Creato da robertocass il 22/03/2011
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Messaggi di Ottobre 2016

 

Diario da un Futuro Possibile

Post n°86 pubblicato il 30 Ottobre 2016 da robertocass
 
Foto di robertocass

12 - Verso la Stazione Spaziale

 

 

 

Finalmente è arrivato il momento, partiamo alle 10,00 ora terrestre.

Il calcolo del tempo è uno dei problemi che l'uomo ha dovuto afforntare iniziando i viaggi nello spazio.

Il tempo, lo spazio tempo, lo spazio temporale, temini di cui Einstein parlava nel lontano 1905 e pensare che solo nel 2016 le sue onde gravitazionali sono state confermate sperimentalmente.

Una conferma ulteriore della sua Teoria della Relatività spiegata con il paradosso dei gemelli, sul quale gli scienziati hanno studiato a lungo prima di dare la soluzione anticipata dal genio di Einstein.

Il realtà non si tratta di un vero e proprio paradosso ma di un esperimento volto ad illustrare alcuni aspetti della sua teoria: sulla terra vi sono due gemelli, uno parte per un viaggio interstellare di andata e ritorno per una stella lontana, l'altro rimane sulla Terra.

Viaggiando ad una velocità prossima a quella della luce, la teoria prevede che al ritorno sulla terra il gemello viaggiatore sia invecchiato molto meno quello rimasto sulla Terra.

E questo è il fondamento della relatività: non esiste un tempo assoluto, ma lo scorrere del tempo dipende dal sistema di riferimento con il quale si rapporta.

Un qualcosa che nello spazio, con le distanze misurate in anni luce, lascia sconvolti ma che può dare parecchie risposte ai quesiti che da sempre l'uomo si pone sui viaggi interstellari e sulla possibilità non certo remote di altri mondi abitati.

Non siamo certo soli nell'universo, vi sono milioni di pianeti simili alla nostra Terra ed è impossibile che non si sia sviluppata un'altra specie intelligente.

E forse su qualche pianeta di qualche stella c'è un altro uomo come me pronto a partire per un viaggio senza ritorno.

Sì senza ritorno, non sarà possibile un ritorno, sia per i costi sia per l'età che non mi permetterà più di affrontare il viaggio.

I volontari marziani sono pregati di avvivicinarsi al pontile d'imbarco.

La partenza è prevista fra 60 minuti tempo terrestre.

Penso spesso al tempo e mi affascinano i misteri dello spazio e quanto ancora deve essere scoperto.

Ora andremo sulla Luna che gira in modo sincrono con la Terra quindi il calcolo del tempo è lo stesso, con la sola differenza però che avendo uguali il periodo di rivoluzione e di rotazione, circa 28 giorni, il giorno lunare ha la durata di circa un mese terrestre.

Su Marte il giorno ha una durata di poco differente, circa 40 minuti di più, ma la sua rivoluzione attorno al sole dura 687 giorni, quasi il doppio di quello terrestre e con un orbita fortemente ellittica la distanza con la Terra passa da un minimo di 55 milioni ad un massimo di 400 milioni di km.

Solo ogni due anni e due mesi Marte si trova in opposizione, allineato con il Sole e la Terra, che lo oltrepassa nella sua orbita, come un corridore nell'anello più interno di una pista di atletica.

E questo il momento giusto per i viaggi, Marte è alla distanza minima.

Le partenze sono ovviamente calcolate al millesimo per ridurre al minino le distanze e soprattuto per risparmiare energia.

Prego accomodarsi, si parte fra 20 minuti.

L'astronave è enorme, un siluro con due piccole ali, ci accomodiamo, dovunque sedili abbastanza stretti per permettere di sfruttare al massimo lo spazio disponibile.

Saremo 500 volontari, tutti con la tuta di colore rosso marte, non abbiamo scafandri o altro e siamo pronti per questo primo viaggio dalla Terra alla Stazione Orbitante.

Un viaggio molto breve in soli 9 minuti saremo in orbita.

