Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

Il Diavolo in Corpo

Di tutto e di piu'.....

 

Messaggi di Maggio 2016

Il Falcon 900..

Post n°7570 pubblicato il 31 Maggio 2016 da nina.monamour

Salvatore Girone è tornato in Italia: atterrato a Roma

Salvatore Girone è tornato in Italia: atterrato a Roma

 

Il fuciliere della Marina, è davvero tornato in Italia, l'aereo sul quale viaggiava, il Falcon 900 dell'Aeronautica militare, è atterrato all'aeroporto di Ciampino di recente, dopo il lungo viaggio dall'India.

Ad accompagnare il fuciliere c'erano anche l'ambasciatore a New Delhi Lorenzo Angeloni ed il consigliere militare di Palazzo Chigi, generale Carmine Masiello, ad accoglierlo invece il ministro della Difesa

Dopo l'autorizzazione concessa dalla Corte Suprema indiana, Girone ha ottenuto un Exit Visa da parte delle autorità indiane che gli ha consentito di lasciare il Paese, accompagnato dall’ambasciatore d'Italia. 


 

Come tutti ben sappiamo l'episodio avvenne in acque internazionali!
Devo ancora capire come ha fatto il Capitano (secondo solo a Schettino, a mio parere) ad accettare di portare la sua nave in territorio indiano.

Secondo inoltre la Legge del Mare, l'India non ha nessuna giurisdizione sull'episodio.

Inoltre, ricordo, alcuni casi dove la nave e/o l'equipaggio, colpevole di inquinamento e/o incidenti vari, sono rimasti in acque internazionali e l'equipaggio, a poco a poco, è fuggito anche da prigioni.

Devo ancora capire perchè l'italia ha fatto nulla o poco per farsi sentire con il Governo indiano (forse è stato negoziato qualche cosa che non conosciamo, secondo me) e non mi sento di dx o sx o altro.

Il motivo per il quale i due fucilieri non sono stati incriminati è unicamente dovuto alle forti pressioni politiche di Italia e UE, ma anche dalla scarsa approvazione internazionale che il gesto dell'India suscita.

Magari le altre nazioni non appoggiano l'Italia, ma di sicuro non sono contente che uno Stato abbia la brillante idea di processare dei militari di un'altra nazione "amica", mentre erano impegnati in operazioni ufficiali.


 

Da qui, l'imbarazzo dell'India a procedere, perchè da una parte c'è l'opinione pubblica indiana che vorrebbe una punizione esemplare senza se e senza ma.

Dall'altra una comunità internazionale che auspicherebbe una chiusura rapida del caso con la restituzione all'Italia dei militari.

Questo, naturalmente, non perché la vita di due pescatori non sia importante, ma perché il fatto in se mette a rischio le operazioni militari all'estero.

I dati e le perizie che gli stessi indiani hanno presentato al tribunale internazionale dimostrano una volta di più che l'accusa è totalmente sballata. Peraltro la perizia balistica, per risultare colpevolista, si deve anche industriare a cambiare le carte in tavola (e forse a mentire) pur di riuscire a smentire quella precedente, sempre di parte indiana.

La vera grande preoccupazione è di far capire, alla giustizia indiana, che trattandosi di un problema di pura giurisdizione, il giudice abile e competente non può che essere quello italiano.

Gli Avvocati del nostro Paese affermano che ogni volta quando si entra in campo di diritto penale occorre sempre seguire un principio di territorialità, avvalorando così la posizione in base alla quale una persona che commette un reato deve essere perseguita nel territorio ove lo ha in compito.

Nel caso dei due militari italiani, la cosa sembra essere ancora maggiormente comprovata, in quanto gli stessi si trovavano su una nave battente bandiera italiana, quindi in territorio italiano, perciò giudicabile dal codice italiano.

 


 

 
 
 

Mai abbassare lo sguardo..

Post n°7569 pubblicato il 30 Maggio 2016 da nina.monamour






Mi hanno insegnato che il saluto è educazione
ed è altrettanto educato rispondere.
Mi hanno insegnato che nella vita tutto si può dimenticare
tranne il bene ricevuto.
Mi hanno insegnato che se una persona si ritiene superiore bisogna lasciarla vivere nella sua inferiorità.
Mi hanno insegnato a vivere e camminare a testa alta
perché nessuno è così importante
da farci abbassare lo sguardo.

 
 
 

Un atto romantico..

Post n°7568 pubblicato il 30 Maggio 2016 da nina.monamour

Il bacio, cos'è per gli uomini e per le donne



Il bacio, cos'è per gli uomini e per le donne

Un bacio è l'apostrofo rosa tra le parole "ti amo", dice Cyrano De Bergerac, il famoso personaggio creato da Edmond Rostand, oppure "E che cos'è un bacio? Un segreto detto sulla bocca", scrive ancora Rostand, che di baci e di romanticismo se ne intendeva parecchio.

Ecco, "il romanticismo", perchè il bacio è inevitabilmente associato all'amore nascente, alla poesia dell'innamoramento, alla magia del primo intimo contatto tra un uomo e una donna. Ma è davvero così per tutti?

Per entrambi i sessi il bacio viene considerato una forma importantissima di comunicazione, irrinunciabile nell'ambito di una relazione amorosa, ma mentre per le donne il bacio ha valore anche se considerato a sè stante, per gli uomini esso rappresenta piuttosto il primo scalino per arrivare poi ad un rapporto completo.

