Post n°61 pubblicato il 16 Dicembre 2011 da akhenaton49
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Post n°60 pubblicato il 10 Giugno 2011 da akhenaton49
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Gli americani, da bambinoni quali sono, parlano di "tempesta perfetta", "nevicata perfetta", per esaltare fatti meteorologici di cui solo loro sembrano avere il copyright: un modo come un altro per reagire, nei confronti della vecchia Europa, alla propria oggettiva mancanza di memoria storica. Come dire: "Voi avete avuto il Rinascimento, ma tornadi e uragani come da noi ve li sognate!". Chi si contenta, gode. La mia presa di coscienza, invece, della modernità della Mandragola, è avvenuta all'inizio degli anni '80, quando ho visto la messa in scena di Mario Missiroli per il Teatro Stabile di Torino, a cui si riferisce questa foto. Una realizzazione con scenografie ultramoderne, colonne e capitelli stilizzati e cadenti, abiti di scena di primo '900. Eppure il testo non perdeva una virgola del suo significato e del suo fascino senza tempo. |
La fiamma era divampata e quel calore l'aveva avvolta, stordita. Aveva cercato inizialmente di porre una certa resistenza, poi si era abbandonata, arresa a quella calda e violenta tempesta che l'aveva scossa, sbattuta, penetrando in ogni sua fibra, modificando il suo stato, la sua consistenza. Poi, improvvisamente, come spesso accade, quella fiamma ardente si era spenta, tutto si era calmato in un momento. Restava quel calore che, con il tempo, andava piano piano diminuendo la sua intensità. La turbolenza era cessata e lasciava il posto ad un calmo e rassicurante tepore che rendeva tutto più tranquillo e naturale e nel quale decise di farsi cullare passivamente. Finalmente ora si sentiva pronta ad essere ... scolata!
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Più di mille chilometri di strada, l'unica, consentivano di percorrere da nord a sud il Madagascar. Un'asfaltatura di vecchia data, sconnessa, piena di buche non permetteva di coprire più di venti-trenta chilometri in un'ora. Ci vollero cinque giorni di fuoristrada per arrivare da Antananarivo, la capitale, a Tulear, al sud. Sulle spiagge, la bassa marea lasciava centinaia di metri di sabbia scoperta, costringendoci a lunghe camminate prima di poter arrivare a fare una nuotata in un metro d'acqua.
I baobab, alberi strani, quasi colonne metalliche, che sembrano avere le radici in alto, anzichè verso terra. Vedere le immagini del dramma di Haiti mi ha fatto ritornare in mente, con le dovute differenze, queste foto, queste immagini di povertà: uomini, donne, bambini che avevano abbandonato i loro villaggi nell'interno, con la speranza di poter trovare qualche risorsa in più, allestendo un villaggio improvvisato lungo l'unica via di comunicazione del paese. Non ho idea di quanto possa essere cambiato in questi ultimi venti anni. Non credo molto. Già allora c'erà il grande problema della deforestazione. Secondo una pratica antichissima, i contadini bruciavano ampie zone di foresta pluviale per ottenere nuove terre coltivabili e probabilmente tutto questo continua ancora. Il turismo, che venti anni fa muoveva i primi passi e che era concentrato soltanto nelle isole al nord dell'isola principale, come Nosy-Be, sicuramente si sarà ulteriormente affermato in altre zone, ma come spesso accade in questi paesi, a tutto vantaggio di società multinazionali, con ritorni assai limitati sulla popolazione locale. Eppure il Madagascar è una terra affascinante. Viene definita come un micro-continente. Geologicamente è una scheggia staccata dal continente africano e la protezione del mare l'ha preservata, per millenni, da tutte le contaminazioni, soprattutto umane, che hanno interessato il continente africano. Non è un caso che proprio qui siano sopravvissuti i lemuri che un tempo erano presenti in tutto il continente africano. In questa isola, di dimensioni, tutto sommato, abbastanza modeste, si trovano contemporaneamente stupende spiagge, zone di foresta pluviale, regioni desertiche, altre paludose, zone di altipiani, con quella varietà di panorami tipica, appunto, di un continente. |
Post n°56 pubblicato il 14 Gennaio 2010 da akhenaton49