La Stazione è a circa 400 km di altezza e gira ad una velocità di 27.600 km orari, ci vorrano poi, raggiunta l'orbita, altre due ore per permettere l'attracco.

Lo shuttle ha il personale ridotto al minimo e tutto viene guidato da complicatissimi sistemi computerizzati.

Ecco, partiamo.

Sento una forte accellarazione e in pochi minuti ci troviamo già alti, dai finestrini vedo Omsk con i suoi capannoni, peccato stiamo salendo sulle nubi, ma già vedo la Stazione che si avvivicina velocemente.

E' molto grande, sarà lunga poco meno di 900 metri ed ha una forma non molto simmetrica dovuta ai continui ampliamenti a cui è stata sottoposta.

La Stazione nasce già nel 2000 e venne subito posta nell'orbita in cui è attualmente, solo che in quegli anni lo spazio era molto affollato si lanciavano satelliti artificiali per qualsiasi motivo, per le comunicazioni e il meteo ma molto spesso per fini di spionaggio, le grandi potenze dell'epoca si spiavano continuamente

Pensate che nel 2016, anno in cui nasce mio padre, i satelliti in orbita erano il numero assurdo di 14.022 di cui quasi l'80% non funzionante, divisi fra quelli che avevano un orbita polare, posti fra i 500 e i 1000 km di altezza e quelli invece geostazionari, fermi rispetto alla Terra perchè con lo stesso moto rotatorio, che invece orbitavano a 36.000 km di altitudine.

Insomma c'era un certo affollamento, ovviamente poi aumentato fino all'inverosimile per sostituire quelli non funzionanti, tanto che alla fine venne posto un veto, anche legato ai problemi energetici.

Tutti i satelliti vennero disattivati ed utilizzati per ampliare la Stazione Spaziale che diventò quello è oggi, un enorme laboratorio con magazzini e pontili di attracco, oggi essenziale per lo sviluppo del Progetto.

Attenzione stiamo per attraccare, si prega di restare seduti fino allo spegnimento della luce rossa posta sul sedile di fronte a voi.

Se guardate a sinistra potete vedere la Luna verso la quale dirigerete fra 1 ora tempo terrestre.

L'imbarco per l'aggancio con il Traghetto è dal pontile n.4.

Buona Fortuna

Sì ora vedo la Luna, stiamo più vicini e non abbiamo l'atmosfera terrestre, vedo chiaramente il suolo lunare pieno di cupole ed ora ecco si vede chiaramente il grande Traghetto che ci orbita attorno.

E' talmente grande che ora la copre completamente.

Il Traghetto è in orbita a circa 100 km di altezza dal suolo lunare e dopo l'aggancio aspetteremo gli altri volontari che stanno arrivando, partirà con 5.000 persone, fra donne e uomini, più tutta l'attrezzatura che dovremo utilizzare.

Il tragitto dalla Stazione al Traghetto verrà effettuato con un'altra nave, sarebbe uno spreco utilizzare il grande Shuttle che con i suoi potenti motori a idrogeno deve vincere la gravità terrestre.

Useremo un'altro Traghetto molto simile ma più piccolo che viaggerà, come il suo fratello maggiore, utilizzando esclusivamente l'energia solare.

Scendiamo per un piccolo pranzo ma solo per berlo, useremo da adesso solo queste bevande energetiche, che saranno il nostro unico alimento per i prossimi mesi.

Un ultimo sguardo alla Terra, è coperta da nuvole ma s'intravedono bene i colori splendidi del nostro pianeta.

Sarà un'immagine che terrò cara nei miei ricordi, ma senza nostalgia, solo con la consapevolezza che questo è l'ultimo sguardo che gli posso dare.

Senza nostalgia, sono abituato a girare pagina senza pensarci troppo e quando decido di farlo non ho rimpianti o almeno cerco di non averli.

 
 
 

Diario da un Futuro Possibile

Post n°85 pubblicato il 27 Ottobre 2016 da robertocass
 
Foto di robertocass

11 - Omsk




Siamo partiti con questi autobus giganteschi che viaggiano senza il minimo rumore, solo un leggero sibilo.