Non solo, per le donne il bacio è tanto importante che una imperfetta compatibilità a questo livello può anche pregiudicare l'instaurarsi di una relazione, mentre gli uomini tendono maggiormente a sorvolare su eventuali incomprensioni "a fior di labbra", visto che mirano a ben altro.

 Il sesso femminile ritiene che vi sia una maggiore probabilità che baciarsi conduca al sesso nell'ambito di una relazione stabile, piuttosto che nel corso di un contatto più occasionale, mentre i maschi sono portati a vedere il sesso come sbocco naturale del bacio, che la partner sia stabile o occasionale.

Insomma, un bacio sia pure appassionato e "caliente" non è detto che per una donna costituisca un segnale inequivocabile di disponibilità a procedere oltre, mentre per gli uomini è esattamente il contrario.

In pratica, una donna dovrebbe essere preparata al fatto che il bacio rappresenta per il partner l'inequivocabile segnale di "via libera", e per gli uomini è sempre saggio procedere con cautela!

L'immagine del celebre bacio tra Marcello Mastroianni e Anita Ekberg nel film di Fellini

"La dolce vita"


 
 
 

Vite alla deriva..

Post n°7567 pubblicato il 29 Maggio 2016 da nina.monamour

Il barcone affondato a largo della Libia, la nuova ondata di profughi e il racconto delle immagini. A partire dalla foto dei migranti aggrappati all’imbarcazione, uno scatto che parla anche per tutte quelle foto mai state scattate e che nessuno potrà mai scattare.



È così che si mettono le cose, letteralmente di traverso, spazzando via le volontà più ostinate e disperate, inghiottendo le vite nell’abisso indifferente. Se vediamo una fotografia, la nostra angoscia si attenua al pensiero che dove c’è un fotografo, presumibilmente ci sono anche i salvataggi.

Ma non è detto, non possiamo dire più nulla di certo, perché queste immagini dei profughi in balìa delle correnti e dei venti del Mediterraneo, dopo tanti anni, finiscono col produrre uno strano effetto unificante.

La ragione continua a dirci che i viaggi sono innumerevoli, aumentano con la bella stagione, e in ognuno di quegli esseri umani alla deriva c’è una tragedia e una forza d’animo diverse da ogni altra. Ma nella nostra sensibilità queste fotografie sono diventate come le tessere di un puzzle.

Come se quella che vediamo accadere fosse una sola traversata, e l'equipaggio di disperati non fosse ogni volta diverso, ma sempre lo stesso, sempre in procinto di essere salvato oppure sull’orlo della catastrofe, e le due cose non sono in contraddizione, perché questa tragedia storica è così assurda da assomigliare molto ai sogni, dove non vale il principio di contraddizione, e le cose si mettono male e si mettono bene nello stesso momento.


Anche gli scatti che rappresentano l’individuo nella sua più assoluta irripetibilità ci danno l’idea di qualcuno che si carica sempre il destino di tutti. Ad esempio un uomo che prega in quelle condizioni sarà anche fedele di una religione in particolare ma in realtà sembra rivolgersi a tutti gli dei e a tutte le potenze venerate. Tra tutte le istantanee delle ultime ore, questo scafo rovesciato, sul punto di inabissarsi scuotendosi di dosso il suo equipaggio, merita il massimo dell'attenzione. Fragilissimo surrogato della terra sotto i piedi, il fondo della barca si è impennato come una bestia imbizzarrita.

 


È così che in tantissimi sono morti, senza più nulla a cui aggrapparsi, che indossassero o meno quei salvagenti buoni solo ad affondare più in fretta, costruiti e venduti da gente ancora più malvagia degli scafisti. Può accadere in alto mare oppure quando la costa tanto sperata si disegna netta all’orizzonte, bastano un cambio di vento, una raffica improvvisa, un’onda appena più lunga o più alta di tutte quelle che l’imbarcazione ha sopportato fino a un attimo prima. E la maggior parte delle volte, non ci sarà nessun fotografo a immortalare il nuovo Titanic dei derelitti.

Siamo abituati a pensare che ormai ci siano troppe immagini, che abbiamo visto tutto, che non c’è più nulla da vedere. Sarà pure vero, ma una fotografia così parla anche per tutte quelle che non sono mai state scattate e che nessuno potrà mai scattare.

Buona Domenica

 
 
 

Ironia..

Post n°7566 pubblicato il 28 Maggio 2016 da nina.monamour

 

 

Aneddoto di una persona…fedele?
Io ero molto felice, la mia fidanzata ed io eravamo insieme da più di un anno, perciò decidemmo di sposarci.
I miei genitori ci aiutarono in tutti i modi possibili, i miei amici mi assecondavano, la mia fidanzata era qualcosa di speciale.
C'era solo una cosa che mi dava molto fastidio, la migliore amica della mia fidanzata.
Era intelligente e sexy, delle volte mi faceva il filo, turbandomi.
Un giorno, l'amica della mia fidanzata mi telefonò e mi chiese di andare a casa sua per aiutarla con la lista degli invitati al matrimonio ed io andai.
Era da sola e quando arrivai, mi sussurrò che (nonostante dovessi sposare la sua migliore amica) nutriva sentimenti e desideri verso di me e che non poteva più nasconderli.
Prima di sposarmi e compromettere la mia vita e quella della sua migliore amica, voleva fare l'amore con me per una volta sola.
Cosa potevo dirle, rimasi talmente sorpreso, che non dissi una parola.
Lei disse: "Andrò in camera e (se lo desideri) entra e sarò tua".
Ammirai il suo meraviglioso fondo schiena.




come si muoveva al salire le scale!!!
Mi alzai dalla poltrona e rimasi lì in piedi per un pò, allora mi girai,
andai alla porta d'ingresso, aprii e uscii!!!
Mi avviai verso la mia auto.
La mia fidanzata era fuori con lacrime agli occhi, e mi disse "sono felice e orgogliosa di te, hai superato la mia piccola prova, non potevo scegliere un uomo migliore come sposo!"
MORALE..
Lascia sempre i profilattici in macchina!!!