« L'Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro. L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro? E’ questo il primo grande interrogativo del 2010. Brunetta l’ha detto chiaro: la definizione è obsoleta e priva di significato. Deve essere aggiornata. Se non si modifica la prima parte della Costituzione, che rappresenta la premessa fondamentale del nostro ordinamento e del nostri vivere civile, non sarà neppure possibile attuare le riforme urgenti che tutto il popolo a gran voce reclama e, prima fra tutte, la riforma della giustizia e, in particolare, il processo breve, quel processo così breve, ma talmente breve che in certi casi, non casuali, proprio non si farà: così resteremo per sempre con questo atroce e irrisolto interrogativo: se l’avvocato inglese ha percepito 600.000 dollari (che ripeto in lettere, come sugli assegni: seicentomila) per “prestazioni professionali” e tenuto conto che le tariffe “escort”(ma anche trans), a quanto si apprende dalle cronache dei mesi scorsi, si aggirano attorno ai 2.000 (duemila) euro per una notte, riusciamo ad immaginare, anche lontanamente, quale tipo di prestazione fosse riuscito a fornire l’avvocato per una cifra del genere? Ak
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Post n°55 pubblicato il 20 Novembre 2009 da akhenaton49
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Post n°54 pubblicato il 13 Novembre 2009 da akhenaton49
Questo è il resoconto fedele di uno strano incontro che mi è capitato di fare in questi giorni in una delle mie solitarie passeggiate senza meta: X: Non vi avvicinate signore, se lo fate lo fate a vostro rischio e pericolo …. Sto …m..tand ….(il rumore del traffico coprì parzialmente quelle parole)
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Post n°53 pubblicato il 27 Settembre 2009 da akhenaton49
Per rassicurare i pochi interessati sulla permanenza in vita del sottoscritto, scrivo per il momento queste poche righe, almeno per comunicare che non è conclusa la mia frequentazione di questo beato mondo fatto di: ESCORT: ricordavo un vecchio modello FORD con questo nome e nella mia candida ingenuità avevo inizialmente pensato al "premier" come bizzarro collezionista di auto d'epoca ... RESPINGIMENTI IN MARE: sempre improntati però ad un grande ottimismo, come sempre ci viene raccomandato, con lo slogan "doppia crociera al prezzo di una!" SCUDI FISCALI: con annesse depenalizzazioni varie, così che mi viene il sospetto che se uno investe un pedone sulle strisce in stato di ubriachezza e sotto l'effetto di droghe, potrebbe essere immediatamente prosciolto se può dimostrare che il fatto è accaduto mentre stava portando i propri soldi in Svizzera! Si, insomma, sono ancora qui in questo pazzo, pazzo, pazzo mondo e me lo godo tutto! Un saluto a tutti. Ak.
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Post n°52 pubblicato il 20 Maggio 2009 da akhenaton49
Avevo meditato a lungo sull'opportunità di fare quel viaggio. Da un lato il desiderio di vedere quel paese che sapevo stupendo, dall'altro la consapevolezza che l'afflusso turistico e i conseguenti benefici economici avrebbero contribuito soltanto ad arricchire la casta militare al potere e ad aumentarne la forza. Dopo anni di chiusura completa al turismo, la Birmania aveva gradualmente consentito i viaggi turistici organizzati, prima limitati a sette giorni, poi due settimane. Ovviamente i percorsi consentiti erano ben definiti e potevano essere effettuati soltanto con guide governative autorizzate. Aung San Suu Kyi, la vincitrice delle elezioni democratiche del 1990 invalidate dai militari al potere, si trovava anche allora agli arresti domiciliari. Non mi piace fare cronache dettagliate di viaggio: non lo considero rilevante e non ne sarei capace, anche perchè viaggiando non prendo mai nota di niente. In ogni viaggio però ci sono quelle due o tre cose che ti si fissano nella mente e sono poi quelle che ti danno la misura del tuo apprezzamento del viaggio stesso. Metterei al primo posto l'indole molto mite di quella popolazione, e in particolare dei monaci che ne sono l'espressione più alta e consapevole. Una mitezza capace anche di grandi prove di forza e di sacrificio, come abbiamo visto tante volte nelle cronache. Un'altra cosa che resta fissata nella memoria è la vita sull'acqua che si può apprezzare particolarmente al nord, sul Lago Inle. Gli orti galleggianti, terra riportata e coltivata su piante acquatiche lacustri, sono un esempio affascinante dell'ingegno e dell'adattabilità dell'uomo. Le bellezze architettoniche, le ampie vallate piene di templi, molti dei quali dorati, sono un'altro elemento che resta indelebile nel ricordo. E così la Birmania (preferisco chiamarla con il vecchio nome) resterà ancora per decenni in balìa di un regime oppressivo e liberticida che sta approfittando anche del gesto di un esaltato e irresponsabile per tenere ancora fuori dai giochi politici Aung San Suu Kyi in vista delle elezioni del prossimo anno. E il mondo sta ancora a guardare. |
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