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Abitualmente la volontà di Dio
Post n°2328 pubblicato il 01 Settembre 2017 da namy0000
“Abitualmente, la volontà di Dio viene chiamata in causa allorché si tratta di piegare all’obbedienza, esortare alla preghiera, indurre a rigare diritto. La volontà di Dio riguarderebbe quasi esclusivamente l’accettazione della sofferenza... Ecco perché si vedono in circolazione tanti individui religiosi cupi, severi, mesti, accigliati. Forse, inconsciamente, ritengono che la gioia sia incompatibile con la volontà di Dio, quasi il segno allarmante che si è fuori strada. Per l’apostolo Paolo, l’invito-dovere a rallegrarsi è motivato proprio dalla vita nuova sbocciata nel credente, dalla presenza dello spirito santo e dall’intima comunione con il Maestro, che è luce, verità, vita: “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. La gioia, che nasce esclusivamente dall’amore, non viene dal di fuori, ma dal di dentro; la gioia è vivere dando un valore diverso alle cose e sapendo quindi cosa conta di più e che cosa conta di meno, ciò che è bene tenere e ciò che è bene evitare... tutti i credenti dovrebbero averla e riuscire a trasmetterla come una malattia contagiosa. La gioia cristiana non annulla comunque il dolore, ma cerca di interpretarlo in un’ottica più ampia. Benedetta Bianchi Porro ha fatto della sua vita un vivere la gioia. Non aveva nessun motivo di essere nella gioia: non si è lasciata andare alla disperazione, di imprecare contro un destino crudele. Appena laureata in medicina, a Milano, un morbo rarissimo e micidiale aggredisce il percorso dei nervi e tanti piccoli tumori ne annullano le varie funzioni. Eppure in quella stanza di sofferenza si respirava tanta serenità e gioia. Così si esprimeva l’ammalata: “Non c’è felicità senza la coscienza di essa... la coscienza della mia felicità mi inebria e mi dà attimi di vera estasi spirituale... Nel mio calvario non sono disperata... ho trovato che Dio esiste ed è amore, fedeltà, gioia... le mie giornate non sono facili, sono dure ma dolci, perché Gesù è con me... Mi sorride e accetta la mia cooperazione con lui”. Nonostante la fine ormai vicina, ha ancora espressioni di letizia e speranza: ”Io me ne vado, e vi lascio il mio cuore e la mia fede”. |
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