 

 

 
 
 

L'Angelo Custode..

Post n°7565 pubblicato il 27 Maggio 2016 da nina.monamour

Un uomo sta camminando lungo una strada quando sente una voce dietro di lui:

- Fermati subito o ti cade un mattone in testa!
L'uomo si arresta e un mattone staccatosi dalla casa vicina gli sfiora il naso.

L'uomo si gira, nessuno.
Poco dopo sta per attraversare la strada quando sente la stessa voce:
- Fermati! Altrimenti sarai investito!
L'uomo si ferma, e un'auto gli passa davanti a folle velocità.

L'uomo si guarda attorno.. nessuno. Allora grida:
- Chi sei?
- Sono il tuo angelo custode.



- Ah sì? E dove cavolo ti eri infilato quando mi sono sposato?

 

 

 
 
 

I giusti meriti..

Post n°7564 pubblicato il 26 Maggio 2016 da nina.monamour

"Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo".

Frase stupenda che racchiude in poche parole una delle anime che compongono l’essenza stessa dell’Uomo e dell’intera Umanità.

Cosa c’è di male in questa citazione di Voltaire?

Nulla, a parte il fatto che questa frase non è di Voltaire.

La frase originale è questa.

“I disapprove of what you say,

but I will defend to the death your right to say it”


Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Specialista in Medicina Estetica Roma NON SONO DACCORDO QUELLO DICI DAREI LA VITA VOLTAIRE Rughe Cavitazione Cellulite Luce Pulsata Peeling Pressoterapia Linfodrenante Mappatura Nei Dietologo Dermatologia

(Voltaire e Evelyn Beatrice Hall)

Voltaire è uno dei miei autori preferiti, un vero e proprio faro alla testa degli illuministi, io letteralmente lo adoro, ma questo non è un suo pensiero.

Questa frase è di una scrittrice britannica Evelyn Beatrice Hall, attiva nella prima metà del 1900. Evelyn scrisse questa frase nel 1906, inserendola nella biografia di Voltaire, chiamata "The Friends of Voltaire".

Quindi cominciamo a fare la citazione giusta ed a dare ad Evelyn Beatrice Hall i giusti meriti!

Buona giornata

 
 
 

Fuori moda..

Post n°7563 pubblicato il 25 Maggio 2016 da nina.monamour


Fumare? Non va più di moda!


No, questa volta la moda!

Da quando le celebrità hanno deciso di dire no alla nicotina, dando un modello di salute positivo ai loro fan, il numero di fumatori si è ridotto sensibilmente nella popolazione.

Tra le star italiane hanno smesso di fumare Sergio Castellitto e Virna Lisi, tra quelle straniere Ben Affleck, Daniel Radcliffe, Jennifer Aniston e Drew Barrymore. Tra i cantanti Claudio Baglioni, Nek e Alessandra Amoroso mentre oltreoceano ha rinunciato Adele.

Nel mondo dello spettacolo è molto importante non continuare con questo vizio, le modelle e gli attori ne beneficiano per il proprio aspetto, infatti la pelle con il fumo tende ad ossidarsi e a diventare meno luminosa, i cantanti invece devono preservare la propria voce e, sottoponendola ai danni della sigaretta quotidianamente, rischiano di rovinarla irreparabilmente.

È finito il tempo delle dive con le sigarette lunghe e sottili, è finito il tempo dei duri da film che parlano con la "paglia" stretta tra i denti.

 

 

La dannosa abitudine del fumo è stata per molto tempo correlata anche alla moda, poiché la gestualità della sigaretta era profondamente legata alla sensualità, sia dell’uomo che della donna.

Basta fumare!

E chi l’ha detto? I Medici? I Ricercatori? 

Il fenomeno era così radicato che da alcuni anni si è scoperto perfino che moltissimi attori e divi degli anni ’30/’50 tra cui Gary Cooper, Clark Gable, Joan Crawford, Spencer Tracy, Henry Fonda, Cary Grant, John Wayne, Bette Davis,




furono pagati profumatamente dalle multinazionali del tabacco per farsi immortalare sul grande schermo con la sigaretta.

Molte di queste stesse star ne pagarono poi le terribili conseguenze, John Wayne, Humphrey Bogart, Gary Cooper, Walt Disney e Betty Grable morirono infatti di cancro ai polmoni.


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Possiamo chiamare la sigaretta vizio, dipendenza, ma in quegli anni era un anche un vero e proprio accessorio, quasi irrinunciabile.

Tutti fumavano, pochi erano intenzionati a smettere.

Oggi le cose sono molto diverse, se sei un fumatore e la sera al bar con gli amici vuoi farti una sigaretta, che sia estate o inverno, che faccia un caldo soffocante o un freddo immobilizzante, è necessario alzarsi dal tavolo e uscire fuori. Magari devi farlo anche da solo perché sei rimasto l'ultimo dei tuoi amici che ha ancora questo vizio.

Oggi se sei fumatore e ti presenti a un colloquio importante puzzando ancora della sigaretta che ti sei fatto dieci minuti prima, potresti indisporre le persone che vai ad incontrare risultando loro sgradevole e poco curato. A niente varrà masticare un pacchetto intero di mentine o spruzzarsi quantità industriali di profumo, peggiorereste solo la situazione.

