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Caccia

Post n°21 pubblicato il 01 Gennaio 2007 da painkeeper
 
Tag: Sogni

Primo sogno di quest'anno. Dopo una notte di festeggiamenti e Windows Presentation Foundation la mia mente dev'essere stata parecchio stanca. Purtroppo non ho avuto modo di mettere mano a carta e penna o monitor e tastiera prima di adesso, quindi i ricordi sono molto sbiaditi. Anche questo sogno dev'essere stato catturato fra le 10 e mezzogiorno.


Siamo in quattro: io, un mio amico, una ragazza nera che non conosco e un'altra persona di cui non ricordo nemmeno le fattezze. Ci troviamo in un edificio simile a un dormitorio, potrebbe essere tanto l'appartamento in cui abbiamo fatto la festa quanto una caserma.

E' buio e ad un certo momento sento un senso d'urgenza e pericolo. In qualche modo veniamo a sapere che c'è qualcuno di pericoloso e armato all'interno dell'edificio. Noi quattro usciamo dai letti e corriamo fra le varie stanze, senza capire se gli stiamo dando la caccia o se stiamo scappando. A breve ci dividiamo.

Salgo di corsa una rampa di scale, arrivato in cima vedo che dà all'esterno. Da sinistra arriva qualcuno e, istintivamente, lo colpisco. In quel momento credo d'essermi mosso nel sonno per dare una gomitata. L'uomo che ho colpito è uno sconosciuto, e scappa.

Poco dopo mi ritrovo in una stanza più ampia dal soffitto molto alto. Ci sono scaffali di alluminio sui cui sono stipati degli scatoloni. E' buio. Ad un incrocio fra gli scaffali ci incontriamo io e lo sconosciuto. Lo sconosciuto ha in mano una specie di arma, come una tenaglia di plastica nera con una lama in cima. Lo sconosciuto mi attacca e mi ferisce, ma perde l'arma. La recupero, gli tiro un pugno e poi lo accoltello con la lama. Dopo poco arriva la ragazza nera. Preso alla sprovvista accoltello anche lei, riuscendo a ferirla sullo zigomo. Rimaniamo spiazzati per qualche secondo poi arrivano anche il mio amico e quello di cui non ricordo i lineamenti.

C'è una forte sensazione di sospetto e ci guardiamo a vicenda pronti a reagire.

 
 
 

Daini, Teatro e Cinema

Post n°20 pubblicato il 31 Dicembre 2006 da painkeeper
 
Tag: Sogni
Foto di painkeeper

Cavoli! Quasi 3 mesi prima di ricordarmi un sogno. O cambio stile di vita o cambio spacciatore onirico. Questo è di stamattina, fra le 10 e mezzogiorno.