Sono mezzi militari, non molto comodi ma attrezzati con tutto, dal bagno alla cucina self service.

Non ci siamo mai fermati e siamo arrivati dopo due giorni.

La Siberia con i cambi climatici che stiamo vivendo è diventata una regione a clima temperato, le sue enormi pianure sono oggi il granaio del mondo e tutto quello che mangiamo arriva da qui.

E' anche una enorme zona industriale, l'unica attiva, dove si costruisce tutto quello che serve per il Progetto.

Sono stati costruite delle astronavi shuttle per il percorso dalla Terra alla stazione orbitante attorno al pianeta da cui parte tutto, utilizzando la Luna come scalo e magazzini.

Le stesse astronavi vengono utilizzate per il tragitto dalla stazione orbitante di Marte con il pianeta stesso.

Questo perchè il tragitto vero e proprio viene eseguito con degli enormi traghetti che portano tutto, dal materiale alle persone.

La costruzione di questi mezzi nello spazio ha permesso queste dimensioni e il viaggio solo nel vuoto, senza attriti o atmosfere o altro, ha facilitato l'utilizzo di materiali relativamente leggeri con un conseguente abbassamento notevole dei costi.

Nello spazio non c'è nessun ostacolo alla spinta iniziale dei motori, il viaggio diventa dopo la partenza il volo dei dirigibili o delle mongolfiere di qualche secolo fà, e le dimensioni dei traghetti lo ricordano bene.

L'unico ostacolo è dato dal vento solare, ma talvolta viene utilizzato con delle strutture tipo vele che vengono alzate al bisogno.

Il vento solare è un flusso di particelle generato dall'espansione continua nello spazio della corona solare che causa una perdita per il Sole di circa 800 milioni di kg di materiale al secondo (rispetto alla massa del Sole questa perdita è del tutto insignificante).

E' un plasma molto tenue, composto da protoni ed elettroni, con un'energia che è solo un milionesimo di quella trasportata dalla luce.

Vicino alla Terra, la velocità del vento solare varia da 200 km/s a 900 km/s ma viene ovviamente rilevato solo dagli strumenti.

Nello spazio invece viene utilizzato in questi viaggi che io chiamo, con un termine poco scientifico, dei voli a vela.

L'autobus si è fermato e scendiamo tutti, saremo circa duecento.

Veniamo a sapere che ci aspettano almeno altri tre mesi di adattamento allo spazio e al viaggio, con corsi di preparazione tecnica per affrontare quello che per noi è un mondo assolutamente sconosciuto. 

Dovremo iniziare ad utilizzare oggetti, atterezzature e nei tre mesi di viaggio un quotidiano completamente diverso da tutto quello che noi conosciamo.

La struttura dell'astroporto è gigantesca nel centro di addestramento insieme a noi ci saranno almeno altri 5.000 volontari che devono essere preparati alla partenza.

Non sarà un corso selettivo ma poi una selezione c'è sempre ed è giusto che ci sia, il nostro addestramento costa alla comunità mondiale una cifra con talmente tanti zeri che non possiamo non tenerne conto.

La nostra preparazione è essenziale per lo sviluppo del progetto, saremo i primi abitanti di Marte e quelli che dovranno preparare tutto per l'arrivo di tutti i terrestri che vorranno partire.

Il Governo Mondiale ha lasciato la possibilità di scegliere e chi vuole restare può farlo, potendo poi sempre decidere di partire in tempi successivi.

La Terra non verrà abbandonata, rimarrà fino a che sarà possibile, un distaccamento che dovrà seguire l'evolversi di un mondo che sta morendo e che sta subendo dei cambiamenti radicali che porteranno ad una evoluzione sulla quale la scienza non si pronuncia.

La speranza che un domani si possa ritornare rimane in ognuno di noi ed è il desiderio di non chiudersi completamente la possibilità che la Terra rinasca, una speranza remota che nessuno però può escludere.