Da fumatrice mi rendo conto di quanto oggi il fumo e i fumatori vengano contenuti, confinati, e condannati.

E, sempre da fumatrice, direi che è davvero giusto così.

 
 
 

Per non dimenticare..

Post n°7562 pubblicato il 24 Maggio 2016 da nina.monamour

 

 

Ieri, 23 Maggio, giornata della legalità contro la mafia.

Giornata per la lotta contro la mafia, per la legalità, ma soprattutto del ricordo di tutte le vittime della criminalità organizzata. Anche quest’anno, infatti, sono state tante le iniziative legate a tale manifestazione e non riguardano solo Palermo, città simbolo di questa lotta.

Dal capoluogo siciliano (più precisamente dall'aula bunker del carcere dell’Ucciardone), dove la giornata è stata dedicata al ricordo dei Magistrati Falcone e Borsellino e dei loro Agenti di scorta, è partita il filo della legalità che ha unito le piazze di altre 5 città italiane, Milano, Reggio Emilia, Rosarno (RC), Napoli e Firenze. In questi siti scelti dalla Fondazione Falcone e dal Ministero dell’Istruzione si sono raccontate le storie, i luoghi e i protagonisti della lotta alla criminalità.

Grazie a questa iniziativa, che contribuisce sempre più a formare una coscienza nazionale, migliaia di studenti, e non solo, hanno conosciuto e continueranno a capire il significato della parola "mafia".

Ecco che allora la data del 23 maggio si trasforma da pagina tragica della recente storia italiana, a giornata simbolo della rinascita di un Paese, fondato sulla legalità, sull’impegno e sulla consapevolezza.

 



Ventiquattro anni dopo la strage di Capaci resta vivo il ricordo ma anche l'urgenza di continuare la lotta.

Ricordare, ma anche ribadire il primato dello sforzo per affermare la legalità, sono stati i due temi della Giornata della Legalità nel giorno del 24esimo anniversario della Strage in ricordo di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e degli agenti delle loro scorte.

Un no alla mafia che serve anche a ribadire, a più livelli, l'attualità della lotta, come dimostrano anche recentissimi fatti di cronaca e il rifiuto più complessivo a ogni forma di criminalità organizzata.

Buona giornata

 
 
 

I vampiri delle vite adolescenziali..

Post n°7561 pubblicato il 23 Maggio 2016 da nina.monamour

L'Unione Europra ha deciso di imporre il limite di età, piu' alto di quello previsto dai regolamenti dei social (13anni). Per i piu' piccoli ci vorrà l'autorizzazione dei genitori, secondo l'UE, che dà due anni di tempo agli Stati per recepire la norma con una legge.

Sarebbe una misura davvero efficace per proteggere i figli dai pericoli della rete? Bene, ci ho pensato molto su questa cosa e dico che ci sono i pro (ed inizio con questi) e i contro come in tutte le cose.

 


Per navigare, come per guidare, è giusto porre limiti, siete d'accordo?

Il provvedimento dell'UE è un piccolo passo che va nella direzione giusta, anche se non basta certo per risolvere un problema così complesso. Cominciare a dare regole ai giovanissimi la strada giusta, perchè penso che avere accesso ad internet sia come guidare l'automobile, un'esperienza che amplia molto le nostre possibilità. Come tutti ben sappiamo la guida di un'auto è regolata per legge da un'età, bisogna aver compiuto 18anni per poter conseguire la fatidica patente.

Quindi, innalzare il limite a 16anni per accedere ai social segue la stessa logica, giusto? Ma non dobiamo illuderci che sia sufficiente questa misura, perchè è come partire da un dettaglio per risolvere un problema che sta a monte, quello dell'educazione digitale che coinvolge famiglie e scuole. E non dobbiamo proteggerli solo dal pericolo di venire adescati, il problema maggiore riguarda l'uso commerciale dei dati personali, ancora piu' grave quando riguarda bambini o adolescenti. Le comunità sociali sono vampiri delle nostre vite e delle nostre abitudini.

 


Ci vuole una norma perchè solo la politica può provare a dettare regole al business e non dimentichiamo che Facebook è una multinazionale che segue come unico criterio quello di pagare i dividendi agli azionisti, non vale 150 miliardi di dollari per caso e credo che se potesse metterebbe a zero anni il limite di accesso. Se nei social non girassero soldi questi problemi non ci sarebbero.

Le imposizioni generano solo rabbia, e non aiutano a crescere nessuno e questo divieto fa aumetare negli adolescenti ancora di piu' la voglia di trasgredire quando un figlio chiede ai genitori il permesso di iscriversi ad un social network, generalmente è perchè si è già iscritto.

Mi sembra una misura piu' utile agli adulti, per lavarsi la coscienza, piuttosto che ai ragazzi. Il vero problema oggi non è la dpendenza da internet, ma le nuove forme di assenza dei genitori, siamo noi che abbiamo dato tablet e smartphone ai nostri bambini perchè se ne stiano buoni e zitti; no per creare una condivisione, ma per farci sostiruire, ebbene sì, è proprio così ragazzi miei!!

Rendiamo precoce l'infanzia e poi pretendiamo di limitare i figli quando sono adolescenti, insomma una forma di controllo che, in realtà, si fonda sui nostri sensi di colpa inconsci. Questo, e non il web, è pericoloso, perchè crea la massima distanza fra noi e i nostri ragazzi; capisco che non è facile, ma la fiducia fra noi e i giovani è una cosa preziosa.