Il sogno inizia con me, un mio amico (Dawson) ed una mia amica (Nina) che arriviamo via treno in una città del trevigiano, non ricordo se Conegliano o Vittorio Veneto. Dawson ed io andiamo in un bar a bere qualcosa, mentre Nina rimane fuori per guardare le locandine e gli orari del cinema.
Nel bar incontriamo molti del gruppo teatrale (i SeQueris) con cui Nina ed io stiamo facendo un laboratorio. L'incontro era inatteso, e loro ci invitano a partecipare ad un'altra sessione del suddetto laboratorio. Dawson ed io accettiamo di dare un'occhiata, certi di ritornare da Nina prima dell'inizio del film.
La scena si sposta in un'ampia stanza poco illuminata. Al centro ci sono cataste di oggetti (mobili e oggetti di scena). Dopo un po' di convenevoli iniziamo quello che in principio credo essere un'improvvisazione di gruppo (come ne avevamo già fatte). Su questa convinzione mi intrometto spesso con battute e giochi di parole, ma vedo che gli altri rimangono molto rigidi nel ruolo che si sono scelti. Vedo inoltre che quasi tutti indossano della pelle di daino. La scena è molto mobile: ci aggiriamo fra le cataste di oggetti vicini alle pareti, senza un vero palco e senza pubblico. Alla fine mi rendo conto che si tratta di un'opera decisa; e che quelle sono prove ufficiali, non un esercizio di improvvisazione. Nel frattempo capisco che si sta facendo tardi, che Nina (minorenne) non sa dove siamo Dawson ed io, e che si trova in una città distante da casa sua.
I SeQueris si accorgono del fatto che Dawson ed io non conosciamo la commedia, allora ci prendono in disparte e ci spiegano a grandi linee la trama e le battute. Poi uno di loro va a prendere degli altri costumi da daino. Io chiedo a Dawson: "A che ora doveva iniziare il film?"
"Alle quattro", risponde lui.
Guardo l'ora e vedo che sono già le quattro e un quarto; molto probabilmente Nina era già entrata in sala. Io mi preoccupo perché Dawson ed io siamo stati irresponsabili, e avremmo dovuto tenerla continuamente d'occhio.
Cambio scena. Mi ritrovo da solo in una sala di proiezione, con le luci accese. Ho con me una scatola da scarpe e una borsa di plastica. Appoggio la giacca sulle poltrone in prima fila e vado al tavolo da conferenze che c'è sul palchetto rialzato appena di fronte allo schermo di proiezione. Dal sacchetto di plastica estraggo un mazzo di carte da gioco collezionabili ispirato all'universo di Star Wars. Comincio a guardarne distrattamente le immagini e gli effetti, ripromettendomi di andare a leggere il regolamento il prima possibile. Poi le carte si mescolano e spendo qualche minuto a rimetterle tutte con la faccia dallo stesso verso. Richiudo il mazzo nella sua custodia e lo metto nella scatola da scarpe, assieme ad un altro mazzo di carte di "Magic, the Gathering". Poi si spengono le luci in sala e comincia il film.
Il film inizia come una pellicola di fantascienza a basso costo degli anni '80. Si nota subito l'impronta italiana della produzione. Ho l'immagine di un globo diviso in sette bande verticali colorate che poi si allunga diventando una specie di bottiglia. Fortunatamente non era un film con grandi pretese: era evidentemente una parodia grottesca. Tant'è che dopo le prime scene di combattimento con astronavi e robot, si scopre che la causa della guerra era una questione di ambito culinario...

 
 
 

Terrore

Post n°19 pubblicato il 02 Ottobre 2006 da painkeeper
 
Tag: Sogni
Foto di painkeeper

Era da un po' di tempo che non facevo un incubo (o sogno orrorifico, ancora non m'è chiara la differenza). Questo è stato particolarmente tenace: ho dovuto lavorare molto per liberarmene.


