Creato da thefairyround il 30/12/2005

The Fairy Round

Il diario di una rapsodica psico-musicista

 

 

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Metti un giorno a spasso col pianoforte in piazza della Scala...

Post n°64 pubblicato il 27 Marzo 2006 da thefairyround
Foto di thefairyround

So che sembra un'immagine allucinante... Ma mi è successo qualcosa di simile...

Prologo
In conservatorio devo (dovrei) dare l'esame di organo complementare. Non so suonare nessuno strumento a tastiera (se non "Siam tre epiccoli porcellin" con un dito solo, e cose simili, visto che quanto meno so dove sono le note sulla tastiera stessa).
Come fare per esercitarmi a casa?
L'unico esempio che mi viene in mente è Beth di Piccole Donne: anche lei aveva problemi ad esercitarsi al pianforte. Ma io non potrei comunque sperare che il vicino mi fraccia usare il suo o me ne ragali uno (che comunque non saprei dovbe mettere). I colleghi di pianerottolo sono degli avvocati, e quello che sta nella casa di fronte è un ragazzone biondo, con lunghe chiome fluttuanti, patito di videgiochi. Nessuna speranza. E poi mi sono sempre sentita più Joe che Beth.... Non so come mai.

Persone sagge mi suggeriscono di prendere una tastiera con i testi "pesati", in pratica un pianoforte digitale. Ha il suono di un pianoforte, i tasti hanno lo stesso peso di quelli di un pianoforte, ma il tutto è più maneggevole (ed economico!!!!) di un pianoforte vero.

Atto primo
Inizio ad informarmi. Individuo il modello che fa per me (==> quello che costa meno)... fiduciosa sabato mattina mi reco in un negozio di strumenti musicali in centro. Riprovo lo strumento, decido di prenderlo.
A questo punto il commesso un signore - ex contrabbassista... non so perché ma ovunque capita tutti finiscono per raccontarmi la loro vita... - piccolino, strano ma gentile appare perplesso. Mi guarda attentamente. Resta in silenzio per qualche minuto e poi mi dice. "Scusa.... ma tu sei sola?".
Per un attimo sospetto che intenda "nella vita".
Non perché credo di avere scritto "Vecchia zitella" in fronte, ma perché me lo dice con tono di voce partecipe, empatco, con occhi partecipi, empatici, con la fronte partecipe, empatica...
Lo guardo con aria fiera della mia indipendenza e dico: "Sì! Sono venuta qui da sola, ce la la faccio a comprare una tastiera!".
E lui - sempre più empatico e partecipe - "Certo! E' il portarla via che mi lascia perplesso!".
Lo guardo. "Perché? E' pesante?!".
Sorride.
Sorrido.
Ridacchia.
Ridacchio.
"Non è che sia proprio pesante, ma la confezione è.... un po' ingombrante. Vieni te la faccio vedere".
Me la fa vedere, e mi prega di posizionarmi in piedi accanto ad essa.
E' più alta e più larga di me. Capisco lo sguardo empatico e partecipe di qualche minuto prima.

In questi casi cosa si fa?! Si chiama il babbo.
Il quale era alle prese con l'organizzazione di una mega cena prevista per la sera stessa (a cui ero invitata anche io, tra l'altro).
Mi garantisce supporto per il primo pomeriggio.
Ringrazio l'ex contrabbassista, lo rassicuro dei rinforzi prossimi futuri e torno a casa.

Atto secondo
Nel primo pomerigigo prendiamo la macchina e cerchiamo di avvicinarci quanto più possibile al centro.
Il babbo si ferma in una via dietro Piazza della Scala, dove non dà fastidio.
Tanto - questo era il mio ragionamento - è ingombrante ma non pesante. Quindi per qualche metro posso trasportarla fino alla macchina.
Ritorno al reparto.
Questa volta c'è una ragazza (che si ricorda di me... immagino stiano ancora ridendo alla mia idea di portarmi quella cosa a casa in tram).
Mi chiede:"La macchina?!".
Le spiego dove ho lascaito macchina e babbo.
Mi guarda.
"Oddio ci risiamo!". Penso io.
Le dico: "Ma mi ha detto il suo collega che è ingombrante ma non pesante, quindi fino a dietro Piazza della Scala ce la faccio a portarla".

Ride.

Comincio ad innervosirmi.
Si muove a compassione.
"Senti ti presto il carrello da magazziniere. Ti guarderanno tutti ma se non non la porti neanche fuori dal negozio. Fidati. pesa 19 kg!".
DICIANNOVE CHILI?!!!!!
Ma non è leggera una cosa che pesa 19 chili!

Nel frattempo arriva un baldo giovane musicista che vuole acquistare la stessa tastiera. La commessa (sveglia!) cerca di fare allusioni perché il baldo giovane accompagni me, il carrello e la tastiera fino alla macchina. Io faccio gli occhi dolci e cerco di apparire piccola e indifesa.
Ma quello.... Manco per l'anima. Fa orecchie da mercante....

Mi arrendo all'inevitabile. Prendo il carello e lo guido tra scaffali e corridoi.
Non è mica facile!  A parte le fiumane di gente....Quello andava più dove voleva lui che dove volevo io.
Riesco a uscire dal negozio.
Inizio a girare per il centro con questo carrello con sopra uno scatolone più grande di me che pesa un accidente. Vestita con un cappottino tutto bellino azzurro con polsini e colletti di velluto blue. (proprio da Beth di Piccole Donne).
Provate ad immagianre la scena.
A ripensarci mi viene da ridere... Ma vi assicuro che al momento non ridevo.
Dopo i primi 4 minuti e mezzo ho inziato ad avere un caldo dell'accidenti, male alle braccia, e un odio sviscerato per tutta la gente che transitava.
Cavoli... Mi vedevano, vedevano che ero in difficoltà.... E non si spostavano neanche!
Anzi un vecchietto mentre non risucivo a far salire il carrellino sul marciapiede (rischiando di essere stesa dalle macchine), tutto innervosito mi fa:"Ma signorina! Le sembra il caso di anadre in giro con quel pacco che dà anche fastidio?!".

Non ho risposto.

A un certo punto, stremata e sconvolta... Non trovo più il babbo né la macchina.

Mi avrà mica mollato qui?!
Mi fermo.
In mezzo al marciapiedo con il carrello, lo scatolone, la gente che mi guardava...
Lo chiamo sul cellulare:"Ma dove sei?!!!!".
... Avevo sbagliato strada e preso la parallela a quella dove era lui.....
Ma si può?!

Faccio dietro front (come se fosse facile con il carrello, lo scatolone e la gente).... con tutti che mi guardavano... Non vi dico.
Secondo me pensavano che fosse una candid camera. Invece era tragicamente vero!

Alla fine sono arrivata alla macchina..... Non vi dico in che stato.
Decisa a suonare al massimo un'armonica a bocca nella prossima vita.

Ho riportato il carrello... La commessa sembra stupita e sollevata nel rivedermi. Come quando hanno mandato il generale Custer da solo con 600 uomini a combattere contro 6000 nemici e la moglie nel salutarlo gli ha detto:"Caro, ho come la sensazione che non ti rivedrò".

Ma io sono tornata vittoriosa! Distrutta ma vittoriosa.

B.

 
 
 
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...grazie Ale! ;-)

 

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