 


Quindi il pericolo non è Internet o Facebook, no, è l'assenza genitoriale che comincia quando i bambini sono piccoli e il sintomo piu' evidente nei ragazzini che vediamo in giro è l'incapacità di sostenere lo sguardo dal vivo, è diminuito moltissimo il rispecchiamento emotivo che aiuta un bambino a creare livelli crescenti di identità.


Mettere un figlio piccino davanti ad un computer o uno schermo è comodo. Ecco perchè, piu' che porre limiti agli adolescenti, direi che dobbiamo interrogarci su quanto li abbiamo guardati e visti davvero da piccoli.

 

 

Buon inizio di settimana e buon lavoro a tutti..

 
 
 

E' oggi..

Post n°7560 pubblicato il 22 Maggio 2016 da nina.monamour

 

Ieri non c'è più e domani non c'è ancora.
Il giorno più bello della tua vita è sempre oggi.

 


Noi donne impieghiamo mesi a decidere di decidere, ma un istante ad agire, senza guardarci indietro, senza bisogno di un altro istante ancora.

 Siamo così belle quando sorridiamo.



A rifletterci bene, i migliori sono sempre allegri.
È meglio essere allegri, ed è anche il segno di qualche cosa,
è come avere l'immortalità mentre si è ancora vivi.
Una cosa complicata.

Buona Domenica a tutti!!


 
 
 

Le parole..

Post n°7559 pubblicato il 21 Maggio 2016 da nina.monamour

Non ho saputo capire niente allora!
Avrei dovuto giudicarlo dagli atti, non dalle parole.
Le parole sono una fonte di malintesi.

(da Il Piccolo Principe)


 

Abbiamo la fortuna di usare la parola che ci distingue dagli animali eppure spesso non parliamo o usiamo la parola per offendere per ferire e facile è fraintendere.
Spesso invece di usare al meglio questo dono ci comportiamo peggio degli animali, la parola è una "chiave"

 

 

usiamola per aprire e non solo per chiudere, usiamola per farci davvero comprendere e per conoscerci al meglio e conoscere meglio chi incontriamo nel nostro viaggio di vita, perchè il silenzio diventerebbe un "grimaldello" e forzare non va mai bene

La parola ci dà la possibilità di esternare emozioni, pensieri, sensazioni, sentimenti, dubbi, fragilità, la parola ci aiuta quando dobbiamo difenderci usiamola al meglio senza far "uscire" prettamente parole di odio, di rabbia, di rancore, che vita di brutte parole sarebbe la nostra!
Piuttosto usiamo quel "silenzio" seguito dai fatti, in quel silenzio,i n quei fatti ci sono un "sacco" di belle parole!
Certo è importante anche saper ascoltare e poi trovare le parole giuste per dare conforto, consigli, aiuti, parole che diventano abbracci e non "fruste" o "spine"
.

 

 
 
 

Addio Marco..

Post n°7558 pubblicato il 20 Maggio 2016 da nina.monamour

Lettera di Roberto Saviano




Portavi il nome del ragazzo ucciso per errore da Apollo e poi trasformato in fiore, Giacinto, ma per tutti eri Marco.

Mi hai insegnato che non esiste altra battaglia che non sia per i diritti, che ogni idea politica, ogni progetto, ogni idealità romantica inciampano e implodono se non sanno ampliare, codificare, creare diritto. Aborto, divorzio, carceri, fine vita sono state tue battaglie, scegliendo i luoghi dove la donna e l'uomo sono più scoperti, fragili, soli. Dove è più facile essere insultati, denunciati, condannati. Mi hai insegnato a non temere d'essere frainteso, perché tu non hai mai avuto paura di esserlo, perchè il coraggio è riporre speranza nella fiducia reciproca.

Sono stato anche in disaccordo con te, ma più spesso sono stato in armonia, in entrambi i casi le tue battaglie ridavano senso all'agire politico, volando alto su ogni mediocrità.
Addio Marco, sembrava che nulla potesse fermarti e in qualche modo non lo farà la morte.
 
Roberto




Protagonista assoluto delle battaglie per i diritti civili, protagonista della politica italiana, senza mai essere legato al potere, ha combattuto battaglie di grande importanza. Ha rappresentato con passione tanti cittadini, riuscendo non di rado a trasformare una condizione di minoranza nell'avvio di processi di cambiamento.

 Marco Pannella ha affrontato la malattia con la stessa fierezza con la quale, per decenni, si è battuto per le cause in cui credeva. Dobbiamo moltissimo a quest'uomo forte e appassionato che, come accade raramente, è stato sempre stimato anche dai suoi avversari che gli riconoscono la sua forza, la sua invettiva. Con lui se ne va un protagonista assoluto della storia repubblicana e delle battaglie per i diritti civili.

Resta il rammarico che in tutti questi anni, nonostante si siano susseguiti diversi Presidenti della Repubblica, nessuno di loro si sia sentito in dovere di nominarlo Senatore a vita, quando invece Pannella ne aveva tutte le caratteristiche e i meriti; al suo posto sono state nominate persone che addirittura in Senato non si fanno mai vedere. Non averlo nominato Senatore a vita è stata un'ingiustizia palese e adesso è troppo tardi per riparare.

Credo che Marco Pannella mancherà a tutti!

 
 
 

Il Galateo..

Post n°7557 pubblicato il 19 Maggio 2016 da nina.monamour

 

 

 

Nei primi del '900 erano molto osservate le norme del galateo.

