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Il Pdl smonta l’agenda di Formigoni: «Nessun voto a dicembre, sì a primarie con la Lega»

Post n°1363 pubblicato il 18 Ottobre 2012 da accorsiferro
 
Foto di accorsiferro

E sulle dimissioni molti consiglieri pidiellini ci ripensano

di Andrea Accorsi

Formigoni si sente già in campagna elettorale. Convoca il Consiglio regionale, annuncia di volerlo sciolto entro giovedì prossimo, intende dare vita alla nuova Giunta già lunedì, ribadisce che si voterà prima di Natale, annuncia il «probabile» sostegno di una lista Sgarbi e torna a respingere la candidatura di Maroni al suo posto. Ma il governatore uscente farebbe bene a sentire prima cosa ne pensano a casa sua, cioè nel Pdl. Perché sia La Russa che Mantovani, coordinatore nazionale e lombardo del partito, stroncano i suoi piani. Mentre molti consiglieri regionali pidiellini sembrano non gradire affatto la fretta di Formigoni di riaprire le urne.
«Formigoni vorrebbe votare al più presto, ma io sono contrario - gli tarpa le ali La Russa -. Di mezzo non abbiamo solo il Natale, ma anche la doverosa necessità di evitare scambi e rotture traumatiche con la Lega addebitabili a noi». Il coordinatore del Pdl «capisce» le ambizioni del Carroccio per la poltrona del governatore: «Sono legittime - afferma -. Le ho capite di meno per Veneto e Piemonte dove non avevano la maggioranza». Veramente in Veneto, alle Regionali del 2010 la Lega è risultata il primo partito con oltre il 35% dei voti, come ricorda il senatore veneto Luciano Cagnin. Che sbotta: «Se non è maggioranza questa!».
Tornando a La Russa, «io ovviamente sono per un candidato del Pdl - spiega -e vedrei bene Albertini (l’ex sindaco di Milano e attuale europarlamentare, nda). Ma è legittimo se la Lega proponesse un suo candidato». Il coordinatore Pdl ricorda poi di aver avanzato «tempo fa» al tavolo regionale del partito la proposta di primarie di coalizione. Proposta che è tornato a illustrare ieri per telefono a Formigoni e di persona a Maroni in un colloquio a Montecitorio.
«Veniamo da un’alleanza ormai di decenni con la Lega - sottolinea La Russa -e abbiamo il dovere di preservarla nell’interesse dei cittadini, senza baratti e do ut des, tenendo conto dell’ottimo lavoro, al di là delle inchieste di questo periodo, fatto dalle Giunte Formigoni». Ma se primarie del centrodestra ci saranno, dovranno avvenire «in un quadro di intesa della Lega Nord e del Pdl che non sia a spizzichi e bocconi. Non è che si fa, lì sì, a Brescia no, a livello nazionale sì... Serve un’intesa di prosecuzione a 360 gradi». E febbraio rimane la prima ipotesi di La Russa per le elezioni regionali in Lombardia.
Ma Formigoni deve rivedere l’agenda anche per il coordinatore lombardo del Pdl, Mario Mantovani. «Dicembre non è una data proponibile» taglia corto Mantovani, per il quale è importante prima di tutto fare la nuova Giunta e poi approvare la legge elettorale. «Questa è la decisione che è stata presa quando è stato chiesto ai consiglieri regionali Pdl la disponibilità a dimettersi». Una disponibilità che però qualche consigliere non ha dato, o ha ritirato. «Si è decisa un’accelerazione - ha spiegato Mantovani - e qualche consigliere si è legittimamente fatto venire qualche dubbio». Motivo: la volontà di Formigoni di sciogliere il Consiglio già il 25, legge elettorale pronta o no.
Anche Mantovani, come La Russa, non ha mai nascosto di considerare con favore le primarie del centrodestra per decidere il candidato presidente della Lombardia. Ma Formigoni non vuole neanche sentirne parlare. «Primarie di coalizione tra Pdl e Lega? Immagino sia uno scherzo, e che in realtà nessun dirigente del Pdl ci stia pensando veramente. Sarebbe la fine definitiva del Pdl»: è quanto appunta Formigoni sulla sua pagina ufficiale di Facebook. «E allora sto allo scherzo - prosegue - e dico: primarie sì, ma solo tra candidati pidiellini. Lasciare la Lombardia nelle mani della Lega, dopo il Piemonte e il Veneto significherebbe far scappare a gambe levate gli ultimi dei nostri elettori».
In precedenza, il governatore lombardo al tramonto ha ribadito il suo pensiero: «Non credo che il prossimo presidente della Regione Lombardia possa essere della Lega dopo ciò che è successo». Peraltro, «ritengo che la collaborazione possa continuare». Quanto a Maroni, «non ritengo che possa rappresentare l’unità tra Pdl e Lega dopo che il suo partito ha rotto l’alleanza che ha portato alla fine della legislatura. Il mio giudizio - sottolinea - non è contro la persona ma soltanto sull’opportunità politica. A me - conclude - non mi rottama nessuno».
E Berlusconi? L’ex premier e leader Pdl tace, ma in privato avrebbe ribadito la necessità di recuperare il Carroccio, visto che la Lombardia viene considerata il laboratorio per le future alleanze nazionali. «Per provare a vincere nel 2013 la Lega può tornarci utile, è sempre stato un alleato fedele», sarebbe il ragionamento del Cavaliere. Non a caso, l’ex premier avrebbe consigliato ai suoi di usare toni dialoganti con il Carroccio, senza dare indicazioni precise sulla data del voto.

dalla Padania del 18.10.12

 
 
 
 
 

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