Stiamo vivendo situazioni solo studiate a tavolino e per quanto la scienza sia progredita, non si può sapere esattamente i tempi e i modi dell'evoluzione, sono talmenti tanti i fattori che vengono ad intervenire che nulla si può escludere.

Eppure solo duecento anni fà i miei nonni e i miei genitori hanno vissuto in un mondo completamente diverso, hanno vissuto su un pianeta ricco di acqua e di risorse che doveva essere mantenuto e rispettato e che invece per una politica ottusa e per gli interessi di pochi, è stato depradato e ucciso.

Una politica folle che ha portato oggi a questi viaggi della speranza, sì perchè come per la Terra, nessuno può poi esattamente a sapere i tempi di questa accellerazione artificiale creata dall'uomo.

Su Marte stiamo ripetendo l'evoluzione che sulla Terra è durata milioni di anni e che noi abbiamo accellerato per ridare al pianeta l'atmosfera che ha perso in un periodo e in una maniera ancora non completamente decifrata.

Marte aveva un'atmosfera molto rarefatta con una pressione al suolo che era meno dell'1% di quella terrestre e una temperatura media di -63° con un'escursione termica compresa fra i -120° e i + 20°.

Oggi la nostra futura casa ha un clima che si sta avvicinando molto a quello terrestre, con un'aria ancora troppo ricca di anitride carbonica, ma questo è quello di cui noi dovremo occuparci.

Le nostre piante avranno il compito di darci da mangiare e di trasformare l'anitride carbonica in ossigeno.

Questi mesi sono passati velocemente fra palestra, simulazioni di volo e di assenza di gravità, corsi teorici e pratici su tutto quello che potremmo trovare.

Finalmente ci hanno comunicato che la partenza è ormai vicina, è prevista fra una settimana.

E stavolta è fatta davvero.

Dopo quasi un anno di addestramento e di preparativi è quello che aspettiamo tutti senza preoccuparci delle infinite incognite che potrebbero esserci.

Siamo stati addestrati per questo e vogliamo partire.

 
 
 

Diario da un Futuro Possibile

Post n°84 pubblicato il 22 Ottobre 2016 da robertocass
 
Foto di robertocass

10 - Al Centro di Sperimentazioni




Sono sceso e con me quasi tutto il treno, non sbagliavo sono tutti futuri volontari o sperano di esserlo.

Siamo tanti, c'è un cartello che dice di aspettare fuori.

Ci guardiamo veniamo da tanti parti ma parliamo tutti il terrestre, la lingua universale creata e studiata in laboratorio, una lingua artificiale nata inizialmente solo per i tecnici e gli scienziati ma ormai utilizzata da tutti.

I miei nonni parlavano italiano ed esistevano oltre 7000 lingue diverse, oltre ad numero enorme di dialetti.

La comunicazione globale era un problema che solo in parte era stato risolto con l'utilizzo della lingua inglese.

Gli studiosi avevano fatto decine di tentativi, il primo, l'esperanto, risale addirittura alla fine dell'800, ma solo la rete, come si chiamava allora internet, riuscì ad amalgamarli tutti.

L'obbligo di comunicare sempre con tutto e con tutti portò all'utilizzo di abbreviazioni, sigle e frasi che divennero subito di uso comune, e che furono la premessa della lingua che parliamo oggi.

Ci aspettano degli autobus a energia solare, partiamo.

Arriviamo alla vecchia zona industriale dove la presenza di centinaia di cappannoni in disuso ha permesso ed ha facilitato la nascita del Centro.

I capannoni sono diventati tutte serre e laboratori dove si studiano e si sperimentano piante di ogni tipo cercando di realizzare specie che riescano a sopravvivere in un clima che cambia continuamente e in zone povere di ossigeno ma ricche di altri gas, fra tutti l'anitride carbonica.

Le piante oltre a darci il cibo sono quelle che ci garantiscono l'ossigeno ed è quello che andremo a sviluppare su Marte.