Non ricordo esattamente come inizia il sogno. Ad un certo punto mi ritrovo in un prato con qualche albero, in una giornata di sole. C'è uno strano essere: una specie di entità della consistenza della pasta da modellare, di colore violaceo ma con un patchwork giallo e arancione. L'essere salta addosso ad una persona e la ingloba, dopodiché assume la forma di quella persona (anche se non il colore). Salta un po' qua e là e poi si mangia anche una giraffa, assumendone poi la forma. A me viene in mente la parola mimic e la creatura del film Relic, anche se so che quest'associazione è sbagliata.
Cambio scena. Mi ritrovo in una stanza da bagno con almeno un'altra persona, forse due. La stanza è molto simile a quella del sogno
La Nuova Fonte. Ci siamo nascosti lì per sfuggire al mostro che c'è fuori, anche se ci siamo resi conto che il mimic non ha coscienza di far del male: per lui è solo un gioco.
A questo punto vengo preso da uno stato di angoscia. Non sono del tutto addormentato. Dalla tazza del water vedo uscire la testa di Sadako (dal film
The Ring) e, dopo un po', anche il resto del corpo. Comincio a sudare. In quel momento credo d'essere stato sveglio quasi del tutto. La mia visione notturna comincia ad alternarsi: continuo a immaginare il sogno di prima, ma ogni tanto lo intervallo con la vista di una specie di nebbia, o fumo, che riempie uno spazio vuoto davanti a me. Sembra un'infinita trama di fili lattiginosi in un campo scuro, forse viola. Mi trasmette un'angoscia incredibile, anche perché sembra avvicinarsi a me.
Le immagini del fumo e la scena del bagno si alternano man mano che Sadako si avvicina con il suo tipico movimento a scatti. Comincio a chiedermi come mai mi faccia tanta paura. L'angoscia aumenta e comincio a sudare davvero tantissimo; sono tentato di aprire gli occhi e accendere la luce, ma decido di combattere questa sensazione al buio.
Adotto la tipica soluzione di quando faccio sogni orrorifici e sono abbastanza cosciente da guidare la visione: immagino che siano i mostri ad aver paura di me. Questa volta non riesco a pormi nel giusto stato di idee: sono sopraffatto dalla paura. Allora cerco alleati negli altri mostri: penso a me, il mimic, Alien (di Ridley Scott), e Ygramul (dal libro
La Storia Infinita) contro Sadako. Ma nemmeno così riesco a distogliere la visione di lei che si avvicina o del fumo cosmico che inizia a circondarmi.
Alla fine Sadako mi guarda da sotto i capelli, e indossa i tipici occhi alieni (quasi da cavallo) che ha nel film. Mi fa meno impressione di quanto mi sarei aspettato. Continua e si infila nella doccia, che ha delle ante opache. Chiudo di corsa le ante e tiro loro un calcio frontale, spaccandole. La doccia e vuota. Vedo di nuovo Sadako che esce dal water.
L'angoscia che si era allentata per un attimo riprende. Mi convinco che Sadako sia l'impersonificazione della mia paura verso la malvagità insensata. Decido che devo combatterla dentro la mia mente.
Cambio ancora tattica: stavolta la immagino come mia alleata, assieme agli altri mostri e ad un esercito di personaggi fantasy. Tutti assieme in una battaglia campale contro una sola persona. Nemmeno questo è stato sufficiente: non riesco a concentrarmi sulla visione globale ma penso continuamente a lei e al fatto che vuole fare del male. Ordino a un drago di soffiarle addosso del fuoco. Lei svanisce. Riappare poco dopo in un'altra visione.
Cambio ancora strategia: penso a tutt'altro. Comincio a seguire un rosario di pensieri che va dal film visto ieri (
Pirati dei Caraibi - La Maledizione del Forziere Fantasma), all'uscita con amici di sabato sera, ai giochi di ruolo, alla programmazione al computer.

Pian piano l'angoscia si dilegua. Le visioni della nebbia si fanno meno frequenti e meno inquietanti. Provo un senso d'orgoglio per essere riuscito a sconfiggere questo terrore insensato, e Sadako mi riappare solo come una vecchia confidente.



Di lì a poco mi riaddormento.

Oggi ho pensato che c'è una tattica che non avevo tentato: quella di trasformarmi in un mostro a mia volta. Di fatto è un raffinamento del mio primo tentativo, che in altre occasioni ha funzionato egregiamente. Ora sarei curioso di sapere se avrebbe funzionato meglio dei voli pindarici utilizzati come ultima risorsa.

 
 
 

La Nuova Fonte

Post n°18 pubblicato il 25 Settembre 2006 da painkeeper
 
Tag: Sogni
Foto di painkeeper

Sogno di questa mattina, a seguito di un weekend che m'ha impegnato il fisico e soprattutto l'apparato digerente.


È notte. Mi trovo in compagnia di una ragazzina, e credo d'essere un ragazzino anch'io. Entriamo in un cimitero, molto simile a quello del paesino dove abito.

Ho in mano un ciondolo che tengo avvolto attorno al dito medio della mano sinistra, in modo che il medaglione posi sul palmo della mano. È un oggetto magico che genera luce e lo uso come torcia.

Siamo già stati in quel cimitero, e avevamo incontrato alcuni spiriti legati alle loro tombe. Ci chiedevano aiuto. Sono stupito di non incontrarli più; poi mi ricordo che abbiamo raccontato le loro storie alla gente, e questo li ha liberati. Siamo lì per scoprire se altri morti hanno bisogno del nostro aiuto.