Oggi non si può fumare nei locali pubblici ma in altri tempi era molto in uso

offrirsi di fare accendere una sigaretta ad una bella Signora.

 

Tra gli usi e costumi di ogni popolo della terra, particolare importanza hanno rivestito da sempre le regole di vita quotidiana, i rapporti tra la gente e soprattutto il modo di comportarsi. "Reguli di bona crianza" come comunemente si dice nel mio dialetto sono in pratica le regole di comportamento e di buona educazione nei rapporti con il prossimo.

 

Tutto ciò ha avuto il suo grande valore nell'evoluzione dell'uomo, per natura, essere intelligente che si diversifica dagli animali, appunto perchè in grado di regolamentare la propria vita. Oggi tali usanze, in una maniera molto più modernizzata fanno parte del galateo, o, per quelli che si sentono più "chic" o "raffinati", si usa dire anche che rientrano nelle "Regole del Bon Ton".


Insomma, per non dilungarmi troppo, dico subito che, in tempi molto remoti non esisteva un vero e proprio galateo scritto, ma negli ultimi secoli, la gente di ogni ceto sociale, sembra che si sia voluto dare delle regole di comportamento, precise e catalogate, che suggeriscono come agire in determinate situazioni.


Sta poi ad ognuno di noi recepirle e metterle in pratica, anche perchè tutto quanto viene suggerito, anche se non ha la valenza di norme di legge, ha tuttavia un grande valore sociale e attenersi, in linea di massima a quanto in esse suggerito non può che far bene alla società e creare le premesse per una vita più ordinata e rispettosa del prossimo.


 

 


 
 
 

Omaggio a Lino Toffolo..

Post n°7556 pubblicato il 18 Maggio 2016 da nina.monamour

E' morto un grande Artista..

 


 

Ciao Lino, questa è l’unica volta in cui sei riuscito a non farci ridere. Con la tua dipartita Venezia e il Veneto perdono una vera voce della lingua veneta, il sorriso di una comicità graffiante e al tempo stesso indulgente, un volto ironico e accattivante che ha saputo “bucare" il piccolo schermo, l’intelligenza di corsivi sempre acuti, la maestrìa dell’avanspettacolo colto e mai banale. Non calcherai più le scene dei nostri teatri e cabaret e dovremo fare ricorso alle mediateche per rinfrescare la memoria sugli straordinari personaggi della commedia umana che hai saputo creare, con intelligente comicità e con grande aderenza al nostro essere e sentirci veneti».

«Hai saputo utilizzare tutti i registri della cultura veneta dal teatro goldoniano al cinema in lingua, dalle pillole di satira con le quali hai dilettato i lettori del quotidiano veneziano ai jingle della pubblicità, dal cabaret d’autore al varietà televisivo del sabato sera, dal cinema alla canzone d’autore. Sempre con intelligenza, con eleganza, con quella stessa profonda e spontanea cordialità che riservavi a chiunque tu incontrassi, fosse l’amico incontrato tra le calli o il grande regista di cinema e di teatro. Ciao Lino, ci mancherai.

Te ne sei andato con ‘bela grazia’, come il Tonin del ‘tuo’ Goldoni, abitando il piccolo e grande schermo senza mai perdere la tua carica di energia e di umanità. Ci lasci in eredità caratteri indimenticabili, che ci continueranno a parlare del tuo amore per la vita, per Venezia, per la lingua e la cultura veneta, e delle grandezze e delle miserie della condizione umana. “Scusate il disturbo “ è stato il titolo di una tua fortunata fiction televisiva che ti ha portato in tutte le case della penisola, preferiamo immaginare che tu abbia a continuare a ‘disturbarci’, da quelle ‘nuvole di vetro" che da cineasta hai saputo creare, ora continuerai a sorridere, con una nuova libertà ancora più sagace e irridente, ai vizi e alle virtù dei nostri giorni».

fonte web

Alla famiglia vanno le condoglianze da parte di tutti noi utenti di Libero.

Che riposi in pace.

 
 
 

I nonni..

Post n°7555 pubblicato il 18 Maggio 2016 da nina.monamour

A tavola il nonno anziano, si sporcava sempre perchè non riusciva a portare il cibo alla bocca poichè gli tremava la mano. Eran sempre a litigare per questo, il babbo la mamma ed il bimbo zitto ascoltava.

 

 

Fu deciso che per risparmiare i troppo frequenti lavaggi di tovaglioli e tovaglie, il vecchio mangiasse davanti alla porta d’ingresso, così poi si dava il cencio e via.
Gli fu intagliata una scodella apposita di legno e gli fu fatto fare colazione pranzo e cena sulla porta. La mano gli tremava sempre di più, ed era più il cibo che andava in terra di quanto ne mangiasse.
Andando al lavoro, il babbo, un giorno, vide il figlio col coltellino che stava intagliando un legno, erano ancora quei tempi in cui un ragazzo poteva intagliarsi un giocattolo da solo, senza che venisse dato l’allarme e tutti, colti dal terrore che si facesse male glielo levassero. Starà facendosi un giocattolo, pensò il babbo, e se ne uscì.

Al suo ritorno la sera, il ragazzo stava ancora intagliando, ed il babbo gli chiede: “Cosa stai facendo, figliolo?” Una ciotola per quando sarete vecchio, padre.

 

 

Da quella sera il nonno sedette a tavola con tutti ed il figlio premurosamente lo imboccava e gli ripuliva il mento.

 Josè Saramago

 

 

Chi sonni i nonni??

