza contro i Signori della Guerra: «Questo non è il mondo che ci piace: il mondo non è dei signori della guerra, ma vostro, perché siete tantissimi e il mondo potete cambiarlo, insieme, potete fermare la distruzione del Paese, potete fermare i signori della guerra, costruire un mondo lavorando assieme per risolvere i problemi. Sognate un mondo migliore e costruitelo, non vivete nell’attesa di sogni irrealizzati. Non abbiate paura di imbrattare i muri, cambiate questo mondo». Parole inequivocabili di verità, esortazioni più che legittime.Infuriato naturalmente il governo, per il quale questa guerra è una polizza assicurativa: finché dura – in strano connubio con le scelte criminali di Putin – il sostegno internazionale atlantico è garantito.Crosetto, il gigante «buono» – che cresce di statura e peso ad ogni lievitazione della spesa militare per il nostro riarmo, che infatti sale – e che dopo avere presieduto Leonardo come ministro sparge armi e imprese d’armamenti Made in Italy come parmigiano in giro per il mondo – non ha forse ridato con Meloni subito i missili agli Emirati in guerra con lo Yemen e già occupanti con i Saud del Bahrain? – si è risentito per essere stato definito «piazzista di morte». Dopo le scuse dei conduttori del Concertone «perché è mancato il contraddittorio», il gigante «buono» con signorilità padronale per chiarire la natura del suo lavoro vuole invitare a cena Rovelli. Che ha risposto sì, ma ricordando che «non è un fatto personale».No, non è un fatto personale, è solo l’articolo 11 della Costituzione scritto dopo la tragedia della Seconda guerra mondiale: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo». Lo scopo è quello della pace. Non il buco nero della guerra. Tommaso Di Francesco il manifesto |
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