In quel momento sentiamo delle voci provenire dall'ingresso del cimitero, e vediamo la luce di una lampada. Chiudo la mano per spegnere la luce del ciondolo. Per evitare di farci scoprire. Ci avviciniamo all'ingresso zigzagando fra le tombe.

Il cimitero ha una specie di atrio fra due porte; entrandovi, sulla destra, di trovano delle scale che scendono. Almeno una dozzina di figure stanno scendendo di sotto. Vestono con mantelli e cappucci di colori differenti: grigio, rosso scuro, marrone e nero.

Ci avviciniamo fino al punto in cui li vediamo scendere. In quel momento sento parlare di se stessi come dei "Seguaci della Nuova Fonte". In fondo alle scale c'è un cancello. La ragazzina che è con me si fionda di sotto, e le figure la conducono dentro, chiudendosi il cancello alle spalle.

Io rimango nascosto, spiando da dietro l'angolo. Spero che non chiudano il cancello del tutto perché devo andare a salvare la mia amica. Purtroppo una delle figure applica un vecchio lucchetto alla porta del cancello.

Tergiverso per un po'; poi decido di scendere le scale e provare a forzare il cancello. Vengo scoperto, e le figure mi fanno entrare. Mi rendo conto che sono dei ragazzini anche loro.

Dietro il cancello si sviluppa un edificio sotterraneo molto simile ad una casa moderna. C'è un corridoio e almeno tre stanze arredate su ogni lato e una in fondo. Tra i bambini ce n'è uno un po' più giovane, ma indubbiamente più carismatico e maturo. Lo riconosco come capo, e mi rendo conto che è malvagio. Avendo la via di fuga bloccata corro, prendo la mia amica per mano e ci lanciamo verso la porta in fondo al corridoio.

Una volta dentro ci accorgiamo che la chiave è dalla nostra parte della porta. Mi appresto a richiuderla. Mi rendo anche conto che la stanza non è altro che un bagno ben arredato.

Non essendoci uscite decido di battermi per uscire: l'unica mia preoccupazione è il bambino più giovane. Estraggo da una tasca una specie di tirapugni con degli artigli e lo indosso sulla mano destra; dopodiché apriamo di nuovo la porta. Gli altri bambini sembrano essere indaffarati in altro, ma uno di loro – enorme, occhialuto e un po' tonto – chiama subito il "maestro". Il bambino si presenta davanti a noi e afferma che non possiamo sconfiggerlo.

In qualche modo gli credo. Capisco che è un mago, e che – un po' per nascita un po' per artificio – ha raggiunto una condizione che lo rende immune alle magie altrui. Mi lancio in avanti per attaccarlo, ma lui diventa immediatamente invisibile.

Scappo verso il cancello, tenendo la mia amica per mano. Mi faccio strada a spallate fra gli altri ragazzini. Ma so che il mago ci lancerà addosso un incantesimo.


A questo punto suona la sveglia.
 
 
 

La Grande Ruota

Post n°17 pubblicato il 06 Aprile 2006 da painkeeper
 
Tag: Sogni
Foto di painkeeper

Questo sogno risale ad una settimana or sono.


Mi trovo in una cascina di campagna, letteralmente immersa nel verde. C'è una festa ed è primo pomeriggio. Il sole è alto e luminoso.

Sono con il mio cuginetto (sedicenne e sedicente). E, visto che manca il caffè, decidiamo di andare a prenderlo. Contemporaneamente mi rendo anche conto che abbiamo con noi le ceneri di Dave Batista (vedi il sogno "Creatura, Batista e Cellulare").

Usciamo dalla foresta/brughiera e ci dirigiamo verso l'univeristà. La cosa interessante è che l'edificio accademico ha la forma di un grande anello, ed è diviso in 16 zone sulla circonferenza più una zona centrale.

In pratica la struttura è la stessa usata per il multiverso standard di Dungeons & Dragons, dove i cosiddetti piani esterni (dimensioni spirituali legate al bene/male e all'ordine/caos) sono rappresentati tramite una Grande Ruota.