Si vede un gran movimento, ci fanno scendere e ci fanno entrare in una palazzina.

Entriamo tutti in una grande camerata, saremo qualche centinaio, e domani inizia la selezione.

Siamo stati completamente rasati e depilati, in modo da evitare qualsiasi contaminazione ed abbiamo indossato, dopo una totale sterilizzazione, una specie di camicione.

Così conciati abbiamo iniziato il ciclo delle visite mediche, delle analisi, di tutti i test possibili e immagginabili.

Qualcuno veniva mandato via, dovevano essere sicuri che non ci fossero infezioni anche latenti o solo nel DNA.

Io stavo tranquillo, ho sempre avuto una salute di ferro, ho sempre vissuto all'aria aperta, con il caldo o con il freddo e senza mai ammalarmi.

Poi sono cominciati gli incontri con le prove scritte e orali per conoscere il grado d'istruzione.

Con me, che dovevo fare l'istruttore, su questo sono stati molto severi, ma io stavo sereno, abbiamo parlato di piante, l'unico argomenmto che conosco perfettamente e sulle quali ho sempre lavorato.

Insomma fra test, visite mediche e palestra siamo stati al Centro di Selezione quasi tre mesi.

Tutto il tempo libero si passava in palestra a fare esercizi di respirazione.

Mi guardo allo specchio, sembro più giovane, tonificato, carico, potrei partire domani anche a piedi.

Finita questa prima fase, saremo rimasti circa la metà, abbiamo iniziato un programma di addestramento molto pesante per abituarci a condizioni di vita proibitive.

Ora sono seduto in giardino, sono quasi sei mesi che siamo qui e mi sento forte e preparato.

Domani sapremo se si continua o si torna a casa.

Ho passato una notte agitata, mi sono svegliato presto e sono andato a correre, a correre forte, in modo da non pensare.

Ho corso come un forsennato, pioveva ed il cielo era coperto, a tratti si vedevano le stelle, facevano capolino fra le nuvole come per dirmi vai che ti aspettiamo.

Mi sono seduto, ora pioveva più forte ma non faceva freddo o almeno io non lo sentivo, ero completamente bagnato ma mi sentivo pulito dentro e fuori.

La pioggia mi lavava l'anima, il cuore, i pensieri, tutte le preoccupazioni, tutto scivolava via come l'acqua sul terreno.

Dopo mi sentivo una roccia, non mi ero mai sentito così bene, ed ero pronto ad affrontare l'esito, qualsiasi esso fosse.

Sono stato uno dei primi ad arrivare nella grande sala dove dovevamo attendere la chiamata.

Sono passate alcune ore, ma poi alla fine è arrivato,

Ho avuto la risposta che aspettavo, che aspettavo forse da sempre, da oggi sono Allievo Istruttore destinato al Progetto Marte.

Ero talmente felice che non sapevo cosa fare, ma non c'era tempo.

I volontari accettati sono pregati di tenersi pronti alla partenza per Omsk.

Grazie e a tutti e Buona Fortuna.

Si parte subito per l'astroporto, d'altra parte io sono stato fra i primi ma le selezioni durereranno almeno per altri tre anni, e quindi non c'è tempo da perdere.

Mi aspetta un lungo viaggio, ma se tutto va bene è l'ultimo che faccio sulla Terra.

Siamo in stazione, ognuno con il suo zaino in spalla, mi guardo in una vetrina, vedo un uomo di mezza età, forte e temprato, calvo e senza barba, dritto e fiero.

Il vecchio che c'era è scomparso, eppure sono passati solo pochi mesi, mi sembra ieri che passeggiavo con il cane e curavo le piante del terrazzo e collezionavo gli oggetti del passato.

E solo ieri stavo per fare una scelta diversa, completamente diversa che avrebbe comunque cambiato la mia vita.

Avevo conosciuto Maria, l'unica donna che mi ha fatto dubitare parecchio e a cui penso ancora oggi.

Maria rimane la donna della mia vita, l'unica che sono sicuro mi avrebbe fatto sicuramente felice.

