Dietro l'angolo

Occhi aperti sulla vita quotidiana

 

POESIA

 

SOSTA

Nel tuo vagare
vieni a me
come colui
che sosta
per bere alla mia acqua
come colui
che fugge
disseccata la mia fonte.
Non più mi troverai
nella sosta consueta
a ciglio asciutto
mi allontanerò
non più mi troverai
di me
non berrai neanche
una lacrima.

 

POESIA

LA PAROLA DEL SILENZIO

Ascolta...
Lo senti il silenzio?

E' un brusio compresso di voci
un bisbiglio sommesso che cresce

inquieto ricerca la via

a lungo represso irrompe

sradica gli argini

si fa parola possente

grido

boato
esplosione nella notte quieta

Lo senti ora il mio silenzio?
E' per te.

 

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La tua voce
corre
sulle altre
confondendole
in un suono
che non potrò
mai più
ascoltare
intento
a difendermi
da te
che dici
di amarmi.

Piero Ciampi

 

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www.fammiscegliere.com

 

AREA PERSONALE

 

NATALE   di G. Ungaretti

     

Non ho voglia               
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare

Napoli,  26 dicembre 1916

 

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POESIE

OMBRA

Da sempre
la mia ombra.
Rifletti di me
la parte oscura
e mi accompagni
senza far rumore.
Nel mio volto
il tuo volto
come uno specchio antico
appeso al muro.
Sei l`ombra del mio passato
sempre presente
/da sempre/
la mia ombra

VANESSA VALLASCAS

 
Citazioni nei Blog Amici: 39
 

 

FESTA DELLA MAMMA

Post n°243 pubblicato il 13 Maggio 2012 da Tesi89
 

Non ho mai amato le feste imposte, soprattutto quelle pubblicizzate a getto continuo da tv e giornali per incrementare la vendita di cioccolatini, fiori e gioielli ad ogni occasione, eppure ogni anno, in questo periodo, lo stesso dilemma mi coglie: il mese di maggio che mese sarebbe senza la festa della mamma?!?...
All'istante mi tornano in mente i preparativi lunghi, febbrili e misteriosi a cui  vedevo affaccendato mio figlio bambino in previsione del "grande giorno": teneri biglietti fantasiosi e variamente decorati spuntavano dalle tasche dello zaino già diversi giorni prima, puntualmente ignorati da me per non rovinare l'effetto sorpresa... insieme a piccoli oggetti frutto di ore di impegno e lavoro scolastico: improbabili posacenere, portaritratti, candelabri o simili che invece ai miei occhi assumevano l'aspetto di vere meraviglie artistiche e come tale andavano trattate...li conservo ancora tutti quanti in una grossa scatola in cantina...e guai a chi me li tocca!
Perchè poi sono i ricordi a fregarti, come sempre: il pensiero del sorriso di eccitazione  e felicità di tuo figlio al momento della "sorpresa", gli occhi spalancati in attesa di un tuo cenno di stupore e approvazione, in attesa di un abbraccio di ricompensa...lo stesso sorriso e gli stessi occhi che con gli anni hanno sostituito i bigliettini, le poesie e le opere d'arte con rose rosse e scatole di cioccolatini, più banali, forse, più consumistiche e meno personali, certo, ma in fin dei conti che importa quando anche a vent'anni ci sono ancora quegli occhi e quel sorriso?...Ti puoi permettere un sospiro di sollievo e gratitudine: anche se le discussioni sono quasi all'ordine del giorno e le ansie costantemente in agguato, le soddisfazioni continuano ad avere  la meglio.
Perchè poi sono  i ricordi a fregarti, come sempre...o forse a salvarti?
Buona festa della mamma a tutte!



 
 
 

PASQUA

Post n°242 pubblicato il 07 Aprile 2012 da Tesi89
 

                              

Cerca di non preoccuparti, cerca di non pensare ai
Problemi che ti turbano, non sai che
Va tutto bene, si` tutto e` bello
E noi vogliamo che tu riposi bene stanotte
Lascia che il mondo giri senza di te stanotte
Se ci proviamo possiamo fare in modo che ti dimentichi di noi
stanotte...


