Post n°2240 pubblicato il
15 Giugno 2017 da
namy0000
“La parola purezza sembra passata di moda. Quasi un “disvalore” nel mondo d’oggi, in cui si verrebbe etichettati come “bigotti” o – in gergo giovanile – “sfigati”. Eppure, cos’è davvero un cuore puro? Si tratta della condizione privilegiata per permettere a Dio di vivere in noi. ‹‹Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio›› (Mt 5,8). Già qui sulla Terra possiamo vedere Dio e vedere con gli occhi di Dio! Che promessa unica. E la purezza ha molto a che fare con lo sguardo. Significa indossare “gli occhiali dell’Amore”, togliendosi quelli “neri” che troppo spesso ci fanno focalizzare su ciò che non va. Per questo Gesù ha indicato nei “piccoli” un modello: ‹‹Lasciate che i bambini vengano a me perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio›› (Lc 18,16). Nelle caratteristiche positive dei bimbi troviamo una chiave per aprire quelle parti di noi che abbiamo sepolto per sopravvivere agli urti della vita. la semplicità, la piccolezza, lo stupore, la meraviglia, il credere a quanto ci viene detto senza malizia, il sorriso, il presumere il bene, l’ottimismo e l’entusiasmo. Che – non a caso – etimologicamente significa “stare in Dio”. La purezza è un dono da chiedere (2Cor 6,6), ma senza una virtù da fortificare con concrete scelte di custodia e di amore. Se andiamo a vedere nel concreto chi vive da “non puro di cuore” lasciandosi andare al “fai ciò che vuoi”, alla rincorsa del successo, al seguire i propri istinti, all’usare gli altri, alla fine si tratta di persone sole, infelici e soprattutto schiave delle loro passioni” (Davide Banzato, 38 anni, FC n. 24 dell’11 giugno 2017).
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