Ho scelto, ma solo per paura, di scappare e ora lo sto facendo definitivamente, con questa partenza mi chiudo qualsiasi possibilià di rivederla, di ripensarci, di poterla chiamare o solo di scrivergli.

Non la vedrò mai più.

E pensare che oggi forse sarei con lei a passeggiare mano nella mano fra gli alberi del nostro parco.

Oggi forse la terrei abbracciata per baciarla teneramente.

Oggi forse le starei vicino e forse starei sveglio a vederla dormire.

Ma oggi è tutto diverso, tutto questo rimarrà per sempre solo un sogno.

Oggi la mia vita è cambiata.

Ora vedo un uomo nuovo, il vecchio ha fatto strada a un uomo cosciente di far parte di una elite che farà la storia.

Un uomo che non ha paura di quello che potrà succedere, il Progetto è talmente importante che passa tutto in secondo piano.

Un uomo orgoglioso di poter costruire per sé e per gli altri la possibilità reale di una nuova vita.

Un uomo orgoglioso di consegnare a tutto il genere umano la speranza reale di un futuro che sarà difficile ma pieno di prospettive.

 
 
 

Diario da un Futuro Possibile

Post n°83 pubblicato il 20 Ottobre 2016 da robertocass
 
Foto di robertocass

09 - In viaggio




E così inizia questo nuovo corso della mia vita.

Certo la vita è strana, mai avrei pensato alla mia età di poter fare un cambiamento così radicale.

Mai avrei pensato di poter ricominciare tutto da zero e di partire per una vita completamente nuova.

Passerò gli ultimi anni in un mondo diverso dove c'è tutto da imparare, dove dovremo applicare quello che abbiamo fatto sulla Terra, ma modificandolo per adattarlo a condizioni diverse, che fra l'altro dobbiamo ancora del tutto scoprire.

Siamo usciti dalla città ed ora si vedono solo campi coltivati e case più o meno grandi ma tutte ad un piano.

Gli animali sono solo galline e pecore, l'allevamento delle mucche sia da carne che da latte è troppo costoso ed è praticamente scomparso.

L'uomo è diventato per scelta o per forza praticamente vegetariano, gli allevamenti intensivi che tanto male hanno fatto all'ambiente oggi non esistono più.

Ai tempi dei miei genitori, prima dello sconvolgimento dovuto all'inquinamento, il problema più grande era la fame, più del 15% della popolazione mondiale non aveva da mangiare e da bere.

In un mondo tanto affollato il 26% delle terre emerse non coperte dai ghiacci era adibito a pascolo e il 12% alla produzione agricola, ma il 35% della produzione agricola, più di un terzo, veniva utilizzato come mangime per gli animali.

Questo vuol dire che avevano più del 30% delle terre emerse destinato alla produzione della carne mentre a quella dei vegetali per uso umano era destinato solo l'8%.

L'assurdità era che mentre la carne rappresentava solo il 15% della dieta totale degli abitanti del pianeta, per la sua produzione veniva usato circa l'80% del totale dei terreni utilizzati per la produzione di cibo.

Questo era ovviamente tutto a discapito di quello che allora si chiamava terzo mondo, in pratica i paesi ricchi avevano non solo il monopolio energetico e scientifico, ma consumavano da soli quasi interamente anche le risorse alimentari.

Basti pensare che il 40% degli abitanti del pianeta possedeva la quasi totalità, si parlava del 99%, della ricchezza mondiale.

Questi squilibri furono la miccia di tutto quello che accadde in quegli anni e che portò, insieme all'ottusità politica, a quello che ora stiamo vivendo.

La comunità scientifica di allora denunciò questo stato di cose chiedendo un rapido cambiamento di rotta partendo dai consumi e dagli sprechi assurdi del mondo occidentale e di quel 1% che da solo possedeva più del 35% della ricchezza globale.

Ho scritto tanti numeri, ma servono a far capire come siamo arrivati a questo punto.