Spero che questa Pasqua di rinascita e di rinnovamento porti a tutti voi, miei cari e vecchi amici di blog, laici o credenti che siate, la quiete e la serenità di cui  ognuno di noi ha  bisogno, in tempi di animo e mente  sempre più confusi e agitati.
I miei auguri più affettuosi a chiunque passi di qui, nessuno escluso.

 

 

 

 

 

 
 
 

CASALINGA DISPERATA?...

Post n°241 pubblicato il 01 Aprile 2012 da Tesi89
 


Ore 10 di una solitaria mattina qualunque in casa Tesi: squilla il telefono e una voce femminile, una delle solite che "allietano" le giornate di chi lavora in casa,  mi chiede se sono io la signora tal dei tali e se può farmi qualche domanda sulla mia "condizione" di casalinga...CONDIZIONE?!? Sarò prevenuta, ma mi sembra di percepire un leggero tono compassionevole nella sua voce, quasi fossi precipitata in un baratro senza fondo o con un piede nelle fossa e l'ansia istantaneamente mi assale....si comincia bene! Lotto con la voglia di sbattere giù il telefono (non si può, che diamine, anche lei sta lavorando in fin dei conti) e le chiedo che vuole sapere  di questo mondo ormai  sconosciuto ai più. Ebbene, pare le interesserebbero i miei disagi (!), i miei rimpianti (?), le mie rivendicazioni(?!) e, perchè no?, magari anche qualche piccola frustrazione ...in questi sondaggi, si sa,  tutto fa brodo....ma sarò abbastanza disperata per lei ???...
Sto decidendo di offendermi e farglielo capire senza tanti complimenti, quando all'improvviso qualcosa mi riporta indietro nel tempo e in un attimo mi rivedo al liceo. La mia classe doveva svolgere una ricerca, all'interno di uno dei tanti gruppi di studio che erano di moda allora, sulla CONDIZIONE DELLA CASALINGA alla fine degli anni '70...insieme a un disponibile  amico dell'epoca, armati lui di registratore Philips, nero, ingombrante e  a tracolla (ma quanti anni sono passati?...) ed io di penna e taccuino con una decina di domande campione, fermavamo le signore per strada e chiedevamo loro se volessero collaborare ad una ricerca scolastica. Ricordo che le signore in questione rispondevano sempre molto volentieri, disponibili a parlare delle loro necessità e dei loro desideri, soprattutto le più anziane, contente di avere finalmente un'opportunità, per quanto modestissima,di esprimere la loro opinione. Noi registravamo fedelmente con scrupolo giornalistico e con l'entusiasmo dei diciott'anni e proseguivamo il giro: continuammo per diverso tempo e...udite, udite! gli unici a fare  qualche difficoltà nel rispondere erano proprio i mariti, quando c'erano, che tendevano a liquidarci velocemente...
Altri tempi, naturalmente, altre scelte, altre donne, altri uomini, forse, ma per la frazione di un secondo un pensiero molesto mi attraversa con la velocità della luce : ma siamo sicuri che per le poche casalinghe superstiti di oggi, tali per scelta o per obbligo familiare, sia cambiato davvero così tanto? Quando mi chiedono la mia professione alla risposta i più  mi guardano stupiti come fossi una mosca bianca,  poi esclamano invariabilmente:" Ah, sta in casa...allora non lavora!"...Ecco, in quei momento davvero mi viene da pensare che gli anni non siano mai passati, o trascorsi invano e mi sento pericolosamente vicina alla cosiddetta età della pietra!
Comunque alle 10 di mattina, con la casa che è un disastro e l'intervistatrice scettica al telefono non ho tempo per l'analisi sociologica del fenomeno, anzi, ripensando alle mie domande di tanti anni prima  mi dico di avere pazienza: è proprio vero che chi la fa l'aspetti, così cerco di rispondere il più educatamente possibile secondo l'esempio delle mie signore di allora e poi riattacco il telefono, un po' amareggiata.
Spero soltanto  che in un futuro prossimo, finalmente,  non  sia più necessario che la mia "condizione"diventi oggetto di indagini  da parte di nessuno...                      

