SICILIA MIAdella Sicilia di tutto.... un pò. |
RENATO GUTTUSO "LA VUCCIRIA"
"Quannu asciucanu i balati ra vucciria"
Nulla è eterno.... a Palermo da secoli c'è un detto per indicare l'impossibilità che avvenga qualcosa, si dice.. "sai quando avverrà? Quannu asciucanu i balati ra vucciria" (trad. Quando asciugano i pavimenti della vucciria).
Effettivamente da tempo il mercato della Vucciria, forse tra i più famosi al mondo è attivo, la sua attività è praticamente incessante, alcuni negozi non chiudono neanche la notte, le sue luci illuminano le notti palermitane da sempre, vuoi qualcosa da mangiare a qualsiasi ora? li la trovi! La frutta ed il pesce vanno bagnati in continuazione per mantenerli freschi, vivaci, appetibili... ed è per questo motivo che le balate che compongono la pavimentazione del mercato non asciugeranno mai.... ma.... oggi vi assicuro che non è proprio più così... peccato... ma... come diceva lui... nulla si crea e nulla si distrugge .... tutto si trasforma!!!!!
UN CAMMINO.....
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« Messaggio #35 | BUON NATALE!!!!!!! » |
Post n°36 pubblicato il 14 Dicembre 2006 da cavalieresikano
Con l'imminente arrivo delle feste natatlizie vi regalo quest' autentica prelibatezza. Dolce palermitano di origine araba, ha un nome che deriva da "Quas' at", cioè "ciotola rotonda"(per la forma originale) o "torta di cacio".
Intorno all'anno mille, al culmine della dominazione musulmana, nel palazzo dell'Emiro, alla Kalsa di Palermo, i cuochi di corte si sbizzarrivano ad unire sapori e colori. È infatti il miscuglio d'ingredienti e l'accostamento di gusti opposti richiamano le caratteristiche della cucina saracena.Un tempo erano famose le cassate - tra le più delicate della Sicilia - confezionate nel monastero Valverde di Palermo. Da dolce definito "indispensabile nelle feste pasquali", in un documento approvato durante il Sinodo di Mazara del 1575,(cap. XXI pag.IV) la cassata si mangia ormai tutto l'anno. Suore dei monasteri e cuochi dei nobili casati erano i depositari dei suoi segreti.
La sua preparazione casalinga è - teoricamente – semplice (in realtà necessita di tanta esperienza, insomma prima ne rovinerete un paio e poi forse comincerà a somigliare alla vera CASSATA). Foderare una tortiera (tonda e possibilmente dalla forma svasata, che servirà a farle assumere la caratteristica forma in seguito) con carta oleata, sul fondo e sui bordi; ungere la carta abbondantemente con gelatina di albicocche (farà da adesivo) e quindi foderare ancora fondo e bordi con sottili fette di pan di Spagna.
Farcire quindi la tortiera preparata con il pan di spagna e livellare in superficie, si copre il tutto con un disco di pan di Spagna, e si fa freddare per un paio d'ore. A questo punto comincia il bello, guarnire la cassata è un’arte, i bordi laterali devono essere guarniti con pezzi di classica pasta di mandorle lavorata e colorata di verde, spianata e tagliata ad arte per creare con la glassa di zucchero l’alternanza coloristica del bordo, la superficie poi va guarnita con motivi piuttosto baroccheggianti creati da strisce di zuccata, frutta candita intera ed a pezzi (possibilmente mandarini o spicchi di arance). Infine gustare possibilmente con un buon liquore ed una buona compagnia il MITO della pasticceria siciliana.
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