Il nostro scopo è quello di portare le ceneri di Batista nella zona dell'università che corrisponde all'Abisso (il piano caotico malvagio  di fatto un posto infestato da demoni). L'università è comunque un posto tranquillo e la suddivisione in zone è più che altro una questione di nomenclatura.

Per strada incrocio il mio relatore, il quale (come al solito) è impegnatissimo e si limita a salutarmi e scambiare qualche parola prima di raggiungere l'Acheronte (il piano legale e leggermente malvagio della Grande Ruota).


 
 
 

Rieccoci

Post n°16 pubblicato il 05 Aprile 2006 da painkeeper
 

Dopo una pausa più lunga del previsto torno a militare su queste pagine. Scusate per il ritardo (come se ve ne fregasse qualcosa ).

La laurea è andata bene, il post-laurea meglio. Quante botte!

 
 
 

Pausa

Post n°15 pubblicato il 15 Febbraio 2006 da painkeeper
 

Dato il crescente bisogno di laurearmi diserterò il blog per qualche settimana. Spero di rivedervi a metà marzo.

Grazie a tutti.

 
 
 

Portafoglio Perduto

Post n°14 pubblicato il 01 Febbraio 2006 da painkeeper
 
Tag: Sogni
Foto di painkeeper

Mattina di lunedì 30 gennaio 2006.


Mi trovo su un treno, sto viaggiando verso Udine. E' notte, e la stazione da cui sono partito sembrava scavata nella montagna. Da essa i binari si infilavano subito in un galleria.

Sulla carrozza riconosco due miei compagni di classe del biennio delle superiori. Iniziamo a parlare dei vecchi tempi e del perché vada a Udine. Mi informano che studiano lì, come me.

Cambio scena. Ora siamo in una Udine alternativa, su una specie di autobus o di tram. Stiamo acnora discutendo, e poiché la fermata è vicina estraggo una sigaretta e la infilo in bocca senza accenderla. Uno dei miei due amici, invece se la accende sulla vettura. Al che vado nel panico.

L'autista se ne accorge. Si ferma e ci dice di scendere, lui farà finta di niente. Scendiamo quindi qualche fermata prima. Ma siamo in pieno centro storico. Decidiamo di avviarci a piedi. Dopo un po' mi ritrovo solo a camminare per Udine.

A breve incontro altri tre amici e un'amica. Iniziamo a parlare, ma dopo poco si avvicina un bambino di colore e comincia a ripetere a pappagallo tutto ciò che diciamo. Vedo i suoi presunti genitori lì vicino, che si sono accorti della scena ma non intervengono. Dopo un po' mi stufo e mollo un ceffone al bambino.

A quel punto scappiamo tutti quanti, inseguiti dal bimbo in lacrime che ci vuole fare chissà che. Dopo un po' riusciamo a seminarlo passando per qualche vicolo e rifugiandoci in un bar. Ci sediamo e ordiniamo da bere. Nel frattempo mi rendo conto d'aver perso il portafoglio.

Esco e trono a cercarlo. Dopo un po' vedo un paio di ragazzini che stanno acquistando dolciumi o petardi (non ricordo). La cosa strana è che ne acquistano in grande quantità e pagano con almeno una banconota da 50 euro. La mia prima preoccupazione è che abbiano trovato il portafolgio e che ne stiano sfruttando il contenuto.

Non potendo perquisirli senza validi motivi decido di allontanarmi per chidere consiglio ai carabinieri. Nel frattempo uno dei ragazzi mi viene incontro e mi porge il mio portafoglio dicendo: "Questo dev'essere tuo". Ringrazio il ragazzo poiché almeno recupero i documenti. Nel frattempo mi dirigo nuovamente verso il bar.

Lungo la strada mi accorgo che non tutte le banconote sono sparite, anzi, a ben contare ci sono proprio tutte. Mi stupisco che ci sia ancora qualcuno di onesto, soprattutto fra i giovani.

 
 
 

La Guerra di Troia

Post n°13 pubblicato il 28 Gennaio 2006 da painkeeper
 
Tag: Sogni
Foto di painkeeper

Mattina del 22 Gennaio 2006. Questo sogno l'ho fatto immediatamente dopo Creatura, Batista, e Cellulare.