Servono a fare capire che tutto questo nasce da allora e che lo sfruttamento delle risorse di questo nostro vecchio pianeta è stato effettuato senza nessun rispetto per l'ambiente, in modo forsennato pensando forse che fossero ineusaribili o meglio pensando solo ai propri interessi, interessi dei pochi che ne possedevano il controllo.

Ogni tanto ci penso, avevamo un pianeta intero ricco di tutto quello che poteva servici e l'abbiamo distrutto senza senso.

Ora ricominciamo e queste storie sono scritte a caratteri indelibili nella coscienza di ognuno di noi e dovremo evitare a tutti i costi di ricaderci.

Avrà l'uomo questa lucidità?

O passata l'emergenza torneremo piano piano ai vecchi sistemi?

Dovremo evitare che la ricchezza si concentri su poche persone e stare attenti che il potere stesso rimanga sempre distribuito in modo omogeneo.

Sinceramente non sono molto fiducioso sui comportamenti di noi esseri umani,

Il potere e la ricchezza hanno da sempre cancellato tutti i buoni propositi e la storia ci ha sempre insegnato che purtroppo si ripete ogni volta.

Speriamo stavolta di sbagliare.

Prosima fermata Francoforte

Ecco siamo arrivati, mi batte forte il cuore, sono emozionato come un bambino.

Mi preparo a scendere, ora si comincia sul serio.

 
 
 

Diario da un Futuro Possibile

Post n°82 pubblicato il 17 Ottobre 2016 da robertocass
 
Foto di robertocass

08 - Pronto a Ricominciare.




Stamattina mi sono alzato più sveglio del solito, vado subito ad accendere il pc, la parabola è rimasta montata, tanto ormai sono sicuro di partire.

No, nessuna mail.

Va bé, è ancora presto.

Faccio uscire il cane e mi metto sul terrazzo ad accudire alle mie piante, sì è un peccato doverle lasciare, per tutti questi anni il mio orto mi ha dato tutto quello che mi serviva e anche di più.

Ci vuole molta cura e pazienza, io ci parlo con le piante e penso che in qualche modo mi capiscano.

Ho sempre avuto quello che si dice il pollice verde ed è vero, non ho mai avuto piante che si siano seccate o che non abbiano fiorito e forse vado più d'accordo con loro che con gli esseri umani.

In mezzo alla piante ci sto bene, mi sento a mio agio, le conosco una ad una, seguo la loro crescita con ansia, ci parlo e loro mi rispondono quando il vento le fa muovere le foglie.

Certo ora devo accontentarmi di un terrazzo ma ho seguito per lavoro e per hobby giardini enormi con piante di tutti i tipi.

Giardini che mi tenevano impegnato per tutto il giorno e anche più, giardini con alberi secolari e siepi che davano dei contorni di verde più scuro o più chiaro e con lo studiato accostamento di altre piante e fiori riuscivo a creare dei quadri di una bellezza sconvolgente.

E poi è un lavoro che si fa solo, passavo le ore a studiarle e a curarle, sempre in silenzio ma ascoltando solo il giardino che mi parlava con i suoi odori e i suoi rumori.

E forse per questo sono sempre vissuto da solo, da solo con le mie piante, ne ho dovunque non solo sul terrazzo ma in tutta la casa, dalla cucina al bagno, nei corridoi, sui tavoli, dovunque c'era la possibiltà di avere della luce.

Ho sempre tutte le finestre aperte che chiudo solo d'inverno e solo di notte e non sempre.

Insomma ne stavo rinvasando una quando sento l'arrivo di un messaggio, mi precipito, rischio di travolgere tutto vasi e terra e arrivo al pc.

Sì sono loro, hanno accettato la mia candidatura.

E' fantastico ne ero cero ma esserne ora sicuro mi fa impazzire di gioia.

Devo presentarmi fra tre giorni a Francoforte al Centro Sperimentazioni Agricole dell'Unione Europea, dove stanno raccogliendo tutti i volontari, poi verremo portati a Omsk in Siberia dove c'è l'astroporto europeo.