 

 
 
 

PRIMAVERA

Post n°240 pubblicato il 21 Marzo 2012 da Tesi89
 

 

 

                              

"Potranno recidere tutti i fiori ma non potranno fermare la primavera." (Pablo Neruda)

E così siamo di nuovo all'inizio di un'altra primavera. Risveglio, rinnovamento generale, la natura in festa: mi ha sempre colpita la tenacia con cui certi alberi spogli, che in inverno sembravano finiti, morti, all'improvviso rinascono ogni volta in tutto il loro splendore di foglie e fiori. La volontà di rimanere attaccati alla vita, nonostante tutto. Una specie di miracolo, un dono che non solo la natura ha ricevuto.
Mi piace passeggiare, da sola mi aiuta a riflettere: per strada o nei giardini, l'arrivo della primavera si pecepisce ovunque. L'aria più tiepida, il sole più caldo, mi viene quasi voglia di rinnovarmi: un taglio nuovo di capelli, un abito più colorato, un sorriso solare, chissà... viene voglia di osare.
Cammino fra la gente insieme ai miei pensieri. Dopo alcuni giorni d'influenza e febbre alta mi sento ancora debole, ma non voglio rinunciare alla tradizionale passeggiata primaverile, mi sembra beneaugurale. Prendo un autobus per non stancarmi troppo e scendo in centro: da lì proseguo a piedi, il Lungarno sotto il sole tiepido... Firenze è una festa per gli occhi, ma non posso fare a meno di sentire una punta di malessere guardando le persone che a coppie o a gruppi affollano il Ponte Vecchio, dirigendosi verso Piazza Pitti e il giardino di Boboli. Non è un giorno festivo e io sono da sola, ma non sempre si ha voglia di riflettere: a volte è soltanto dannoso e vorrei passeggiare in compagnia, chiacchierare, scherzare e non pensare a niente. Tirare fuori la parte migliore di  me, che so esistere ancora. Invece continuo a camminare sempre più in fretta, quasi fossi in ritardo a un appuntamento o  volessi eliminare  attraverso la pelle, con la fatica e il sudore, ogni pensiero molesto.
Entro a Boboli attraverso il Cortile dell'Ammannati e da lì non ho che l'imbarazzo della scelta: scalinate, l'anfiteatro, statue, fontane e fontanelle, tempietti, l'obelisco, il laghetto contornato da panche di pietra. Mi siedo per riposarmi un momento, ne ho bisogno e mi guardo intorno leggermente stordita,  respirando l'aria nuova: la natura è davvero in rigoglio, alla fine anche quest'anno la primavera è riuscita ad arrivare. Vorrei essere un albero. Vorrei essere almeno un fiore.


 

 

 

 

 
 
 

IL POETA E LA BAMBINA

Post n°239 pubblicato il 12 Marzo 2012 da Tesi89
 


IL POETA  E LA BAMBINA (racconto)