Mi trovo in una valle montana, probabilmente quella di Longarone. Siamo in migliaia e abbiamo preso d'assedio Ilio. Abbiamo armature, lance e scudi, e ci sono anche squadre d'arcieri.

In verità la guerra è appena conclusa, e abbiamo vinto. Intimamente penso a quanti uomini sono morti o stanno morendo per colpa di Elena. In ogni caso c'è del lavoro da fare: smontare l'accampamento, raccogliere l'equipaggimento, etc.

Noto un gruppo di persone che so essere davvero fighi. In guerra hanno compiuto grandi azioni. Chiedo loro cosa stanno facendo e vedo che indossano dei guanti gialli di gomma. "Stiamo andando a togliere le carcasse dei coccodrilli dal fiume, altrimenti si possono spargere epidemie". Poi mi chiedono se voglio dar loro una mano.

Io sono indeciso. Da un lato ho voglia di riposarmi, dall'altro so che è giusto aiutarli, e intolre non voglio fare la figura del fannullone con loro. Torno di corsa all'accampamento per prendere anch'io un paio di guanti, ma quando vi arrivo noto che uno dei comandanti sta parlando con un cinese. Discutono di soldi, probabilmente l'esercito deve ai cinesi delle forniture. Vedo il mio zaino e il mio PC portatile lì vicino, e decido di metterli al sicuro prima che qualcuno me li rubi.

Quando torno verso il fiume la squadra sta già rientrando. Trascinano quattro o cinque carcasse di coccodrilli adulti, e le stanno portando verso una fossa. Quando uno di loro sta per buttare il cadavere nel buco mi accorgo che c'è un coccodrillo giovane in agguato fra gli altri cadaveri. Io gli urlo: "Sta attento!" L'uomo se ne accorge e mi ringrazia, ma il coccodrillo non attacca.


Anche questo sogno finisce tronco. A breve cado in un sonno più profondo.

 
 
 

Creatura, Batista e Cellulare

Post n°12 pubblicato il 22 Gennaio 2006 da painkeeper
 
Tag: Sogni
Foto di painkeeper

Mattina di domenica 22 Gennaio 2006.


E' notte, sono con atre due persone, marito e moglie. Siamo tutti e tre vestiti ed equipaggiati come dei marines. Ci troviamo in città, e ci addentriamo in una galleria stradale in costruzione.

Stiamo seguendo un essere bizzarro: non l'ho visto bene, ma sembra un bipede grosso quanto un cavallo e dai colori sgargianti. Si rifugia nella galleria buia e noi siamo costretti ad usare i sensori di prossimità. Io sono in retroguardia, mentre l'uomo si infila in un tunnel laterale e sua moglie gli copre le spalle.

L'animale è però più intelligente del previsto e riesce ad uccidere l'uomo. La moglie vuole vendicarsi, e dice a me di andare a chimare rinforzi. Mentre esco so che nemmeno lei ce la farà.

Cambio scena. Ora sono in una Belluno alternativa, nella hall circolare di un albergo di lusso. Con me c'è Dave Batista (un wrestler della WWE) vestito elegante. Mi chiede di andare a prendere qualcosa fuori (non capisco se in auto o se in un altro edificio). Mi rimetto le scarpe (le regole dell'albergo imponevano l'uso di pantofole) ed esco in strada.

Cambio scena. Sempre nella Belluno alternativa, ma 'sta volta sono su una terrazza che dà sul Piave. Ci sono vasi di gernai e tavolini e sedie in ferro battuto, dipinti di bianco. sto cercando di far funzionare il mio cellulare. All'accensione non trova la rete o trova una rete sbagliata: di fatto non va. Dopo un paio di prove mi accorgo che il cellulare fa interferenza con la base del telefono cordless che ho in casa (?).

Decido di allontarmi. Il cellulare mi serve per rintracciare i miei amici (che sono fuori a bere). Dopo un po' ce la faccio.


Dopo questa scena il sogno diventa confuso e non me lo ricordo. Tuttavia a breve mi riaddormento.

 
 
 
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