I nonni rappresentano una relazione umana centrale nella nostra esistenza. Secondo lo studio di uno psicologo di Berlino, Wolfgang Krüger, le persone possono essere più felici se trascorrono tempo con i loro nonni. Sono elencati i setti motivi per cui i nostri nonni ci possono rendere più facile e piacevole la nostra esistenza.

I nonni trasmettono solidità hanno già trascorso una parte significativa della loro esistenza, e non si devono preoccupare dei problemi quotidiani come i genitori. Anche per questo sono più tranquilli e lucidi, possono ascoltare i loro nipoti senza pressioni di tempo o relative alla loro educazione.

I nonni danno sicurezza, la nonna ha tempo per cucinare, il nonno ripara sempre qualcosa e insieme seguono i loro rituali TV con calma. Entrare nel loro mondo senza fretta è un’esperienza oltremodo piacevole per noi, che ci rende felici. A casa dei nonni il tempo del pranzo o della cena sono sempre i medesimi, e il letto del nipote è sempre rifatto recentemente. Sono in grado di creare per i loro nipoti un luogo dove il tempo sembra fermarsi.

I nonni significano libertà, i genitori controllano ed educano i loro figli, i nonni no. Il loro comportamento verso i nipoti concede loro molta più libertà di quella che si ottiene abitualmente nelle mura domestiche.

I nonni supportano i loro nipoti, ci mandano importanti messaggi spesso inconsapevolmente, e i bambini imparano lezioni centrali  senza accorgersene. Non litigano davanti ai loro nipoti, a differenza di quanto può capitare con i genitori, e riescono a infondere grande fiducia in loro. Incoraggiano il talento dei loro nipoti, e gli danno più fiducia in se stessi e forza nelle loro scelte.

I nonni hanno sempre storie da raccontare, amano leggere ai loro nipoti, oppure raccontare le loro esperienze di vita. Chi di noi non ha un bel ricordo di un pomeriggio trascorso sul divano mentre il nonno o la nonna gli raccontava le vicende più importanti della loro vita? I nonni si prendono tempo per raccontare le loro storie, forniscono dettagli che stimolano la fantasia dei loro nipoti, che imparano a concentrasi in silenzio.




Con i nonni si impara con tutti i sensi, ogni conoscenza viene mantenuta in modo più efficace quando è stata appresa grazie all’attivazione di tutti i nostri sensi, come insegnano pedagoghi e neurologi. Proprio questo tipo di apprendimento è reso possibile dai nonni, che rappresentano un vero e proprio tesoro di sapori, odori e contatti.

Ci sono ceste con vecchi abiti, tesori impolverati in cantina, un giardino ricco di ortaggi  e vecchi album fotografici un pò ammuffiti. I nipoti possono giocare con il trenino con cui si divertiva il loro papà, mentre le bambine possono indossare per gioco i vestiti della sorella della nonna.

In questo modo si scoprono continuamente cose nuove e si acquisisce rispetto per il passato. I nonni sono modelli. I nonni sono le persone più anziane che conoscono i bambini, guardarli è come gettare lo sguardo su uno specchio che illustra il futuro. Il nonno e la nonna svolgono una funzione da modello, mostrando come si possano superare le malattie, oppure, nei casi più drammatici, combattere con successo contro la morte. In questo modo i nipoti possono apprendere l’importanza di riempire la propria vita con bei momenti.

A Voi la parola..

Buona giornata

 
 
 

(。-‿-。)

Post n°7554 pubblicato il 17 Maggio 2016 da nina.monamour

 

Nel mio silenzio ho chiuso porte che difficilmente aprirò nuovamente,

ma non per orgoglio..

ma per rispetto verso me stessa.

Io prima di tutto.. sempre!

 

 

Un caffé, una fetta di torta alle fragole?

 

 

Buona Giornata..

 
 
 

Nuoce alla salute..

Post n°7552 pubblicato il 16 Maggio 2016 da nina.monamour

 

tripalet-vintage-advertising

“Soffiale in volto e lei ti seguirà ovunque”
Certo, certo.

In effetti le pubblicità delle sigarette erano piuttosto strane, o meglio, ad oggi ci sembrano piuttosto strane, per non dire controproducenti.

A parte il fatto che (forse) se ne ignorava la pericolosità, ma si sceglievano particolari testimonial proprio al fine di dimostrare che, anzi, fumare tre o quattro sigarette al giorno fosse cosa buona e giusta.

“Molti scienziati ed educatori fumano le sigarette Kent”
“Molti medici fumano le Camel più di ogni altra sigaretta!”
“I dottori dicono le Lucky Strike sono le meno irritanti”
“La morbidezza di queste sigarette non mi provoca irritazioni alla gola” recitava un famoso testimonial-soprano (Camel)

Ancora, la Marlboro aveva come testimonial un fantastico bimbo che pregava sua madre di fumare una sigaretta prima che lo sgridasse, oppure semplicemente la invitava a gustarsene una.


marlboro20mummy

 

Ho trovato molte altre immagini, ma ho postato quelle che mi hanno colpita di più.


 

Sereno inizio di settimana..

 
 
 

I portatori di invidie..

Post n°7551 pubblicato il 15 Maggio 2016 da nina.monamour


"Per conoscere bene una persona bisognerebbe leggere il suo libro preferito."





Adoro le persone allegre, sorridenti e positive anche quando vivono momenti di grande difficoltà. Non riesco a convivere con i portatori di invidie e gelosie, esse oscurano la vista e rendono poco obiettivo chi ne è affetto.