Devo partire subito, tanto ho tutto pronto.

Metto a posto le ultime cose, saluto Ringo e le mie piante e mi avvio.

Ho solo uno zaino, alla fine ho preso solo indumenti, nessun oggetto, ricomincio tutto daccapo e non voglio niente del passato.

Vado in stazione, faccio il biglietto.

I treni sono a carbone, o meglio utilizzano una miscela di carbone e metano, non fanno nessun fumo e pochissimo rumore, non vanno molto veloci e il viaggio durerà quasi due giorni.

Il mio partirà fra tre ore, mi siedo in una panchina.

Attorno a me c'è abbastanza movimento, la gente viaggia più poco e solo per motivi di una certa importanza non più per turismo.

Saranno tutti volontari come me?

Sono tutti abbastanza giovani, potrebbe essere, hanno tutti poco bagaglio, c'è qualche parente a salutarli, sembra una partenza di militari di qualche anno fa.

Oggi i militari sono tecnici di altissimo livello, persone preparate ad affrontare lo spazio e a far muovere queste enormi astronavi che fanno spola fra la Terra, la Base Lunare, che viene utilizzata come centro di smistamento e di partenza , e Marte.

Sarebbe troppo costoso far partire tutto dalla Terra, si usa per questo la Luna, diventata ormai un gigantesco spazioporto con magazzini e officine.

Le stesse astronavi vengono costruite nello spazio o meglio costruite sulla Terra e poi assemblate sulla Luna o direttamente nello spazio.

E' un altro mondo, un mondo che nessuno conosce se non gli addetti ai lavori e gli scienziati.

Un mondo dove non è permesso arrivare se non sei utile e inserito in programmi specifici.

I costi di tutto questo sono ovviamente enormi e tutte le risorse del nostro pianeta sono da anni utilizzate solo per questo.

Basta dire che non esiste stipendio, tutti hanno ovviamente abbigliamento, vitto e alloggio, ma nient'altro, c'è solo il prestigio enorme di far parte di una elite, di una comunità di eletti che ha il compito di dare un futuro al genere umano.

Non è un compito da poco, ed io fra poco ne farò parte.

Sulla Terra tutti sappiamo che dobbiamo stringere la cinta per questo, il Governo Mondiale lascia per la popolazione solo una minima parte, tutto deve servire per il Progetto.

Ma non è stato sempre così circa venti anni fa nacque un movimento che lo contestava dicendo che non era vero e che era solo una scusa per sfruttarci, minacciavano attentati e quant'altro.

Il Governo seppe muoversi molto bene, l'invitò a venire a controllare di persona, vennero portati sulla Luna a verificare quello che si stava facendo.

Dopo qualche giorno divennero volontari e sono oggi quelli che più si sono battuti per il Progetto e sono già partiti per Marte.

Il nostro vecchio pianeta non è finito, ma dobbiamo muoverci o sarà troppo tardi.

L'uomo è riuscito in poco più di 200 anni a distruggerlo irremidiabilmente: i gas serra hanno sciolto quasi completamente le calotte polari e il raffredamento dei mari ha modificato il corso delle correnti e dei venti creando un cambiamento climatico totale che stiamo ancora vivendo.

Sono scomparse quasi tutte le città costiere e le perforazioni senza fine e senza controllo alla ricerca delle materie prime ormai esaurite hanno sconvolto completamente intere zone, creando siccità e nuovi deserti.

Sono aumentati i terremoti, ma per fortuna, con la popolazione che vive ormai in campagna e in case di legno, senza creare molti danni, se non distruggendo le città ormai disabitate.

Il blocco delle nascite imposto dal Governo ha limitato i danni, ma oggi i terrestri sono diventati poco più di 800 milioni, con interi continenti completamente disabitati.

Sempre tanti però per pensare ad un esodo di massa.

Arriva il treno, impegnato nei miei pensieri non mi ero asccorto dell'ora.

Ecco salgo.

Da adesso ricomincio da zero.

 
 
 
 
 

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