"C'era una volta un Poeta." La Bambina, distesa sul letto immobile nella stanza semibuia, l'aria assente, parve riscuotersi e aprì un occhio, incuriosita suo malgrado...
"C'era una volta un Poeta che aveva perduto l'ispirazione." La Bambina questa volta aprì entrambi gli occhi e si sollevò sui gomiti, in direzione della Voce...
"C'era una volta un vecchio Poeta che aveva perduto l'ispirazione e da tanto tempo aspettava la sua Musa." La Bambina accennò a fior di labbra un vago sorriso e si mise seduta, disposta ad ascoltare.
Era un fatto più unico che raro quello che stava accadendo nella camera al primo piano della grande casa bianca, battuta da un  sole accecante che nemmeno gli alberi secolari del parco riuscivano a mitigare. Solo la frescura delle vecchie mura riusciva a dare un minimo di sollievo alla calura di quell'estate torrida.
Da quando era sopravvissuta all'incidente che mesi prima aveva tolto la vita al fratello maggiore, la Bambina non era stata più capace di alzarsi dal letto, mangiare, parlare...sembrava che insieme a quella del fratello se ne fosse andata anche la sua, di vita, lasciandola una specie di bambola inanimata. I genitori avevano provato di tutto, il denaro non mancava. Avevano consultato medici specializzati e non, luminari e ciarlatani, sedicenti maghi e religiosi, guaritori e perfino saltimbanchi per cercare di rallegrarla e ridestare il suo interesse alla vita...ma non c'era stato niente da fare: nulla  sembrava poter lenire il dolore della sua anima.
Finché un medico più perspicace degli altri aveva consigliato loro un'insolita terapia per non lasciarla andare: tenere desta la sua attenzione raccontandole continuamente storie, tante storie di ogni genere. Non importava se lei apparentemente non avesse dimostrato interesse, per nessun motivo avrebbero mai dovuto smettere di raccontare, perché le storie restavano l'unico e l'ultimo filo sottile che ancora la teneva legata a  questo mondo.
Così i genitori, per non lasciare niente d'intentato, avevano dato disposizione che giorno e notte si alternassero nella camera della Bambina i narratori e i cantastorie più abili, le menti più fantasiose, gli affabulatori più potenti, le voci più suadenti del paese...ma senza risultati, purtroppo. Lei rimaneva stesa sul letto, apatica e tenacemente indifferente alla vita. Fino a quel momento.
"C'era una volta un vecchio Poeta che aveva perduto l'ispirazione e da tanto tempo aspettava la sua Musa perchè non riusciva a finire la sua storia. Era un bravo poeta e con lei aveva sempre creato opere bellissime, per questo non si dava pace  per averla lasciata andare e sperava che il Destino prima o poi l'avrebbe messa di nuovo sulla sua strada ..." la Voce, con calma, continuava lentamente a tessere la sua trama... la Bambina, affascinata, quasi senza accorgersene parlò.
"Perché?" la domanda risuonò forte e chiara nella stanza semibuia.
"Perché l'aveva lasciata andare? Non si sa...forse credeva di non avere più bisogno di lei, o magari  era convinto di avere trovato una fonte d'ispirazione migliore, chissà...tu che cosa pensi?" la Voce sembrava interessata.
"Io credo che il Poeta avesse paura " sentenziò decisa la Bambina.
"E' una teoria interessante! E paura di che?" la Voce aspettava.
"Di non riuscire a poter scrivere da solo, di dipendere da lei. Perciò l'ha allontanata, ma poi s'è pentito di averla perduta e da allora continua ancora ad aspettarla."
"Dunque è così..."mormorò fra sé e sé la Voce.
"Continua..." disse la Bambina, sistemandosi meglio sui cuscini.
"Quando il Poeta si accorse che senza la sua Musa non riusciva più a trovare nessuna ispirazione si decise a ricercarla, ma lei era irraggiungibile, sembrava scomparsa! La cercò ovunque per anni e anni, chiese di lei a chiunque incontrasse, viaggiò per monti e per valli e giunse fino al mare che lei amava tanto, affittò una barca e lo solcò in lungo e in largo convinto che l'avrebbe ritrovata nascosta in qualche isoletta sconosciuta, ispirando ai pescatori storie di fantastiche avventure marine...ma nemmeno lì ottenne il risultato sperato e alla fine si accorse di essere invecchiato e non gli restò altro che tornare a casa, da solo." la Voce sembrava rattristata.
"Perché era arrabbiata!"esclamò la Bambina con sicurezza "Era così arrabbiata che non voleva più farsi trovare...Il Poeta  l'aveva rifiutata, ora doveva arrangiarsi da solo!"
"Giusto, hai ragione..." annuì la Voce. La storia continuava a dipanarsi lentamente, le parole di entrambi s'intersecavano le une con le altre come le maglie di una tela che usciva dal telaio perfettamente tessuta." ...ci provò tante e tante volte, ma da solo non ci riusciva, l'ispirazione era morta, carta e penna ormai inutili...eppure sapeva di essere bravo! Però mancava lei...e dopo averla cercata invano non poteva far altro che aspettare. Vedi, lui aveva una sua teoria: se il Destino aveva voluto che lei fosse la sua Musa era inevitabile che un giorno, anche lontano, l'avrebbe ritrovata! Perciò si rassegnò ad aspettare e nel frattempo leggeva. Un'infinità di libri, romanzi, storie e racconti  nella speranza di riconoscerla e riportarla a sé. Insomma cercava di dare una mano al Destino...pensava che  se vuoi qualcosa fortemente, prima o poi arriverà."
"E la Musa tornò?... " chiese la Bambina, col tono di chi conosceva già la risposta.
"No "ora la Voce era davvero triste" purtroppo non tornò. Non ancora. Anche se il vecchio Poeta non ha mai smesso di aspettare."
La Bambina allora si alzò lentamente dal letto, aprì la tenda della finestra e si avvicinò alla Voce: la luce del sole inondò la stanza. Lei guardò a lungo negli occhi il vecchio e  sorrise:
"Ha viaggiato dovunque, l'ha cercata in ogni luogo, perfino nei libri... l'ha aspettata per tanto tempo...solo una cosa non ha fatto: cercarla dentro di sé. Chiamala dentro di te con parole sincere e la riconoscerai, Poeta...usa la voce del tuo cuore e vedrai che la tua Musa ti ascolterà."
Anche il vecchio Poeta sorrise, sfiorandole appena i capelli con la mano rugosa.
Si alzò in piedi, leggermente curvo." Cercalo dentro di te," ripetè" usa la voce del tuo cuore e vedrai che anche tuo fratello rimarrà sempre con te.  "
Aprì la porta e uscì fuori dalla camera nel sole, seguito dalla bambina, fra gli sguardi di gioia e stupore dei familiari in attesa.
"C'era una volta un vecchio Poeta che, dopo tanto tempo, finalmente aveva ritrovato la sua Musa e aveva concluso la sua storia."