Non sopporto i falsi elogi e le ipocrisie, meglio il silenzio.
E poi...poi non sono disposta a passare nemmeno un minuto con chi non crede nella possibilità che tutti possano migliorare.

Sono immune dall'invidia, libera di provare ammirazione e amicizia, che bellezza!
Non c'è niente di più triste di qualcuno che soffre per il successo altrui, che è schiavo della critica e del rancore, che trasuda invidia, che si dibatte nel dispetto, un infelice!


Buona Domenica

 
 
 

Relazione d'uscita..

Post n°7550 pubblicato il 14 Maggio 2016 da nina.monamour

 

 

Sembra proprio che il proverbio di "uomo cacciatore" venga smentito da una recente ricerca della "Coffee & Company" condotta su 3 mila persone. Di questo numeroso gruppo, composto da uomini e donne, solo il 9% degli uomini tradisce, o ha tradito la propria compagnia. Il 20% delle donne intervistate ha confessato di aver tradito almeno un volta il proprio compagno.

Quali saranno le ragioni? Cercherò di essere sintetica, ah, ah, ah..

PER VENDETTA

Le donne tradiscono per ripicca. Spesso non è quello che realmente vogliono, ma il desiderio di farla pagare all’uomo che le ha ferite le spinge tra le braccia di un altro. Insomma vogliono solo rendergli pan per focaccia per fargli capire quello che si prova. L’uomo non è sensibile come la donna, e si rende conto del male che può aver fatto alla sua compagna solo vivendo l’esperienza sulla propria pelle.

PER IL BRIVIDO

Avere un amante dà forti emozioni. La paura di essere colti in fragranza aumenterebbe il desiderio. Si ritiene che la donna in questo modo sfida se stessa, vuole vedere se riesce a stare con il piede in due scarpe e gestire la situazione. La donna tende a parlare col proprio partner se ha dei pensieri, se è stressata. I problemi iniziano quando lui la ignora, allora tradisce.

PER GONFIARE IL PROPRIO EGO

Questo punto si collega a precedente. Anche in questo caso, tutto deriva da mancanza di attenzioni da parte del proprio compagno. Se un amante corteggia la donna, cerca in tutti i modi di farla sentire sexy. Questo perché deve ancora conquistarla; e una donna si sente data per scontata, diventa più vulnerabile, e molto facilmente può rifugiarsi nelle braccia di qualcun altro.

PER LE FARFALLE NELLO STOMACO

La magia che c’è all’inizio di ogni rapporto, l’idea di scegliersi. Questa chimica sparisce mano a mano con il passare del tempo e molte donne voglio rivivere quella sensazione che è impossibile ricreare con il partner, che secondo questi esperti è traducibile nella formula “30 secondi di baci, 20 secondi di abbracci”.

PER ESSERE COLTE IN FLAGRANTE

Quando una donna vuole lasciare il suo uomo, ma ha dei figli, ricorre al tradimento per farsi scoprire. Nessuno perdonerà facilmente un tradimento, questo tipo di tradimento si chiama "relazione d’uscita".

NOIA

Quanto una coppia sta insieme ormai da anni, la loro vita sessuale può essere insoddisfacente o peggio, noiosa. Questo è stato riscontrato anche dal sondaggio ove l’80% delle donne intervistate ha confessato che la propria vita sessuale è prevedibile. Non sono solo gli uomini, anche le donne vogliono avere sesso di frequente, o sperimentare cose diverse. Insomma, forse avrete trovato anche il vostro principe azzurro, ma, magari un principe cobalto può attrarre di più.

SI SENTONO SOLE

La solitudine è spesso la causa di un tradimento, soprattutto auando un uomo e una donna non hanno più molto in comune. In questo contesto, la donna potrebbe trovare affinità in un altro uomo, un confidente. Il problema è che poi, da confidente ad amante il passo è breve. Qualcuno sostiene infatti che il tradimento allevia la solitudine.

VOGLIONO RIVIVERE IL PASSATO

Avere una storia con un ex spesso non significa esserne ancora innamorate. Piuttosto, può far rivivere un periodo della vita che non c’è più, la propria giovinezza, l’essere spensierata e più attraente.

PER UN’ESPERIENZA VICINA ALLA MORTE

Se una donna ha rischiato di morire, o peggio è malata, viene messa davanti alla realtà, le fa mettere in discussione la propria vita e la rende conscia della propria mortalità; spesso chi ha subito un trauma tanto grave, tende a tradire. Inoltre se il proprio compagno è poco presente, il passo è davvero breve. La donna, capisce che il suo tempo non è infinito, dunque cerca di vivere ogni momento al meglio, anche se non è con il suo compagno.

PER ATTENZIONI O PER AVVENTURA

Una donna vuole che il suo valore sia riconosciuto dal proprio uomo, se così non è, la donna cercherà questo riconoscimento in un altro uomo. Oppure annoiata dalla relazione, va in cerca del cattivo ragazzo.

La ricerca in ultima analisi sostiene che, sebbene per i maschietti non vi sia scampo, sostiene che il tradimento, qualsiasi sia il motivo, se una donna ha un marito premuroso ed attento, il tradimento può essere evitato.
Lo studio pare essere confermato da un’altra ricerca riportata su AskMen.com. Anche in questo caso gli uomini che hanno confessato un tradimento sono solo il 3% contro il 5% delle donne.
Anche se Eva trascinò Adamo nel peccato, sono sempre gli uomini i più bugiardi, anche di fronte a un questionario.

 

 

 
 
 

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