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« il profumo dei fiori di robiniala cura »

diverso... ma solo un po'

Post n°47 pubblicato il 17 Giugno 2016 da Ra.In.Me
 

Soprattutto in ambito scolastico, si parla molto di diversità e conseguentemente anche di inclusione; a tal scopo, giustamente si studia ogni tipo di difficoltà per far sì che l'aiuto da offrire a ciascuno sia mirato.
Assodato che questo è comunque l'atteggiamento più giusto con il quale si possono affrontare problemi diversificati, dall'altra a volte si rischia di cadere nell'eccessiva schematizzazione, nell'individuazione di categorie fisse che ben poco spazio lasciano alla lettura e all'interpretazione delle infinite sfaccettature che compongono la personalità di ogni individuo.
A mio parere la normalità è sempre composta da tante diversità, e quindi è impossibile stabilire davvero cosa sia la "normalità".
Ma è poi giusto individuare una "normalità" composta da una categoria di "eletti"? E' corretto stabilire una "normalità" che si contrapponga ad una popolazione di "casi accertati di diversità" (le mele rosse) ma anche a situazioni più indefinite, nelle quali si avverte qualcosa di vagamente diverso dalla norma? Tali situazioni indefinite, non contemplate in nessuna delle categorie comunemente riconosciute ed accreditate, spesso sono le più discriminate. E se ormai noi tutti (adulti, ragazzi e bambini) siamo stati educati a rispettare chi è palesemente diverso, spesso il rifiuto si concentra nei confronti di chi, molto spesso suo malgrado, pur apparendo simile a tutti gli altri, si trova fuori dal coro. Parlo di una mela che non è nè rossa e nè verde, ma di un colore indefinibile. 
Se un atto di bullismo contro una persona palesemente diversa è giustamente condannato da chiunque, la prevaricazione nei confronti delle mele di colore incerto è invece all'ordine del giorno e passa inosservata, perchè non attira l'attenzione dei media. 
Chi sono le mele di colore incerto? Coloro che hanno un atteggiamento goffo, o una camminata strana, o uno sguardo troppo ingenuo, o un modo di vestire fuori moda, o un modo di parlare che fa sorridere, o un'atteggiamento un po' infantile, o un'eccessiva dedizione allo studio, o una tendenza ad isolarsi a causa della forte passione per qualche forma d'arte, eccetera eccetera eccetera... 
A volte ho sentito parlare, tra i ragazzi, di gruppi di "popolari" che si contrappongono a gruppi di "sfigati". C'è sempre questa voglia di creare distinzioni, di fare classifiche... e noi genitori (anch'io commetto questi errori) abbiamo la nostra responsabilità riguardo a ciò; già in tenera età ci stressiamo e li stressiamo: il pargolo ancora non parla? C'è qualcosa che non va! Non legge e non scrive quando iniziano gli altri? E subito temiamo che non riuscirà a farsi strada e a divenire autonomo nella sua vita futura. Ma ognuno ha i suoi tempi, ognuno fa prima i suoi passi in una direzione e dopo in un'altra... ogni essere umano è un mistero, un profondo enigma del quale non possiamo pretendere di avere in mano immaediatamente la soluzione. Ogni individuo ha dentro di sè una ricchezza incredibile, ma a volte è arduo trovare la chiave per poter aprire la porta ed accorgersi della sua esistenza. Solo amando una persona per quello che è, senza pretendere che sia come la vorremmo, tale ricchezza può fiorire rigogliosa. 

p.s.: A proposito di questa "ansia" nei confronti dei figli, ho trovato interessante questo articolo

 
 
 
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e mentre marciavi

con l'anima in spalle 

vedesti un uomo

in fondo alla valle 

che aveva il tuo stesso

identico umore 

ma la divisa

di un altro colore

(F. De Andrè, La Guerra di Piero)

 

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