 


 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: Tesi89
Data di creazione: 31/12/2007
 

POESIE

LA MEMORIA IN LONTANANZA

Quello che senti è il silenzio dei morti
la memoria non inganna taci
sei tu che resti
il tempo dilaga e ci abbatte
quadri libri le tue vesti
quello che resta è il dolore dei vivi
il mio il tuo
devi scavare i giorni e non batte
a nessuna porta il triste scandire di lancette/
La memoria non inganna vedi
non è più di chi è già andato
né fiori né frutti
si rigenerano perpetui all'apparenza
è tutto un inganno a cui crediamo
senza appesantirci dentro
stagioni e uomini desideri e attimi
Scorre leggera adesso questa penna
scartando e levigando i solchi di parole
i muti pensieri
gli amori già passati
un giorno nuovo divenuto ieri
In lontananza i giorni stanno svegli

GIULIO MAFFII

(da "Equinozio di girasoli")

 

SUPERBA è LA NOTTE

La cosa più superba è la notte /                                                                                       quando cadono gli ultimi spaventi /                                                                                           e l'anima si getta nell'avventura. /                                                                                        Lui tace nel tuo grembo /                                                                                                   come riassorbito dal sangue   /                                                                                             che finalmente si colora di Dio   /                                                                                             e tu preghi che taccia per sempre  /                                                                                       per non sentirlo come un rigoglio fisso  /                                                                                 fin dentro le pareti./

             Alda Merini

 

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Attenzione :  ricordiamoci tutte che per sconfiggere il tumore al seno la prevenzione è l'arma più importante che abbiamo! Può salvarci la vita...
 
Sento d'amarti e non t'amo                                                                                    quando  mi parli del tuo mondo                                                                                        e io non ci sono

Sento di volerti e non ti voglio                                                                                  quando il  tuo tempo scorre lontano                                                                                 e sempre non ci sono

Sento di odiarti e non ti odio                                                                                   quando ti affanni ad amarmi                                                                                            e non m'ami

Ma sempre                                                                                                                   che t'ami o non t'ami                                                                                           continuo a pensarti.

                          

                   

 

 
 
 

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