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Sbarco alieno nella Tuscia

Post n°397 pubblicato il 27 Agosto 2014 da viburnorosso

La prima volta che li vide era bambina.
Il papà aveva fermato la macchina su uno spiazzo aperto.
In lontananza l’insegna di un bar.
Tutto attorno buio, cielo, stelle.
E una febbrile eccitazione per qualcosa di grande e nuovo.
Voleva esserci anche lei, e invece le venne sonno.
Non sono neanche sicura che poi li abbia visti, ma quella sensazione di  attesa esplosiva  se la ricorda ancora: il buio  che si dilata prima dello scoppio e la paura che ruba il posto allo stupore.
“Forse sarebbe stato più sicuro raggiungere il bar …”

Da grande ha avuto un figlio che prima di imparare bene i nomi delle cose, quei fulmini colorati li chiamava “fuochi dentifricio”.
La sera, in casa, soprattutto d’estate, capitava spesso di sentire il cielo tuonare all’improvviso. E non per un temporale.
Allora il bambino correva alla finestra per vedere quell’esplosione multicolore.
Ma indovinava sempre la finestra sbagliata.
Rovistava qualche secondo nel cielo col naso all’insù e poi cambiava finestra.
Una dopo l’altra.
Di solito quando azzeccava quella giusta, lo spettacolo era già terminato.

Probabilmente, a chiedere a lui, quell’attesa ha più il sapore della frustrazione.
Per lei invece no.
È il conto alla rovescia prima della deflagrazione.
L’apnea che non sai mai se si scioglierà in respiro.

L’altra sera le è capitato di rivedere di nuovo quello spettacolo.
Aveva un po' paura, come sempre, per le cose che devono succedere.
Teme di non riuscire a farsi trovare pronta.
Allora fa le prove: si immagina zampilli colorati dietro agli occhi e rumore di bombe dentro le orecchie.
Esagera un po’ per arrivarci preparata.
Ma non basta.

Questa volta hanno fatto le cose veramente in grande.
Il cielo esplode in una moltitudine di colori: dal bosco di nocciole, fino  al profilo della chiesa, non ne resta uno spicchio libero.
Si passa dal verde amazzonia al rosso amaranto per il giallo limone e il blu fiamma del gas.
Lo stupore prende definitivamente il posto della paura.
I battici cardiaci segnano il tempo delle esplosioni. Recupera il respiro, e giù un diluvio di gocce argentate che si dissolve un attimo prima che apra l’ombrello. Anche perché se l'è dimenticato a casa.

Non vi è dubbio.
Gli alieni sono sbarcati sulla terra.
Alla sagra della porchetta di Vallerano.

 

 
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