Un mondo nuovo

Anestesie

“… mi ha colpita in particolare la bacheca con gli oggetti per i riti di iniziazione, che richiedono coraggio e capacità di sopportazione sopportare il dolore significa imparare a dominare le avversità della vita. mi sembra una grande saggezza presente in alcuni popoli, ma che noi abbiamo perso. Facciamo di tutto per non far soffrire i ragazzi, spianando loro la strada, e andiamo loro incontro in tutti i modi. Poi ci lamentiamo perché sono fragili come cristallo” – Veronica, insegnante

Cara Veronica, immagino che nella tua professione incontrerai tanti adolescenti e spero che qualche volta anche tu li faccia un po’ “soffrire” con le fatiche inevitabili che lo studio comporta. Ma, soprattutto, spero che tu riesca a insegnare loro che si può accettare di soffrire per ottenere qualcosa. Perché la vera difficoltà degli adolescenti non è tanto la mancanza di occasioni, ma il rifiuto di ciò che fa stare male. Alcuni tra loro hanno sicuramente motivi per non essere sereni, qualcuno ha situazioni davvero dolorose che non vanno sottovalutate. Nel mio studio incontro spesso ragazzi con questi pesanti fardelli, ma la maggior parte degli adolescenti vive una vita  spensierata, e qualche nuvola passeggera non turba la tranquillità di fondo. È la “bell’età” che spesso i ragazzi cercano di mantenere, evitando il più possibile ogni inciampo. Fuggendo nelle anestesie del mondo virtuale o delle amicizie superficiali, in cui si sta insieme ridendo e scherzando pur di evitare il confronto con la ruvida realtà. Noi adulti siamo spesso conniventi, evitando loro le fatiche e proteggendoli da ogni avversità. Per questo non consentiamo loro di accedere alla dimensione della sofferenza, che non è il mito eroico e un po’ moralista del dolore a ogni costo, ma la consapevolezza del proprio limite. Del fatto che per ottenere qualcosa in modo duraturo occorre uno sforzo, e che per questo si deve lottare contro sé stessi: la malavoglia, la paura di non farcela, l’abbandono allo scorrere vuoto del tempo, la rinuncia a padroneggiare sé stessi. Si raggiunge un risultato effettivo solo se si rinuncia a qualcosa. Il buon voto, la prestazione sportiva, l’amicizia sincera richiedono rinuncia e capacità di “prendersi in mano”, di indirizzare le proprie energie in una direzione, lasciando perdere le altre, più facili o più divertenti. È una verità ineludibile. Chi la capisce, e la mette in pratica, riesce a diventare adulto (Fabrizio Fantoni, Psicologo e psicoterapeuta, FC n. 40 del 6 ottobre 2019).